Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Luna Crescente    27/08/2013    0 recensioni
Due bambini mentre giocano in un campo sperduto del Galles si perdono, la bambina spaventata si mette alla ricerca del fratello, ma a un certo punto...
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il pozzo di sangue
 
“Tommy!” grida una graziosa bambina dalle gote rosa e il vestitino floreale “Tommy!” insiste lei con tono esasperato “Tommy!” grida ancora e ancora per poi zittirsi di colpo, i suoi grandi occhi blu si allargano fino all’immaginabile e la sua larga bocca dai contorni fini si schiude appena, creando nel suo tondo viso un espressione di stupore immane “Tommy?” chiede con un filo di voce, mentre lentamente si avvicina a ciò che le ha tanto turbato il delicato animo, i sui piccoli passi leggeri si fanno sempre più radi, mentre con timore crescente cerca di distogliere i pensieri, ma nulla può con quel timore.
Una strana costruzione, almeno per la mente fantasiosa della piccola Mary, alta almeno 1 metro più di lei, che le pare un chilometro! E poi quei luridi mattoni che tanta ansia le mettono in corpo, oh quei mattoni che paiono nuovi se non per le immani quantità di licheni, funghi e muschi che tutto copre e tutto mostra. Terrore! Mai vista quella cosa lì, mai! Eppure pare vecchia centenni.
Il suo piccolo ma traboccante cuore batte sempre più forte, mentre si avvicina a quella figura così maestosa per lei “Tommy” pronuncia con voce tremante mentre con circospezione si guarda attorno. L’erba nei pressi di quel alto e cupo cilindro è alta più del doppio di quella calpestata dalla piccola, irta e giallastra quasi marcia che esala maleodoranti fumi inverosimili; le sue piccole e affusolate mani si avvicinano a quei luridi mattoni fino a sfiorarli per poi ritrarre con affanno le mani, con grande anzi grandissima sorpresa quei licheni, funghi e muschio si sono come ritirati e in fine momentaneamente spariti al fievole tocco delle sue candide piccole mani. La sua mente innocente allora le gridava di andarsene ma un fievole, fievolissimo lamento le intimò ti restare, di avvicinarsi. Le mani tornarono su quei mattoni che tornati verdastri attutirono il tocco, le piccole scarpette lucide e nere si sollevarono di un poco e il vestitino colmo di margherite e rose bianche si sollevò appena, mostrando metri e metri di soffice tulle, i grandi occhi blu si chiusero per prender coraggio per poi affacciarsi a quel grosso, buio e infinitamente profondo buco “è un pozzo” sussurrò appena “ma certo! un pozzo, ecco cosa!”.
La curiosità di bambina spazzò via il timore e con grande slancio si sedette sul bordo di quel pozzo, che pareva lungo e solido come la grossa panca della amata nonna Rose, il suo piccolo e grazioso nasino si mosse appena quando il fetido odore delle acqua torve lo raggiunse, ma ciò non la scoraggiò anzi! Con non poca fatica si avvicinò alle acque fetide e ci immerse appena un dito, un sussulto le prese ancora! L’acqua si era ritirata di metri non appena fu sfiorata “come il muschio” sussurrò pensosa, poi con grande e nuovo stupore l’acqua si schiarì e divenne trasparente ed invitante.
“Ora vedrò il fondo” pensò Mery curiosa, ma la sua idea fu cancellata quando non vide altro che una scarpetta che lentamente affondava nell’oblio; era una scarpetta del tutto simile alla sua, tranne per l’assenza dei piccoli tacchetti prossimi al tallone “Tommy!” gridò con più fiato che aveva in gola, quando ricordò, ricordò che quella era una delle scarpette che il suo amato fratellino e compagno di giochi portava il dì corrente.
Il terrore le prese quando comprese l’accaduto, con impeto si avvicinò all’acqua per tuffarsi ma con un ronfo spaventoso l’acqua si gonfio ed usci dal pozzo scaraventando la piccola prima in aria e poi al suolo fetido, ma il terrore era solo accennato quando l’acqua limpida tornò torva e poi sempre più scura e rossa, fino a tramutarsi in puro e orrido  sangue che sgorgava copioso da quella cupa cavità, nutrendo con vigore le erbe verdastre che con voracità se ne nutrivano. Quale orrore! Il terrore le prese nell’animo che per poco non la lasciò esanime; svenne sull’erba ormai sazia.
Poco a poco i suoi occhi colmi di lunghe e folte ciglia si aprirono per poi richiudersi con forza, non appena la piccola Merienne McPhee serbò memoria dell’accaduto. 
Rimase ferma, immobile come spirata su quel tetro letto di morte, l’erba era cresciuta di qualche centimetro dopo quell’ immondo banchetto e sempre più gialla si faceva “quel pozzo è vivo!” sussurrò scandendo lentamente le parole, mentre immobile guardava il limpido cielo.
Sapeva che non era un sogno, lo sapeva benissimo!
Un brivido le percorse la gamba, poi il braccio sinistro, poi ancora l’orecchio, il naso, un piede, l’addome, con un urlo stridulo e disperato si levò in piedi di scatto, e come folle si levò in una corsa sfrenata levandosi a ogni metro una veste. Il suo candido e puro corpo era ricoperto quasi per intero di immonde sanguisude, e in pochi instanti perse il suo sano colore per spegnersi in un cadaverico pallore, mentre fiumi di sangue l’abbandonavano per poi mischiarsi al sangue tumefatto del suo dolce Tommy.
Con terrore la piccola sentì che le forze la stavano abbandonando ma non si fermò, tolse le scarpe lucide e nere e poi i candidi calzini di seta sporchi ormai di sangue, si strappò con orrore il vestito, un tempo lindo, di seta e tulle che sgocciolava sanguigno, si levò la sottoveste ora lurida.
Nuda correva tra le verdi montagne del suo amato Galles ma il suo piccolo corpo ormai era smunto, emaciato, privo di anche una singola goccia di sangue. La piccola cadde al suolo e spirò.
L’erba che aveva calpestato ora rossa di sangue iniziò a marcire ma allo stesso tempo a crescere, tutto si sbiadiva e marciva come la piccola stessa.
Con orrore il suo corpo iniziò a tumefarsi, i soffici boccoli color miele persero ogni goccio di colore e  divennero bianchi di morte, cos’ anche la sua pelle e il suo cuore di bambina! I bianchi denti iniziarono a marcire innaturalmente, e pina piano caddero, la pelle pallida si raggrinzi in profondi solchi e i suo occhi prima sublimi persero colore e una patina opaca li ricoprì orribilmente.
I minuti passarono e un innaturale silenzio circondava quelle verdi colline, quando all’improvviso un tonfo riempì l’aria come un tuono.
Il corpo della piccola McPhee sparì come risucchiata dal terreno nel quale iniziò, come a crescere, mattone su mattone una struttura, che poco a poco si ricopriva di immondo muschio. Quel pozzo si riempì di sangue a dalla più remota profondità di quella maligna costruzione, riecheggiò un urlo straziante, che poco a poco si tramutò in una parola tanto nota quanto paralizzante “Tommy!”.

 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Luna Crescente