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Autore: musa07    30/08/2013    6 recensioni
"- Ricordami un po’, com’è che siamo arrivati a ritrovarci a questo punto? – chiese ridendo mentre appoggiava nuovamente le labbra sulla sigaretta in maniera delicata, quasi fosse stato un bacio da sfiorare e assaporare proprio come lo erano state le labbra dell’altro in quella notte di scoperte. Il ragazzo al suo fianco si lasciò scappare una piccola risata a quella domanda che sarebbe potuta apparire sfrontata alle orecchie di chiunque.
- Ad essere sinceri mi meraviglio che non sia successo prima. – fu la sua risposta schietta e disarmante..."
Volutamente non ho messo i nomi dei personaggi perché li scoprirete solo alla fine attraverso la descrizione di piccoli dettagli, ma non temete che li conoscete. Oh, eccome se li conoscete^^ E ricordate che le cose non sempre sono come appaiono.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“C’è sempre un tributo da versare al proprio lato oscuro”
 
 

- Ti dispiace se mi fumo una sigaretta? – spezzò il silenzio uno dei due ragazzi quando il suo respiro si era finalmente calmato.
- No. – fu la risposta sussurrata dell’altro scuotendo la testa e curvando le labbra in un leggero sorriso.  – Non serve che ti alzi, fuma pure a letto. Goditela. – gli disse l’attimo immediatamente successivo piegando la testa di lato e allargando ancora di più il sorriso complice quando lo vide alzarsi dopo aver recuperato il pacchetto dalla tasca posteriore dei pantaloni abbandonati a terra, anticipando anche in quel caso – come aveva fatto fino a poco prima – ogni desiderio di quello che era stato il suo partner per la prima volta in quella sera.
- Grazie … - bisbigliò il diretto interessato sinceramente divertito con un sorriso di complicità che stava a sottintendere molte cose mentre si portava la sigaretta alle labbra e l’accendeva socchiudendo gli occhi dopo aver preso nuovamente posto disteso al suo fianco.
 – Questo momento non ha prezzo. – mormorò trasognato dopo aver inspirato il primo tiro e ora guardava il fumo innalzarsi verso il soffitto di quell’anonima stanza d’albergo mentre portava una mano dietro la nuca a sorreggere la testa e si sgranchiva la schiena. Senza rendersene conto, in un gesto inconscio, iniziò ad accarezzarsi con lievi tocchi l’addome che portava ancora le tracce dei loro ripetuti amplessi di quella notte.
- Ricordami un po’, com’è che siamo arrivati a ritrovarci a questo punto? – chiese ridendo mentre appoggiava nuovamente le labbra sulla sigaretta in maniera delicata, quasi fosse stato un bacio da sfiorare e assaporare proprio come lo erano state le labbra dell’altro in quella notte di scoperte. Il ragazzo al suo fianco si lasciò scappare una piccola risata a quella domanda che sarebbe potuta apparire sfrontata alle orecchie di chiunque perché quel “a questo punto” alludeva chiaramente al fatto che in quelle ore si erano ripetutamente posseduti senza darsi un attimo di tregua. Se la domanda non gli apparve sfrontata, molto semplicemente era dettato dal fatto che lo conosceva perfettamente bene da tanti anni e sapeva che una delle sue caratteristiche peculiari era l’ironia. Cosa del resto, che apparteneva anche al suo carattere.
- Ad essere sinceri mi meraviglio che non sia successo prima. – fu la sua risposta schietta e disarmante mentre gli prendeva il polso attirandolo verso di sé fino ad appoggiare a sua volta la bocca sulla sigaretta sfiorandogli con le labbra, in maniera del tutto inconscia, anche i polpastrelli delle dita che stringevano l’oggetto incriminato. Aspirò lentamente soffermando l’attenzione dei suoi occhi marroni sulle braci arroventate per poi riappoggiare la testa sul cuscino e guardare come il fumo creasse dei disegni arzigogolati nell’aria dopo essergli uscito dalle labbra socchiuse. Inutile dire che l’altro restò a dir poco stregato da tale immagine mentre riportava nuovamente la sigaretta alla bocca sentendo ancora sulla superficie liscia del filtro il calore del ragazzo steso al suo fianco.
- Non mi hai lasciato un attimo di respiro. Non avevi fine. – ricordò divertito ma al contempo ammirato con uno dei suoi soliti sorrisi. Non era facile tenergli testa. Pensò mentre gli ripassava la sigaretta.
- Neanche tu. – replicò l’altro ridacchiando mettendosi disteso pancia sotto e usando ancora una volta le dita del compagno come appoggio mentre posava le labbra per inspirare un tiro un po’ più lungo per poi mollare la presa sentendo come la mano libera dell’altro si fosse intrufolata tra i suoi capelli e avesse iniziato a giocherellare con una ciocca. Cosa che gli fece trattenere il fiato per un attimo perché molte volte l’altro aveva compiuto quello stesso identico gesto poco prima, per liberargli il viso dai soliti ciuffi ribelli e potersi guardare negli occhi negli istanti di massimo piacere. E anche questa volta, il ragazzo al suo fianco stava usando una dolcezza e una delicatezza che gli appartenevano di natura. Sorrise teneramente a vedere come gli occhi di quest’ultimo seguissero rapiti le ondulazioni di quelle striature dorate mentre faceva scorrere tra i suoi fili aurei le dita lunghe e affusolate che lui solitamente vedeva impegnate con altrettanta grazia nell’uso della sua fedele katana.
- Dio, sono biondissimi … Sembrano quasi fili di grano. – bisbigliò affascinato lasciando cadere le ultime ciocche le cui punte si andarono a posare delicatamente sulle fiamme azzurre del tatuaggio sul collo del biondo. Quest’ultimo lo vide spegnere la sigaretta sul posacenere posto sulla testiera del letto e poi accomodarsi di nuovo sul fianco, mettendosi di fronte mentre si sorridevano con gli occhi e lui diede voce al suo desiderio di accarezzare con lievi tocchi il volto pressoché perfetto dell’altro facendo scivolare la punta delle dita su tanta perfezione fino a scivolare giù e soffermarsi quell’istante di più sulla piccola cicatrice sul mento seguendola in tutto il suo contorno. Soffermandosi a pensare come quel particolare, se possibile, rendesse ancora più bello il viso del moretto.
- Pensavo … - iniziò a parlare con un luccichio negli occhi nel momento in cui aveva sostituito le dita con le labbra sul volto dell’altro depositandogli una scia di piccoli baci e avvicinandosi ulteriormente a lui con il suo corpo scandalosamente sensuale. - … visto che abbiamo fatto passare così tanto tempo per arrivare a questo, direi che potremmo cercar di recuperar il tempo perduto. – concluse divertito iniziando a mordicchiargli scherzosamente il labbro inferiore e nel tono usato non c’era traccia di volgarità alcuna, non era nel suo stile e non ne aveva bisogno.
- Direi che è proprio una splendida idea. – replicò l’altro sornione non facendosi cogliere impreparato mentre gli passava un braccio intorno al fianco per attirarlo a sé sentendo come una mano del biondo si posasse sul suo petto per farlo distendere supino prima di avventarsi l’uno sulle labbra dell’altro …
 
