30/08/2013
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DSM - Prologo
La strinsi tra le braccia, stampandole leggeri baci sulla fronte.
Non ero mai stato più innamorato di così. Avevo sempre saputo che in fondo Aster era quella giusta. Sin dal primo giorno. Lei era La lei che avevo sempre sognato.
“Penserai che sia pazzo.” Risi combattuto, sapendo che non appena avessi rivelato la verità, lei sarebbe sparita e il Dottor Clay avrebbe interrotto tutto per sempre.
“Io ho già la certezza che tu lo sia, Justin.” Rise anche lei, accarezzandomi una guancia. La fissai immobile, contemplando ogni minimo centimetro del suo viso. I suoi occhi vispi color tabacco, il nasino alla francese e le piccole e quasi invisibili lentiggini che le accarezzavano appena gli zigomi. Contemplai le sue labbra, che si aprirono in uno splendido sorriso. Aster capì che tutto quello mi turbava, ma non aggiunse altro. Aspettò che trovassi il coraggio di aprire bocca, donandomi qualche carezza in più.
“Non mi crederai mai Aster. È dura da spiegare.” Risposi, prima di stringerla un pochino più forte e poggiare il mento sulla sua spalla. Mi avrebbe ricordato una volta andato via? E io l’avrei ricordata?
“Non c’è nulla che non si possa affrontare insieme Justin. Io ho te e tu hai me, è perfetto così.” Si voltò per darmi un veloce bacio a fior di labbra per poi rigirarsi e fissare il prato. “Ora dimmi.”
Presi un respiro profondo, chiusi gli occhi e mi leccali le labbra.
“Io in realtà ho venticinque anni, Aster.” Per un primo momento rimase immobile. Quando cominciò ad assimilare la notizia, slacciò le mie braccia dal suo corpo e si mise a gambe incrociate di fronte a me. La sentivo già più distante.
“Perché mi hai mentito?” la sua espressione diceva fermezza, ma i suoi occhi la ingannavano, donandole una nube di delusione.
“Lasciami finire, ti prego. Io qui con te ho diciannove anni. Ma questa non è la mia vita. Sono bloccato qui. Mi sono voluto fermare qui, per te. Perché sei la ragione per cui sono felice. Tu mi rendi felice. E non riesco a tornare indietro, perché non voglio perderti Aster. Non posso permettermi di perdere l’amore della mia vita.” Lei non si mosse, sbatté un paio di volte le palpebre muovendo le folte ciglia lunghe e successivamente si scostò ancora qualche centimetro indietro. Sempre più distante.
“Non è possibile, questa è la vita reale. Mi stai prendendo per il culo. Io non credo di volerti.. non credo di volerti cred-” avvicinai una mano al suo viso, cingendole la guancia e passando delicatamente il pollice sulle sue labbra.
“Tu adesso ti dimenticherai di me, sparirò per sempre. Ci rivedremo solo fra sei anni, Aster. O forse mai più. Io tornerò nel mio anno. Ho infranto la regola e ho perso.” La guardai un’ultima volta, ormai con le lacrime pronte a solcarmi il viso disperate. Chiusi gli occhi e mi sentii mancare. Un giramento di testa mi avvolse per un breve tempo e mi ritrovai nello studio del Dottor Clay.
“Non hai mantenuto la promessa, Justin.”
Avevo rotto l’unica regola sacra, avevo rovinato tutto. Niente più terapia, niente più rimpianti cancellati, niente più ricordi. Niente più Aster.
Avevo perso l’unica cosa che mi rendeva felice.
E in quel momenti, mi ritrovavo solo e con un’oscura mente annebbiata.
Spazio autrice;
Avevo accennato nel ventunesimo capitolo di Burlesque che avrei pubblicato
una nuova storia e quindi eccomi qui.
Non mi sembra di aver letto una cosa simile qui o su altri siti, quindi mi sento abbastanza sicura di me e totalmente positiva nel porlarla avanti.
Ho preso ispirazione, diciamo, da uno dei miei telefilm preferiti ed è abbastanza confusionale e quindi spero di riuscire a gestire tutto e descrivere bene.
Fatemi sapere cosa ne pensate, in modo tale che possa capire se continuarla o meno.
Un bacio, Valentina. :)