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Autore: cipolletta    01/09/2013    3 recensioni
Il primo bacio non si dimentica mai. Il mio primo bacio lo hai rubato tu quel venerdì pomeriggio nel parco del paese.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Voglio raccontarti quel giorno. Il giorno che ti incontrai.
Era il dodici di giugno; finiva la scuola ,cominciava il relax. Eravamo a festeggiare tirandoci dietro palloncini d’acqua presa dai rubinetti dei bagni. Mi ricordo come i lavandini schizzavano le nostre magliette, come Thomas del quinto D prendesse di mira le ragazze dalle magliette bianche.
Io ti conoscevo già in realtà. Ogni ricreazione ti incrociavo quando uscivi dalla tua classe, il quarto C, ed io passavo per andare a salutare Vicky del secondo B.
Ti appoggiavi sempre allo stipite della porta di legno scuro ed osservavi la gente passare davanti a te. Molti ragazzi si fermavano a batterti il cinque o si limitavano a toccarti la spalla come dei vecchi amici. Le ragazze invece si arrotolavano i capelli intorno alle dita oppure portavano intere ciocche dietro le orecchie.
Io mi limitavo ad abbassare il capo e a guardarti di soppiatto mentre svoltavo l’angolo per entrare nel secondo.
Ma quel giorno, quel dodici giugno, ti guardai. Eri vestito con i tuoi soliti jeans aderenti, le
converse bianche ai piedi ed una camicia celeste arrotolata sui gomiti e lasciata sbottonata sul davanti. Portavi gli occhiali da sole, del modello di Hilfiger, quelli marroni e leggermente squadrati. I capelli biondo scuro erano dritti in una cresta e la pelle chiara metteva in risalto la bocca fina e rosea.
Sembravi quasi il padrone della scuola, tu, Finn Harries.
No, non volevo restare a guardarti. Non volevo essere come tutte le ragazze del paese che sembravano morirti dietro.
Johnny Depp diceva: Puoi chiudere gli occhi alle cose che non vuoi vedere, ma non puoi chiudere il cuore alle cose che non puoi provare.
Ho sempre pensato che Johnny Depp fosse un grande attore ed un grand’uomo. Ma ero piuttosto convinta di come avrei controllato i miei sentimenti nella maniera più rigida.
Quanto mi sbagliavo, lo avrei capito in seguito.
 
Quando tre giorni dopo mi trovavo nella palestra comunale e Jennifer Brooks , si la poco di buono della tua classe, mi venne a dire che avevi chiesto il mio numero , beh pensai ad una presa in giro. Così le dissi di farsi gli affari suoi e me ne andai in bagno.
Possibile mai che quei capelli biondicci sempre legati in una coda e che quegli occhi grigi sbiaditi avessero fatto colpo?
Scossi la testa e scoppia a ridere di gusto.
Ma quando ritornai nella stanza dei tapis roulant e ti trovai alla macchinetta delle bevande me la sarei volentieri data a gambe. Ma inserii con determinazione quei cinquanta centesimi nell’apposita fessura e digitai il codice per una boccetta d’acqua leggermente frizzante.
Poi, caso volle, che suddetta boccetta si incastrasse fra gli ingranaggi. Non so se ricordi come cercai di prendere a pugni il vetro della macchinetta e scioccamente mi feci male.
Io però ricordo come tu mi sorrisi con quei denti perfettamente dritti e bianchi e togliendoti le cuffie dalle orecchie mi dissi “ ci penso io”
 
Il primo bacio non si dimentica mai. Il mio primo bacio lo hai rubato tu quel venerdì pomeriggio nel parco del paese.
Eravamo seduti su una panchina verde mezza arrugginita e parlavamo di cosa volevamo fare da grandi. Io ti avevo confessato la mia passione per il pianoforte e fu proprio li che venni a sapere il tuo talento nel nuoto.
Pensai che fosse strano non saperlo visto che tutti conoscevano ogni tuo hobby, ma poi tu risposi alla mia domanda silenziosa. Avevi voluto tenerlo per te.
E allora mi sentii così speciale, Finn,  che credetti di piacerti veramente.
E dopo che tu avvicinasti le tue labbra alle mie ebbi il coraggio necessario per farle combaciare. E fu come bere dieci bicchieri di Vodka uno dietro l’altro. Anche se io, l’alcool, non l’avevo mai toccato.
 
