Note dell’autrice: questa è la mia prima storia
originale scritta a capitoli. Non saprei come presentarla, se non dicendo che è
la cosa più difficile che io abbia mai scritto. È nata
come al solito grazie ad un’ispirazione fulminea e
momentanea, ma poi ha preso la sua strada e si è trasformata in ciò che state
per leggere. Scriverla mi ha aiutato a tirare fuori una nuova parte di me.
A volte il
linguaggio potrebbe risultare un po’ “volgare”, e anche se ho cercato di
evitarlo il più possibile non sempre ci sono riuscita.
Spero di
ricevere commenti, aiutano sempre a migliorare.
Baci, Lady
Vivien
N.B. Senza l’aiuto della mia Ranpyon e del fantastico Ganymedes, Lady
In Red non sarebbe approdata qui su EFP.
Quindi
questo capitolo d’apertura è dedicato interamente a loro. Grazie ragazzi.
1 - Isabella
Notte fonda. L’afosa aria estiva si faceva sempre più
prepotente, anche di notte.
Isabella stava tornando a casa dopo una splendida serata
passata con gli amici, ed era convinta che la fortuna non le sarebbe stata
fedele anche quella sera. Sapeva che, se sua madre fosse stata ancora sveglia,
non le avrebbe fatto passare liscio il ritardo. Aveva diciotto anni, si era
appena lasciata alle spalle gli esami di maturità e pensava di meritarsi un po’
di libertà e di fiducia, peccato che sua madre la pensasse diversamente.
Tirò fuori le chiavi dalla borsa e silenziosamente si
avvicinò al cancello di casa, quando si accorse che il fratello stava
rientrando in quel momento con l’auto. Allora si precipitò verso di lui, entrò
in macchina e chiuse piano la portiera.
“Ehi fratellone, come te la passi?”
“Ehi Isa! Tu non dovresti essere già nel tuo letto da tre
ore?” disse Ivan, fingendosi sconcertato.
“Che fratello pignolo! Sono stata fino ad ora con Ila e il
resto del gruppo!”
“Quindi c’era anche Federico?”
“Si...”
“Ok... la versione sarà questa: ci siamo incontrati tre
ore fa, stavamo tornando a casa, poi siccome dovevo riaccompagnare Roberto a
casa, tu sei venuta con me.” Propose semplicemente il
ragazzo.
“Va bene, però ci chiederebbe perché non la abbiamo
chiamata!”
“Tu hai lasciato il telefono da Ilaria, perché ne aveva
bisogno e il mio si è scaricato proprio mentre
uscivamo da casa di Roberto che ci aveva invitati su da lui.”
“Bravo fratellone! Ci sai fare con le bugie”
“Ho dovuto imparare... sennò chi ti avrebbe parato il culo tutte le volte che hai fatto qualche stronzata?”
“Ah ah, spiritoso lui! Comunque grazie veramente
fratellone!”
“Di niente, Isa.”
Nel frattempo erano scesi per la rampa che li separava dal
garage. Non appena furono nell’ingresso, la luce del salotto si accese e una
belva piombò loro addosso.
Elisabetta urlava come una furia e non accennava a
smettere, finchè Ivan non arrivò in soccorso della sorellina.
“Mamma, Isa era con me. Scusa se non ti abbiamo avvertito,
ma non ne abbiamo avuto la possibilità. Mi dispiace veramente tanto...”
“Cosa stai blaterando tu?” chiese interdetta
e ancora arrabbiata la signora.
“Ero andato a prendere Isa da Ilaria a mezzanotte, però
Roberto ha avuto un problema con la macchina e lo abbiamo riportato a casa; lui,
per ringraziarci, ci ha fatto entrare per offrirci qualcosa da bere!” disse
tutto d’un fiato il ragazzo.
“Va bene. Se avete ritardato per aiutare Roberto non c’è
nessun problema. Quel ragazzo mi piace molto. Ora però tutti a dormire che voi siete in vacanza… io no invece!” disse improvvisamente calma
Elisabetta.
“Buonanotte mamma!” dissero in coro i ragazzi e, dando un
bacio alla donna, si diressero verso le loro stanze.
Isabella salì le scale per andare in camera sua e arrivata
lì si buttò sul letto senza neanche accendere la luce.
La mattina dopo Isabella si svegliò a mezzogiorno, giusto
in tempo per sentire il profumo dei pomodori al forno preparati dal fratello.
