Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: senzanome_    28/08/2013    0 recensioni
-E tu saresti?.-
-Justin Bieber, l'amore della tua vita.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 
-Ieri sera avevo deciso di dichiararmi, era inutile tenerlo per me, se non altro pensavo di cambiare qualcosa, di smuovere gli angoli.- sospirai. Rose annuì, come per dirmi di continuare. –Ho preso coraggio e ho bussato alla sua porta, mi ha aperto sua madre. Gli ho sorriso ma avevo così tanta.. paura.- cominciai a giocare con i lacci della felpa. - Lei mi ha guardata, nell’aria circolava tristezza, mi disse che era partito e che non voleva salutarmi.- abbassò lo sguardo, stava male per me. Ripresi fiato. -Pattie dice che l’ha fatto perché se mi avesse vista, non avrebbe più avuto il coraggio di andarsene. Non gli chiesi niente, sai come sono no? Di solito comincio a far domande a non finire, finché uno arriva al punto di strapparsi i capelli.- nascose un sorriso. -sapevo solo essere indifferente, nemmeno piansi. Non ero nemmeno arrabbiata, mi sentivo vuota.-
-Mi dispiace di non esserci stata, se lo trovo lo uccido.- sorrisi e l’abbracciai. Rimanemmo a parlare ancora un po’, del più e del meno.
-Adesso devo scappare, mia madre mi aspetta a casa, ci vediamo domani.-
-Va bene. A domani.-

Io ho questo problema, ricordo tutto. Tutto.
Mi chiedo solo una cosa, mi chiedo come abbia potuto sbagliarmi così tanto.
Mi chiedo come possa una persona con quell'espressione piena di gioia, alzarsi un giorno e lasciarmi sola.

Mi chiusi in camera e alzai a tutto volume la musica del mio stereo, tanto i miei non sarebbero tornati prima di sera. Avevo il tempo di deprimermi, impasticcarmi e morire, ma non feci niente di tutto questo. Ammirai le foto che ritraevano me e Justin, le fissai per qualche secondo, chiusi gli occhi e respirai profondamente, rivivendo attimo per attimo tutti i momenti passati con lui.
Mi manca, ma credetemi, preferisco la sua assenza a qualsiasi altra presenza.

Ci siamo conosciuti da piccoli, in un certo senso abbiamo condiviso la culla, i miei genitori e i suoi sono molto amici.
Ci raccontavamo tutto come, di solito, un fratello e una sorella fanno, ma per me è sempre stato qualcosa di più. Io lo amavo, e lo amo tutt’ora.
Dipendevo da lui, anzi mi correggo, io dipendo ancora da lui. Per esempio: il suo sorriso, è solo un sorriso, niente di più. Una piccola cosa. Ma era il suo sorriso e non potevano privarmene. Io vivevo, vivevo guardandolo sorridere. Prima era tutto meno complicato, lui aveva tempo per me, da piccoli giocavamo nel cortile davanti casa e anche se aveva i suo problemi con la madre, lui mi cercava sempre con quel gran sorriso, perché quando eravamo insieme più nulla importava, c’eravamo solo io e lui. Grace e Justin. Adesso è famoso, ha tanti soldi e sta molto bene economicamente, ha tante Beliebers che lo amano, ma non ha più tempo, non ha più me. Da oggi, non ha più me.

Presi un asciugamano e decisi di andare in bagno a fare una doccia, per rinfrescarmi le idee.
Un getto d’acqua ghiaccia mi bagnò la schiena così lanciai un gridolino.
Pensavo a come la vita ogni tanto lo fa, ti piazza davanti uno sguardo e non lo dimentichi più anche se guarderà altrove.

Due anni dopo.

-Mamma, allora vado.-
-Va bene tesoro, chiamami quando arrivi.- mi stampò un bacio su una guancia e mi strinse forte a se.
-Tranquilla mamma, non parto per la guerra. E’ solo Los Angeles.-
-Lo so e non fare la sarcastica, chi sa che gente ci abita.- risi divertita.
-Starò attenta, te lo prometto.-
-Si, ma promettimi anche che mi chiamerai.-
-Certo, adesso abbracciami.-
-E non bere troppo.- mi sussurrò all’orecchio.
-Contaci.- sorrisi. E finalmente si convinse a lasciarmi andare.

