01/09/2013
5 recensioniOkay, poi non dite che non ve lo avevo detto. Ribadisco che se avete visto i due trailer rilasciati dalla BBC un mese fa e stamattina, gli spoiler per voi saranno inesistenti. Ma so per esperienza quanto certe persone possono essere sensibili a questo argomento, quindi. S.P.O.I.L.E.R., sweetie.
Chiarito questo punto... Flashfic di 334 parole nata dal mio semi coma dopo stamattina. Se nemmeno 10 secondi pieni di immagini sulla terza stagione mi fanno stare così ("JUST THE TWO OF US AGAINST THE REST OF THE WORLD", se non è Johnlock questo, holy TARDIS of Gallyfrey! Vi rendete conto?!), non oso immaginare la puntata vera e propria... Comunque, tutto ciò che segue è leggermente angst. Avvertite di nuovo.
Spero qualcuno leggerà, dopo queste note, ma okay.
Chiara
Flashback (us against the rest of the world)
Era tutto come una sorta di flashback.
Tornare a Baker Street in taxi, inserire la chiave nella toppa del 221B, appoggiarsi ancora esausto ed eccitato al muro ricoperto da tappezzeria polverosa.
Tutto cambia ma resta uguale, alla fine.
John è al tuo fianco: l’ordine esatto dell’universo è stato ristabilito dopo tanto tempo.
Non pensi nemmeno, mentre parli, una gioia così sincera nel tuo sguardo.
- Devi tornare.
Lui ti guarda con occhi immensamente blu, il suo taglio sopra il sopracciglio destro – ricordo di Moran – che inizia a cicatrizzarsi, proprio come il tuo sul labbro inferiore – ricordo del gancio sinistro suo, di John –.
- Non ti mancava tutto questo?
Ti avvicini di un passo.
- L’eccitazione di un caso.
Un altro passo ancora.
- Il sangue che ti pompa nelle vene.
Lo sovrasti grazie alla tua altezza, adesso. Così vicini, come un tempo. Come un flashback.
Sei davvero così felice, mentre parli, ogni cellula di te sorride.
- Siamo solo io e tu, contro il resto del mondo.
John, che ha sostenuto il tuo sguardo fino a quel momento, lo abbassa.
Non te lo aspettavi: sembra quasi triste, mortificato. Di cosa?
Si convince a parlare alla fine, delicatamente, come se avesse paura di ferirti. Ferire te?
- Non è più così, Sherlock. Adesso c’è…
Mary apre la porta d’ingresso: è venuta a prendere John.
Nota il suo sguardo schivo pieno di scusanti e il tuo, simile a quello di un bambino di fronte al proprio giocattolo preferito – quello insostituibile – rotto.
E si sente quasi in imbarazzo per avervi interrotti, dice che lo aspetterà fuori. Come odiarla? Ti ha aiutata a salvarlo, in fondo, salendo su quella moto. Gli vuole bene. Lo ama.
Mai quanto te.
- Devo andare. Ci vediamo.
Ti dà una frettolosa pacca sulla spalla – siete diventati così formali, davvero? – ed esce.
Ti lascia solo di fronte a quella porta inevitabilmente chiusa sul mondo. Quello che dovreste combattere insieme.
E anche questo sarà il flashback di così tante volte che perderai il conto.