Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Aki_Saiko    30/08/2013    3 recensioni
Dopo attente riflessioni, Homura capisce che per cambiare davvero le cose ci vuole una deviazione più drastica del corso degli eventi. Per esempio, Mami potrebbe non fare più una certa fine. Ma come realizzare il progetto?
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[Lievi(?) contenuti di violenza perchè, oh, le battaglie magiche andranno pur descritte] [Rating giallo, alzabile] [Accenni ad una coppia purtroppo non presente nella lista]
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyubey, Mami Tomoe | Coppie: Homura/Madoka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Lista completa dei personaggi: Hitomi Shizuki, Homura Akemi, Kyoko Sakura, Kyosuke Kamijo, Kyubey, Madoka Kaname, Mami Tomoe, Sayaka Miki
Rating: giallo, ma a causa dei combattimenti et similia potrebbe alzarsi
Avvertimenti vari: What if?, possibili OOC, violenza (ma non da contenuti forti), piccole dosi di black humor




1. Del momento in cui Homura mette da parte l'orgoglio per il bene di Madoka



Perché? Perché, nonostante tutti i tentativi che aveva fatto, nonostante tutte le volte che era tornata indietro nel tempo, Homura non era ancora riuscita nel suo intento? Dove sbagliava?
Da un po’ di tempo, queste domande continuavano ad assillare la Puella Magi nera - più del solito almeno- che non si capacitava di come, nonostante tutti i suoi sforzi, ci fosse sempre qualcosa che andava per il verso sbagliato.
Così, tentativo dopo tentativo, aveva notato che in un modo o nell’altro ogni volta finiva per affrontare Walpurgis da sola, e si era chiesta se non fosse proprio questo il nocciolo della questione: certo, impedire a Madoka di contrattare era stata una modifica azzeccata da apportare alla tiritera, ma ormai era giunta alla conclusione che lei sola non bastava per sconfiggere la Strega più potente di tutte. Certo, nei primi tentativi era presente anche Mami, ma purtroppo la sua inesperienza e quella di Madoka compensavano negativamente il grande potere della paladina gialla; e da quando quest’ultima –chissà perché, poi- aveva iniziato a morire ogni volta tra le fauci di Charlotte, in un modo o nell’altro sul campo rimanevano solo lei e Madoka, almeno fino a che questa le aveva chiesto espressamente di impedirle di contrattare... e ora che ci pensava, era da quella volta che la testa di Mami aveva preso il brutto vizio di finire nella bocca della strega.
“Forse è lì che sbaglio” si era detta “non posso permettere che Madoka stringa il patto con Kyubey... ma forse posso impedire a Mami di morire.”
  Certo, ma come?
Ogni volta che aveva provato ad avvisare le altre maghe sul loro possibile futuro era stata derisa o, nel peggiore dei casi, etichettata come “traditrice”.
Anche se, riflettendo, il motivo per cui nessuna di loro le aveva creduto... era che non aveva mai mostrato tutte le sue carte. E certo,chi avrebbe mai dato retta ad una novellina dall’aura misteriosa che profetizza le morti altrui senza svelare alcunché di sé stessa? Se voleva ottenere la fiducia di qualcuno, forse, avrebbe dovuto esporsi un minimo rivelando fino in fondo di cosa era capace, come nella prima timeline.
Il pensiero non la faceva felice, ovviamente, un azzardo di troppo e il tutto sarebbe finito in polvere. Kabooom!, e addio piano geniale.
Eppure, che altra scelta aveva? Odiava scoprirsi del tutto, non era più quel tipo di ragazza, ma se questo l’avrebbe finalmente portata a salvare la vita di Madoka, allora... si poteva tentare. E se la nuova impostazione avesse fallito, come ogni altro suo tentativo, sarebbe tornata indietro ancora e ancora, e ci avrebbe provato di nuovo.
Pensandoci a mente fredda, non era un’idea così cattiva, ma... esporsi nuovamente alle altre Puellae la metteva in soggezione, la angosciava. Da quando Madoka le aveva fatto quella richiesta, si era sempre tenuta per sé la maggior parte delle informazioni, onde evitare situazioni spiacevoli. Ma ormai era chiaro che quel sistema non funzionava più, doveva rassegnarsi ed avventurarsi su di un’altra strada, anche se questo avrebbe potuto comportare sviluppi imprevisti. Non c’era altro modo.
  Un dettaglio.
Sarebbe bastato modificare un dettaglio di tutto quel gran pasticcio e le cose avrebbero potuto cambiare –Mami avrebbe potuto rimanere in vita, tanto per cominciare.
