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Autore: Adelhait    02/03/2008    6 recensioni
È finita. Per me è finita. I miei sogni, la mia vita. Tutto si è infranto quel maledetto giorno, quando tu ha scelto lei e non me. Cosa mi resta? Sabbia…ricordi…momenti sfuggevoli e nulla più…
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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…Amor perduto…

 

 

 

 

È finita.

Per me è finita.

I miei sogni, la mia vita.

Tutto si è infranto quel maledetto giorno, quando tu ha scelto lei e non me.

Cosa mi resta?

Sabbia…ricordi…momenti sfuggevoli e nulla più…

Pensa a questo una ragazza seduta sul davanzale della sua finestra aperta su di un paesaggio da mozzare il fiato, dove un sole morente tinge il tutto di colori caldi e avvolgenti, come la dolce brezza che trasporta il profumo salmastro del mare che placido si infrange sugli scogli.

Lei lo osserva con i suoi occhi neri ora arrossati dalle troppe lacrime versate.

Versate per un amore perso.

Intanto il vento accarezza la sua veste bianca con le sottili bratelline, con lentezza avvicina le ginocchia al petto e vi poggia le braccia e le incrocia, infine vi adagia il capo bruno.

I suoi lunghi capelli d’ebano cadono morbidi sulle candide spalle, anche se estate inoltrata lei non è abbronzata perché rimane rintanata lì, in quel piccolo rifugio dove il dolore lentamente la consuma.

Ricorda.

La mente crudelmente le ripropone quel maledetto giorno.

Perché mi fate questo?

Oh momenti tristi sparite, vi prego lasciatemi vivere in pace.

Invece no!

Voi imperterriti mi riproponete quel maledetto giorno, il matrimonio dell’unico essere che io ho amato, anzi no, che amo.

Nasconde il viso tra le braccia e nuove lacrime attraversano il suo viso.

Stille d’argento amare come il dolore che lento l’annienta.

-Sesshomaru-.

Sussurra tra le lacrime.

Rialza il viso e lo volta verso una sedia posta infondo la stanza, dove ancora è adagiato il vestito che ha indossato quel giorno.

Stringe tra le mani la stoffa del suo vestito, rabbia e frustrazione la invadono.

Scende dal davanzale, sente il proprio corpo stanco.

Sì, è stanca di vivere quella situazione straziante.

Cammina lentamente verso quel vestito di seta azzurra, come il cielo primaverile.

Allunga la mano destra verso quell’abito e lo accarezza, socchiude gli occhi e sussurra.

-Amore mio-.

Riapre gli occhi e rivive quei momenti d’infinito dolore, il matrimonio del suo unico e vero amore.

***

Una meravigliosa villa e lei è nel giardino accovacciata che con cura coglie dei meravigliosi boccioli di rosa.

Canta, mentre il vento accarezza il suo vestitino di lino beige, sul suo capo nero corvino è adagiato un capellino di paglia con due semplici margheritine poste sulla sinistra.

Il suo viso è allegro, ride, mentre le cesoie recidono nuovi boccioli che con cura sono deposti in una cesta di vimini.

-Regalo queste meravigliose e candide rose al mio amore…-.

Canticchia, socchiude gli occhi e sospira.

Chissà forse oggi…

Un gridolino di gioia, e poi riapre gli occhi dicendo.

-Rin datti un contegno non puoi pensare a queste cose sconce, non è da te-.

Un leggero rossore attraversa le sue gote.

-Però sarebbe un sogno che si avvera-.

Posa a terra le cesoie a avvicina le mani al viso, caldo come il sole, è emozionata oggi e il giorno fatidico dove lei aprirà il suo cuore al suo adorato signore.

Gira il capo verso la cesta e vede ch’è piena, si rialza, lo prende e si dirige verso le cucine.

Si sente leggera come una piuma, il cuore batte nel petto veloce come un cavallo imbizzarrito, intanto il cielo lentamente è oscurato da nubi minacciose, un tremendo temporale si abbatterà presto.

Lei si ferma, si volta e osserva il cielo.

-Oh no, che disdetta sta per piovere…uffa, odio i temporali-.

Si incammina veloce verso la villa ed entra dentro la cucina dove trova l’anziana cuoca Kaede che le rivolge un caloroso sorriso.

Rin ricambia il suo sorriso ed adagia la cesta di rose sul tavolo, si leva il capello e lo poggia su di una sedia lì accanto.

-Che bei boccioli-.

Dice la cuoca con ammirazione avvicinandosi a lei.

-E già-.

Dice la fanciulla felice.

-Sono per lui-.

Rin sussulta, arrossisce e fa cenno di sì con il capo, intanto la donna ritorna ai fornelli e ride dolcemente.

