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Autore: Coccolotti_spray    01/09/2013    1 recensioni
Dean rimase a guardarla in silenzio, stringendo forte la bottiglia di birra che teneva in mano, ma non avanzò, poiché fu sopraffatto dalla preoccupazione, in quella persona era rimasto un briciolo dell’angelo che era stata un tempo o aveva completamente perso se stessa?
N.B. - Questa storia è ambientata alla fine dell'ottava serie, quindi potrebbe contenere degli spoiler.
- Deanfem! Cas o Castielle
- Ho messo l'OOC perché credo che alcune cose non appartengono ai personaggi, anche se ho cercato di rispettarli il più possibile.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Ottava stagione, Nel futuro
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She’s my good rider
 
Dean si convinse ad uscire nel piccolo giardino sul retro della temporanea casa di Garth, con la scusa che aveva bisogno di evadere per un istante dai recenti e inattesi grovigli che si erano formati attorno alla sua vita, ma la bottiglia che teneva in mano gli gridava a gran voce che era una banale menzogna:
lui stava cercando Castielle.
 
Era buio, ma l’oscurità non poté impedirgli di vedere le spalle della ragazza seduta in mezzo al prato: teneva le gambe premute contro il petto e le mani le cingevano come in cerca di conforto, il viso poggiava sulle ginocchia, mentre lo sguardo vagava nel cielo in cerca di quel Padre assente, ma anche in attesa di risposte, che però non si sarebbero presentate; quelle onde nere che ora erano raccolte disordinatamente con una matita e quella posizione così umana, la facevano apparire ancora più tormentata.
 
Dean rimase a guardarla in silenzio, stringendo forte la bottiglia di birra che teneva in mano, ma non avanzò, poiché fu sopraffatto dalla preoccupazione, in quella persona era rimasto un briciolo dell’angelo che era stata un tempo o aveva completamente perso se stessa?
Dean si sentì in colpa per averla abbandonata in un momento simile, comportandosi come un bambino.
 
Castielle non si era seduta per la stanchezza o per comodità, ma era già da tempo che si era lasciata scivolare verso il suolo, permettendo agli errori di schiacciarla.
Gli sbagli le si erano scagliati crudelmente addosso come pezzi di vetro: erano nitidi, ormai non c’era più niente ad offuscarli e lei li rileggeva febbrilmente, poiché meritava quel dolore e quindi non aveva motivo di opporsi.
Dean negli ultimi giorni l’aveva vista appassire pian piano: di notte la sentiva spesso gridare, o l’aveva vista alzarsi in preda all’angoscia per precipitarsi in cucina a bere un sorso d’acqua coi capelli madidi di sudore incollati alla fronte.
 