Ma come convincerla? I rapporti tra di loro, da un certo numero di tentativi in poi, non erano più stati dei migliori, qualsiasi cosa lei dicesse finiva sempre per essere intesa dall’altra nel modo sbagliato – e d’altronde Homura non aveva mai palesato le proprie intenzioni- ed una volta erano perfino giunte alle mani, anzi, alle armi.
Doveva parlare con calma a Mami e convincerla a non affrontare Charlotte da sola, ma per farlo, avrebbe dovuto trovarla senza le due Kohai appresso. Madoka, conoscendola, pensava sicuramente a lei come ad una potenziale amica, mentre era abbastanza sicura che Sayaka la detestasse per il suo modo di porsi
  L’occasione le si presentò in una notte umida e nebbiosa, quando, incredibilmente, la Puella giallo-arancio era in ricognizione da sola.
Prese un bel respiro e scelse attentamente le parole da usare: non poteva permettere che Mami fraintendesse le sue intenzioni, era già successo troppe volte, e di sicuro i loro precedenti incontri degli ultimi giorni non giovavano alla causa.
  Un passo, due, tre e...
«Che ci fai qui, Akemi?»
  “Tsk, nemmeno l’onorifico, deve essere proprio scazzata.”
«Volevo... volevo fare due chiacchiere»
  “Calma e concentrazione.”
Mami, pensò Homura, aveva la faccia di una che preferirebbe affrontare la Notte di Walpurgis da sola e disarmata, piuttosto che fare un’allegra chiacchierata con lei.
Inghiottì un groppo di saliva. Doveva fare attenzione.
«Ah si? Pensavo fossi troppo impegnata ad impedire la creazione di nuove maghe per perdere tempo con questo genere di cose» rispose l’altra ragazza, tranquilla come al solito, ma spaventosamente glaciale.
«Non posso permettere che Kaname Madoka stringa un contratto con Kyubey, nella maniera più assoluta. E stanotte, mio malgrado, sono qui per spiegarti il motivo»
Un sopracciglio inarcato fu tutto ciò che ottenne da Mami. Era un inizio, di solito a questo punto della conversazione –seppur con battute diverse- arrivavano a guardarsi in cagnesco.
Visto che l’altra taceva, ritenne saggio proseguire: «In effetti, ci sono un po’ di cose di cui vorrei parlarti, Tomoe. Ho solo paura della tua reazione perché, in passato, quando svelavo queste informazioni il più delle volte venivo presa per pazza o per sobillatrice. Devi promettermi che almeno cercherai di credermi, e che non proverai ad ammazzarmi prima che io abbia finito di spiegare»
Prese fiato e attese. Mai parlato così tanto in vita sua.
Mami era palesemente curiosa, si vedeva, pur restando diffidente. In fondo, per come Homura si era presentata pochi giorni fa, ne aveva tutte le regioni di questo mondo.
«Non so di preciso dove tu voglia arrivare o cosa vuoi ottenere, ma ok, parla. Ti ascolto»
La ragazza dai lunghi capelli neri fece un bel respiro, lungo e profondo. Riordinò le idee ed incominciò il suo racconto.
Iniziò da sé stessa, dalla sua malattia, dall’arrivo a scuola e dal fortunato, miracoloso salvataggio da parte del duo Tomoe-Kaname. Proseguì con la narrazione fino ad arrivare a Walpurgis, al suo contratto, ai viaggi nel tempo. A come ogni volta la trama si facesse sempre più intricata aggiungendo nuove varianti, nuovi dettagli e scoperte sempre più raccapriccianti sul loro ruolo di paladine.
Concluse il discorso dicendo che questa volta, voleva provare ad intervenire più profondamente nel corso degli eventi, e le parlò della sua ipotesi secondo la quale era l’arrivare da sola contro la Notte di Walpurgis il problema. Era quello che, da due o tre tentativi a quella parte, spingeva Madoka a contrattare.
Infine, tacque, aspettando una qualsiasi reazione della compagna, anche la più brutale.
Questa, semplicemente, rimase in silenzio, con una faccia shockata a dir poco. Le tremavano le mani e ogni tanto si vedeva un brivido percorrerle il corpo.
“E ci credo” pensò Homura “chi non sarebbe spaventato nel sentire la nuova studentessa appena trasferita descrivere nel dettaglio la propria –atroce- morte?”
Passarono i secondi, i minuti, e ad un certo punto Homura pensò che il loro silenzio fosse durato un’ora intera. E chissà, magari era anche così.
«Mi stai prendendo in giro»
Homura non capì se quella fosse una domanda o un'affermazione, perchè dal tono sembrava un misto di entrambe.
