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Autore: wotary    27/08/2013    2 recensioni
«Juliet, di cosa hai paura? », domandò la maestra alla bimba. «Degli angeli: sono creature mostruose che vogliono solo del male. Ho sentito dire che l’angelo della morte ha ucciso mio padre. »
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Different types of angels.

«Juliet, di cosa hai paura? », domandò la maestra alla bimba.
«Degli angeli: sono creature mostruose che vogliono solo del male. Ho sentito dire che l’angelo della morte ha ucciso mio padre. »

 
 

Quel giorno, la caffetteria era più affollata che mai: i tavolini bianchi erano occupati da persone di ogn’età.
Juliet non stava un attimo ferma: ‘Juliet prepara un caffè’, urlavano. ‘Juliet porta  tre cornetti al tavolo cinque, sbrigati’, ordinavano. ‘Juliet la finisci di fissare il muro bianco, all’opera!’, ti richiamavano.
Era sul punto di impazzire,  buttare tutto all’aria, e andarsene all’ospedale.
Ma questo non era possibile, perché Juliet era troppo povera, doveva pagare l’affitto, le bollette, e comprare del cibo; in poche parole: quel lavoro gli serviva.
«Juliet, vai al tavolo sei e prendi le ordinazioni. », esclamò Andreas guardandola negli occhi.
Andreas: agl’occhi delle ragazze-svitate-appariva come un ragazzo d’immensa intelligenza e di fascino irresistibile; I suoi occhi azzurri attiravano le ragazze, i suoi capelli erano invidiati a Sydney, e il suo sorriso faceva letteralmente impazzire. Ma per Juliet era soltanto: sfigato, senza cervello, montato, e vanitoso. Si chiedeva il perché di tutte quelle ragazze appresso; insomma: faceva schifo.
La ragazza uscì dal bancone, e si diresse verso il tavolo sei, posto alla destra dell’entrata del ‘Caffè’s home’ -nome comune, insomma-.
«Cosa vi porto? », domandò cordiale Juliet , stampandosi un piccolo sorriso. «Due caffè, ed un cornetto al cioccolato, grazie.» ordinò una chioma bionda.
Juliet sembrava di conoscere questa voce, le sembrava familiare. Restò lì a fissarlo per qualche secondo quando la sua voce la risvegliò: «Perché mi fissi? », il ragazzo alzò il capo era davvero carino: aveva occhi blu come l’oceano, erano profondi e pieni di timidezza; il viso era chiarissimo, e le labbra rosacee erano ben definite.
La ragazza scosse la testa, e spostò la sua ciocca rossa dietro l’orecchio. «Scusami, pensavo di conoscerti. Ora vado a ordinare… » scappò di fretta dietro al bancone,  e posò il libretto delle ordinazioni, sul marmo. Fece un sospiro, e afferrò due bicchieri di poca capacità. Li mise sotto alla macchinetta del caffè, e azionò il tutto.
Juliet pensò al viso del ragazzo: non poteva sbagliarsi.. l’aveva visto da qualche parte. Lei ricordava molto bene i visi delle persone, e non si sbagliava mai.
Uno scatto fece capire a Juliet che il caffè era pronto: lo prese e lo posò sul vassoio verde pistacchio.
Si diresse al bancone dei dolci, impugnò la pinza, ed afferrò il cornetto al cioccolato: il più grande e il più bello.
La ragazza tornò al tavolo e posò il vassoio sul ripiano. «Grazie mille. » ringraziò l’altro ragazzo coi capelli viola e gli occhi verdi. «Sei di qui biondo? » domandò Juliet sorridendogli. «No, non sono di qui. », sorrise di ricambio. «Di dove siete allora? », «Molto, molto lontano da qui. », affermò ciuffo verde. «Ah, va bene. », il biondo sorrise di nuovo.
Aveva un sorriso celestiale, che nessuno può immaginare. «Come vi chiamate? », domandò, voleva conoscere quei due  ragazzi per puro sfizio. «Io sono Luke, lui è Michael. », affermò il biondo-Luke-. «Bene, io sono Juliet. Ora devo scappare ciao. »,  stava sul punto di andarsene ma sentì una voce che le disse: «Juliet, qualunque cosa ti succedesse sii forte, e vai avanti. », disse serio Luke. Cosa voleva dire?
Non erano di qui, ma Juliet sentiva qualcosa… qualcosa che gli incuteva paura. Conosceva Luke, ne era sicura. Poi cosa voleva dire con quella frase?
«Juliet la finisci di pensare? Torna a lavoro! », la richiamò gridando la vecchia Miss Jonson.
Scoppierò prima o poi, pensò Juliet.
 