Sa che la fanciulla ama il suo padrone, ma sa ch’è un amore impossibile, lui è un youkai e mai amerà una semplice e umile ningen.

Domande, infinite domande affollano la mente dell’anziana cuoca.

Perché il Sommo Sesshomaru ha preso con sé un umile ningen? Mi domando ancora il perché? Noia? Curiosità?Solitudine? Quesiti…quesiti che mai avranno risposta, ma lui non sa che la piccola bimba ora è divenuta adulta e che lo ama.

Provo una pena indescrivibile per la piccola Rin, lei lo ama, ma lui…ma lui non l’ama.

Oh tenero bocciolo mi dispiace tanto per te…

Mi dispiace per il tuo sentimento non corrisposto.

Intanto Rin, con la cesta tenuta al suo fianco destro, sale le scale che la conducono nella camera del suo amore.

La villa è enorme, dopotutto lui è un demone potente e ricco, è una vera fortuna essere la protetta di un essere tanto temuto e benestante.

I pavimenti della villa sono di marmo di Carrara, bianco con venature grigiastre e sopra di esso sono adagiati tappeti di magnifica fattura, sembra di camminare su delle nuvole soffici.

Sui muri, con stucchi di barocco, vi sono una moltitudine di quadri di pittori famosi che la giovane ningen non conosce, ma ha lei non importa un unico pensiero rotea nella sua mente dichiarare i suoi sentimenti al bel inu-youkai.

È arrivata, poggia a terra la cesta, prende un profondo respiro e alza la mano destra.

Su Rin bussa non temere, anche se senti le gambe molli per l’emozione e l’agitazione…

Timidamente bussa e poggia la mano sulla maniglia di ottone.

-Posso entrare Sesshomaru-sama, sono io, Rin-.

Da dietro la porta sente la voce del suo signore.

-Sì, entra pure-.

Lei sorride raccoglie la cesta e apre.

Bello.

Il suo immenso studio è bello e ampio.

Mobili di mogano lo arredano, come anche i tappeti, due poltrone di pelle chiara e un bel divano.

Rin adora quella stanza dove vi è un’immensa libreria con infinità di libri rilegati in pelle dall’odore che lei definisce vecchio.

Infatti, lei li prende, il avvicina al naso e li annusa, come fa un cane, quando si trova in un luogo che non conosce.

Ma oggi non è venuta per prendere un nuovo libro, ma per portare un meraviglioso dono al suo benefattore.

Entra nella stanza illuminata dall’enorme finestra posta dietro la scrivania, dove è seduto a lavorare il suo bel demone.

Rin sorride, adora vederlo assorto nei suoi pensieri.

Chissà a cosa pensa?

Si avvicina e dice.

-Mi perdoni se la disturbo, ma oggi ho colto questi splendidi boccioli di rosa, che ho coltivato e che volevo fare dono a voi-.

Lui rimane con il capo chino a leggere un paio di fogli e dice, con indifferenza.

-Grazie-.

Rin sorride e si avvicina ad un piccolo tavolo posto di fronte al divano di pelle chiara, dove è poggiato un vaso di fattura cinese, lei lo prende ed esce dalla stanza deve riempirlo d’acqua se no, le sue rose moriranno subito.

Dopo un po’ ritorna e comincia a mettere le rose nel suo interno, intanto il sole lentamente si oscura, la tempesta si avvicina, ma a lei non importa ha accanto il suo amore che la protegge.

Senza rendersi conto comincia a canticchiare, quando d’un tratto sente la voce ferma del suo signore che le chiama.

-Rin-.

Lei si ferma di colpo e volta il capo verso il suo signore che adesso è in piedi di spalle e guarda fuori, piove.

La pioggia picchietta sui vetri.

-Sì-.

Sussurra.

-Devo dirti una cosa di vitale importanza-.

-Sì. Ditemi Sesshomaru-sama-.

Si volta e ricomincia a la sua laboriosa opera.

-Tra un mese mi sposo-.

Un lampo luminoso squarcia il cielo e il cuore di una ragazza innamorata.

Una rosa cade a terra.

Il tempo sembra fermarsi, come il cuore di una pura fanciulla.

Gli occhi sono sgranati, le labbra tremano convulsamente.

Quella frase le squarcia l’animo.

D’un tratto le lacrime scendono veloci senza controllo.

-Vi…vi spo…sposate?-.

Balbetta con voce che non le appartiene.

-Sì-.

No! Non è vero. Sto sognando. Vi prego, vi scongiuro ditemi ch’è tutto un sogno…un terribile sogno…un incubo…

Senza rendersi conto, fugge da quella stanza.

Corre tra quegli infiniti corridoi e finalmente arriva alla sua meta, la sua camera.

