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Autore: aleXiero    01/09/2013    10 recensioni
Prima fanfiction in assoluto, che emozione!
"Si chiamava Talia Grace ed era una Cacciatrice. Aveva quindici anni da secoli, ma non sapeva più che fare. Lei, non aveva più alcun senso.
Il mondo moderno le faceva schifo. Il cibo le faceva schifo e la musica anche. Era tutto così… meccanico, irreale, perfetto.
Gli dei erano sopravvissuti per tutto quel tempo attraversando numerose guerre e anche lei aveva fatto lo stesso. Rimpiangeva quasi di non essere morta quando quel soldato l’aveva presa in ostaggio durante la terza guerra mondiale. Ma lei era riuscita a fuggire grazie all’aiuto di suo padre, Zeus. Era tornata dalla sua signora senza nemmeno un graffio..."
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemide, Luke Castellan, Percy Jackson, Talia Grace
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si chiamava Talia Grace ed era una Cacciatrice. Aveva quindici anni da secoli, ma non sapeva più che fare. Lei, non aveva più alcun senso.
Il mondo moderno le faceva schifo. Il cibo le faceva schifo e la musica anche. Era tutto così… meccanico, irreale, perfetto.
Gli dei erano sopravvissuti per tutto quel tempo attraversando numerose guerre e anche lei aveva fatto lo stesso. Rimpiangeva quasi di non essere morta quando quel soldato l’aveva presa in ostaggio durante la terza  guerra mondiale. Ma lei era riuscita a fuggire grazie all’aiuto di suo padre, Zeus. Era tornata dalla sua signora senza nemmeno un graffio.
Ma adesso era stanca. Aveva la sensazione di non riuscire a spegnersi. Come un albero le cui radici non vogliono lasciare il terreno e credetele, sapeva di cosa stava parlando perché una volta era un gran bel pino. Aveva visto tante cose nella sua esistenza: guerre, crisi, tecnologie avanzate, cose che prima si ritenevano impossibili.
Aveva visto il governo ridurre in schiavitù tutta l’America, aveva visto 75 anni di giochi crudeli, spietati. Aveva visto la rivolta del popolo e la sua vittoria. Una superstite si era anche unita a loro, si chiamava Madge.*
Talia si era spostata insieme agli dei. Francia, Australia, Germania e poi di nuovo America, la sua terra.
Aveva visto amici che morivano e invecchiavano felici. Come Annabeth  e Percy che ne avevano passate tante insieme e si erano sposati. Avevano avuto dei figli, tre bellissimi eroi dagli occhi verdi e i capelli biondi. Li aveva visti invecchiare e morire, aveva visto i piccoli diventare grandi e spegnersi chi in battaglia, chi di vecchiaia.
E in tutto questo, lei, Talia, aveva sempre quei dannati 15 anni
Era chiaro, amava servire Artemide e vivere con le sue sorelle ma a volte desiderava una vita diversa. Si guardava allo specchio immaginandosi con i capelli bianchi e le rughe sul viso, con un sorriso sdentato, ma pur sempre un sorriso felice. Di chi ha vissuto senza rimpianti, ricucendo le cicatrici che si erano aperte sul proprio corpo dopo le varie cadute e colpi della vita.
Avrebbe voluto potersi addormentare per mille anni invece di vederli passare come se niente fosse intorno a lei.
Non poteva continuare così. Una ragazza non dovrebbe pensare di voler morire, anche se quella ragazza era Talia e ne aveva viste di tutti i colori.
La neve le entrava nelle scarpe mentre camminava e le bagnava i piedi, ma lei non sentiva nulla. Esattamente quel giorno avrebbe compiuto 1015 anni e aveva voluto festeggiarli li, in quel posto.  Si stese nella neve e desiderò ardentemente di sentire freddo. Le mancava la sua vecchia vita da banale mezzosangue, era stanca di essere immutabile, infinita. Si alzò ed entrò nella tenda della sua signora. Fu tutto molto veloce: lei la guardò negli occhi tormentati e cerchiati di viola e sorrise tristemente.
“Va’, mia prode.” Le disse. “Sapevo che questo momento sarebbe arrivato.”
“Vi ho servito bene, mia signora?” disse Talia trattenendo a stento il pianto.
“Con grande amore e fedeltà.” Fece una pausa. “A chi lascerai il tuo posto?”
La ragazza ci pensò un momento.
“A Madge.” Disse infine.
La dea annuì.
“Talia, figlia di Zeus, sorella mia. Ti auguro il meglio.” Disse Artemide abbracciandola.
D’improvviso, Talia si sentì molto stanca, come se avesse corso per chilometri senza fermarsi mai. Le faceva male tutto il corpo e zoppicando si allontanò, all’aria aperta.
