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Autore: DevilinHell    01/09/2013    1 recensioni
OS scritta per il contest 'Pairing Games' di FairLady.
Spin-off inventato da me sulla permanenza di Tyler sugli Appalachi.
- Grazie – infilò un braccio alla volta per poi spostare i capelli al di fuori e stringere le braccia sotto al seno. – allora, quando te ne andrai? – si morse un labbro dal nervoso, guardando a terra.
- Hayley non lo so, davvero – sospirò. – qualcosa mi trattiene qui, con voi, con te.
La ragazza fremette nel sentire che lei fosse una causa del ritardo della partenza del ragazzo.
- Quel qualcosa sarebbe il cacciatore? – alzò leggermente lo sguardo verso lui.
- Ovviamente sono preoccupato per la vostra salute, ma un ibrido appena nato non può essere di molto aiuto a dei licantropi già esperti – constatò con molta ovvietà.
- E allora cosa ti trattiene? – puntò gli occhi nei suoi.
- Sei intelligente, penso tu lo possa capire – era serio, tremendamente serio.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayley, Klaus, Tyler Lockwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Things we lost in fire
Fandom: The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s): Tyler/Hayley
Challenge/Prompt: scritta per il contest 'Pairing Games' di FairLady
Credits: il titolo proviene dall'omonima canzone dei Bastille, uno dei prompt necessari per il contest

