"Boves se pareba
alba pratalia araba
et albo versorio teneba
et negro semen seminaba*"
Indovinello veronese- VIII secolo d.C.
Se la scrittura fosse solo questo,
il lavoro sarebbe così faticoso che,
da contadini, non avremmo più la benedizione
di torturarci in introspezioni.
Exergue**
Al cielo, esalavano
preghiere, salmi
di incensi ed echi
lontani di
arcane lingue
dimenticate, il
rifiorire e dissiparsi
del loto. Amori,
sermoni celebrati
al calare dell’erba
sulla scogliera.
S’infrangono, onde
e schiuma, beccheggi
di navi navigate,
lisciate, consumate
e artigliate, divorate
e temprate da destini
dismessi, estremamente
presenti e futuri, eppure
espressioni mal celate
dai cristalli- lacrime
di madri al vento,
purezze di fiori
distillati da sentire
umanamente crudeli-.
Caligine in
vertigini sul profilo
delle rocce, le terre
già stanche, abbandonate
come aratri marcescenti,
donne usate da
animali, forse
eccessivamente presi
da umanità
distorte: sole.
Sulla pelle. Eppure
vuoto: equilibrio
di abissi piatti, fredde
sensazioni d’essere. Paura.
"Veritas filia temporis…"***
Che scorreva nel
sangue- maledizione
più nera, liquida essenza
di rosa, d’ipocrisia,
di esistenziali
solitudini-.
“…et in terra pax hominibus
bone voluntatis…”****
Se fosse il desiderio,
il dio dell’esaudito,
del compiacere il
piacere di se stesso,
adorerei anch’io
l’infausta parola.
Angoscia: mi
divora. Si estende,
tutto in calici
amari pur restando,
tra le nebbia di
vapore- Arpie
dalle conseguenze
instabili, i tuoi
ricordi nel pozzo
dell’eterno, nella
sete inestinguibile
di anima liquida, di
sacro e di verità il
bisogno ci attanaglia-
ignari. Oscuri. Tra
misteri troppo dolci
per essere rivelati.
Ero e sono.
Diventavo e divento.
In infiniti cicli
d’espiazione. In attesa:
il fiato dell’assassino
timore.
Versi: li ascolti?
Bramini in pura
ignoranza di vita.
Mullah e stupide
figure di moralismi
in macabri teatri…
Spirito.
Vola nella paura
di spiccare il salto.
“Frangar non
flectar…” *****
*Spingeva avanti i buoi,
solcava bianchi canti,
teneva un bianco aratro
e spargeva neri semi (Sol. Scrivere)
**Motto, citazione, epigrafe all'inizio di un testo
***La verità è figlia del tempo (Gellio)
****... e pace in terra agli uomini di buona volontà...
*****Mi spezzerò ma non mi piegherò (Seneca)
Dopo tutti questi giorni, eccomi di nuovo qui a tediarvi con i miei scritti inaccettabili, questa volta una poesia basata sul senso del futuro e della preparazione che esso pregiudica dal punto di vista dello spirito: tutto è in cicli infiniti e ogni termine è l'exergue che introduce l'inizio, Mi scuso anticipatamente con Babykikokikka per averla fatta aspettare così tanto e allo stesso tempo la ringrazio di cuore assieme a MissMagu e a Lunea: cosa farei senza di voi? Non scriverei per pigrizia! Un bacio anche ad AuroraEverdeen99 che non vedo da tempo nelle recensioni. SE LEGGETE RECENSITE: criticoni, "positivisti" o neutrali sono tutti ben accetti! L'opinione è il profumo della vita!
RitaWhitlock <3