Scese in cucina con gli occhi ancora cisposi e i ricci
rossi molto arruffati, beccandosi una ramanzina da Ivan che non sopportava
vederla con le sue vecchie magliette extra-large.
“Ehi fratello, non rompere! Lo sai che sono comode!” disse lei
scorbutica.
“Sì, ma non sono femminili!”
“E allora? Ci devo dormire, e siccome dormo da sola, non
vedo dove sia il problema!” fu la semplice risposta della ragazza
“Fa’ come ti pare, tanto vinci sempre tu!” si arrese Ivan.
“Lo so!” dicendo ciò gli scoccò un sonoro bacio sulla
guancia. “Ma tu non dovresti lavorare fratellone?”
“Sì, ma oggi il mio turno inizia alle tre, per questo ti
sto preparando il pranzo!”
“Pensavo lo facessi perché mi vuoi bene!” lo rimproverò
lei facendo finta di mettere il muso.
“Spiritosa!!! Non c’è bisogno che
fai la carina con me, lo sai che puoi chiedermi un favore una volta al mese.
Aspetta agosto”
“Tanto mancano dieci giorni precisi... non è molto. Posso
aspettare!”
“Cosa, cosa? Hai detto forse che la tua richiesta può
aspettare?”
“Sì, ma solo dieci giorni. Il primo agosto mi rifarò
viva!”
Risero insieme finendo di apparecchiare, poi accesero la
televisione e guardarono il telegiornale.
Dopo aver aiutato il fratello a sparecchiare, Isabella
andò a farsi la doccia per uscire con Ilaria. Dopo circa due ore era pronta per
uscire e, prese le chiavi di casa, andò ad aspettare Ilaria che come sempre era
in ritardo. Aspettò per venti minuti sotto il portico, poi, accaldata e
innervosita dalla lunga attesa, rientrò in casa e prese il telefono componendo
il numero di cellulare dell’amica.
“Ehi Ilaria, si può sapere dove ti sei cacciata? È quasi
mezzora che ti aspetto!”
“Scusami Isa, ma sono partita ora da casa: ero con Fabiola” rispose scocciata Ilaria come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Non fa niente, ormai sono abituata ai tuoi ritardi... Comunque, siccome fa molto caldo fuori, che ne dici se rimandiamo
lo shopping e rimaniamo a casa mia e usciamo solo questa sera?”
“Ok, per me va bene! A fra poco”.
“Ciao”.
Isabella si spogliò, prese il cordless
e lo portò con sé sul letto. In caso di squillo avrebbe potuto rispondere
tranquillamente.
Aspettò altri venti minuti nel caldo afoso della sua
mansarda, poi Ilaria suonò al campanello e lei dovette tornare nel mondo dei
vivi.
Andò ad aprire in lingerie, si sarebbe vestita con calma
poco prima di uscire.
Ilaria era stranita. Isabella lo capì non appena le si avvicinò per baciarla. “Ehi... che succede?”
“Niente, perché?” chiese vaga la mora.
“Sei diversa… solitamente quando
arrivi in ritardo sei trafelata, ti scusi finchè io non ti fermo spossata dalla
tua parlantina” le spiegò l’altra semplicemente.
“Oh, nulla, non pensavo ci tenessi tanto alle scuse!” replicò
l’accusata ritrovando un po’ del suo solito brio.
“Ora mi piaci di più!”
“C-co-cosa?”
chiese Ilaria sbiancando e barcollando.
“Ohi, che ti succede? Tesoro, stai bene?”
“Niente! Sì!” sbuffò arrabbiata l’altra dando uno scossone
al braccio di Isabella che si era avvicinata per aiutarla “E non mi toccare”.
“Scusa, non volevo...” fu la
risposta scioccata di Isabella.
Si guardarono per un lungo istante e ad Ilaria vennero le
lacrime agli occhi non appena si rese conto che l’amica era scossa a causa del
suo comportamento insolito. “Oh, cazzo! Che sto facendo? Tu non c’entri
nulla... mi dispiace non avrei dovuto essere così brusca! È che ho avuto un
dopo pranzo a dir poco particolare!”
“Ne vuoi parlare?” chiese gentilmente la rossa. In risposta ebbe solo una vigorosa scossa di capo.
Si diressero verso l’afosa stanza di Isabella e lì si
sedettero per terra sull’asciugamano da mare, che era sempre a portata di mano.
“Ti spiacerebbe rivestirti? Non riesco a parlare se stai
nuda!!!”