 
Il moro appoggiò una felpa sulle spalle nude della ragazza per poi sedersi accanto a lei.
- Non dovresti stare qui, lo sai? – lasciò penzolare le gambe nel vuoto.
- Avevo bisogno di stare sola, Ty – lo guardò mentre si stringeva le gambe al petto.
- Ciò non toglie che separarsi dal branco con un pericolo incombente, sia piuttosto stupido – ricambiò lo sguardo per poi volgerlo alla luna.
- Avanti, siamo licantropi e tu sei un ibrido, dovremmo aver paura di un qualsiasi cacciatore? – scosse la testa.
- Haley sai anche tu che non è un semplice cacciatore, è qualcosa di più e dobbiamo tenere la guardia alta, non si sa mai – con la coda dell’occhio la vide irrigidirsi. – quindi, per favore, non allontanarti più. Almeno avvisami prima! – le sorrise.
- Nessuno si era mai preoccupato cosi tanto per me – ricambiò il sorriso.
- E ora dimmi ciò che ti preoccupa – le scostò i capelli dal viso mentre la ragazza non dava segni di voler rispondere. – allora? Devo soggiogarti? – rise e la vide gonfiare le guance.
- Non oseresti mai Lockwood! – gli diede un pugno sulla spalla facendolo sbilanciare appena. – comunque sono preoccupata per la tua partenza – si rabbuiarono entrambi facendo calare il silenzio tra loro.
Non avevano mai affrontato quell’argomento, forse perché troppo delicato.  Sapevano entrambi che Tyler sarebbe dovuto tornare a Mystic Falls, prima o poi. Hayley sperava in un poi, ma erano già trascorsi svariati mesi e il ragazzo aveva una casa e una famiglia da cui tornare.  Alla fine, lui era scappato con lei solo per rompere il vincolo di asservimento, quindi il legame col branco era molto più debole del suo. Ma il legame con lei? Lei contava qualcosa per lui?
Né lei né Tyler erano bravi ad esprimere i lori sentimenti e, sicuramente, non erano dei chiacchieroni; avevano avuto i loro discorsi ma avevano passato anche molte ore ad osservare il panorama sugli Appalachi in completo silenzio. La cosa che però aveva più stupito i due, era la gran facilità con cui il resto del branco aveva accettato l’ibrido, dopotutto era un mezzo vampiro, il loro peggior nemico.
L’avevano accolto nella famiglia e Tyler era diventato molto protettivo nei loro confronti. Aiutava dove era possibile e aveva passato molte notti a vegliare su possibili attacchi nemici, fino a quando non aveva notato una strana figura aggirarsi per l’accampamento notte dopo notte per quasi due settimane.
Aveva messo in allerta Chris, il capobranco, e, da quel momento, la libertà che ogni individuo aveva prima era stata notevolmente limitata.
Non sapevano cosa fosse né chi fosse, ma nell’aria si respirava il pericolo.
- Hayley, io devo tornare.. – la vide sospirare. – mia madre, i miei amici..
- ..Caroline – aggiunse l’altra.
- Esatto, Caroline.. – si guardarono negli occhi quando, improvvisamente, sentirono degli spari provenire dal bosco e un ululato straziante.
Senza giri di parole si alzarono e corsero verso l’accampamento per scoprire cosa stesse succedendo.
Videro Johnatan, un membro del branco, accasciato a terra mentre si contorceva dal dolore tenendosi una spalla e il resto dei lupi sul fronte di difesa, pronti a trasformarsi.
- Chris cosa è successo? – domandò l’ibrido mentre vedeva due occhi nel buio della foresta chiudersi e sparire nel nulla.
- Il cacciatore ci ha trovati e ha sparato – Hayley intanto corse dall’amico dolorante per controllare la ferita.
- Ty è una pallottola di argento – l0 guardò terrorizzata per poi essere raggiunta dallo stesso.
- Dobbiamo rimuoverla e fermare l’emorragia, altrimenti morirà – lo sollevò per portarlo nella tenda del capo branco. – non posso stare con lui, o altrimenti si sveglierà la mia parte vampiresca all’odore del sangue – detto ciò, si congedò da Chris e guardò negli occhi la mora.
- Dove vai? – si avvicinò a lui con due semplici passi.
- Non era pericoloso Hayley? Ha quasi ucciso Johnatan e di certo non sarà l’ultimo attacco, lo vedrei più come un avvertimento! – nelle sue parole c’erano rabbia, frustrazione, paura.
- Io.. – non sapeva cosa dire.
- Non allontanarti più dal branco, solo questo – sospirò per poi voltarsi, dandole le spalle.
- Devi rispondere alla mia domanda – lo prese dal braccio.
- Non qui, non ora – le afferrò il polso per tornare nel posto di prima.
- Non dovremmo allontanarci – sbuffò lei in memoria di ciò che il ragazzo le aveva detto poco prima.
- Ho detto che tu non ti saresti dovuta allontanare da sola, ora sei con me – rimasero in piedi, sull’orlo del precipizio che dava su una vallata piena di pini.  Raccolse, poi, la felpa che era caduta dalle spalle della mora quando erano corsi via pochi minuti prima e la ripulì per porgergliela. – non siamo propriamente ai Caraibi, indossala, dopotutto puoi ammalarti anche se sei un lupo.
- Grazie – infilò un braccio alla volta per poi spostare i capelli al di fuori e stringere le braccia sotto al seno. – allora, quando te ne andrai? – si morse un labbro dal nervoso, guardando a terra.
- Hayley non lo so, davvero – sospirò. – qualcosa mi trattiene qui, con voi, con te.
La ragazza fremette nel sentire che lei fosse una causa del ritardo della partenza del ragazzo.
- Quel qualcosa sarebbe il cacciatore? – alzò leggermente lo sguardo verso lui.
- Ovviamente sono preoccupato per la vostra salute, ma un ibrido appena nato non può essere di molto aiuto a dei licantropi già esperti – constatò con molta ovvietà.
- E allora cosa ti trattiene? – puntò gli occhi nei suoi.
- Sei intelligente, penso tu lo possa capire – era serio, tremendamente serio.
- E Caroline? – si morse il labbro mentre dentro al ragazzo cresceva un senso di colpa.
- Hay, non lo so – sospirò. – non so neppure io cosa pensare, cosa provare, so solo che la tua persona mi sta trattenendo qua, i sentimenti che provo mi stanno trattenendo qua.
- Non voglio essere la causa della rovina della tua vita – tremò lei e vide il ragazzo avvicinarsi il più possibile a lei. – tu sei innamorato di Caroline e se scoprisse che l’hai tradita, non avresti più nessuno che riesca a fermare Klaus! La tua vita si..
Il fiume di parole che uscivano dalla bocca della mora cessò nell’esatto momento in cui il ragazzo fece unire le labbra alle sue. Tenne il suo viso tra le mani mentre quelle di Hayley andavano a stringere i lembi della maglia di Tyler all’altezza del petto.
Le labbra della ragazza si schiusero in modo che le lingue di entrambi potessero scontrarsi e assaporarsi, lui la strinse a sé e, movendosi con velocità vampiresca, si diresse verso la loro tenda.
La sdraiò dolcemente sul letto, interrompendo brevemente il loro contatto, si tolse la maglia e poi si sdraiò su lei, puntellandosi sui gomiti per non pesarle troppo.
- Ne sei sicuro? – lo guardò negli occhi accarezzandogli una guancia. Si sentiva terribilmente egoista a desiderare cosi tanto il moro e a provare sentimenti per lui, ma non si sceglie di chi innamorarsi.
- Si, piccola lupetta insicura – la fece sorridere e avvampare, per poi posarle un bacio sul collo.
- Caroline? – strinse le mani intorno alla pelle della schiena del ragazzo.
- Ora sono con te e non vorrei essere da nessun’altra parte – la zittì con un bacio, grazie al quale Hayley si lasciò andare completamente.
Le tolse lentamente i vestiti, cercando di interrompere il meno possibile il contatto tra le loro labbra. Non c’era più nulla a dividerli, le loro pelli erano a contatto e emanavano passione, sentimento, voglia di aversi. Senza esitazione Tyler le morse piano il labbro inferiore per poi penetrarla in un’unica, decisa spinta. Lei, dal suo canto, non poté che inarcare la schiena cercando di fare più silenzio possibile.
Quando però l’ibrido si spinse una seconda volta dentro di lei, più a fondo, Hayley non riuscì più a trattenersi tanto da esprimere il piacere che stesse provando gemendo ripetutamente sulla sua bocca. Gli occhi di entrambi erano liquidi di desiderio e piacere.
Man a mano che le spinte si  fecero più intense, entrambi si avvinghiarono all’altro, cercando di congiungersi sempre più e quando, finalmente, l’orgasmo li colse, i due si strinsero tra loro per un momento mentre i loro occhi si incrociarono, desiderosi che quel momento potesse non finire mai.
- Dormi con me questa notte – le sussurrò all’orecchio ancora, leggermente, ansimante.
- Sì – rispose lei stringendosi al suo petto.
- Non era una domanda – le sorrise per poi baciarle la tempia.
La ragazza sorrise e lui l’abbracciò forte, senza farle male.
- Buonanotte Ty – chiuse gli occhi seguita da lui.
- Notte Hayley – e lasciarono che l’unico rumore di sottofondo fosse quello degli animali della foresta.
 
