Eravamo
in campeggio, non
so perché la SM ci ha concesso una vacanza, Tao e io eravamo
davanti
al fuoco a mangiare marshmallow, gli altri erano sparsi per il
campo.
Tao continuava a bere.
-Hyung mi passi un
marshmallow- Disse guardando questi ultimi, ne presi uno e glielo
porsi, sorridendo quando si allungò per mangiarlo dalla mia
mano.
Mi alzai -Ora si va a
nanna piccolo Panda-
Non fu d'accordo -Ma Hyung, sono ancora tutti
alzatiiii-
Sospirai -Va' in tenda Tao, tra poco vengo anche
io-
Brontolò qualcosa di poco gentile e obbedì.
Qualche metro più
avanti Kris era sdraiato ad occhi chiusi, pareva dormire, con il
piede gli diedi un leggero colpo sul fianco.
Quando si mise a
sedere feci lo stessi -Dovresti smetterla- Esordii io
-Di fare
cosa Hyung?- Rispose con voce innocente
-Sai benissimo che parlo
di Tao-
Per svariati secondi regnò il silenzio
-Ho paura
Hyung, non voglio fare del male al mio corpo..- Disse con quel fare
narcisista che mi dava non poco sui nervi.
-Ti do' un paio di
metri di vantaggio, poi lo lascio- Parve capire perché non
disse
nulla.
Entrai nella tenda, Tao era seduto e pareva
spettarmi, mi misi dietro di lui e lo circondai bloccandogli le
braccia sopra i gomiti
-Hyung ma che fa...- Non finì la frase,
Kris si inginocchiò davanti a noi
-Dal collo in giù, mi piace
il tuo corpo, non tu-
Kris non c'era più da qualche secondo,
poi un colpo, una gomitata dritta nelle costole, mollai Tao e mi
rannicchiai dal dolore e mentre lo guardavo, anche qualcos'altro,
oltre alla mia costola, si incrinava, pareva essere il mio
cuore..Faceva un dolore..
Aspettai un po, uno, due, tre
minuti, Tao non tornava e io mi addormentai piangendo.
La mattina
dovevamo tornare ai dormitori, ricordo che mentre persi i sensi,
qualcuno mi strinse a se, probabilmente LuHan, probabilmente, non era
chi avrei
voluto.
--------------------------------------------------------------------------
Mi svegliai, era tarda
mattinata, dei miei compagni di stanza Kris e LuHan non c'era
traccia.
Mi strofinai le mani sulle braccia, fuori dalle coperte
non era così caldo, il mio corpo era sporco così
decisi di farmi la
doccia, avendo capito che mi avevano lasciato a casa da solo.
In
bagno mi spoglia, con calma, non avevo alcuna fretta, avevo la
giornata per me, ormai nudo mi infilai sotto il getto caldo della
doccia, mi poggia sulle mattonelle fredde, l'acqua si apriva un varco
tra me e il muro, bagnando tutto il mio corpo.
Avevo gli
occhi chiusi, mi stavo rilassando veramente, la porta
dell'appartamento si aprì, non sentii la presenza di nessuno
finché
il profilo di Tao non si fece piano piano più nitido sulla
soglia
del bagno.
Rimasi fermo a guardarlo, lui si mosse, chiuse
la porta, del tutto incurante dei vestiti entrò nella
doccia, i
capelli già leggermente schiacciati per il sudore si
appiattirono
completamente sul suo
viso.
--------------------------------------------------------------------------
Le gocce scendevano
veloci, una dopo l'altra ci cascavano sul viso, avevo gli occhi
aperti, lo stupore dipinto sul mio viso, le braccia di Tao mi
stringevano le spalle, le sue labbra posate sulle mie in un casto
bacio, che pian piano si fece meno puro quando mettemmo in gioco le
lingue.
Gli occhi chiusi a godere di quel tocco, il gioco
di lingue, l'acqua che scivolava tra i nostri corpi, le mie mani che
lo spogliavano, avevo paura che fosse un sogno, ma più
continuava,
più mi accorgei di quanto fosse reale, e per quanto bello,
mi
spaventava, perché?
Tao aveva un tocco dolce, premuroso e
quasi intimorito, aveva paura di farmi male, di ripetere quello che
era successo il giorno precedente, però voleva farmi sentire
bene,
accarezzava dolcemente il mio corpo, mi bacia il collo.
Le
dita stuzzicano i miei capezzoli, la mia erezione è
più grande che
mai, mi strofino piano su di lui, ormai nudo, i vestiti abbandonati
sul fondo della doccia, ascolto il suo respiro, è
accelerato e
capisco che lui, come me, vuole spingersi oltre.
Vinco
l'imbarazzo del momento, le mie dita avvolgono la sua erezione e si
muovono, su e giù, più volte, il suo respiro
sulla pelle mi eccita,
le dita a stringermi le natiche, altro piacere, tutto non fa che
alimentare la nostra voglia di diventare una cosa sola, di
amarci.
Non è più come prima, la lussuria lo rovina, le
sue dita non sono dolci ma violente, mi penetrano facendomi emettere
un gemito strozzato di dolore.
Mi bacia, torniamo a
giocare, lascio che sia lui a condurre il gioco, avvolgo le braccia
attorno al suo collo, mi alza e sostituisce le dita con l'erezione,
il volto diventa una maschera dolorante, so che proverò
piacere
anche io, non mi lamento, lascio che continui e mi affido a lui.