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Autore: chilometri    01/09/2013    11 recensioni
Io - riprendi, la voce è bassa, e se non ti conoscessi, forse, avrei paura - ti ho detto quello che ti ho detto, perché lo sentivo.”
“Lo sentivi. Al passato.”
I tuoi occhi si assottigliano, “No, al presente. Al per sempre.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore è carte da decifrare. '
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when the window blows.

(*)
 
a luke, per tutte le parole pensate
che mai
pronuncerò.



 

 

Il vento si è calmato, e la tempesta sembra passata, ma tu, forse, ancora non hai capito che non mi importa delle sigarette, e dei piercing, e del fumo.
Dei capelli colorati, dei tatuaggi e delle birre, delle discoteche e della musica alternativa, del rap, del rock 'n roll che tanto ti piace.
Non mi importa di tutte queste mode, dei finti alternativi senza sentimenti che se arrossisco ancora, se sento le farfalle nello stomaco, se amo, mi evitano.
"Io non ti voglio, vaffanculo, Luke, vaffanculo per davvero", ti ho urlato contro non so quante volte, ed erano bugie, sono bugie, perché il problema è che ti voglio più del dovuto, del necessario, di quello che mi è concesso.
E tutte quelle volte che mi hai sorriso, e chi cazzo se n'è mai fottuto delle mie lacrime sul cuscino.
Non ne avevi il diritto, non ne hai mai avuto.
Di entrare così nella mia vita in un giorno freddo, di stravolgere tutto, di mettere in disordine quelle poche cose che avevo, con cura, rispolverato.
"Torna alle tue canzoni dei green day", ti ho sussurrato.
Torna alle cuffie, alla musica, al piano e alla chitarra che hai cercato di farmi suonare chissà quante volte, ma io con le note non ci so fare, e tu hai riso di me, con me.
Torna alle parole della tua nuova canzone, alla maglia dei Nirvana, al sorriso che nemmeno sai fare, ai tuoi cappelli blu di lana, ai tuoi capelli biondi.
Torna ai tuoi cereali, alla tua felpa, alle tue canottiere bianche che mi piacciono tanto.
Torna alla tua vita, e dimenticati della mia.

Non mi cacciare, mi hai chiesto, le labbra strette in una linea sottile, la fronte corrugata.
Non ti sto cacciando, ti sto pregando di andar via. Per favore, Luke, vattene, perché non ce la si fa più, perché io non ce la faccio più, perché i tuoi occhi nei miei sogni mi fanno paura.
Ti voglio così tanto che mi odio.

Mi stai lasciando? e la tua voce calda, hai avuto paura, ammettilo che ci tieni a me, ammettilo o fingi, perché la verità mi sta ammazzando.
Cazzo, Luke, vaffanculo, e non ti ho risposto, perché io la forza di lasciarti andare via non ce l'ho.
Vorrei poter restare con te, ma tu sei così impossibile per me, per la mia rabbia che nemmeno tu gestisci, per la malinconia stampata nei miei occhi, per le mie labbra che parlano troppo e ti baciano poco, perché sono caparbia ed impulsiva che mi prenderei a schiaffi.
A me non importa, Luke, di queste mode del cazzo, degli hipster e dei punk, non mi importa della pioggia, del sole, delle tempeste estive, e del calore invernale, non me ne frega niente, se tu non sei qui.

Stai tremando, hai constatato, ed io ho riso, perché porca puttana, c'è il vento che soffia, sto tremando, ma non ho freddo: è colpa tua.
Non è vero.
Vieni qui.
Non ci penso nemmeno.
E chiudi le braccia, perché voglio che tu vada via ora e per sempre dalla mia vita.
Devi correre lontano da me, scappa e raggiungi i tuoi sogni. Ti piace tanto New York, tu vuoi cantare, vuoi avere tante persone al tuo concerto, vuoi che la gente urli il tuo nome mentre sei su un palco, allora vai, e lasciami qui, perché tutta questa messa in scena di me, di te, di un noi che non esiste ma che ci siamo creati, inizia a far male.

Perché sei così orgogliosa?
Perché - ti amo così tanto?, vorrei chiederti, ed invece - non mi lasci in pace?
Mi hai sempre detto che il mio carattere è uno dei peggiori che tu abbia mai avuto modo di conoscere, sono troppo schietta, così orgogliosa, testarda, e mi odi almeno la metà di quanto ti amo io.
A me non importa di niente, non mi importa delle tue infradito che sono tremende, se dormi coperto anche con quaranta gradi, se hai sempre lo sguardo perso nel nulla, perché io so come ti senti.
Non mi importa se preferisci la musica al mondo, se sei sempre così silenzioso, non mi importa degli aerei, degli addii, dei baci dati con le lacrime agli occhi e la tua maglia stretta fra i miei pugni, delle mie bugie e dei tuoi fottiti.
Non mi importa delle canne che ormai nemmeno le sigarette, dei blog di Tumblr con le tue foto - sono gelosa e tu non lo sai, non sai mai niente -, delle maglie con le croci, del mare e delle montagne.
Mi stai rovinando la vita, rendendola così dannatamente bella.
"Smettila di provarci", mi hai detto.

Di provare a far cosa? sei sempre così complicato, e mi appoggio allo stipite della porta, mi massaggio le tempie e tu sei sul letto, la parte posteriore del capo appoggiata al muro, rivolta verso l'alto.
E sei bello da far male, tu fai sempre male da star bene, ed è per questo che devi andare via.