 
 
La ragazza si svegliò senza accanto nessuno, facendola allarmare e si tirò su coprendosi con solo il lenzuolo. Si portò una mano sulla fronte domandandosi se l’accaduto di quella notte fosse stato vero. Si trovava nella tenda di Tyler e senza vestiti, il ciò le diede una conferma.
Poi, la voce dell’ibrido all’esterno della tenda la richiamò alla realtà facendola sorridere. Lo vide entrare una manciata di secondi dopo.
- Finalmente ti sei svegliata – le sorrise per poi andarle a posare un bacio sull’angolo delle labbra mentre si sedeva accanto a lei.
- Perché? Che ore sono? – domandò lei stranita mentre si allacciava i gancetti del reggiseno.
- E’ quasi il crepuscolo, il sole sta per calare – rise appena mentre le allungava la maglietta.
- Cosa!? – spalancò la bocca sorpresa.
- Ti ho tolto tutte le forze – le fece l’occhiolino per poi beccarsi un pugno delicato sulla spalla.
- Piuttosto, Johnatan come sta? – il suo viso assunse un’espressione preoccupata.
- Si sta riprendendo, ha solo la febbre alta ma la ferita è già guarita e si sono accertati che non possa accadere nulla di collaterale – le accarezzò i capelli per poi spostarle qualche ciocca dietro all’orecchio.
- Per fortuna – si finì di vestire per poi essere presa tra le braccia di Tyler.
- Tra poco devo andare a caccia, sono oltre tre giorni che non tocco sangue – sospirò.
- Quando saremo abbastanza forti, ti prometto che le suonerò a Klaus – risero entrambi all’affermazione.
- Non penso ti convenga Hay, devi reprimere qualunque istinto se ci tieni alla pelle – le accarezzò la guancia. – mi aspetti per un’ora?
- Tutto il tempo che vuoi – la fece girare per poi baciarla dolcemente.
- Torno presto lupetta – le stampò un ultimo e veloce bacio per poi uscire e correre nella foresta. Si sentiva felice, libero, se stesso da quando aveva fatto chiarezza nella testa.
Aveva finalmente capito che, per quanto i suoi sentimenti verso la vampira bionda fossero ancora freschi e forti, non sarebbe mai stato tranquillo e realmente felice con lei.
Non avrebbe neppure reso lei felice, Klaus lo odiava e non avrebbe mai permesso che la ragazza che lo aveva colpito potesse stare con un altro; era destinato ad una vita da fuggitivo se avesse voluto continuare a vivere a Mystic Falls.
Si abbandonò all’istinto e cercò la scia di un animale per placare la sete che ardeva.
 