“Ok, come vuoi tu” rispose Isabella piattamente. Quindi si
alzò e aprì l’armadio che era alle sue spalle, ne trasse un vecchio vestitino
che usava l’estate per stare in casa e lo indossò, sedendosi subito accanto
all’amica.
“Eccomi!”
“Sì. Deve restare una cosa fra me e te. Assolutamente.
Nessuno deve sapere nulla di questa storia!” disse agitata Ilaria.
“Sai che puoi fidarti di me!” scherzò la rossa, ma in risposta ottenne solo un severo sopracciglio
alzato, così si affrettò a promettere.
“È una cosa difficile da raccontare... ed è il motivo per cui sono arrivata in ritardo...” fece
una pausa sperando che l’amica intuisse la situazione spianandole la strada del
racconto. E infatti così avvenne.
“Eri al telefono con Fabiola, quindi la cosa sicuramente
riguarda lei, ti conosco troppo bene! Ti fai prendere dall’ansia sempre per
delle sciocchezze!”
“Non scherzare! Non sto così per una sciocchezza! Lei...
lei... uff!” proferì scuotendo sconsolatamente la testa.
“Cosa può aver fatto? Ti si è dichiarata?” rise Isabella.
Continuò a ridere finchè non notò, dall’espressione sconvolta e contrita
dell’amica, che aveva quasi centrato il problema. Perciò si ricompose e aspettò
delle chiarificazioni che non tardarono ad arrivare.
“Mi ha confessato di provare una certa attrazione per le
ragazze… e per
me!”
“E allora?” chiese stupita Isa “Non sei stata sempre tu
quella aperta alla sessualità in tutte le sue forme?”
“Io-io... non so... mi ha anche
detto di essere stata, molto bene anche, con due ragazze!”
“E tu questa la trovi solo una certa attrazione?” disse
Isa calcando il tono sulla parola ‘solo’ “Fabiola potrebbe essere anche bisex
comunque, non lo puoi escludere. Oppure è stata chiara
e ti ha detto di preferire il latte al cioccolato?”
“E tu da dove le tiri fuori
queste espressioni?” riuscì a scherzare Ilaria.
Facendole segno con la mano di fare finta di nulla, le
disse:“Non ci fare caso...”
Poi riprese seriamente: “È veramente importante per te la
scelta sessuale delle persone? Non credi sia una scelta personale che dipende
dal percorso che la persona ha intrapreso nella sua vita? Non ti ha dichiarato amore eterno, può
essere una semplice sbandata adolescenziale, cosa ti preoccupa tanto? Lei
rimane sempre una tua amica!”
“Il problema sta proprio qui” disse gravemente Ilaria “Io
non sono più sua amica, ho chiuso tutti i ponti!”
Ci furono dei secondi carichi di aspettativa da parte di Ilaria,
che sperava di vedere dalla sua parte l’amica, purtroppo per lei la reazione fu
completamente diversa.
“COSA?” Isa era infuriata; poco prima era scocciata dal
comportamento dell’amica, ora invece era veramente fuori di sé dalla rabbia.
“CHI PENSI TI DIA IL DIRITTO DI GIUDICARE LE ALTRE PERSONE?”
“IO NON GIUDICO NESSUNO! HO TAGLIATO I PONTI CON LEI PERCHÈ
NON CONDIVIDEVO
“TU NON PUOI SEMPRE CONDIVIDERE LE DECISIONI O SCELTE
DEGLI ALTRI, SONO UNA COSA PERSONALE E LE DEVI RISPETTARE! IL MASSIMO CHE PUOI FARE
E’ PROVARE A CAPIRE PERCHÈ E’ STATA FATTA UNA SCELTA E NON
UN’ALTRA... MA SICCOME NON C’E’ SEMPRE DA CAPIRE, SPESSO DEVI SOLAMENTE
ACCETTARE UN CAMBIAMENTO!” sbraitò Isabella fuori di sé.
Ritrovando un po’ di calma, la mora sibilò:“Se io non posso giudicare, non lo puoi fare neanche tu Isabella,
dicendomi che ho sbagliato.”
“Io non ti ho giudicato! Penso solo a come possa essersi sentita Fabiola quando le hai detto di non
voler avere più a che fare con lei... e mi sono sentita di merda! Il tuo
comportamento, a mio avviso, è stato molto infantile e bigotto!” ribatté
semplicemente la rossa.
“Sei una poveraccia... non capisci nulla Isabella!”
E così Ilaria se ne andò scuotendo amaramente la testa,
senza neanche salutare l’amica.
To Be Continued...