Il cacciatore avanzò, ma Castielle non si accorse immediatamente di lui come un tempo, solo dopo qualche passo si voltò allarmata e gli rivolse grandi occhi neri, svuotati del loro ordinario colore da una torbida tempesta.
«Ti ho portato una birra…» annunciò il ragazzo quasi per giustificare la sua presenza, dopodiché spostò lo sguardo e vide che ai piedi di Castielle giaceva una bottiglia vuota e ce n’era un’altra mezza piena accanto a lei «…ma vedo che hai già provveduto da sola…» la ragazza tracannò un sorso annuendo e a Dean si strinse lo stomaco, non l’infastidiva vederla bere, ma lo feriva il motivo per cui lo stava facendo «…Hai bevuto abbastanza…» dichiarò impaziente di strapparle la bottiglia dalle mani per vedere Cass tornare se stessa.
«E’ così che risolvete i problemi da queste parti…io sto solo adeguando…» la ragazza parlò in tono calmo, mentre Dean si inginocchiava accanto a lei e le sfilava la bottiglia di mano;
Castielle non protestò, come se attendesse che qualcuno compisse quel gesto.
«Una sbornia non farà che peggiorare le cose» il cacciatore parlava per esperienza.
«Peggiorare?!?... » domandò lei con un sorriso amaro «…Le cose non possono andare peggio di così...Avrei dovuto morire, non diventare umana…» lei emise la sua sentenza senza pietà.
«Non dirlo» ribatté lui rivolgendole uno sguardo inquieto.
«Non avrei dovuto permettere ai Leviatani di uscire…avrei dovuto fidarmi di te…avrei…» Castielle non riuscì a terminare la lista delle cose che la tormentavano, si fermò per sfiorare la gota, inevitabilmente sorpresa dalle sue lacrime.
«E’ vero, non ti sei fidata di me…» Dean si arrese, poiché per riavere indietro il suo blu, avrebbe dovuto abbassare la pistola che teneva sempre puntata «…e questo mi ha ferito, ma nonostante quello che ti dissi, so che tu credevi di fare la cosa giusta… probabilmente c’è troppo buono nel tuo cuore…
Il peso del mondo non deve per forza ricadere su di te…anche io ho due mani e posso, anzi voglio aiutarti…ma tu devi parlare con me, Cass… rendimi parte della tua vita, come io ti ho reso parte della mia…Non aver paura di affliggermi, di far gravare le tue angosce sulle mie spalle…io sono felice di portare parte del tuo fardello…» il ragazzo si interruppe un istante, non sapeva se proseguire o meno, poiché le stava mostrando troppo di quello che c’era nel suo cuore «…Non devi augurarti la morte...vedi la tua nuova vita come una possibilità per ricominciare…»
«Senza i miei potere non posso fare granché, cos'è che mi hai detto un tempo?!?...Ah sì! Che senza i miei poteri sono solo una bambina con un trench… » Dean non poté impedire a se stesso di sorridere.
«Non ascoltare tutte le stronzate che dico, sei molto più di questo» confidò il cacciatore sfiorandole una braccio, ma la sua espressione non mutò, anzi, Castielle si fece confusa.
«Non credo…questo corpo mortale prova dolore, sanguina, è costante in preda a emozioni di ogni tipo, non si può teletrasportare…»
«Ti ci abituerai…» Dean cercò di incoraggiarla «…anche io sono umano e non mi lamento»
«Io non appartengo a questo luogo»
«E’ vero, ma io, Sam e anche Garth possiamo renderlo ugualmente la tua casa… perché qui potrai sempre trovare una famiglia, Cass…»
«Non merito il vostro affetto…non dopo tutto quello…» “affetto”, Dean ripeté quella parola; quello che provava lui andava ben oltre e rispondeva a un altro nome, più profondo.
«Questo spetta a noi deciderlo…» Dean si accostò al suo viso interrompendola «… Ti voglio bene Cass e non sarai tu a dirmi di smettere di volertene» e le baciò prudentemente una guancia.
«M-ma…c-cosa?...» balbettò lei agitata, tant’è che il ragazzo rise
«…Non avevamo parlato dello spazio personale?...» Castielle sorrise, aveva le guance in fiamme, dopodiché alzò le mani in segno di resa «…Adesso capisco che è fastidioso…» Dean finse di imbronciarsi.
«Quindi i miei baci sarebbero fastidiosi?!?...Credo che tu abbia appena ferito i miei sentimenti…» la ragazza sembrò prenderlo alla lettera, poiché il suo capo si abbassò.
«Dean io non volevo…sono capace solo a combinare guai! » esclamò esasperata, sistemando pigramente la ribelle ciocca che le ricadeva spesso sul viso.
«Stavo scherzando Cassie!...» esclamò il cacciatore sorridendo e si alzò «…Vieni con me» l’invitò a seguirlo con un’amichevole pacca sulle spalle, che rasserenò Castielle.
 