Spalanca la porta ed entra, la richiude e poggia la sua schiena sul legno freddo.

Trema, il respiro è mozzato.

Lentamente scivola a terra e comincia a piangere disperata…il cielo è con lei…piange…

Il mese passa veloce ed è il giorno del matrimonio.

Rin è bellissima con il suo vestito di seta azzurro, con una leggera scollatura.

Tra i capelli d’ebano sono intrecciati delle piccole roselline selvatiche.

Un leggero trucco la rende un essere etereo, ma senza vita.

Perché lei è così, morta.

È in quella cattedrale fredda, è poggiata con la schiena alla parete e ascolta il monsignore dire le parole di rito che unirà il suo amore con quella donna, quella yasha, dai capelli neri e occhi color rubino.

È bella, più bella di lei.

Abbassa il viso sconfitta, vorrebbe sparire tra quelle pareti fredde, intanto ascolta le parole che per lei non dico nulla, quando sente la voce di lui dire.

-Sì, lo voglio-.

Alza di scatto il viso pallido, trema, gocce salate attraversano il suo viso sciogliendo il bel trucco.

Quella frase è come un pugnale che le trafigge il cuore.

Un cuore che sanguina senza arrestarsi.

Socchiude gli occhi.

-Addio-.

Sussurra.

Si allontana da quel luogo e si avvia verso la sua dimora, quella che un tempo era il suo nido felice e caldo, ora freddo e inospitale.

Sale le scale di marmo e si avvia verso la sua camera, apre la porta e si dirige verso lo scrittoio di legno chiaro, sposta la sedia e si mette a sedere.

Con lentezza afferra un foglio e una penna, deve scrivere, ma cosa?

Le lacrime le annebbiano la vista e la mente, ma poi scrive:

§§§

Addio, mio unico vero amore. Oramai per me non c’è più posto accanto a voi, perciò ho deciso di andarmene lontano da qui. Questa insulsa ragazzina, che ha osato amarvi, toglie il disturbo.

Addio per sempre…

§§§

Non mette neanche la firma, sia alza e si toglie una rosellina dai capelli e la chiude nella lettera.

Si incammina verso lo studio del suo amore perduto, entra e pone la lettera sulla scrivania, ma prima la bacia.

-Ora posso andare-.

La poggia e va via, lontano da lì, da quel mondo che si è sgretolato come un castello di sabbia.

Prende la poca roba e i pochi soldi che ha, chiama un taxi che la conduce al mare, in una piccola pensione dove ora dimora.

***

Da allora sono trascorsi tre settimane.

Accarezza quella stoffa liscia e soffice.

-Oggi è l’ultimo giorno, domani dovrò andarmene perché quei pochi soldi a mia disposizione sono terminati-.

Le lacrimane si sono arrestate di colpo, un leggero sorriso attraversa il suo pallido viso.

Prende il vestito e lo indossa di nuovo, ma non mette le scarpe.

Acconcia di nuovo i capelli come quel giorno, anche se ora le rose sono secche, ma non importa lei è bella comunque.

Intanto il sole è morto tra i flutti.

Rin apre la porta della sua stanza e scende al piano di sotto.

Scende con lentezza, mentre lo fa sorride.

Un sorriso triste.

Ora si trova sulla spiaggia, ancora tiepida.

Il vento smuove quel vestito.

Lei alza il viso e osserva la falce lunare.

-E’ uguale al simbolo che hai sulla fronte-.

Sussurra con amarezza.

Allarga le braccia e comincia ad incamminarsi verso il mare.

-Oh dolce mare, ti prego accogli tra le tue calme acque un essere che non ha più un motivo valido di vivere in questo mondo-.

Lentamente il liquido salmastro le lambisce il corpo, lei chiude gli occhi e continua ad andare avanti, fino a sparire per sempre.

…Addio Sesshomaru…

Le onde lente si infrangono sulla battigia, quando d’un tratto una piccola rosa si ferma sulla spiaggia in ricordo di un amore perduto.

 

 

Fine...

 

 

 

 

___________________________________

Ecco è finita, non so se vi è risultata godibile, ma lei è nata così da un sogno avuto la scorsa notte.

Ora vi domanderete, ma che cavolo sogna questa qui?

Boh, non lo so neanch’io XD, però mi è sembrata una storia carina, anche se è tragica, povera Rin non faccio altro che inferire su di te, mi sa che tra un po’ esci dallo schermo e mi picchi XD, oppure lo faranno le ragazze che leggono.

Comunque la dedico a tutte le persone che chattando con me, che sono così dolci e simpatiche…ricordate che vi voglio un mondo di bene…

Voglio ringraziare chi la leggerà e chi la commenterà con un grosso bacio.

   
 
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