 
 
Si staccò dall’animale che aveva appena dissanguato, ripulendosi dal sangue che colava dai lati della bocca. Finalmente non aveva più bisogno di bere e notò che era stato via almeno tre ore. D’altronde, essendo un neo vampiro, aveva bisogno di un quantitativo di sangue maggiore e gli animali richiedevano tempo per essere catturati.
Stava tornando all’accampamento e, man mano che si avvicinava, sentiva un odore simile a quello di un incendio. Accelerò il passo, quasi arrivando a correre, e vide che l’accampamento era in fiamme e il rogo era un cerchio perfetto che imprigionava tutto il branco.
Cercò di buttarsi al suo interno ma una barriera lo spinse indietro facendolo cadere a terra.
- E’ inutile che tu tenti di salvarli – una voce scura e profonda si fece largo tra le sue orecchie.
- Chi sei? Perché stai facendo questo!? – urlò con rabbia l’ibrido.
- Non preoccuparti, non voglio farti del male, solo loro devono pagarla – una risata malefica gli gelò il sangue nelle vene.
- Per quale motivo? – Tyler si alzò sulle gambe guardando sofferente la sua famiglia che bruciava tra le fiamme, fiamme nate da una magia.
- Hanno ucciso la mia ragazza, un vampiro – c’era una nota di astio e vendetta nel suo tono.
- Se sai veramente cosa significa perdere l’amore, salvali – lo pregò.
- Non salverò mai tutti ma ti lascerò dire addio alla ragazza – ghignò per poi scagliare un incantesimo contro al ragazzo.
 
 
 
Sbatté appena le palpebre cercando di capire dove fosse. Notò essere appoggiato contro al tronco di un albero e sentì l’odore di un incendio appena estinto; tutto questo gli riportò alla mente quel che era appena successo.
Scattò in piedi e vide i cadaveri bruciati del branco, tutti tranne uno.
Corse verso esso e capì che era Hayley dalle parole che aveva udito poco prima di perdere i sensi. La tirò su e notò il corpo perfettamente inerme, senza bruciature, della ragazza.
- Hayley ti prego, dimmi che non sei morta – tratteneva le lacrime a stento. – Hayley ti scongiuro, non morire!
La ragazza tossì appena, era debole, stava per spegnersi.
- T-Ty.. – sussurrò.
- Sono qui, sono qui con te – le accarezzò la guancia.
- Devo..devo dirti una cosa – preso fiato aprendo piano gli occhi.
- Ti ascolto – la teneva stretta al petto, come se non volesse mai lasciarla andare.
- Ti amo Ty – esalò l’ultimo respiro nel dire quelle parole.
- Anche io ti amo Hay – fece scorrere le lacrime mentre sentiva che la vita abbandonava definitivamente il corpo della mora.
Rimase secondi, minuti, ore a stringerla e piangere. Non si capacitava della sua morte, come poteva essere successo? L’aveva appena trovata e subito l’aveva persa.
Le pulì il viso dalla cenere e la prese in braccio tirandosi su.
- Meriti una tomba piccola lupetta – glielo sussurrò piano, vicino all’orecchio.
Camminò fino al precipizio, dove si erano seduti la sera precedente e la sdraiò lì, in modo da avere abbastanza spazio.
Cercò varie pietre, un numero tale da ricoprire l’intero corpo della ragazza, e gliele posò intorno. Mise qualche ramo tra esse e diede fuoco al tutto.
Rimase a guardare in silenzio mentre le lacrime gli solcavano il viso.
Addio Hayley, ti amerò sempre.
 
