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Autore: slanif    28/08/2013    1 recensioni
Brian/Justin
Sprofondò nel letto e si portò un braccio davanti agli occhi.
“Perché…?” sussurrò mentre un singhiozzo sfuggiva al suo controllo ma nessuno gli diede risposta perché ormai Brian Kinney era completamente solo.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché?
di slanif

** 

A Brian Kinney non era mai piaciuto fare la persona passiva, si diceva di lui che era un uomo d’azione, no?, e allora perché se ne stava lì, steso sul divano, tracannando in lunghe sorsate una bottiglia di whisky mentre il suo sguardo si faceva sempre più vacuo? Semplice. Si sentiva moralmente a terra. Anche a questo era dovuto il suo sguardo vacuo, quindi non era decisamente il caso di dare la colpa solo all’alcool. Come dicevo, comunque, aveva il morale a terra, anzi, per la precisione sotto le scarpe mentre si sentiva lo stomaco in gola e la testa gli vorticava pericolosamente come se fosse appena sceso dalle montagne russe.
Tracannò un altro sorso di whisky. Sentì la gola bruciare e gli occhi inumidirsi. Ma non gli importava. Voleva solo dimenticare. Voleva solo scordare tutto quello che era accaduto la sera prima.
Chiuse gli occhi, cercando di dimenticare, ma come un sadico scherzo del destino, le immagini erano sempre più prepotenti e nitide nella sua testa.
°Si rivide mentre rientrava in casa e apriva il frigorifero per prendersi una bibita prima di andarsene in camera. Aveva gettato le chiavi della sua automobile sul ripiano per la colazione e si era diretto verso la stanza che di solito divideva con Justin. Si buttò sul letto e chiuse gli occhi. Portò una mano ad essi e si strinse la punta del naso. Aveva un forte mal di testa e gli occhi gli dolevano. Aprì le braccia facendole ricadere sul letto con un tonfo sordo. Le sentì rimbalzare sul materasso morbido. Voltò la testa verso la sua sinistra, guardando il lato che di solito occupava Justin e vide una busta bianca appoggiata sul cuscino. Prima non l’aveva notata, considerò. La prese tra le dita e se la portò davanti alla faccia. La rigirò, ma vide che non c’era scritto niente se non un ‘per Brian’ scarabocchiato sull’angolo in alto. Riconobbe la calligrafia abbastanza ordinata di Justin e aprì la busta. Anche il foglio all’interno era semplice e bianco ad era piccolo, rettangolare, tipo quei biglietti che si attaccavano sui mazzi di fiori. Lesse le poche righe riportate con la penna nera e poi si alzò, buttando il foglietto sul letto, e andò a prendere una bottiglia di liquore e si sdraiò sul divano, inerme, con lo sguardo perso nel vuoto, domandandosi perché°
Le uniche mosse che aveva permesso di afre al suo corpo erano quelle strette e necessarie: andare al cesso, riandare nella vetrinetta a prendersi una bottiglia nuova di qualche liquore bello forte. Sul tavolinetto basso davanti alla televisione, erano sparse cinque o sei bottiglie ormai vuote. Si era bevuto di tutto, mischiando un liquore con un altro e confondendo ogni sapore. Però non aveva mai sentito l’impulso di vomitare.
Strano.
Ma forse era normale. Aveva vomitato l’anima in qualcosa che poi era finita e probabilmente il suo corpo si rifiutava di continuare a vomitare lo schifo.
Bevve l’ultimo sorso del whisky e poi si alzò, ma invece di andare alla vetrinetta sopra il lavandino e i fornelli, si diresse come un automa verso la camera da letto che tante volte era stata una spettatrice silenziosa delle sue notti d’amore con quel grandissimo stronzo che lo aveva lasciato solo.
Prese il biglietto tra le mani e lo rilesse:
“Non ce la faccio più. Scusami. Ti amo. Justin.”
Ti amo…
Che belle parole! Peccato che non erano vere altrimenti non lo avrebbe mai lasciato! Ma a quanto sembrava Justin era un po’ confuso. Ma che voleva aspettarsi? Justin era un ragazzino! Aveva appena 19 anni, contro i suoi 30, ed era normale che ragionassero in maniera diversa. Justin ragionava da ragazzino. Lui da uomo.

Ma chi voleva prendere in giro? Era Justin a ragionare da adulto e lui da bambino. Era sempre stato Justin a reprimere
l’orgoglio per poter stare con lui e invece lui non si era sforzato, lasciando che tutto rimanesse uguale, per sentirsi forte e padrone. Si era comportato da perfetto imbecille. Ma non poteva farci niente. Era il suo modo di fare. Era una maschera troppo radicata in lui. Non poteva più abbatterla!
Sprofondò nel letto e si portò un braccio davanti agli occhi.
“Perché…?” sussurrò mentre un singhiozzo sfuggiva al suo controllo ma nessuno gli diede risposta perché ormai Brian Kinney era completamente solo.

**FINE**

   
 
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