Camminò con le ossa doloranti per ore e si fermò in una radura. Poco lontano vi era un cartello. Westover Hall, diceva. Ecco il posto che aveva scelto per il suo compleanno. Sorrise. Proprio in quel luogo lei, Annabeth, Percy e Grover, avevano salvato due mezzosangue, Nico e Bianca. Proprio lì Talia aveva incontrato per la prima volta Artemide di persona. Adesso la scuola militare non era altro che un vecchio rudere in cui i ragazzini andavano a giocare ai “cacciatori di mostri”.
Le lacrime incominciarono a sgorgarle dagli occhi, cadendo nella neve formando dei piccoli buchi. Poi si rannicchiò con il gelo che le sferzava il viso e le congelava le ossa.
Aveva freddo, proprio come desiderava.
Si addormentò e sentiva che tutto scivolava via. La neve incominciò a sciogliersi e comparirono i primi bucaneve. Le forze la abbandonarono quasi del tutto; il sole e la luna giocavano a nascondino nel cielo.
Lacrime calde le riscaldavano il viso esangue, che lasciava intravedere il profilo delle ossa.  Non si rendeva conto del tempo che passava, potevano essere giorni, settimane, mesi. Addirittura anni. Non le importava. Niente importava davvero. Aspettava la morte. Aspettava la pace che non l’aveva mai trovata nel corso della sua vita. Avrebbe rivisto Luke? Lo sperava con tutta se stessa.
Le girava la testa, vedeva tutto annebbiato e non sentiva rumori nella radura.
Tutto taceva alla vista di quel pietoso desiderio di morte che gli si presentava.
Poi Talia vide una luce molto forte che le fece chiudere gli occhi. Sentì delle voci che la chiamavano e con le ultime forze rimaste si trascinò verso il precipizio.
Le voci sembrano provenire dal basso, dall’oceano.
Talia. Ci sei mancata, tanto. Hai idea di quanto tempo sia passato dall’ultima volta che ci siamo viste?” disse una voce femminile. Annabeth.
Già, Faccia da pigna. Bella scelta, l’immortalità.” Aggiunse una voce maschile, Percy.
Sommersa dalle lacrime sorrise al ricordo dello stupido soprannome che le aveva affibbiato e della sua capacità di riuscire a scherzare sempre.
Ehi, Tals. Sono qui. Ti stavo aspettando.”
“Luke?” Sussurrò la ragazza, mezza morta mentre il suo cuore perdeva un battito. Avrebbe riconosciuto quella voce anche se si fosse trovata ad un concerto dei Green Day tra diecimila persone che urlavano a squarciagola, ma doveva esserne certa. Se si fosse sbagliata non lo avrebbe retto. Il suo cuore non avrebbe retto un’altra illusione. Neanche mille anni le erano serviti per smettere di amarlo. Forse certe cose semplicemente non le si può dimenticare. Forse quando ami, lo fai per sempre.
Sì, sono io. Ti amo, non immagini quanto. Mi dispiace.”
“Anche io ti amo. Non ho mai smesso di pensare a te.” Rispose Talia con la voce gracchiante.
Cadde in ginocchio per lo sforzo e cercò di alzarsi.
Piccola, sono così fiero. Sei la persona più forte di questo mondo. Senza di te, non ce l’avrebbero mai fatta. A fare niente. Ti hanno sempre creduta indistruttibile senza mai capire che qualcosa si era rotto in te. Tutta la tua forza e il tuo coraggio erano la miglior maschera che potessi mai costruire. Una maschera così perfetta, e complessa che nessuno se ne sarebbe accorto. Ma dentro eri così fragile. Non ti potevano aggiustare. Non eri come gli altri.
“Diversa.” Sussurrò Talia.
Luke rise. “Non diversa. Speciale. Adesso puoi mollare, nessuno ti giudicherà.
“Cosa dovrei fare?” chiese con voce tramante, spaventata.
Sei pronta a venire con me?
“Sì.” E lo disse perché lo desiderava davvero.
Chiudi gli occhi. Alzati. Non devi far altro che camminare.” Disse. “Hai paura?
“Non più.”
E con questo la ragazza si alzò con le gambe scheletriche che tramavano per lo sforzo di reggerla. Le dita cercavano appigli tastando gli alberi che la circondavano. 
Sentì l’odore dell’oceano nelle narici mentre perdeva l’equilibrio, cadendo nel vuoto.
Vola, piccola Talia. Vola.”
E fu così.
L’ultimo volo di Talia, figlia di Zeus.







*Madge è un personaggio esistente nella saga "Hunger Games".




Beh, che dire? Innanzi tutto, salve gente (?) Sono molto emozionata, non avevo mai postato nulla su efp e spero che vi piaccia ciò che ho scritto almeno la metà di qualto piaccia a me (?). Okay, sto parlando a vanvera. Sono molto legata al personaggio di Talia, credo si capisca ed è per questo che ci son rimasta malissimo quando Riordan l'ha un po' tagliata fuori dalla storia... meritava di più. Così ho dato modo alla mia mente malata di produrre ciò ed eccolo qui, per voi. Recensite, recensite, recensite mi raccomando, che a chi lo farà verrà dato un pacchetto di fazzolettini gratis direttamente dalla sottoscritta. Detto questo, vi saluto. Alla prossima! 

-AleX
  
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