Dean condusse la ragazza nella sua stanza; lei rimase tranquilla anche quando il cacciatore chiuse la porta alle sue spalle, quasi come se quel luogo potesse essere solo familiare e rassicurante.
Il ragazzo prese a frugare fra le sue cose e lei lo seguì con lo sguardo.
«Cosa stai cercando? » domandò Castielle incuriosita, mentre lui si voltò e le porse un piccolo pacchetto.
«Questo è per te»
«E’ un regalo? » chiese la ragazza incerta e rapita da quel dono.
«Ovviamente» replicò lui invitandola ad aprirlo; lei obbedì senza farsi pregare e ne estrasse un fermacapelli decorato con alcune pietruzze blu, che si alternavano con altre celestino chiaro.
«Cos’è? » chiese dopo averlo analizzato minuziosamente, mentre Dean si mise a ridere.
«E’ un fermaglio» lui le si avvicinò e domò la ciocca ribelle incastrandoglielo fra i capelli «Ecco fatto» Castiello lo sfiorò, era la prima volta che qualcuno le faceva un regalo.
«E’ bellissimo» mormorò entusiasta, ma senza scomporsi,  mantenendo la sua espressione ordinata; solo dopo un istante gli si avvicinò e gli poggiò una mano sulla guancia, come se lo stesse studiando, infine accostò il suo viso a quello di Dean, costringendolo a piegarsi un po’ in avanti e posò le sue labbra su quelle del cacciatore.
Si scambiarono un lieve bacio, quasi come se volessero riversare  l’uno nella bocca dell’altro leste parole non dette, che avevano trovato il coraggio di emergere da sole.
 
Castielle aveva sempre pensato che baciare fosse difficile, un’arte destinata ai soli esperti ben addestrati; ma in quel momento scoprì che non era necessaria una vera preparazione, bastava lasciarsi guidare dal proprio cuore.
 
Dean si scostò un poco dal suo viso e la guardò sorpreso e confuso allo stesso tempo, ma senza lasciarla: le fece scivolare una mano sul fianco, mentre l’altra si immerse fra le sue onde color ebano, che avrebbero potuto fargli smarrire la retta via.
«Pensavo che sarei stato io a baciarti e che saresti stata tu a guardarmi perplessa» ammise.
«Ci siamo invertiti i ruoli allora» disse lei con un vivido sorriso sulle labbra, che rapì lo sguardo di Dean; non capitava spesso di vedere Castielle sciolta e disinibita.
«Quindi tu in questo momento saresti me…» lei annuì «…mh… e sentiamo Dean…quale sarebbe il tuo prossimo passo? » Castielle lo attirò a sé afferrandogli la maglietta verde militare.
«Credo che sarà questo» dichiarò lei con decisione e lui gettò il capo all’indietro per abbandonarsi a una radiosa risata.
«Mi conosci troppo bene»
 
Le loro bocche si erano ricorse per molto tempo all’interno di un labirinto che era riuscito a ostacolarle e a dividerle, ma infine di erano trovate; nonostante questo, quel bacio non fu impetuoso, Dean dovette controllarsi certo, ma non scaricò la sua urgenza in quell’attimo, decise di spendere con parsimonia la sua passione, quasi come se temesse che affrettando i tempi tutto si sarebbe consumato in poco tempo; temeva che, procedendo guidato dall’ impazienza, non gli sarebbe rimasto il ricordo del gusto di birra che albergava nella bocca di Castielle, aveva paura che il nome di lei sarebbe potuto fuggire dalle sue labbra.
 
Cass…
 
Le mani di Dean non vagarono in cerca della pelle nuda, il cacciatore non bramò il piacere del sesso, almeno per quella notte, ma desiderò soltanto annientare le distanza fra i loro corpi, così con una lieve spinta costrinse Castielle ad avanzare di un passo e a sprofondare fra le sue braccia.
L’unica cosa che voleva era riavere Cass lì, accanto a lui.
 