«Non ne avrei motivo» rispose semplicemente.
Calò nuovamente il silenzio. L'espressione della sua interlocutrice cambiava sempre più man mano che rifletteva su quelle parole. Finchè una realizzazione la colse: effettivamente, per quale assurdo motivo Homura avrebbe dovuto mentirle? A che pro raccontarle tutta quella storia -esporsi fino a quel punto- se non per trarne vantaggio entrambe?
Il terrore si dipinse sul suo volto.
«Io...Io...faccio davvero fatica, Akemi-san... è assurdo...» Mami pronunciò in un sussurro appena udibile queste parole.
Un’altra pausa interminabile.
«Però... tu mi credi, giusto?»
Il suo viso si rabbuiò: «Inutile mentire e dire che non ho nulla contro di te, Akemi-san, perché il tuo atteggiamento non è stato esattamente amorevole, però... fosse anche la mia più cara amica a dirmi queste cose, farei davvero fatica a crederle... voglio dire: mi hai appena detto che domani o dopo finirò sbranata da una strega!» e doveva essere davvero in panico, considerato il tono della voce, che si era alzato di molto.
  Homura strinse i denti: doveva insistere. Era la sua occasione per cambiare davvero l’andamento della storia, e non l’avrebbe sprecata.
«Cosa posso fare per dimostrarti che non sto mentendo, Tomoe? Chiedimi... qualsiasi cosa»
E doveva avere veramente un’espressione piuttosto disperata, perché l’altra ribatté: «Innanzitutto, chiamami Mami. Solo i professori usano il cognome» e un sorriso –un po’ tirato, vero, ma pur sempre un sorriso- iniziò a farsi largo sul suo viso «poi... vediamo, potrei chiederti di darmi una dimostrazione pratica del tuo potere, Akemi-san, ma anche così penso che faticherei a crederti. Tuttavia... non so, potrebbe essere un inizio»
Homura riprese a sperare, almeno un pochino.
«Dove vuoi che ti porti?» chiese.
«Personalmente, avrei bisogno delle uova: a casa sono finite, ma tra le streghe ed il resto non ho avuto tempo di fare nulla... però Kaname-san e Miki-san avevano apprezzato così tanto la mia torta l’altro giorno che mi dispiacerebbe davvero lasciarle deluse»
Tipico di Mami, pensare ai dolci da sfornare anche in una situazione critica. Una volta, sempre che non abbia iniziato ad immaginarsi le cose –il che non l’avrebbe sorpresa più di tanto, per come stava evolvendo la situazione- Madoka le aveva raccontato che prima di morire, Mami le aveva proposto di diventare maga in cambio di una torta. In più, stava parlando della caccia alle streghe come un contrattempo della vita quotidiana assolutamente normale, come se semplicemente avesse dovuto sbrigare un commissione come un’altra. Pazzesco.
«Che ore sono adesso?»
«Mezzanotte e dieci... è importante?»
«Per te, sì. Afferra la mia mano, si va a fare spese» detto ciò, fece apparire la Soul Gem e, in un batter d’occhio, la divisa scolastica era stata sostituita dal suo completo da battaglia.
L’altra fece quanto le era stato detto, si aggrappò alla mano di Homura e questa, con il semplice pensiero, arrestò lo scorrere del tempo.
«Non lasciarla per nessun motivo al mondo, o il tempo si fermerà anche per te» la ammonì.
Insieme, si incamminarono lungo le vie di Mitakihara, in attesa di giungere al conbini più vicino. Tutto intorno a loro era grigio e immobile, nel senso letterale della parola: l’acqua che usciva dalle fontane rimaneva sospesa a mezz’aria, le macchine ferme in mezzo agli incroci, un aereo in cielo bloccato fra le nuvole nella fase di decollo.
Quasi sorrise, Homura, nel notare l’espressione sorpresa e sbalordita di Mami.
Alla fine, arrivarono a destinazione: entrarono nel piccolo supermercato aperto ventiquattro ore su ventiquattro, la bionda prese due pacchi da sei di uova dallo scaffale e, prima di uscire, depositò i soldi sul bancone del negozio, educata e rispettosa come sempre.
Poi, con tutta calma, tornarono nel punto del loro incontro.
Homura fece sì che il tempo riprendesse a scorrere e lasciò andare la mano di Mami.
«Che ore sono adesso?»
«Mezzanotte» sussurrò, incredula «Mezzanotte e dieci minuti esatti»
Come per esserne sicura, tirò fuori dalla borsa anche il cellulare, sul cui display apparvero chiaramente le quattro cifre: 00.10.
La ragazza dai capelli biondi sospirò e chiuse gli occhi. L’altra, nel frattempo, rimase in attesa. Di nuovo.
