L’ improvviso scrosciare di una violenta onda di colpo mi svegliò… “Finalmente finito quel brutto sogno” pensai… Non era la prima volta, ormai da 84 anni quel incubo tormentava le mie notti. Vi lascio immaginare: il mio era sempre lo stesso incubo: il Titanic che affonda con migliaia di persone che urlano e dappertutto c’è il caos. Insomma rivivere l’ ultima disastrosa notte. Guardai l’ orologio erano le 7.30. Mi alzai un po’ troppo velocemente dal mio letto e mi incamminai verso la cucina… Lizzy “la solita dormigliona” doveva ancora svegliarsi ma stavo morendo di fame e così provai a farmi da sola la colazione. Riuscì a farmi un toast imburrato e a bollirmi il thè nonostante la mia mano ne avesse fatto versare quasì più della metà. “Il mio corpo mi sta abbandonando” mi dissi, ma nonostante tutto ero molto soddisfatta di me stessa. Finita la colazione, come ogni mattina mi diressi alla mia postazione: il vecchio tavolo di legno. Quello è il mio posticino, il mio piccolo spazio di libertà. Iniziai a plasmare il primo dei numerosi vasi che avrei fatto in questo giorno. Ho cento anni ma nei manufatti non mi batte nessuno! Arrivò Lizzy “Già sveglia nonna?” e io di rimando “Sì, cara, non sono mica come te!” “Hai già fatto colazione?” mi chiese con un velato tono di preoccupazione “Sì non posso mica aspettarti sempre eh!” “Nonna! Lo sai che non devi! Ah, ecco, vedo vedo!” soffermandosi a guardare la scia di thè che avevo fatto. Speravo in dei complimenti… ma vabbè. Le 17, Lizzy stava preparando due thè con la televisione accesa, a lei piace avere l’ ora del thè come gli inglesi e io non mi tirò indietro, un po’ di thè in fondo fa sempre bene. Alla televisione stavano parlando di politica… Guardai fuori dalla finestra, mi sarebbe piaciuto fare una bella passeggiata… il sole splendeva e il dolce cinguettio degli uccelli sembrava invitarti a uscire. “Avvenimenti… cose non raccontate…del Titanic” sentii provenire dalla cucina. Quell’ ultima parola mi rimbombò in testa: Titanic. Tesi le orecchie, il mio udito non era più quello di una volta ma avevo sentito bene il nome di quella nave. Mi avvicinai alla televisione per sentire e vedere meglio e vedendomi alzata mia nipote mi chiese incuriosita “Cosa c’è?” “Alza il volume, cara”… Nella televisione apparve un ritratto di una donna nuda con solo addosso una vistosa collana, la osservai, “il cuore dell’ oceano!” e non potei far meno di esclamare “Che mi venga un colpo!”, “Ma quella sono io!” dissi nella mia mente e mille domande mi spuntarono fuori… Spiegai in poche parole a mia nipote che quella ragazza ritratta ero io e che volevo chiamare subito quel signor, signor… “Lovett” disse subito lei e nonostante il suo visibile scetticismo accettò la mia richiesta: chiamarlo. Si mise prontamente al computer e dopo un po’ di ricerche, compose il numero e mi passò la cornetta. Ero visibilmente emozionata ma non volevo darlo tanto a vedere, mille domande mi frullavano in testa “Come hanno fatto a trovarlo? Avranno trovato anche altre cose? Mi crederanno?”. Mi rispose un uomo e appena gli dissi che cercavo il signor Lovett mi rispose “Chi è lei?” appena presentata quasi rassicurato mi disse “Ok ora glielo passo”. Aspettai un po’ e finalmente sentii la sua voce: “In che posso aiutarla?... signora Calvert” si notava che era scocciato da quella telefonata. “Ero curiosa di sapere se avete già trovato il cuore dell’ oceano, signor Lovett” Seguirono dei momenti di silenzio e cambiò subito tono si notava che non vedeva l’ ora che io parlassi “Va bene sono tutto orecchie, Rose” e chiese: “Sa dirci chi è la donna del ritratto?”. Aspettavo quella domanda e con la voce rotta dall’ emozione esclamai:” Oh, sì. La donna del ritratto sono io!”.