**

 
Il turno di lavoro era finalmente finito, e Juliet si liberò del camice bianco sporco, e uscì di fretta da quel brutto luogo. Aspettò per qualche minuto un taxi, e finalmente arrivò. Ci salì sopra, e sorrise all’uomo che domandò: «Dove ti porto? », «Al Sunnet street one. *», affermò la ragazza, portandosi il cellulare alle mani.
Per tutto il viaggio, controllò la timeline di twitter minimo mille volte, era stanca, e si vedeva dalle sue occhiaie.
«Signorina, siamo arrivati. », sorrise il taxista. 
Juliet scese dal taxi, e prese la borsa sul seggiolino. Cercò il portafoglio e diede 10 dollari all’uomo.
Stanca morta, aprii la porta di casa, e corse di fretta in camera sua a cambiarsi.
Indossò una semplice tuta grigia, delle air force bianche, e una felpa bianca con delle scritte incomprensibili.
Scappò di casa in un batter d’occhio, e corse verso l’ospedale vicino. ‘The Karwen Hospital’ diceva l’insegna. Entrò di fretta a furia, salì le stesse scale che saliva ogni giorno; arrivò al quarto piano, e col fiatone, camminò ,lungo il corridoio stretto, cercando con gli occhi il cartellino con scritto ‘D-14’. Dopo un paio di minuti, trovò la porta bianca, e l’aprì delicatamente.
Un ragazzo dai capelli neri, era steso nel soffice letto dell’ospedale, delle coperte bianche, coprivano il suo busto e gli arti inferiori.
«Hei Calum! », sorrise per poi portare la sediabianca vicino al letto. In quella stanza era tutto bianco: pareti? Bianche. Letti? Bianchi. Coperte? Bianche. Sedie? Bianche. Solo il tavolino con delle orchidee poste sopra, davano un po’ di colore a quel posto morto.
«Come va oggi,amore? », domandò Juliet accarezzando il viso pallido del ragazzo.
Stava per scendergli una lacrima: voleva vedere quei occhi neri nei suoi, di nuovo; voleva
assaporare le sue labbra, di nuovo.
«Sai Calum, sono successe tante cose oggi! Per esempio ho servito a due  ragazzi, uno mi sembrava di conoscerlo aveva capelli biondi, e  occhi azzurri  si chiamava Luke. Comunque mi ha detto che devo essere forte qualunque cosa succeda… io non lo capisco proprio? Cosa voleva dire con quella frase? Vabbe’, lasciamo stare. », la ragazza abbassò lo sguardo e osservò le sue mani: era ridotte malissimo. «Ah, volevo dirti che ti amo. », disse guardandolo ‘negli occhi’.
La porta si aprì, e il medico comparve. Sapeva che ero qui: era diventata un’abitudine incontrarci. Oggi aveva uno sguardo malinconico..
«Signorina.. », disse avvicinandosi goffamente.
Era molto grasso e, aveva pochissimi capelli grigi in testa. Le sue iridi erano di un verde spento, e la sua faccia era piena di rughe.
«Si, Dottor Brown? », comando sorridendo. «Il tumore ha divorato il cervello di Calum, non possiamo fare niente più.. », disse serio.
Aveva voglia di urlare, di andare lontano, di buttarmi giù da un balcone. La ragazza non voleva  perdere il suo Calum, era tutta la sua vita: non poteva lasciarla sola.
Il giorno prima di entrare in paralisi, le sussurrò: «Non ti lascerò sola, sei la mia vita, il mio tutto. Non spendere queste lacrime per me, sii felice. Un giorno ritornerò a splendere al tuo fianco. Saremo come la luna e le stelle. Juliet, qualunque cosa succeda, ti amo. Sappilo.  », e sono quelle parole che le hanno dato speranza.
Nel frattempo il medico se ne andò, e rimase soli i due ragazzi.
