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Autore: HisLovelyVoice    29/08/2013    4 recensioni
- In famiglia siamo quattro. - Dissi, mostrandole quattro dita, come mi aveva insegnato la mamma. - Siamo io, mamma, papà e mia sorellina di due anni. Mamma e papà mi vogliono molto bene e mi hanno regalato un cane. Si chiama Fido, anche lui fa parte della mia famiglia. - la maestra mi sorrise, pensando che la mia fosse una famiglia molto felice. Non immaginava che in realtà mio padre picchiava me e la mamma. Non immaginava che io, a soli sei anni, dovessi difendere la mia sorellina. Non immaginava che il cane era stato comprato per infliggermi alcune punizioni. No, non poteva immaginarlo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Un cambiamento inaspettato
 
Il giorno dopo andai tranquillamente a scuola, senza zoppicare e senza lividi visibili. Fortunatamente la sera prima mio padre non mi aveva picchiato, era andato direttamente in camera barcollando fortemente.
Arrivato davanti scuola vidi subito Hope. Era appoggiata al muro della scuola con una cuffietta nell'orecchio sinistro e molti ragazzi intorno. Dentro di me ebbi immediatamente un fremito di gelosia, così, a passo svelto, mi avvicinai al gruppo. Non appena Hope mi vide sorrise e, dopo essersi tolta la cuffietta, mi saltò al collo. La strinsi a me per la vita, immergendo il mio volto tra i suoi morbidi capelli. Quando ci allontanammo di poco, le diedi un leggero bacio a fior di labbra, facendola sorridere. Tutti i ragazzi intorno mi guardarono storto, ma a me poco importava. In quel momento c'eravamo solo io e Hope, tutto il resto non contava.
- Ciao bellissima. - Mormorai allentando la stretta con cui la tenevo. Mi venne naturale chiamarla così, non sapevo nemmeno io il perché. O forse sì. Forse perché lo era veramente, non avevo mai visto una ragazza bella come lei. Forse perché il suo fascino continuava a stregarmi giorno dopo giorno.
- Buongiorno. - Disse Hope sorridendo mentre le prendevo la mano e ci incamminavamo dentro l'edificio scolastico.
- Come va? - Le chiesi.
- Io tutto bene, come al solito, ma tu? - Domandò preoccupata.
Scrollai le spalle, stringendole di più la mano. - Si va avanti. - Dissi semplicemente. Lei si fermò, facendo bloccare anche me, e mi abbracciò nuovamente di slancio.
- Denuncialo. - Mormorò posando il volto nell'incavo del mio collo. - Ti prego, non ce la faccio più a vederti così.
Sospirai. - Non è facile. - Dissi.
- Scappate. - Riprovò.
Scossi leggermente la testa. - Ci troverebbe. - Sussurrai con gli occhi lucidi. - Ti prego, possiamo cambiare argomento? A-almeno a scuola ho bisogno di distrarmi.
Lei si allontanò leggermente e mi accarezzò il volto. - Va bene, va bene. Scusami. - Disse.
- Non hai nulla di cui scusarti. - La rassicurai. Lei mi diede un leggero bacio e asciugò velocemente la lacrima che aveva iniziato a bagnarmi il volto. Poi si staccò da me, prendendomi nuovamente la mano.
- Cosa fai oggi? - Chiese, e la ringraziai sorridendole per aver cambiato davvero argomento.
- Oh, nulla di che, rimarrò a casa. - Risposi. - Tu invece?
- In teoria dovrei rimanere a casa a studiare, in pratica verrò da te. - Disse mentre si fermava davanti alla macchinetta dove eravamo arrivati.
- Sei sicura? - Domandai preoccupato. - E se mio padre torna prima anche oggi?
- Non tornerà prima, ne sono sicurissima. - Rispose mentre io infilavo i soldi nella macchinetta. Schiacciai il tasto sette e guardai il pacchetto di schiacciatine scendere. Poi lo presi e lo porsi ad Hope.
- Non so. E se ti succede qualcosa? Non potrei sopportarlo. - Mormorai.
- Non mi succederà nulla, vedrai. E anche se non mi vuoi verrò. Entrerò di nascosto dalla porta sul retro, oppure dalla finestra del bagno, non so, un modo lo trovo. - Dichiarò.
