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Autore: Booow95    31/08/2013    3 recensioni
Il signor Mellark ha tre figli maschi.
Uno solo è il suo preferito in assoluto: quello che gli assomiglia di più.
A lui ha insegnato le cose per lui più importanti.
Lui è quello che la Mietitura gli porta via, e il signor Mellark sa che il suo bambino preferito non ritornerà: perché fisicamente è in grado di vincere, gli manca solo una cosa, la più importante. La violenza.
I pensieri di un padre davanti a un figlio.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Momenti rubati da occhi indiscreti'
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Che almeno i suoi occhi possano rivedere la luce.




Ti sono stati concessi pochi minuti per salutare tuo figlio.
Mentre tua moglie borbotta sul 'non farci fare figure, cerca almeno di scampare per qualche giorno!', tu cerchi le parole giuste per salutare il tuo bambino.

Siete sempre andati d'accordo tu e Peeta; Patrick e Paul sono sempre stati più simili a tua moglie: irascibili, un po' egoisti, con un caratteraccio.
Peeta invece è come te: gentile, sempre disponibile, sorridente, ma timido.
È a lui che hai raccontato del tuo amore per la mamma di Katniss, dopo che ti eri reso conto del suo amore per quest'ultima.
È a lui che riservi sempre il tuo sorriso migliore: quello di quando eri giovane e pieno di speranze.
È a lui che hai insegnato le cose più importanti per te: l'arte del perdono, l'arte del chiedere scusa, l'arte dell'essere umile, l'arte del cercare sempre una mediazione, l'arte del sapersi far da parte anche se tieni tanto a una persona.
E lui le ha imparate bene, perché era già predisposto di natura.
Sei dannatamene fiero di lui, non ti importa che tua moglie lo giudichi solo un perditempo; tu sei orgoglioso del suo talento nel decorare torte almeno quanto sei orgoglioso dei suoi bellissimi quadri, tutti che raffigurano la stessa persona: Katniss. 

Katniss che ride con Gale, Katniss al Forno che baratta le sue prede, Katniss in panetteria con Prim, Katniss a scuola, Katniss che canta, Katniss che vive.
E adesso quella stessa Katniss è nella stanza di fianco, che saluta sua madre e Prim mentre si prepara a partire per gli Hunger Games insieme a tuo figlio. 

Ti vengono gli occhi lucidi mentre guardi il tuo bambino, che bianco come un cadavere cerca la forza per non piangere.
Non davanti a voi almeno.
Lo sai bene che non lo rivedrai più; Peeta non ha l'istinto della lotta, non l'ha mai avuto. Ha tutte le carte in regola per vincere tranne una: la violenza.
Sospiri stanco e per un attimo hai la vista fugace di te che prendi tuo figlio e lo porti lontano da lì.

Lontano dal Distretto.
Lontano da Capitol City.
Lontano da Panem.

Poi però il peso di anni passati a lavorare, a sopportare tua moglie, a crescere tre figli, a pregare che Capitol City non te li portasse via, ti planano addosso e la stanchezza e lo sconforto ti assalgono.

Questo mondo è troppo forte per ribellarsi.

Cerchi gli occhi di tuo figlio, i suoi bellissimi occhi azzurri, e quando li trovi provi a passargli tutto quello che vorresti dirgli a parole, ma che non sapresti esprimere.

- Mi dispiace. -
- Lo so papà, non preoccuparti. -
- Avrei voluto fare di più. -
- Hai fatto tutto quello che potevi. -
- Magari ce la farai, magari tornerai a casa. -
- Si. Magari si. -
- Ti voglio bene Peeta. -
- Anche io papà. - 

Vi siete capiti senza parole, solo guardandovi negli occhi, come sempre.

- Forse il Distretto 12 avrà finalmente un vincitore quest'anno... É una tosta, quella.-
Quando senti tua moglie pronunciare quella frase, per la prima volta in anni, senti il desiderio di zittirla.
Perché deve sempre essere così brutale? Perché deve sempre trattare Peeta in quel modo? 
Ma ancora una volta taci. Non hai voglia di litigare. 
- Già. Forse è la volta buona. -
Non ti sorprendi quando tuo figlio le risponde così.
Lui è come te, lui non si arrabbia mai, lui cerca sempre di essere buono e gentile.
Lui lo spera davvero che Katniss torni a casa. 
Meglio Lei che me.
Sai bene che è quello che sta pensando.

Quando i Pacificatori arrivano per portarvi via, ti sembrano passati solo una manciata di secondi.
Secondi che tu hai sprecato, perché non gli hai detto nulla.

Poi i vostri occhi si incrociano ancora una volta.

- Ciao papà, stammi bene. -
- Ciao figlio mio. -

Una lacrima ti scivola sulla guancia; poi la porta si chiude e gli occhi di Peeta spariscono. 
Non li vedrai mai più.
Capitol City te li sta portando via.

---

Vorresti scappare.
Lo sai bene che è la cosa giusta da fare.
Quello che Katniss ha fatto nell'Arena è imperdonabile.
E il Distretto dovrà pagare; sai che è questione di tempo prima che tutto scoppi intorno a voi, e ti continui a chiedere perché ti ostini a cercare di convincere tua moglie. Dovresti mollarla li ed andartene. Se lei vuole morire è un problema suo.
Ma sai bene che non la lascerai lì.
Sai bene che quando le bombe arriveranno voi sarete ancora lì a discutere.
Sai bene che non vedrai mai più gli occhi di Peeta, questa volta per davvero.
Ma nonostante questo, il tuo ultimo pensiero va a lui.

Che almeno i suoi occhi possano rivedere la luce.




Secondo capitolo di una storia che avevo già pubblicato, ma che ho cancellato perché mi sarà impossibile portarla avanti con continuità, visto l'imminente inizio della scuola; quindi si è trasformata in una serie...così scriverò quando sarò ispirata xD
Spero vi sia piaciuta :)
Booow


  
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