«Ehi Calum.. dimmi che è uno scherzo… Mi hai lasciato dicendo che ce l’avresti fatta, e noi due saremmo diventati come la luna e le stelle.. Ma i fatti dove sono? Tu sei forte, puoi farcela. Mentre ero immersa nei pensieri, il medico mi ha ripetuto più volte che nel giro di un paio di minuti mi lascerai.. Non so che farò nella mia vita. Cioè spieghiamoci: tu sei la mia vita, e se muori, muore anche la mia anima. A scuola ho letto una poesia di un certo santo, se non mi sbaglio si chiamava Francesco. Aveva scritto una lode a Dio, dove Lo ringraziava per i doni che ci aveva fatto. Una strofa ha lodato anche la Morte, diceva che dovevamo avere paura della morte corporale. Sinceramente, non l’ho capita.. cosa centra? Forse vorrà dire che la nostra anima vivrà per sempre? Cioè che tu vivrai per sempre vicino a me? Non so Cal, non so. Sono in uno strato di trans, vedo solo il buio. Ma ti supplico, resta, resta con me. Guarisci. Sii forte. Io ti amerò per sempre. Ci sposeremo, avremo dei figli, e moriremo insieme. Cal ti prego, sei giovane, hai una vita davanti, combatti contro questo brutto male. Ti amo Cal, e ti amerò per sempre.  », la ragazza abbassò lo sguardo, ma non pianse. Non pianse perché le sue lacrime erano finite, ne aveva consumate troppe.
Erano le sei e quarantadue, e il battito del cuore era regolare.
Sei e cinquanta, Calum stava perdendo battiti.
Sette in punto, un fastidioso bip lungo, avvertì la morte di Calum
Juliet si alzò in piedi, e di fretta andò a cercare un dottore, il suo ragazzo era o stava morendo, doveva fare qualcosa. Corse per il corridoio, e entrò nello studio del medico.
«Dottore venite, Calum sta morendo! », il medico corse veloce, aprì di botto la porta bianca e si precipitò di fretta dal ragazzo. Gli tocco il polso, e lo guardò a lungo.
«Signorina, mi dispiace, ma non c’è niente da fare… », biascicò triste.
CAL ERA MORTO, CAL ERA MORTO, CAL NON ERA MORTO,  ripeteva in mente Juliet.
Non c’era niente da fare, il male aveva vinto.
Il dottore se ne andò, e Juliet cadde con se ginocchia a terra, incrociò le dita e chiuse si occhi.
«Dio, so che hai cose più importanti da fare, so che sono una povera ragazza, ma questa è una delle poche volte che chiedo aiuto a te. Sono sprofondata del buio più totale, i miei occhi sono invasi dalle tenebre. E ora ti sto pregando in ginocchio di riportarmi Calum indietro. Ti prego.. non posso esistere senza di lui. E’ praticamente il mio tutto, e niente può separarmi da lui.», la ragazza sprofondò in una preghiera per il suo Calum, sperando di rivedere quei due pupille marroni.
Appena aprì gli occhi, una luce bianca l’accecò. Non vedeva niente, finché un’altra luce blu, si fece spazio fra il bianco; quest’ultima fluttuava in aria e, formava una sagoma di un.. uomo?
Poco a poco, i segni dell’ ‘uomo’, si fecero più nitide: un completino bianco elegante, con un paio di nike air force; dei capelli biondo cenere, e due occhi azzurro mare.
Ma Juliet si tirò indietro quando vide spuntare un paio di ali bianche, lunghe fino alle ginocchia.
Juliet aveva paura degli angeli.
Juliet era convinta che un angelo abbia ucciso suo padre.
Juliet aveva il cuore che batteva a mille nel petto, come se volesse uscire.
Juliet deglutiva ogni frazione di secondo.
L’angelo si voltò, e guardò dritto negli occhi di Juliet: leggeva nei suoi occhi verdi la paura e il terrore che emetteva verso di lui.