Sorrisi. - Io ti vorrò, sempre.
- Questo vuol dire che posso entrare dalla porta principale?
Annuii. - Certo.
Il suo volto si aprì in un sorriso luminoso, facendo aumentare vertiginosamente i battiti del mio cuore. - Perfetto! - Esclamò. - Oh, comunque grazie. - Disse subito dopo indicando le schiacciatine e mettendole nella tasca dello zaino.
Scrollai le spalle. - Grazie a te. - Risposi mentre la campanella iniziava a suonare. Sbuffammo entrambi contemporaneamente, scoppiando subito dopo a ridere.
- A dopo. - Disse Hope. Si avvicinò a me e, dopo un bacio veloce, iniziò ad incamminarsi verso le scale, ma io la presi per la vita facendole emettere un gridolino per lo spavento, e l'attirai a me.
- Non puoi ancora andare. - Dissi posando il volto sulla sua spalla.
- Così non fai tardi, mister puntualità? - Mi canzonò ridendo.
Le diedi un bacio sul collo. - Non è importante, sei tu tutto quello che ora conta veramente. - Mormorai facendola girare. Premetti subito le mie labbra sulle sue, portando le mie mani intorno al suo viso. Lei posò le sue mani sul mio petto, accarezzandolo lentamente con i pollici.
L’amavo. Dio, se l’amavo, e quel contatto con le sue labbra tiepide non faceva altro che ricordarmi che anche lei mi amava nonostante tutto. Sentivo che non se ne sarebbe mai andata, ma che sarebbe rimasta sempre con me.
Quando mi allontanai le sorrisi ammiccando. - Ora puoi andare.
Anche lei sorrise. - Ci vediamo a ricreazione. - Disse prima di allontanarsi.
La guardai fino a quando non scomparì per le scale, poi mi incamminai a mia volta verso la mia classe con un sorriso enorme sulle labbra e una gioia indescrivibile nel cuore.
****
A ricreazione uscii immediatamente dalla mia classe e mi avviai verso le scale per andare da Hope.
- Ethan, aspetta! - Mi sentii chiamare. Meravigliato nel sentire la voce di Luke mi voltai e lo guardai con la fronte aggrottata avvicinarsi a me.
- Che c’è? - Chiesi perplesso.
Lui mi guardò per pochi istanti, poi abbassò lo sguardo. Sembrava quasi imbarazzato.
- Io… io volevo chiederti scusa. - Mormorò. - Mi sono comportato come un idiota, non meritavi di essere trattato così male.
Sbarrai gli occhi stupefatto. Luke era venuto davvero di sua spontanea volontà a chiedermi scusa? Avevo dei seri dubbi, considerando ciò che era successo in passato.
- Senti, se Hope ti ha detto di venire a chiedermi scusa è meglio che tu te ne torni in classe. Non mi servono a nulla le tue scuse non sincere. - Dissi, ma lui scosse immediatamente la testa, rialzando lo sguardo.
- Hope non mi ha detto nulla, solo che devo smettere di darti fastidio perché… in realtà non mi ha detto il perché. - Affermò, ma non mi convinceva ancora. Stavo per ribattere, ma mi interruppe. - Tu la rendi felice, sai? La rendi davvero felice. Lo riesci a fare meglio di me. Io voglio solo il suo bene, davvero, eppure sembra che qualsiasi cosa faccia non vada bene. Se tu riesci a renderla felice vuol dire che per lei sei importante, e facendoti del male ho ferito sia te, sia lei. Non posso farlo ancora. - Mormorò. - Mi dispiace davvero molto.
Rimasi colpito da quelle parole, in quel momento sembrava davvero sincero. Luke era estremamente diverso da come me lo immaginavo. Pensavo fosse solo un ragazzo montato, ma in realtà era un semplice fratello geloso.
- Hope mi ha detto che tu sei nella squadra di football. - Dissi ricordando le sue parole.
- Sì. - Confermò, rimanendo perplesso per quell’apparente cambio di discorso. - Sono il capitano.
- Sai che lei ne soffre? - Domandai.
Lui corrugò la fronte. - Perché?
- Molti ragazzi ci provano con lei solo perché così forse riescono ad entrare nella tua squadra. - Spiegai. - E le ragazze vogliono essere sue amiche solo perché così possono provarci con te.