Le cose che abbiamo perso nelle fiamme, le cose che non vedremo mai più. Tutto ciò che abbiamo ammucchiato sta di fronte a noi, ridotto in cenere.
 
 
 
 Era in viaggio da molte ore, gli occhi stanchi e gonfi dal pianto ma doveva tornare a Mystic Falls. Vide il cartello di benvenuto e seguì la strada che portava diretta a quella casa.
In una manciata di minuti parcheggiò l’auto davanti ad una villa che non aveva il coraggio di affrontare. Prese fiato e scese per poi incamminarsi verso la porta di ingresso e bussare lentamente.
I secondi, che passavano senza risposta, lo stavano uccidendo ma presto la risposta non si fece attendere: un altro ibrido si trovava davanti ai suoi occhi.
- Tyler cosa ti porta qua? Dammi almeno un buon motivo per non ucciderti nei prossimi trenta secondi – aveva uno sguardo terribilmente serio e il tono era un misto tra lo scocciato e l’arrabbiato.
- Per quanto mi costi chiederti un aiuto, ho bisogno di te Klaus – strinse i pugni e serrò la mascella per la richiesta.
- Tu? Proprio tu vieni a chiedere un aiuto a me? – rise ironico.
- Si tratta di Caroline – sospirò e vide l’espressione dell’ibrido cambiare immediatamente.
- Entra – il moro non fece altro che ubbidire e seguirlo verso un giardino interno della villa. – avanti parla, ti ascolto – portò le mani dietro la schiena iniziando a camminare avanti e indietro.
- Voglio andarmene per sempre – non avrebbe mai pensato che questa decisione potesse fargli così male.
- E come mai? Se posso – si accarezzò leggermente lo strato di barba incolto che aveva sul viso mentre l’altro taceva e guardava altrove. Lo guardò per intuire subito cosa potesse esser successo. - io non so niente ma mi sono fatto un’idea piuttosto convincente, quindi dimmi dove la mia immaginazione si allontana dalla realtà. Sei andato negli Appalachi per rompere il legame del padrone, lì hai trovato un branco di lupi mannari e hai chiesto aiuto; tra loro c’era una ragazza, stupenda, con i tuoi stessi istinti animaleschi. Emozioni alla stelle,  inibizioni che si dissolvono e poi, in un momento di debolezza, la forte tensione sessuale è diventata qualcosa di più tangibile.. e naturalmente Caroline non ne sa nulla – non sapeva se esserne compiaciuto, arrabbiato per il cuore spezzato che avrebbe provocato alla bionda oppure comprensivo, ma Klaus non era comprensivo; quindi, per esclusione, la scala di emozioni si alternava tra il compiaciuto e l’arrabbiato.
- Ti chiedo solo di riparare il cuore di Caroline – lo guardò speranzoso e implorante.
- Io? Un ibrido senza cuore? – rise e il moro lo rimproverò con lo sguardo.
- Non avrò la tua età ma non sono stupido, tu provi qualcosa per Caroline e, seppur paradossale, tu sei il meglio per lei – concluse la frase con una punta di amaro in bocca.
Ci fu silenzio per qualche istante.
- Me ne prenderò cura io, ma ad una sola condizione – lo fissò senza trapelare alcuna emozione.
- Qualunque – sospirò.
- Te ne andrai, immediatamente, senza mai più far ritorno, né a Mystic Falls né in nessun altro luogo in cui tu possa incontrare Caroline! Lasciale vivere la sua eternità senza soffrire mai più per te, mai più, sono stato chiaro? – mantenne fisso lo sguardo.
- Sì – allungò la mano che il biondo, con titubanza, strinse. – grazie Klaus.
- Ti do dieci sec.. – e prima che potesse terminare la frase, Tyler era già sparito. Era già montato in macchina, in viaggio verso il Canada con la sola immagine di Hayley nella testa.
Accese la radio e lo speaker parlò.
- Ed ora mandiamo in onda ‘Things we lost in fire’ dei Bastille! Vi auguro un buon ascolto! – e sulle note della canzone schiacciò ancora più forte l’acceleratore.
Ti amo Hayley, sarai sempre con me.


 
  
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