Serie TV > Suits
Ricorda la storia  |      
Autore: KikiWhiteFly    27/08/2013    2 recensioni
{past!Harvey/Donna - post 03x06}.
«Lo sapevo, Harvey. È proprio per questo che ho svuotato tutti i cassetti».
Donna lo invita a sedersi con un cenno di mano, ma Harvey preferisce contemplare da quella prospettiva ciò che ha di fronte a sé: ogni secondo va vissuto appieno, il successivo non sarà mai uguale al precedente in compagnia di Donna Paulsen.
«Ne ho portato uno anche io».
Donna sorride, poi si umetta le labbra con il bicchiere: «Farebbe molto cattivo ragazzo se fossimo in un teen drama, sai», tuona maliziosa, porgendogli il suo calice di champagne.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per l'ultima volta






Harvey potrà anche essere dotato di un impeccabile fascino, ma tale talento non vale un granché di fronte alla sua prevedibilità: è un dubbio che diventa consapevolezza quando Harvey bussa alla porta di Donna e la trova avvolta in un delizioso tubino scuro.
«Come facevi a sapere che sarei passato anche questa sera?», chiede Harvey, appoggiando il braccio allo stipite della porta.
Donna abbassa le spalle, osservandolo con aria di sufficienza, dopodiché proclama: «Oh, Harvey, credo che la risposta sia chiara per entrambi. Domani cominceremo a lavorare insieme... perderesti quest'occasione?».
Donna è impeccabile, pur con i suoi modi stravaganti e anticonvenzionali, e riesce sempre a leggere tra le righe: Harvey Specter potrebbe spuntarla di fronte ad una corte marziale, ma al suo cospetto ogni tentativo pare esiguo.
«Ho pensato a quell'apriscatole tutto il giorno».
Harvey prova ad entrare, Donna non lo ferma, ragion per cui oltrepassa la soglia della porta e si guarda attorno: luci soffuse, musica in sottofondo e bicchieri di champagne riempiti sino all'orlo.
«Lo sapevo, Harvey. È proprio per questo che ho svuotato tutti i cassetti».
Donna lo invita a sedersi con un cenno di mano, ma Harvey preferisce contemplare da quella prospettiva ciò che ha di fronte a sé: ogni secondo va vissuto appieno, il successivo non sarà mai uguale al precedente in compagnia di Donna Paulsen.
«Ne ho portato uno anche io».
Donna sorride, poi si umetta le labbra con il bicchiere: «Farebbe molto cattivo ragazzo se fossimo in un teen drama, sai», tuona maliziosa, porgendogli il suo calice di champagne.
Harvey avvicina l'estremità del bicchiere alle labbra, ma i suoi occhi non distolgono un sol momento la presa da quelli di Donna: «Spero che la visuale ti soddisfi, Donna, perché da domani non potrai più farmi la corte».
«Farti la corte? Non direi proprio, so benissimo quanti piani hai salito a piedi», lo stuzzica lei, avvicinandosi quel tanto che basta per avvicinare il bicchiere e brindare alla sua vittoria.
«Come sai che non ho preso l'ascensore?».
«Sono Donna, lo so e basta».
Quella frase sta diventando abitudinaria, Harvey ha come l'impressione che dovrà farne un mantra: eppure il suo istinto non riesce a frenarsi, deve scavare a fondo nella verità e trovare le prove del suo misfatto. Quindi, senza alcun indugio, ammette: «Hai preparato ogni cosa, hai comprato un costoso champagne e hai persino messo in sottofondo il mio brano preferito. Se fossimo in tribunale la dichiarerei colpevole, signorina Paulsen».
Stavolta è Harvey a brindare alla salute, sfoggiando un sorriso sghembo e compiacendosi tra sé e sé. Ciononostante lei riesce sempre a prenderlo in contropiede, anticipando ogni sua mossa, tanto da pronunciare una sentenza che sembra già esser stata preparata a tavolino: «Scotch rubato, appuntamenti galanti, visite fuori orario: queste le definirei prove schiaccianti».
Harvey riflette per qualche secondo, poi decide di propendere per un accordo: «Non sono ancora il tuo capo, stasera. E spero di non dover essere il tuo avvocato».
E, detto ciò, Harvey accorcia le distanze e poggia i due bicchieri sul tavolino: ora non è più il tempo delle parole, delle allusioni velate e dei silenzi enigmatici. Così le mani di Harvey tendono verso i fianchi di Donna e, senza indugio alcuno, le sue dita abbassano lentamente la cerniera della lampo. Donna fa un sospiro profondo – quel tubino l'ha costretta ad una tortura non indifferente, evidentemente –, dopodiché sentenzia: «E io non sono la tua segretaria, stasera».
Gli occhi di Donna sono enigmatici, paralizzanti e provocatori: eppure Harvey sa leggere benissimo i sottotitoli di quelle frasi allusive, talvolta pensa che Donna lo attragga proprio per questo motivo.
«Oh, Donna. Tu non sarai mai solo una segretaria».
Donna sembra soddisfatta di quella risposta, tant'è che bandisce il suo assenso sfilandogli la pregiata giacca di seta; poi, afferra la sua cravatta con le dita sottili e afferma: «Finalmente qualcosa sulla quale siamo d'accordo».
Tutto il resto è superfluo, in quel momento: gli ammonimenti di Harvey si perdono sulle labbra della sua ammaliatrice, replicando lo stesso suono che compie il tubino di Donna quando sfiora il suolo.




____________________________




Dopo aver visto la 03x06, ho amato così tanto Harvey e Donna da averci dovuto scrivere una shot – parentesi: ancora mi chiedo cosa ci abbiano fatto con quell'apriscatole. XD
L'affermazione: “Sono donna, so tutto” e “Non sarai mai solo la mia segretaria”, è un richiamo a quest'ultimo e ad altri episodi.
Grazie per aver letto.

Kì.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Suits / Vai alla pagina dell'autore: KikiWhiteFly