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Autore: Duvrangrgata    27/08/2013    0 recensioni
Che cosa hanno pensato alcuni dei Tributi che abbiamo incontrato nei tre libri della saga il giorno prima della Mietitura in cui, anche se ancora non lo sapevano, sarebbero stati scelti?
Leggete questa raccolta e lo scoprirete!
N.B: Non saranno presenti tutti i tributi.
[1. Clove - La Ragazza Dei Coltelli]
[2. Cato - Il Ragazzo Nato Per Uccidere]
[3. Annie - La ragazza Pazza]
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The Day Before The Reaping

 

 

 

Annie - La Ragazza Pazza
Betata da _Aras_ per l'iniziativa del gruppo "Il salotto delle parole volanti"

 

 


Il lento sciabordio delle onde le riempiva le orecchie, mentre la leggera brezza marina le scompigliava i lunghi capelli castani.
Il mare aveva sempre il potere di tranquillizzarla. Era in grado di passare anche le ore immobile – seduta sulla sabbia o sul molo, i piedi a penzoloni che sfioravano l'acqua – a fissarlo, inebriata dal suo profumo. Le trasmetteva un senso di pace che non riusciva a provare da nessun'altra parte – e con nessun altro; oltre a Finnick.
Finnick.
Un sorriso spontaneo le solcò le labbra, mentre un vago rossore le imporporava le guance.
Amava Finnick. Lo amava sul serio.
E per questo aveva paura.
Aveva visto i segni che l'Arena degli Hunger Games aveva lasciato su di lui; li aveva visti nei suoi silenzi, nei suoi scatti se qualcuno gli arrivava alle spalle o faceva movimenti improvvisi, nei suoi incubi che lo portavano a svegliarsi urlando e che la terrorizzavano a morte.

Tutte le cicatrici, visibili e non, che la permanenza nei Giochi gli aveva lasciato addosso, lo avevano cambiato più di qualsiasi altra cosa avesse mai affrontato.
Lei sapeva che una parte del ragazzo che amava era rimasta in quell'Arena e che non sarebbe tornata mai più, ma non le importava: lo amava lo stesso, con tutta se stessa.
Alle volte si chiedeva se Finnick sarebbe riuscito ad amarla anche se gli orrori che avrebbe dovuto affrontare se fosse stata estratta l’avrebbero cambiata.

Perdere se stessa.
Era una delle cose che più la spaventava, insieme alla prospettiva di dover uccidere qualcuno.
Lei non era fatta per fare del male.
Non era fatta per l'Arena.
Si piegò sulle ginocchia, raccogliendo un vetrino di mare che spuntava dalla sabbia. Era di un bel verde scuro, perfettamente levigato dalle onde. Doveva essere in acqua da parecchi anni, magari già da prima di Capitol City.
Da prima degli Hunger Games.
Non poteva fare a meno di chiedersi com'era la vita prima di tutto quello. Prima della divisione in Distretti, prima dei Giorni Bui, prima del dominio di Capitol City.

Prima che le persone vivessero nella paura di vedere i propri figli presi e sbattuti insieme ad altre ventitré persone in un'arena a uccidere o morire. Non poteva neanche immaginare cosa significasse crescere un figlio nella paura che ti venisse portato via. Lei non ci sarebbe mai riuscita.
Qualcuno che la chiamava in lontananza la distolse dalle sue riflessioni. Si girò nella direzione dalla quale proveniva la voce e vide Finnick, i capelli biondi scompigliati e i piedi nudi, che correva verso di lei. Gli sorrise, scoppiando a ridere quando lui la travolse, abbracciandola e sollevandola in aria, girando su se stesso mentre la teneva stretta. Dopo averla messa giù appoggiò la fronte alla sua, sorridendole.
«Mi sei mancata oggi.» mormorò, sfiorandole le labbra con le sue.
«Anche tu.» ricambiò il bacio, appoggiando poi la testa sulla sua spalla.
«Com'è andata la lezione di nuoto? I bambini ti hanno fatto impazzire come sempre?» il ragazzo rise, intrecciando le loro dita e iniziando a camminare sulla sabbia. Lei lo seguì e insieme cominciarono a percorrere la battigia, mano nella mano.
Finnick si lanciò in una dettagliata e entusiasta descrizione della lezione che aveva fatto ai bambini del Distretto, e fu in quel momento, mentre ascoltava con quanto ardore e con quanta passione il ragazzo parlasse del suo lavoro, che capì che, qualsiasi cosa fosse successa se fosse stata estratta, avrebbe fatto di tutto per tornare.
Per se stessa.
Per lui.
Per loro.

 

 

 

 

 

Note dell'autrice

Buongiorno a tutti!
Come avrete notato c'è qualcosa di diverso in questa flash: mentre le altre vedevano presenti solo i tributi protagonisti o solo un contatto indiretto con altri personaggi – i genitori di Cato – questa volta vi è la presenza di un altro personaggio, con il quale il protagonista ha anche un dialogo. Il motivo di questa scelta è semplice: mi serviva che anche Annie avesse qualcosa – qualcuno – a cui appoggiarsi e che le desse la forza di impegnarsi al massimo per sopravvivere. Nel caso di Clove e Cato entrambi facevano affidamento sul loro addestramento – nel caso di quest'ultimo ho usato anche il desiderio di rendere orgoglioso il padre – quindi non c'è stato bisogno di introdurre attivamente un secondo personaggio.
Beh, non credo ci sia molto altro da dire, se non che spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e che ringrazio moltissimo le persone che hanno recensito precedentemente: Ili91, bluerose95, _eco e Moustache.

Infine vi ricordo la mia Pagina Facebook e il mio Account Efp per restare aggiornati sulle pubblicazioni inerenti a questa raccolta e a molto altro ancora!

See you soon!

Dru

 

   
 
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