 
 
Due occhi color del ghiaccio si spalancarono di colpo nell’oscurità della notte. Il loro proprietario si era risvegliato madido di sudore, con il fiato corto e ansante ma questo non gli aveva impedito di mettersi seduto sul letto di colpo.
Hibari Kyoya si passò una mano tra i capelli neri come a voler scacciare l’ultima visione così maledettamente nitida di quel sogno. O meglio: di quell’incubo. Ci mise quell’attimo in più, rispetto al suo solito, per riprendere pieno possesso della sua fredda lucidità. Era normale, d’altra parte quell’incubo era andato a toccargli l’unica cosa al mondo che aveva cara.
Voltò la testa di lato, a guardare quell’unica cosa cara al mondo che giaceva profondamente addormentata al suo fianco. Placido e tranquillo come al solito.
- Ma che diavolo? – imprecò. “ Che razza di sogno ho fatto? Perché diamine mi son andato a sognare di ‘sto idiota dalla paralisi facciale a letto insieme con quell’altro idiota dalla paralisi facciale?!” si chiese indispettito con ancora una parte intontita dal sonno prima di distendersi nuovamente. Tuttavia, una volta disteso il sonno e la tranquillità tardarono comunque ad arrivare. Si posò una mano sul petto a cercare di tranquillizzarsi con il battere ritmico del cuore, anche se sapeva benissimo che era solo il battito cardiaco calmo e regolare del suo compagno l’unico che avesse il potere di calmarlo e rasserenarlo.
Lottando contro la sua naturale ritrosia, scivolò tra le lenzuola fino a raggiungere il corpo dell’altro che stava dormendo su un fianco, dandogli le spalle. Kyoya appoggiò la fronte sulla schiena del suo compagno circondandogli il corpo con le braccia e quasi questi, da dentro il sogno, avesse sentito la sua muta richiesta d’aiuto, circondò a sua volta con le proprie braccia quelle dell’ex disciplinare.  
Solo allora, Hibari Kyoya poté finalmente abbandonarsi ad un sonno tranquillo.
 
 
FINE
 
 
 
Lo sapevo che alla fine avrei ceduto. Il lato oscuro del titolo è un chiaro segnale infatti.
Ok, e ora: lapidatemi pure, me lo merito lo so^^.
Vi dico solo che la parte di Hibari che si sveglia dall’incubo e che quindi indica che si è trattato solo di un suo sogno, non era neanche contemplata all’inizio^^ ma poi ho pensato che mi avreste odiato troppo.
Finale aperto comunque, perché: chi ha Kyoya nel letto tra i due quando si risveglia? Se notate, anche in quella parte, io non faccio né nomi né cognomi. Hi hi hi come sono maligna.
 
P.S.  La sigaretta iniziale vi aveva traviato vero, in merito all’identificazione dei personaggi^^?
Sì, lo so che fumare fa male bla bla bla ma immaginarmi ‘sti due che si passavano la sigaretta distesi a letto, beh: ci sono cose che non si possono comprare!
 
   
 
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