Luke sbarrò gli occhi, posando una mano sulla sua guancia. - Non ci credo. - Mormorò.
Scrollai le spalle. - È la verità.
Lui si diede alcuni schiaffi sulla guancia, dandosi dell’idiota. - Come ho fatto a non accorgermene? - Chiese più a se stesso che a me. - Sono proprio uno stupido, non è vero?
- Un po’. - Ammisi.
Lui sospirò. - Faccio schifo come fratello.
- Prova a parlarle, vedrai che risolverete tutto. Ora scusami, ma mi sta aspettando.
- Certo, certo, vai pure. Grazie. - Disse sorridendomi per la prima volta.
- Di nulla.
Iniziai ad allontanarmi per andare dalla mia ragazza, poi però mi fermai e lo guardai. - Abbraccia tua sorella ogni tanto, ne ha bisogno. - Dissi semplicemente per poi incamminarmi nuovamente verso le scale senza dargli la possibilità di replicare.
Seduta sul primo gradino della rampa c’era stranamente Hope. Aveva i gomiti puntati sulle gambe e il volto posato sulle mani, con lo sguardo perso nel vuoto. Solo quando mi avvicinai si rese conto della mia presenza e, sorridendo, si alzò in piedi. Le diedi un leggero bacio a fior di labbra, prendendole le mani.
- Come mai ci hai messo tanto? - Chiese.
Le sorrisi. - Ho incontrato Luke. - Risposi tranquillo.
Sbarrò gli occhi. - Ti ha fatto del male? - Domandò terrorizzata.
Scossi la testa. - In realtà mi ha chiesto scusa. - Ammisi iniziando ad andare verso il cortile tenendola sempre per mano.
- Oh, per fortuna! È così stupido che avrebbe potuto farti qualsiasi cosa.
- Ti vuole bene.
- Certo, per questo ti ha picchiato! - Esclamò. - Se mi avesse davvero voluto bene non ti avrebbe nemmeno sfiorato.
Mi fermai immediatamente, facendo fermare anche lei, e le presi il volto tra le mani. Notare che i suoi occhi erano diventati lucidi fu per me una pugnalata al cuore. - Si è dato dell’idiota per non essersi accorto che alcuni ragazzi ti stanno intorno per arrivare a lui. Gli dispiaceva davvero molto, pensa di essere un fratello orribile. Lui non ti odia affatto, ti vuole davvero bene. - Affermai. Poi feci combaciare le nostre fronti. - Non voglio più vederti con le lacrime agli occhi, okay? Non voglio più vederti piangere o sofferente, soprattutto a causa mia. Voglio vederti sorridere, perché quando lo fai mi sento vivo. Voglio sentirti ridere, perché facendolo illumini il mio mondo. Ma soprattutto voglio te, voglio amarti. Tu sei la mia vita, il mio cuore, la mia speranza. Sei il mio tutto.
Sorrise debolmente. - Oh, Ethan, ti amo tanto anch’io. - Mormorò prima di baciarmi. Chiusi gli occhi, assaporando le sue morbide labbra e pensando a quanto fossi fortunato ad averla mia. Lei era mia. Mia e basta. Pensavo che nessuno me l’avrebbe mai portata via. Le nostre dita sembravano essere fatte a posta per essere intrecciate, il mio petto si incastrava alla perfezione con il suo gracile corpo quando la stringevo a me, le nostre labbra erano come due tasselli di un puzzle che unite completavano il nostro cuore. Ma forse tutto questo lo pensavo solo io. Il destino aveva ben altri piani per noi due. Forse non eravamo davvero destinati a stare insieme.




HEI!!!
Non mi odiate perchè il capitolo è breve e per come finisce, io vi voglio bene, davvero.
Cosa pensate intenda il nostro Ethan (ed io) per "Il destino aveva ben altri piani per noi due"?
Io non dico nulla, la mia bocca è cucita. :P
Ringrazio chi segue questa storia, vi adoro tutti quanti, dal primo all'ultimo.
Un grazie speciale oggi va a Ilaperla, che continua a sopportare tutte le mie insicurezze. :3 Ti voglio bene. <3
Io vado.
Alla prossima!
Un bacio 
Giulia xxx
  
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