La bionda che sedeva in macchina cominciò a suonare il clacson spazientita.
-Arrivo.- gli urlai.
-Rose, vai ancora da quello psicologo? Perché avresti bisogni di riprenderti.- risi.
-Non cominciare anche tu, ti prego. Già non riesco a reggere Jason.- sbuffò.
-Cos’è successo?.- domandai.
-Abbiamo litigato.- mi scappò un sorriso divertito. Hanno litigato, di nuovo.
-E non ridere.- mi schiaffeggiò scherzosamente la spalla.
-Rose davvero, come faccio a non ridere? Litigate ogni tre secondi.-
-Si, ma è perché piace ad entrambi il modo in cui facciamo pace.- sorrise maliziosamente.
-Oddio, no, no, non voglio saperlo.-
-Aah! Il sesso.- scoppiai a ridere, un po’ per quello che aveva detto e un po’ per la sua faccia. – oh, oh, oh. Grace Bennett che ride ad una mia battuta a sfondo sessuale! Questa me la devo segnare.-
-Smettila di fare “oh, oh, oh” sembri la versione giovane di babbo natale.-
-Sono femmina, quindi “mamma natale”, una mamma natale sexy.-
-Okay, basta. Finiamola qui con questi discorsi.- smisi di ridere. –Los Angeles, eh? Chi l’avrebbe mai detto.- sospirai.
-Un sogno che si realizza, no?.-
-In un certo senso.-

-Mi sono addormentata da molto?.- chiesi.
-No, solo da venti minuti.- sorrise. –Sai, stavo pensando.. forse incontrerai Justin in questi giorni che saremo a..- abbassai lo sguardo.
-Ciò pensato anch’io, ma.. questo non è il punto. Se me lo trovassi davanti, non saprei cosa dirgli.-
- Grace che non si è preparata un discorso per il fatidico incontro? Naah, sono sicura che le parole non ti mancheranno.-
-Non ne sarei così convinta.- ribattei.
-Se proprio non sai che dirgli, urlagli in faccia quanto sia stato stronzo.- sorrisi.


La bionda accese la radio.
-Ti dispiace?.- mi chiese.
-No, tranquilla.-
‘E adesso, il bellissimo singolo di Justin Bieber dal suo album Believe: “As long as you love me”, quanto mi piace questo ragazzo!’
annunciò la radio. –E ti pareva?.- sbuffai. Rose allungò il braccio per cambiare stazione ma la fermai.
-Sicura?.-
-Si, voglio ascoltarla.- cominciai a canticchiare.
-La conosci?.-
-Rose, ho tutti i suoi cd, compreso ‘Believe’, sono stata quasi due anni ad ascoltare quelle canzoni fino a straziarmi l’anima. Quindi direi di si, la conosco.- sospirai. Mi guardò dispiaciuta. –Scusami, non dovevo alzare il tono, è che mi fa così incazzare. Io sono stata malissimo, mentre chissà, lui se la stava spassando come se nulla fosse.- sbottai.
-Non è vero Grace, anche tu te la sei spassata a volte. Ricordi Mason?.-
-Mason? Gli ho tirato un pugno in faccia perché non volevo che mi baciasse..-
-Vabe’, c’è stato anche Conor, John..-
-Ha Conor ho dato buca, John mi aveva offerto una serata al cinema e ho rifiutato perché stavo troppo male, troppo male, per rientrare in quel cinema, sedermi magari allo stesso posto in cui mi sono seduta con Justin l’ultima volta, e magari sarei potuta scoppiare in lacrime, così. Brad, ti ricordi di Brad? Gli ho sputato in faccia perché aveva offeso Bieber.. devo continuare? Questo, sarebbe spassarsela?.- dissi con le lacrime agli occhi.
-Questa volta sono io a scusarmi, non dovevo entrare nell’argomento.-
-no, sono io che te l’ho permesso.- Mi asciugai le lacrime e sorrisi. –Quanto manca per arrivare?.-
-mezz’ora e siamo all’aeroporto.-

***
-Okay, Siamo a Los Angeles. E ti prometto che questo mese sarà magico, niente Justin, niente dolore, niente lacrime. Va bene?.- mi disse Rose mentre ci stavamo dirigendo verso le nostre valigie.
-Perfetto.- sorrisi. Urtai contro un uomo.
-Oddio, mi scusi tanto, non l’avevo vista.. mi dispiace.-
-Tranquilla.- il ragazzo si girò. –Grace!.-
-oh no. Justin.- 


Scusate per eventuali errori. Recensite, please. xoxo

Grace Bennett. 


Rose Douglas (migliore amica): 
  
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