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Autore: LaLora    28/08/2013    1 recensioni
[...]il tono della donna non ammette repliche.
Mi fissa dritto negli occhi, pronuncia delle parole incomprensibili e mi caccia un mazzo di carte in mano.
- Buona fortuna.- e senza dire altro se ne va.
Oddio, non mi avrà mica maledetto?[...]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note dell' autrice:

Per chi non mi conoscesse: piacere, LaLora!
Per chi invece già mi conosce: Ben ritrovati e tranquilli, sto scrivendo anche l'altra storia... non la lascerò incompleta ;-)
... Non so come mi sia venuta in mente questa storia, ero da mio fratello che parlavamo dei segni zodiacali e BUM! Avevo in testa già tutti i personaggi e senza accorgermene ho scritto due capitoli in meno di una settimana.
Speriamo che il terzo si scriva con la stessa facilità!
Ci tengo a sapere cosa ne pensate quindi commentate!!!!



La vita non va mai come te l'aspetti.
Prendete me, per esempio.
Da bambino sognavo di fare il professore, sposarmi, avere dei figli, una casa tutta mia ed un cane.
Sarei invecchiato circondato dai miei affetti e sarei morto senza alcun rimpianto.
Invece mi ritrovo, a trentatré anni, con un affitto da pagare, senza un cane e lavoro in una biblioteca.
Non ho una moglie, perché mi piacciono gli uomini, non ho figli e il mio compagno mi ha appena mollato.
Dov'ho sbagliato?
Impacchetto le ultime cose di Leo nella scatola di cartone recuperata dallo stanzino.
Uno spazzolino da denti, una boccetta di profumo, qualche vestito, dei cd e dei libri.
Ecco, questo è tutto quello che rimane da spedirgli.
Gran parte della sua roba se l'è portata dietro quando non c'ero... Cavoli, come ho fatto a non accorgermi di niente?
Vivevamo insieme da sei anni, sapevo pure a che ora andava in bagno, ma non mi sono accorto che preparava la fuga, probabilmente da settimane.
Nemmeno nei film una cosa simile...
Esco per andare a lavorare e quando torno puff, sparito!
Mi ha lasciato solo un biglietto:
" Luca, perdonami ma non ce la facevo più. Ti ho amato veramente, pur sapendo di non essere ricambiato. Scommetto che non verserai nemmeno una lacrima... Ma mi piacerebbe pensare che lo farai. Se ho lasciato qualcosa manda tutto dai miei. Addio, Leo."
Sapete qual'è la cosa bella di tutto questo?
È che non ho pianto sul serio.
Sono triste, amareggiato ma non ho né l'impulso di strapparmi i capelli e né la voglia di cavarmi gli occhi dal piangere.
E da qui si ritorna al discorso di prima, cos'ho fatto della mia vita in tutti questi anni?
Scuoto con forza la testa come a voler scacciare via tutti i pensieri che mi tormentano.
Non serve a nulla.
Allora chiudo con lo scotch la scatola di cartone e mi dirigo alle poste, se mi sbrigo faccio in tempo a spedire il pacco prima che chiudano e poi magari mi faccio una passeggiata per schiarirmi le idee.