Di mentire.
Non ti ho mai mentito, Luke, ed è mentre lo pronuncio, che conto la cinquantaseiesima bugia, da quando sei entrato nella mia vita.
Hai detto che mi odi.
E tu hai detto che mi ami, siamo pari, giusto?, ti chiedo e nemmeno le lame sono così affilate, e non ho voglia di lottare con te, perché non mi importa. Non più.
Ora sei in piedi, le coperte sono sfatte come sempre, come quando mi tiravi dal polso e mi sussurravi le parole delle tue canzoni preferite nell'orecchio, fino a quando non iniziavo a piangere sul tuo petto, ed io volevo andare via, perché io sono quella forte, perché avrei dovuto essere io a salvare te, ed invece stiamo affondando entrambi.
Le coperte sono sfatte come le poche prime volte in cui abbiamo riso e tu mi hai chiesto che ne pensavo di questo e quell'altro pezzo, come quando mi hai fatto il solletico fino alle lacrime che, allora, erano di gioia, come quando ti ci sei buttato sopra, sfinito, ed io ti ho portato una cioccolata calda al letto e ti ho scombinato i capelli.
Non lo so che ci è preso, non so perché siamo arrivati a questo, a reprimere il dolore, a sbatterci le porte, al mio mascara sbavato e alle corde della tua chitarra strimpellate con violenza.

Io - riprendi, la voce è bassa, e se non ti conoscessi, forse, avrei paura - ti ho detto quello che ti ho detto, perché lo sentivo.
Lo sentivi. Al passato.
I tuoi occhi si assottigliano, No, al presente. Al per sempre.
Ho paura di te, adesso che ho il respiro corto e sta' zitto, ti sto implorando, perché non è vero, non è vera una singola parola, e tutte le tue frasi montate perché ti andava, perché è meglio illudermi, che sputarmi in faccia la verità. Codardo. 
Sei la mia musa, mi avevi detto una volta, e vorrei tanto esser rimasta tale, ferma, immobile, messa lì solo per ispirarti. Invece mi hai travolto che nemmeno una valanga.
Non esiste il per sempre, non esiste per noi.
Sei una catastrofe, e la vuoi sapere una cosa? Non me ne frega un cazzo, non ho bisogno di misurare il tempo, tu rimani qua perché se te ne vai io sono completamente perso, vaffanculo a ciò che pensi sia meglio per te. Perché io, noi, siamo il meglio per te.
Mi stai mandando in pezzi, la voce è rotta, sono arrabbiata e se potessi, se ne avessi ancora la forza, ti picchierei.
Lascia che ti ricostruisca.
Non c'è nessuna colla che funzioni, non sei tu la soluzione ai miei problemi, ne sei la causa, dico, e le labbra tremano: siamo a cinquantasette bugie travestite da verità, nemmeno fosse carnevale.
Non andartene.
Non distruggermi.
E poi ci sono i tuoi occhi chiusi, e la mia spalla contro la porta che scivola verso il terreno, non distruggermi, ho sussurrato, ancora.
Ci sono le tue ginocchia che si piegano alla mia altezza, le tue mani intorno al mio viso e le mie, le tue, le nostre lacrime salate.
Il punto, Luke, è che a me va bene se qualcuno nella tua vita avrà il privilegio di guardarti appena sveglio, se ti sentirà sbadigliare, se ti lamenterai perché vorresti bere il caffè per prendere un po' di forze, ma a te 
il caffè fa schifo, a me non importa se bacerai un'altra, se la cullerai con la tua voce per farla addormentare, se scriverai canzoni per lei, se vorrai farle vedere il mondo intero, se sarà il tuo nuovo per sempre.
A me non importa, perché so che non sarò io ed è una cosa così certa che mi fa male, perché sono destinata ad altri due occhi, ad un altro tocco, ad un altro amore, ad altri baci e ad altre carezze che non saranno mai come le tue, e se dico, fingo, che va bene così, allora magari mi ci convinco pure.

Troverai qualcuna disposta ad amarti meglio di quanto io abbia mai fatto. 
Ed è la cinquantottesima bugia, perché tu lo sai, lo sai bene, che io ti amo da star male, e te lo leggo negli occhi il dolore mentre apro la porta e vado via.
 
Non mi importa delle macchine professionali quando ti ho già fotografato nel migliore dei modi con i miei occhi, delle bestemmie e delle camicie con i merletti.
Degli occhiali rotondi, delle persone senza personalità, dei telefoni ad alta tecnologia, delle mie bugie e delle tue verità; non mi importa del fuoco, dell'acqua, dell'aria.
Ed ora che il vento soffia più forte, ti dico - ti penso - che a me importa di te, che sei diventato il mio ossigeno ed io non posso più respirarti, perché, ormai, sei diventato tossico.





 


ehm, diciamo che dovrei smetterla di intasare questa sezione, lo so
è solo che è colpa di luke, ((e di vasco brondi che ieri ho ascoltato per tutta la sera, ma questo non importa)).
so che è un po' confusionaria, un po' un casino, un po' tutto, ma quando scrivo qualcosa che sento davvero, non riesco a scrivere in modo diverso da questo cc 

non è niente di particolare, ci ho messo meno di un'oretta a scriverla, per cui nient'altro da dire, spero davvero che vi piaccia, c'è tutta me stessa qui dentro.
magari me lo fate sapere con una recensione, se vi va?
un bacione grande grande,
romeo
<3333

 

 

  
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