«Avrei voluto fare questo la metà delle notti che sono stata a vegliare su di te a tua insaputa…» confidò Castielle mordendogli dolcemente il collo.
«E tu dovresti essere l’angelo fra noi?!? » Dean le prese il viso fra le mani.
«Non lo sono più» ricordò lei, era ancora difficile per Cass scherzare sulla sua condizione, così il ragazzo provò a rimediare.
«La vecchia Cass non mi ha baciato, quindi devo ammettere che mi piace più la nuova… quella che arrossisce se avvicino il mio viso al suo…» Dean gli sussurrò quelle ultime parole fra le labbra, ma lei sostenne il suo sguardo, costringendosi a non arrossire «…Questa!…» esclamò lui baciandole la fronte, dopodiché distrattamente fece cadere lo sguardo sull’orologio «…Non pensavo che sarei riuscito a dire una cosa simile, in un momento come questo…ma è tardi ed è ora che tu vada a letto…» quelle parole furono una sofferenza per Dean, ma era già mezzanotte e Castielle aveva bisogno di riposare.
«Quindi niente sesso? » chiese lei in tono che Dean non riuscì a interpretare, ma che lo stupì e lo fece sorridere.
«Sembri delusa»
«No in realtà…visto che le ragazze che sono uscite da quella porta dopo essere state con te per una notte, non sono più tornate…»
«Credo che tu sia qualcosa di più che un’avventura di una notte» si sentì onorata di quelle parole che non avrebbe mai pensato di sentire provenire dalla bocca di Dean Winchester.
«Be’…allora posso dormire qui con te? » chiese lei, perché voleva sentirsi diversa dalle altre.
«Certo»
 
Castielle si tolse le scarpe e si sistemò sotto le coperte, mentre Dean spegneva la luce, dopodiché la raggiunse.
Il letto era piccolo, da una pizza e mezzo e li costringeva a stare fin troppo vicini, così il cacciatore si costrinse a voltare le spalle alla ragazza, poiché altrimenti non avrebbe saputo smettere di baciarla; lei gli mandava fuori dai binari il cervello, quasi come se avesse il potere di farlo impazzire.
«Buona notte» disse, costringendosi a chiudere gli occhi
«Buona notte» replicò lei continuando a guardarlo.
 
Dopo un paio di minuti la mano di Castielle avanzò verso le spalle del ragazzo e, quando le raggiunse, ne rimase impressionata.
Senza paura di svegliarlo prese a tracciare dei piccoli cerchi sui muscoli con le dita, come se stesse giocherellando.
«Dovresti dormire Cass» farfugliò lui, che non era riuscito a prendere sonno, senza voltarsi.
«Anche tu…» ribatté lei «…E’ tutto così nuovo e irreale per me…» Castielle quella sera era particolarmente loquace «…E se domani tutto questo dovesse svanire?…» chiese terrorizzata dalla sua stessa domanda.
«Questo non accadrà, te lo assicuro…» Dean sospirò «…io ho bisogno di te Cass e non ho intenzione di lasciarti andare, perché ti amo…» il cacciatore sentì il corpo di Castielle avvicinarsi e i battiti iniziarono ad accelerare
 
Calmati dannazione!”  si rimproverò, poiché si sentiva un ragazzino alle prima armi, quando, fra i due, l’inesperta avrebbe dovuto essere Castielle, che invece quella sera appariva alquanto sicura.
 
Il ragazzo sentì il viso di lei avvicinarsi al suo orecchio, mentre  alcune ciocche, che profumavano di gelsomino, gli carezzarono il naso.
«Anche io ti amo» sussurrò Castielle, così lui cercò di voltarsi, ma lei glielo impedì, sfiorando laddove giaceva la mano dell’angelo che un tempo l’aveva salvato dalla perdizione; quel ricordo la turbò così fece scivolare le dita lentamente lungo tutto il braccio, dopodiché si insinuarono sotto la maglietta e si fermarono sul ventre.
Il cacciatore sentì quella piccola e gelida mano a contatto con la sua pelle stringerlo vigorosamente.
Anche lei aveva bisogno di quel calore.
Anche Castielle aveva bisogno di Dean.
 
Dalla casa accanto all’improvviso arrivarono alcune parole confuse di una canzone, che il ragazzo riconobbe all’istante:
 
Asked sweet mama, let me
A-be her kid. She said-a
"Ya might get hurt if ya do y'oughta
A-keep it hid". Well ah-hah,
I know my baby
If I see her in the dark,
I said I know my rider
If I see her in the dark.
 
Dean intrecciò le sue dita con quelle di Castielle,
dopodiché entrambi si lasciarono condurre nel mondo di Morfeo dalle note di Travelling Riverside Blues.




 
  
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