Al mondo eravamo noi due. E gli altri. E la professoressa Smith. E il datore del lavoro part-time. E la mamma. E mio fratello. E la mia migliore amica, Darcy Penninghton. E Thomas Bill del quinto D. E Vicky. E Jennifer . E tuo padre. E le tue amiche. E la macchina meravigliosamente rossa di Valerie. E la signora della segreteria della scuola, Miss Donovan.
Forse eravamo una folla. E per affrontare una folla era meglio essere in due , mi dissi una volta.
 
Quel giorno, quel ventisei luglio, mi dissi che ci tenevi a me. Che mi amavi. Che non mi avresti mai lasciato.
“Promesso?” domandai.
“Promesso”
E quella era solo una delle tante promesse che non potevi mantenere.
 
 
La vera sorpresa fu quando, il ventiquattro agosto, ti vidi mano nella mano con Jennifer Brooks, si , proprio lei.
Ridevate felici, come facevamo noi quando parlavamo all’unisono o come quando facevamo a gara a chi mangiasse più marshmallow.
E vi tenevate la mano. E vi baciavate.
E la guardavi dritto nei suoi occhi verdi proprio come facevi con i miei.
 
Volevo solo dirti che ti ho perdonato. Perché si, all’inizio, ero veramente arrabbiata.
Ma ora ho capito e va bene. Il problema forse non sono io, ma noi due assieme.
Ci sono arrivata, mi torna tutto finalmente.
Ho capito che non è colpa tua se non mi amavi più.
C’è voluto un po’ di tempo ma alla fine sono riuscita a scusarti per avermi lasciato.
Il problema però è che questo non cambia le cose.
Io ti ho perdonato ma mi manchi. Io capisco ma mi manchi.
Va bene, per carità, tu sei libero di fare quello che vuoi, ma mi manchi.
Quel  giorno ,me lo ricordo bene, mi dissi che ero speciale.
Eravamo nella pineta ad est del paese ed eravamo sdraiati sul terriccio ricoperto di aghi di pino ad osservare il cielo e gli spiragli di sole che sbucavano fra un ramo ed un altro.
Mi dissi “tu non sei come le altre, Georgia Jones”.
Ma poi, Finn, silenziosamente ti allontanasti.
Forse perché, alla fine, eri tu ad essere come tutti gli altri.
 
 
HOLA.
Quanto...mmm, mezzoretta?
Si, mezzoretta per scrivere questa cosa.
E non domandatemi perchè l'ho pubblicata. Non lo so, credetemi.
It's sucks, me ne rendo conto.
Dovevo scrivere i nuovi capitoli della nuova fan fiction poi ho trovato 'sta frase di Johnny-Mito-Depp e gli ingranaggi del mio cervello hanno cominciato a scricchiolare per poi muoversi.

Volevo precisare che Finn Harries è una persona reale. Cioè esiste davvero.
Perchè non hai preso la categoria fan fiction invece di Originale?
Perchè è un ragazzo dell'inghilterra che fa video su Youtube con suo fratello e quindi, beh si sapete, non c'era una categoria per loro.
#Stalkertime.

Dovrebbero inventarla ahahahaha.
In realtà non è su di lui la storia, più che altro il ragazzo me lo immagino più o meno con il suo aspetto e siccome Finn mi piace un sacco come nome e non avevo un cognome... è uscito lui.
Ok, ora me ne vado.
Un bacione
Cipolletta.

 
  
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