Nemmeno la passeggiata aiuta.
I brutti pensieri si sono ancorati al mio cervello e non lo mollano.
- Signore non può camminare lì.- una guardia municipale mi riporta alla realtà - Tra poco avremo l'esibizione del mangiafuoco... Ha bisogno di spazio per il suo numero.-
All'improvviso mi rendo conto di essere arrivato al parco e che è in corso uno spettacolo di artisti di strada.
Come ho fatto a non accorgermi di tutta questa gente?
Decido di fermarmi a guardare lo spettacolo, magari riesce a distrarmi.
Trovo un punto non troppo affollato, ma comodo per guardare il mangiafuoco che si esibirà a minuti.
Speriamo non scoppi un incendio, qui è pieno di piante ed erba.
All'improvviso inizia una musica tribale, le luci si spengono tutte e lì, dove la gente è stata fatta allontanare, si alza una fiamma gigantesca.
Non posso fare a meno di pensare che sia troppo pericoloso.
Le luci del parco si riaccendono, la fiamma si spegne e al suo posto adesso c'è una persona.
Non saprei dire se sia un uomo adulto o un ragazzo, per via di una maschera bianca che gli copre fronte e occhi.
Il tipo, che è il mangiafuoco, indossa dei pantaloni bianchi stile arabo e delle specie di ballerine nere.
La parte superiore del corpo è nuda, liscia e cosparsa di olio.
Ha un gran bel fisico.
L'artista inizia il suo numero e tra la gente si alzano vari "Ooh", "Bravo", "Incredibile".
Per essere bravo è bravo, ma non so perché mi sembra che si stia pavoneggiando parecchio.
Le fiamme sono troppo alte, troppo lunghe, troppo vicine a lui e al pubblico.
Forse dovrei andarmene prima di ritrovarmi abbrustolito.
Mi dirigo verso casa quando qualcosa attrae la mia attenzione.
Una colomba d'orata... No, devono essere le fiamme a farla sembrare d'orata.
Sembra avere un'ala ferita e cammina tutta triste tra i piedi della gente riunita.
Finirà con l'essere schiacciata...
Corro tra la folla a prenderla.
Non voglio avere una colomba morta calpestata sulla coscienza.
Non oggi!
A fatica mi faccio largo tra le persone, posso vederla...
Merda, si sta avvicinando al mangiafuoco!
Sta piegando il corpo per spiccare in volo proprio mentre il tipo mascherato si prepara a sputare dell'altro fuoco... finirà bruciata!
Succede tutto in pochissimi secondi.
Mi avvento sulla colomba ad occhi chiusi, delle urla, un forte odore di bruciato e delle sirene.
Quando riapro gli occhi noto con orrore che la colomba non c'è.
Dov'è finita?
Ce l'avevo tra le mani fino a poco fa!
Il mangiafuoco mi prende per le spalle e mi strattona con forza.
- Ma sei scemo?!- mi urla contro.
Forse si.

- Nulla di grave. Solo un po' di capelli bruciati, ma neanche tanto. Sicuro di non voler andare in ospedale?- l'addetta al pronto soccorso mi guarda preoccupata.
- Sì, sto bene.- le rispondo con un mesto sorriso.
- E meno male che stai bene!- il mangiafuoco è ancora arrabbiato.
Continua a inveire contro di me da quasi mezz'ora.
Ha un accento strano... Chissà da dove viene.
- Potevi ritrovarti con delle belle ustioni!-
- Sono desolato. Mi era sembrato di vedere una colomba e volevo aiutarla.-
Il mangiafuoco mi guarda disgustato...
Almeno credo che sia disgusto, non si è nemmeno tolto la maschera.
- Hai rovinato il mio numero per uno stupido uccello?!!!-
- Mi dispiace.- non so cos'altro dire.
- Tu sei un piccolo...-
- Anuar ora basta.- una signora anzianotta vestita da cartomante lo zittisce.
Quando è arrivata?
- Nonna, mi ha rovinato il numero!-
- Sta zitto.-
Il tipo mi scocca un'occhiata di puro odio e si allontana a grandi passi.
La signora si rivolge a me - Sta bene?-
- Sì. Mi dispiace per il numero di suo nipote.-
- Cose che succedono. Spero che non ci denuncerà.-
Denunciarli?
Perché dovrei?
La cartomante mi guarda con una strana luce degli occhi...Sembrerebbe quasi aspettativa ma magari è solo ansia.
- Assolutamente, è stata colpa mia.-
- Allora devo ricompensarla in qualche modo.-
- Non deve.-
- E invece devo.- il tono della donna non ammette repliche.
Mi fissa dritto negli occhi, pronuncia delle parole incomprensibili e mi caccia un mazzo di carte in mano.
- Buona fortuna.- e senza dire altro se ne va.
Oddio, non mi avrà mica maledetto?

DRIIIINN!!!!
Altri cinque minuti.
DRIIIINN!!!!
Altri dieci minuti.
DRIIIINN!!!!
E va bene.
Allungo la mano per spegnere la sveglia e mi ritrovo a stringere un'altra mano.
- Leo?- chiedo con gli occhi chiusi.
- Chi è Leo?-
Scatto seduto sul letto come una molla per la paura.
Davanti a me c'è un ragazzo con un codino castano e gli occhi scuri.
- Chi cavolo sei? Come hai fatto ad entrare? Perché ti tengo la mano?-
Lui alza gli occhi al cielo - Grazie mille nonna.- borbotta.
- Rispondi!!!- sento che sto per svenire.
- Sono Anuar, ci siamo visti ieri. La porta era aperta e la mano puoi mollarmela.-
Gliela lascio di getto.
Anuar?
- Il mangiafuoco.- il ragazzo risponde alla mia domanda inespressa.
- Che ci fai qui?- chiedo.
- Mi manda mia nonna. Da oggi sarò la tua guida.-
Si allontana dal letto e mi fa un inchino.









  
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