Per l'ultima volta
Harvey
potrà anche essere dotato di un impeccabile fascino, ma tale
talento
non vale un granché di fronte alla sua
prevedibilità: è un dubbio
che diventa consapevolezza quando Harvey bussa alla porta di Donna e
la trova avvolta in un delizioso tubino scuro.
«Come facevi a
sapere che sarei passato anche questa sera?», chiede Harvey,
appoggiando il braccio allo stipite della porta.
Donna abbassa le
spalle, osservandolo con aria di sufficienza, dopodiché
proclama:
«Oh, Harvey, credo che la risposta sia chiara per entrambi.
Domani
cominceremo a lavorare insieme... perderesti
quest'occasione?».
Donna è impeccabile, pur con i suoi modi stravaganti e
anticonvenzionali, e riesce sempre a leggere tra le righe: Harvey
Specter potrebbe spuntarla di fronte ad una corte marziale, ma al suo
cospetto ogni tentativo pare esiguo.
«Ho pensato a
quell'apriscatole tutto il giorno».
Harvey prova ad entrare,
Donna non lo ferma, ragion per cui oltrepassa la soglia della porta e
si guarda attorno: luci soffuse, musica in sottofondo e bicchieri di
champagne riempiti sino all'orlo.
«Lo sapevo, Harvey. È proprio
per questo che ho svuotato tutti i cassetti».
Donna lo invita a
sedersi con un cenno di mano, ma Harvey preferisce contemplare da
quella prospettiva ciò che ha di fronte a sé:
ogni secondo va
vissuto appieno, il successivo non sarà mai uguale al
precedente in
compagnia di Donna Paulsen.
«Ne ho portato uno anche io».
Donna
sorride, poi si umetta le labbra con il bicchiere: «Farebbe
molto
cattivo ragazzo se
fossimo in un
teen drama, sai»,
tuona maliziosa, porgendogli il suo calice di champagne.
Harvey
avvicina l'estremità del bicchiere alle labbra, ma i suoi
occhi non
distolgono un sol momento la presa da quelli di Donna: «Spero
che la
visuale ti soddisfi, Donna, perché da domani non potrai
più farmi
la corte».
«Farti la corte? Non direi proprio, so benissimo
quanti piani hai salito a piedi», lo stuzzica lei,
avvicinandosi
quel tanto che basta per avvicinare il bicchiere e brindare alla sua
vittoria.
«Come sai che non ho preso l'ascensore?».
«Sono
Donna, lo so e basta».
Quella frase sta diventando abitudinaria,
Harvey ha come l'impressione che dovrà farne un mantra:
eppure il
suo istinto non riesce a frenarsi, deve scavare a fondo nella
verità
e trovare le prove del suo misfatto. Quindi, senza alcun indugio,
ammette: «Hai preparato ogni cosa, hai comprato un costoso
champagne
e hai persino messo in sottofondo il mio brano
preferito. Se
fossimo in tribunale la dichiarerei colpevole, signorina
Paulsen».
Stavolta è Harvey a brindare alla salute,
sfoggiando un sorriso sghembo e compiacendosi tra sé e
sé.
Ciononostante lei riesce sempre a prenderlo in contropiede,
anticipando ogni sua mossa, tanto da pronunciare una sentenza che
sembra già esser stata preparata a tavolino:
«Scotch rubato,
appuntamenti galanti, visite fuori orario: queste le definirei prove
schiaccianti».
Harvey riflette per qualche secondo, poi decide
di propendere per un accordo: «Non sono ancora il tuo capo,
stasera. E spero di non dover essere il tuo
avvocato».
E,
detto ciò, Harvey accorcia le distanze e poggia i due
bicchieri sul
tavolino: ora non è più il tempo delle parole,
delle allusioni
velate e dei silenzi enigmatici. Così le mani di Harvey
tendono
verso i fianchi di Donna e, senza indugio alcuno, le sue dita
abbassano lentamente la cerniera della lampo. Donna fa un sospiro
profondo – quel tubino l'ha costretta ad una tortura non
indifferente, evidentemente –, dopodiché
sentenzia: «E io non
sono la tua segretaria, stasera».
Gli occhi di Donna sono
enigmatici, paralizzanti e provocatori: eppure Harvey sa leggere
benissimo i sottotitoli di quelle frasi allusive, talvolta pensa che
Donna lo attragga proprio per questo motivo.
«Oh, Donna. Tu non
sarai mai solo una segretaria».
Donna sembra soddisfatta di
quella risposta, tant'è che bandisce il suo assenso
sfilandogli la
pregiata giacca di seta; poi, afferra la sua cravatta con le dita
sottili e afferma: «Finalmente qualcosa sulla quale siamo
d'accordo».
Tutto il resto è superfluo, in quel momento: gli
ammonimenti di Harvey si perdono sulle labbra della sua ammaliatrice,
replicando lo stesso suono che compie il tubino di Donna quando
sfiora il suolo.
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Dopo
aver visto la 03x06, ho amato così tanto Harvey e Donna da
averci
dovuto scrivere una shot – parentesi: ancora mi chiedo cosa
ci
abbiano fatto con quell'apriscatole. XD
L'affermazione: “Sono
donna, so tutto” e “Non sarai mai solo la mia
segretaria”, è
un richiamo a quest'ultimo e ad altri episodi.
Grazie per aver
letto.
Kì.