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Autore: Anjia    28/08/2013    2 recensioni
Nuove grida. Si innalzano al cielo rossastro, cielo di un tramonto mai aspettato. Dolore, paura, disperazione o cos'altro?
Ho subito pensato solo a qualcosa di negativo. Non potrebbero essere urla di gioia?
Che domanda sciocca, non dovrei nemmeno pormela. No, non potrebbero e mai potranno. Per la gioia non c'è posto da molto tempo, qui.
Nuove grida. Nuove grida che ti dovrebbero far accapponare la pelle, ma che invece sono semplicemente la norma. Grida delle famiglie dei ragazzi estratti, o grida che escono dagli schermi su cui tutti guardano un solo canale?
O forse sono le mie, di grida?
Potrebbe darsi. In fondo, in un mondo come questo c'è da urlare praticamente ogni momento.
No, ripensandoci non potrebbe: non grido più da molto tempo per quello che mi succede attorno.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non credete in me


Se davvero volete saperlo, no.
Non mi sarei offerto al posto di quella ragazzina, se anche avessi potuto. È vero, a guardarla così tremante, a fissare i suoi occhi così tristi e disperati mentre saliva sul palco rispondendo alla chiamata, ho sentito un moto di... compassione, forse. Un moto che avrebbe dovuto spingermi a fare qualcosa. Con i miei trentotto anni, non ho comunque potuto fare niente, ma ve lo confesso in tutta leggerezza di cuore - perché oramai farsi tanti problemi per un atto di altruismo mancato non è più nella norma -: non sarei andato a morire al posto suo in ogni caso.
Questo fa di me una persona orribile, non è vero? Fa di me un uomo senza cuore e senza volontà?
Sono sicuro che i parenti di quella bambina l'avrebbero pensato, se l'avessero saputo. Mi avrebbero puntato un dito contro e con sguardo arrabbiato mi avrebbero accusato di viltà, egoismo e ipocrisia. Cosa che senza dubbio, avvolti dal silenzio e dal buio della loro casa con le imposte sbarrate, stanno mentalmente facendo con ogni persona presente in piazza, piangendo tutte le loro lacrime ed abbandonando una speranza che non si possono permettere. Ma che nessuno li compatisca, perdio! Hanno scelto loro questa sorte, hanno scelto di avere figli ed ora ne pagano il prezzo. Potrò anche essere vile, ma non sono né egoista né ipocrita. Sono loro gli ipocriti e gli egoisti! Loro che tanto piangono ora per la sorte della loro figlia, ma intanto l'hanno concepita; loro che, egoisticamente, per provare l'amore di una figlia l'hanno condannata ad una vita di paura.
Anche se, in realtà, non varrebbe la pena giudicare nessuno. Chi sono io per farlo? Io sono semplicemente una persona che pensa a se stessa, e gli altri facciano lo stesso. È solo così che si può sopravvivere. Se si dovesse davvero rispondere a qualsiasi norma morale, non si saprebbe più nemmeno da che parte voltarsi. Questo non è più un mondo in cui queste cose hanno senso di esistere, e io sono l'ultimo degli ultimi a volerle riportare in vita.
Ieri mattina, all'alba, siamo stati tutti obbligati a seguire in diretta tv l'esecuzione di una ribelle. Era giovane, davvero molto giovane. Avrà avuto diciannove anni al massimo. Non riuscivo e non riesco ancora a capire con quale voglia e con quale forza si sia ribellata a tal punto da rappresentare una minaccia da sopprimere. Qualsiasi sia questa forza, non la invidio. Non mi interessa averla, se deve condurre alla morte. Sono sempre stato e sempre sarò dell'idea che per quanto il mondo che ci circonda cada a pezzi, sia meglio obbedire e vivere, che fare rivolte e morire. Perché vale sempre la pena di vivere. Però gli occhi di quella ragazza mi sono rimasti impressi nella mente: erano così determinati, in essi si poteva leggere un odio ed una rabbia così ciechi da esser quasi inimmaginabili; sembrava voler incenerire tutti con lo sguardo. Brillavano della più pura e vera fiammella di rivoluzione. Non è facile togliersi dalla testa occhi così, specie se sono occhi che qualche minuto dopo hai visto chiudersi per sempre, con un proiettile sparato dritto in testa. Non che mi abbia colpito nel profondo, la sua morte: oramai nessuna morte mi colpisce più. Ma è comunque un'esperienza traumatica veder qualcuno morire, anche per il più esperto assassino.
Credo che se fossi stato al posto di quella ragazza - cosa altamente improbabile, davvero - a quel punto avrei deciso di smettere di illudere la popolazione. Perché qualsiasi atto di ribellione è un'illusione, e quando si arriva ad un passo dall'esecuzione ne si ha la conferma. Penso che al posto di mostrarmi forte, avrei detto a tutti di non credere in me, perché almeno avrebbero capito di non riprovarci e di non alimentare false speranze.
Non credete in me credo che sia l'unica vera forma di altruismo che sia possibile dare, ormai. Per non far fare alla gente cose stupide. Per farli vivere.
Ma questa, in fondo, è solo l'opinione di un uomo che non si sarebbe mai sacrificato per una ragazzina indifesa.


Qualcosa da dire:
No, in realtà da dire c'è molto poco. Una ff qualsiasi, scritta in un momento qualsiasi, per un motivo qualsiasi, senza qualsivoglia pretesa.
Solo così, semplice semplice, lineare lineare.
Davvero, scritta senza nessun scopo particolare, semplicemente per la voglia di qualcosa di vagamente introspettivo(?)
Be', basta, non ho molto altro da riferirvi: se volere recensire, ottimo, se non volete... be', mi farebbe piacere se lo faceste, ma comunque pace amen.
Bye.

Anjia

  
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