Lentamente, ‘volò’ verso la ragazza, e si fermò  a fissarla. All’istante Juliet si accorse he quello non era un semplice angelo, ma il ragazzo del bar.. Luke?
«Si Juliet sono io Luke. », disse Luke avvicinando la mano destra al volto della ragazza. «Non toccarmi. », lo fulminò con gli occhi, con voce tremolante. «Hai paura di me? », domandò sorridendo. «No. Mi fate solo schifo voi angeli. », ringhiò tutto d’un colpo. «Perché? », domandò divertito. «Perché mi avete portato via mio padre, siete solo dei mostri con delle piume ed un anello in testa. », biascicò con voce tremolante. A Luke gli scappò una risatina, e si portò la mano sotto al mento. «Tuo padre si chiamava Peter.. Peter Grewin? », la ragazza ci pensò un po’ su, poi scosse il capo. «Come fai a saperlo? », domandò. «Perché quella luce blu che ha preso per mano l’anima di tuo padre, all’età di sette anni.. ero io. », Juliet spalancò gli occhi, e presa dalla rabbia, gli tirò uno schiaffo, che andò a vuoto. «PERCHE’ HAI PORTATO VIA MIO PADRE? COSA AVEVA FATTO DI MALE? HO SOFFERTO E STO SOFFRENDO ANCORA, MI HAI CAUSATO SOLO DOLORE. », gridò Jul scoppiando in un fiume di lacrime. «Cara Juliet, non piangere. Tuo padre è nell’alto dei cieli, e ora ti sta guardando. Lui non vuole vederti piangere a causa sua.. Dio l’ha voluto con lui, non puoi constatare la sua potenza. Ora è arrivato il momento di Calum. Pensaci.. vuoi che quel povero ragazzo soffra ancora per tanto tempo? Vuoi che rimanga in un letto d’ospedale per tutta la sua vita? Guardalo.. è paralizzato, non può parlare, non può aprire gli occhi, ha perso la vita, non può muoversi.. vuoi che rimanga in questo stato per molto tempo? Sii intelligente. Vuoi che il tuo ragazzo soffra ancora?».
In realtà aveva ragione, non poteva fare niente.. e vedere Calum a Juliet saliva la malinconia. Questa storia andava avanti da mesi e mesi, e Jul non reggeva il troppo dolore.
Aveva avuto tre cali di pressione in tre settimane, e non mangiava da un mese.
«Juliet, guardati.. sei dimagrita un botto, ti si vedono le ossa. E tutto per Calum.. ti rendi conto? Lui non vorrebbe questo, lui ti ama anche da morto. Non piangere, lo raggiungerai anche tu un giorno.. Quindi ‘sta meglio, e non versare lacrime. », Luke sfiorò la guancia della ragazza.
Poi si avvicinò al letto, prese la mano fredda e pallida di Calum e guardò per l’ultima volta Juliet.
Quest’ultima gli sorrise, e fece ‘si’ con la testa.
In pochi secondi, una luce rossa, uscì dal corpo di Calum: la sua anima. Le sorrise, e la salutò per l’ultima volta.
«Alla prossima Juliet. », salutò Luke con un sorriso smagliante.
«Alla prossima Luke », ricambiò sorridendo Juliet.
In pochi instanti l’angelo portò Calum sopra l’immaginario.
Perché sempre i migliori se ne vanno?, pensò lei.
Qualche secondo dopo comparve una scritta sulla parete bianca: ‘perché sono i testimoni: i guerrieri che dimostrano alla gente come si lotta.’
Juliet sorrise, e uscì dalla stanza, sapendo che Calum era il suo angelo, e che suo padre ora era realmente felice.
 
 
 
ASHTON’S SPACE.
Ciao, alla fine ce l’ho fatta…. Visto?
Per scrivere questa os ho impiegato più di due settimane…. Lol.
Mi piace tantissimo, e non è cosa di tutti giorni che mi piace una cosa che scrivo io.. vabby ciao baibe.
-scimmy

  

 

  
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