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Autore: Soleil Jones    28/08/2013    4 recensioni
Dal testo:
"Tutte le nazioni hanno un medaglione ciascuno, perché le loro anime sono divise in due parti contrastanti.
Eppure queste due parti non potrebbero vivere l’una senza l’altra."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones, Antica Roma, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due facce della stessa medaglia
 


 

Ogni nazione custodisce un dono.
Qualcosa che simboleggia il suo vero Io.

 
 
Gli occhioni verdi del piccolo Antonio si rifletterono nel metallo di quell’oggetto che Antica Roma gli stava porgendo; sembrava un medaglione, ma aveva in sé qualcosa di diverso.
-È per te!- Disse gioviale l’uomo castano, lasciandosi scivolare dalle dita il nastro di seta cui era legato il ciondolo, che ricadde nelle manine del bambino.
-Cos’è?- Domandò leggermente diffidente il castano, rigirando il medaglione davanti ai suoi occhi, sotto lo sguardo di un sorridente Nonno Roma –Quello è il tuo medaglione, Antonio. È il tuo dono speciale- Rispose, tirando fuori sotto gli occhi stupiti del piccolo Spagna un medaglione identico al suo.
Era un oggetto fine, piccolo e leggero, ma da un lato era pieno di strani segni e simboli, mentre dall’altra no: semplicemente vi era inciso il nome della persona a cui apparteneva.
Spagna notò che il suo medaglione era privo di quei simboli, a differenza di quello di Antica Roma, mentre sull’altra facciata era ben leggibile il suo nome.
-Ma perché sul mio non c'è nessun simbolo?- Domandò alzando lo sguardo sul romano, il quale rise di gusto prima di scompigliargli i capelli.
-Perché la tua storia è ancora tutta da scrivere!-

 

* * *

 
“Per la libertà!” Gli occhi azzurro cielo della giovane nazione trasparivano determinazione; guardandosi allo specchio, Alfred mise al collo il medaglione regalatogli dalla donna indiana che lo aveva trovato e allevato.
 

-Ma oggi non è il mio compleanno!-
-Lo so, però è un dono degli spiriti- Affermò la mora, gettando altra legna nel focolare sotto gli occhi curiosi del piccolo America.
-Ah sì? Wow!- Esclamò felice il biondino, alzando al cielo il dono degli spiriti. –E questa “F”?-
 

-“Freedom”, forse- Mormorò con un mezzo sorriso l’americano.
 

-Non lo so, solo gli spiriti possono saperlo. Oltre a te, piccolo- Rispose l’indiana, accarezzandogli i capelli e sedendosi affianco a quel “viso pallido” che la chiamava “mamma” nonostante lei avesse appena sedici anni.
Alfred capovolse il medaglione, sorridendo ampiamente –La Regina dei Cieli!-
-Uhm?-
-Qui, guarda! C’è raffigurata la Regina dei Cieli!- Gli occhi neri della giovane indiana si illuminarono di sorpresa al vedere la figura di un’aquila con le ali spiegate incisa sul medaglione di America. Ma poco dopo sorrise.
-È il tuo destino.-
-Il mio destino è volare come fa lei?- Sbottò eccitato il bambino –Che bello!-
-Volare non so- Ribadì ridendo divertita –Ma essere libero e realizzare i tuoi sogni sì!-
 

-Lo farò! Sarò come la Regina dei Cieli, mamma!- Sistemò il medaglione sotto la giacca della sua divisa militare: combattere per ottenere l’indipendenza era stata una decisione un po’ sofferta, presa da lui come nazione ma anche da lui come Alfred; perché Alfred voleva dimostrare al suo fratellone la sua forza, oltre a essere libero di agire come meglio credeva e diventare qualcuno, senza che nessuno gli mettesse dei paletti.
“D’altronde, Alfred e America sono due facce della stessa medaglia”

 

* * *

 
Il rosso dei suoi occhi cremisi sembrava fondersi con l’azzurro del cielo del 1945.
Seduto con la schiena contro il tronco di un albero, Prussia aveva lo sguardo alto e fiero come sempre; la scintilla del suo orgoglio e della sua immensa testardaggine non era ancora sparita.
E pensare che lui stava scomparendo, invece!
Soffocò una risata, tossicchiando, e una mano frugò nella tasca di quella vecchia uniforme sporca di terra, tirandone fuori quel medaglione.
 

-Old Fritz…- L’albino strinse nella mano destra l’ultimo dono che aveva voluto fargli il suo sovrano, ora giacente sul letto della sua stanza, il volto segnato dall’età e pallido.
Era stato come un padre per lui, e ora non c’era più; Prussia non lo capiva, non capiva il motivo di quella sensazione sgradevole che sentiva inglobare la sua anima. Aprì la mano guardando attentamente il medaglione donatogli da Frederich, girandolo inconsciamente sul lato dove vi era inciso il suo nome umano.
 

-Tu sei umano, Gilbert-
-Eh? Ma che dici? Io sono una Nazione!-
-Non solo. Per questo io ti chiamo Gilbert e non Prussia, figliolo-

 
“Umano…” Una lacrima silenziosa scivolò lungo la guancia dell’albino, andando a cadere sull’incisione del medaglione.
Prussia sgranò gli occhi vedendo la superficie liscia del medaglione sbiadirsi in piccola parte e, girandolo, il giovane prussiano notò un cambiamento: vi era un simbolo in più sull’altra facciata.
“Certo, Prussia e Gilbert sono due facce della stessa medaglia!”

 
-È completamente sbiadito- Bofonchiò sogghignando l’albino, ridendo appena e socchiudendo gli occhi.
 
 

Tutte le nazioni hanno un medaglione ciascuno, perché le loro anime sono divise in due parti  contrastanti.
Eppure queste due parti non potrebbero vivere l’una senza l’altra.




 




 

ANGOLO AUTRICE
Allora, l'ho scritta adesso adesso, basandomi su dei flash sconnessi che sono venuti in mente così, senza che li cercassi, ieri sera.
A dire la verità è la prima volta che pubblico una fanfiction senza insicurezze, di solito mi faccio problemi ^^''
Bhe? Che ve ne pare?
(Io la trovo un po' stranuccia, rileggendola)

  
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