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Autore: my spring    31/08/2013    1 recensioni
Chiudo gli occhi e cammino.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camminavo sulla strada vuota e calda, 
da lontano si potevano sentire i pianti di un bambino che non se ne voleva andare dal parco-giochi, più lontano si sentiva arrivare un veloce motorino, corro sul marciapiede e continuo a camminare,
osservo tutto ciò che mi circonda, 
nel piccolo paesino in cui vivo sembra che il tempo si sia fermato, 
negozi chiusi, palazzi vuoti...
Ogni giorno esco e cammino per le vie del paese, 
porto con me un libro e l'mp3, 
un gattino grigio e bianco mi passa accanto miagolando,
sembra quasi me, 
solo, in cerca d'aiuto, ma tutti fanno finta di non vederlo;
lo prendo e gli do un biscotto che nascondevo nella tasca dei miei pantaloncini, il gattino un po' spaventato, annusa il biscotto e dopo qualche miagolio lo mangia, 
lo poggio sul marciapiede e quello se ne scappa. 
Silenzio, e ancora silenzio. 
Riesco quasi a sentire le palpitazioni del mio fragile cuore,
riesco ad ascoltare le grida della mia anima persa, che grida per amore. 
Mi sono trasferita da qualche anno in questo paesino, 
prima abitavo in città, in un grande palazzo marrone,
abitavo al sesto piano e da lontano riuscivo a vedere la stazione,
mi piaceva restare seduta sulle mattonelle del balcone e fissare il cielo, le macchine che passavano e i treni che suonavano da lontano. 
Se mi chiedessero di ritornarci io ci ritornerei;
lì, un tempo, al quinto piano, ci abitava pure lui, Francesco, con la sua famiglia, poi anche lui si è trasferito, ma andiamo spesso a trovarlo. 
Mi ricordo i pomeriggi d'estate trascorsi a casa sua, davanti la playstation o la tv, alcune volte andavo nella cucina,
dove c'erano le nostre mamme che parlavano,
e io mi sdraiavo sul pavimento, sotto il tavolo,
amavo far arrabbiare mia mamma, 
e forse amo farlo tutt'ora;
poi perse le speranze, 
ogni volta che andavo a casa di Francesco mi divertivo molto,
lui suonava sempre e io l'ascoltavo con gioia, 
quando ero a casa mia e lo sentivo suonare, 
poggiavo l'orecchio sul pavimento e ascoltavo per ore le sue gioiose melodie. 
Nel palazzo in cui abito ora, non c'è nessuno, 
solo anziani e giovani sposi,
poi, all'altra scala del palazzo ci abitano tre bambini di 2 anni, 
con uno di loro ci ho quasi fatto amicizia,
amo i bambini, 
loro sono capaci di amare, 
non conosco l'odio, ma solo l'amore. 
Con questo bambino mi diverto molto, 
lo faccio ridere sempre e quando ride lui rido io.
Il paesino in cui abito è molto piccolo e vuoto, 
ma ogni volta che posso, 
esco fuori per fare due passi,
in questo modo mi sento più libera,
perché odio stare chiusa in casa, l'ho sempre odiato e continuerò ad odiarlo,
io amo la libertà, la natura, ma amo anche la città,
l'odore di smog e della benzina, 
amo il rumore delle foglie degli alberi che si spostano col vento,
amo il rumore che fanno gli operai con gli strumenti da lavoro per costruire nuovi palazzi. 
Mi piace il mio paesino, 
ma se potessi, ritornerei nel mio appartamento,
per osservare ancora i treni che passano sotto la montagna
e per ricordare meglio quella bambina che restava ore con le orecchie sul pavimento per ascoltare le melodie del suo amato vicino.
  
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