Qualche minuto dopo, Mami riaprì gli occhi, per poi puntarli i quelli scuri di Homura: «Va bene. Va bene, ti credo, Akemi-san. Sembra impossibile, ma tu mi hai appena dimostrato che sai effettivamente controllare il tempo... da ciò, non mi resta che fidarmi e credere che tutto il resto della storia sia vera» e stavolta, sorrise per davvero, il solito, grande, sincero e dolce sorriso alla Mami.
Homura tirò il fiato che non si era neanche accorta di aver trattenuto e guardò la compagna con gratitudine: «Grazie...Mami-san»
La ragazza, però, tornò immediatamente seria: «Ti ho dato la mia fiducia, Akemi-san, spero che questo gesto non vada sprecato»
«Puoi stare tranquilla. Ho solo... una richiesta. Se Madoka dovesse mostrarsi intenzionata a stipulare il contratto, mi aiuterai ad impedirglielo a qualsiasi costo. Non posso assolutamente permettere che metta in gioco la sua vita... io... l’ho vista morire troppe volte» e si azzittì all’improvviso, incredula lei stessa di aver appena proferito queste parole.
Mami la guardò a lungo, forse indecisa sul da farsi, forse intenzionata a capire fin dove potesse spingersi Akemi Homura per il bene di Madoka Kaname. Alla fine, semplicemente, annuì: «Se per te è così importante da giocarti la tua, di vita, allora d’accordo: ti aiuterò ad impedire che Kaname-san stringa il patto con Kyubey»
Voleva quasi abbracciarla, Homura, ma si trattenne. Invece, sorrise e con un profondo inchino disse solamente: «Grazie»
Pensava fosse meglio non scendere nei particolari sul perché, effettivamente, avrebbe preferito che ognuna di loro avesse evitato anche solo di incontrare Kyubey: la Soul Gem, il corpo vuoto, gli zombie, la nascita delle streghe e gli Incubator... tutto questo poteva aspettare. Anche perché Mami aveva avuto già abbastanza emozioni per quella sera, e non era sicura che avrebbe retto allo shock di scoprire cosa, nei fatti, faceva loro l’esserino bianco al momento della stipula del contratto. E sapeva per esperienza che era meglio non scherzare con le emozioni delle Puellae Magi.
«Dunque» esordì la bionda dopo qualche minuto «se vogliamo evitare... insomma...che la mia testa ed il mio corpo finiscano tra le fauci di... Charlotte» e la voce le tremava non poco mentre pronunciava il nome della strega «abbiamo bisogno di un piano. E parecchio buono, anche. Che ne dici, Akemi-san, ti va un tè con un po’ di biscotti?»
Quanto tempo era che non entrava nello scombinato ed allegro appartamento della compagna? Praticamente una vita.
«Volentieri, Tomoe-san. Grazie»
«Pensavo di averti detto che “Mami” andava più che bene» rispose l’altra, ridendo.
Homura semplicemente guardò altrove, iniziando ad incamminarsi: doveva ancora farci l’abitudine, a tutta quella gentilezza.








ANGOLO AUTRICE (era da un po' che non lo mettevo a fondo pagina lol)
SONO TORNATA. Sì, ha un che di minaccioso in effetti. E non so se sia un bene o un male, vista la storia che ho in mente. Btw, tutta la baracca qui è stata fondamentalmente allestita al fine di dare un degno background ad una cosuccia che ho in mente per la mia OTP nel fandom MadoMagico -e no, non vi dirò qual è, surprise! Le intenzioni iniziali erano di scrivere la cosuccia come epilogo della storia, ma effettivamente sarebbe stato fuori luogo, quindi aspettate e sperate che prima o poi salterà fuori come shot a sè stante c:
L'ispirazione per questa storia m'è venuta, appunto, pensando al background della cosuccia, perchè ogni particolare che inserivo aveva qualcosa che non quadrava con tutto il resto... così domanda ha generato domanda e la catena di eventi ha portato alla creazione di codesta long, che forse non sarà proprio molto long ma vabbè(?)

Spero vi sia piaciuto leggere questo primo capitolo, spero che non sia risultato noioso (mi serviva per introdurre tutto il resto, credetemi) e spero che vi abbia fatto venir voglia di proseguire nella lettura della storia. Ovviamente le recensioni sono ben accette, visto che questa è la prima vera long che scrivo, mi piacerebbe sapere che ne pensate c:
Chiudo qui, che tra un po' sto coso diventa più lungo del capitolo.

Alla prossima! (si spera)
Aki_Saiko
  
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