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Autore: Grotesque    31/08/2013    2 recensioni
|MomoixRiko|Incentrata su Momoi
Quarta flash della serie "May I".
Come i girasoli, che osservano il Re dei Cieli a sua insaputa, quando questi non desidera altro che la Luna.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Riko Aida, Satsuki Momoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.May I be your shield?

 

L'idea di dover vestire panni che non desiderava l'aveva sempre limitata.
In televisione, nei poster alla stazione, ovunque.
Vedeva delle figure slanciate, vestire abiti eleganti e succinti, esaltare i propri lineamenti con sottili linee di trucco.
Vedeva delle ragazze indossare gonne dai colori sgargianti, con gli occhi grandi, vispi e, in qualche modo, attraenti.
Le ciglia lunghe che esaltavano gli occhi scuri di quelle bellezze quasi irreali e perfette, le linee morbide, le gambe lunghe.

Le aveva sempre trovate stupende; delle principesse moderne.
Tutti le amavano, le osservavano da lontano, ammaliati dal loro modo di essere.

Lei aveva sempre trovato che i loro sguardi fossero magnetici.
Eppure, per quanto ne ammirasse ogni più piccola meraviglia, dai nasi all'insù alle semplici movenze, non sentiva di appartenere a quel mondo.
Pensare di dover portare gli stessi abiti, la infastidiva; quand'era piccola, pensare di dover essere una principessa non le piaceva.

Nelle fiabe è il ruolo più passivo che si possa avere.
L'unico compito della principessa è di splendere.
Ammaliare, essere fragile e delicata, tanto da dover essere salvata da un coraggioso cavaliere.
O da necessitare per forza l'aiuto di una fata, un tocco di magia, per riuscire a fare qualcosa.
Si può essere più inutili?
Eppure, più il suo corpo cresceva -per colpa del corso continuo e inevitabile del tempo- più si rendeva conto che lei vestiva lo stesso abito perlato e impreziosito di tutte le altre; lo stesso corpetto che la portava a crescere come la società la aveva indirizzata. Bella, femminile, desiderabile. Si sentiva intrappolata in una camicia di forza, senza possibilità di lottare, finché, dinanzi all'evidenza, non si arrese all'idea di dover essere ciò che tutti si aspettavano da lei. Bella, intelligente, fragile. Una principessa.
Avrebbe rispettato ogni regola, ogni norma che la identificava come tale.
E, quando arrivò a una certa età, e le fecero la fatidica domanda -Ce l'hai un fidanzatino?- si rese anche conto che il mondo si aspettava anche che lei avesse accanto a sé un principe da cui dipendere, come è giusto per ogni principessa che si voglia chiamare così. Nonostante fosse ancora un fiore solo in procinto di sbocciare -le curve erano ancora poco pronunciate, le labbra erano ancora sottili e tendenti ad imbronciarsi- aveva già una notevole schiera di ammiratori. Eppure, fra tutti gli occhi dei compagni che le si posavano addosso, nessuno era riuscito a distinguersi, ad attirare la sua intenzione, come farebbe un vero, grande, forte cavaliere.Dopo una lunga riflessione, decise che si sarebbe innamorata di Tetsu-kun, l'unico che le aveva donato un vero e proprio pegno d'amore. Dunque, sarebbe stato lui il suo Principe Azzurro.

Le sembrava di aver fatto tutto come avrebbe dovuto.
Aveva curato ogni dettaglio.Le labbra morbide, i capelli fluenti e brillanti, gli occhi curiosi e le ciglia lunghe e nere, che facevano ombra alle sue iridi rosee e appariscenti.
Era diventata bella, proprio come le fiabe volevano. 
Si era trovata un cavaliere, proprio come tutti desideravano. Ma, su quel grande palcoscenico che ospitava l'eterno teatrino della sua esistenza, all'improvviso apparve una figura molesta, indesiderata. Un personaggio che avrebbe cambiato completamente il corso della storia.
All'improvviso, era arrivata lei.
Lei, con i suoi capelli corti, castani e spettinati.
Lei, che di curva non ne aveva alcuna.
Lei, con i suoi grandi occhi, che le facevano venire i brividi, come se quelle due castagne portassero con loro
una lieve e dolce brezza autunnale, che la cullava in un tepore fino a quel momento estraneo e sconosciuto.
Era diversa dalle figure che lei aveva sempre visto come belle.
Aveva le labbra sgretolate e poco curate, non mirava a evidenziare quel che aveva con abiti succinti.
Eppure, in quella sua semplicità, con tutti quei piccoli difetti, sembrava la donna più bella su cui i suoi occhi si fossero posati. Era scontrosa, eppure, quando rispondeva alle sue battute fin troppo invadenti, anche se aveva uno sguardo assassino, le sue gote tonde la tradivano, arrossendo. Imbarazzandosi il suo fascino angelico, innocente e inconsapevole si esaltava ancora di più. In quei momenti in Momoi nascevano desideri destinati a non realizzarsi; e, ogni tanto, cullata da pensieri proibiti, arrossiva anche lei, trasportata fin troppo dalle sue fantasie di carezze, baci timidi e forse un po' goffi. Eppure non avrebbe potuto chiedere altro.

Dopo un primo periodo euforico nato dal rendersi conto di essersi imbattuta nel suo primo amore, la felicità apparve evanescente e momentanea, in confronto all'oscura consapevolezza che, per quanto lei avesse curato ogni dettaglio del suo aspetto fisico, non avrebbe mai potuto competere per il cuore di chi amava.

Lei era così vicina, loro erano così simili, eppure era lontana, troppo, rispetto a quanto avrebbe voluto lei.

Riko Aida aveva già il suo Principe Azzurro al suo fianco; e lei, con le sue dolci e abbondanti curve, non avrebbe mai potuto sperare di superare le sue braccia possenti e il suo fisico imponente, la sua amicizia fin troppo profonda con la castana. Ma, nonostante tutto, quel giorno, realizzò. Mentre scrutava i lineamenti dolci del viso dell'altra, assopita in un sonno leggero e non duraturo, illuminati dalle luci intense del tramonto sul treno, un pensiero la fulminò. Non importava che lei avesse già un Principe. Lei si sarebbe limitata a starle accanto, a restarle vicina.
Non poteva cambiare il fatto di essere una principessa.
Ma poteva dimostrare che anche le principesse possono indossare lucenti armature argentate, per difendere ciò che amano.
Sarebbe stata il suo scudo, dalle sofferenze, dal dolore.
Avrebbe potuto perdere qualsiasi cosa, ma lei ci sarebbe sempre stata.
E si sarebbe limitata ad ammirarla e proteggerla.
In silenzio, senza dare troppo nell'occhio.
Come i girasoli, che osservano il Re dei Cieli a sua insaputa, quando questi non desidera altro che la Luna.




Note;

E siamo arrivati alla quarta flshfic! Questo progettino mi piace proprio.
Chissà per quanto lo porterò avanti? Su ragazzi, ammettetelo che volete un happy ending!
Comunque. Come sempre ringrazio Appuru che mi segue. Davvero, grazie! Le tue
recensioni mi danno una soddisfazione immensa.
La versione originale di questa fic era una shot di più di 1000 parole.
Ma copiarla. Dal mio notebook. NO.
Tra l'altro, penso che così sia molto più dinamica e piacevole da leggere.
Beh, che altro dire?
Alla prossima!
-Grot

  
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