Nella notte la luna
è
meno solitaria
se
a osservarla c'è
un
viandante.
Lo sapeva, lo aveva sempre saputo eppure non gli importava. Komyo attese la sua morta paziente, aspettava costantemente il suo giorno con quella calma interiore che solo a lui apparteneva.
Fu lui stesso il fautore del suo destino adescando il più spregiudicato dei corvi -a fin che questo potesse farlo a pezzi. Nonostante tutto si adagiò sui battiti del tempo godendosi quanto gli era rimasto, amando come poteva, dopo aver ceduto. Il corvo sembrava essere quello giusto, quello che nell'oblio più totale lo avrebbe accarezzato, quello che, al buio lo avrebbe osservato sempre.
I suoi occhi languidi, quelli che, al primo sguardo lo avevano fatto sussultare, quegli occhi così fieri e beffardi, sicuri della prossima mossa insensata, riuscivano a sfiorarlo nell'estasi, nella notte, accompagnandolo così nell'eterno orrore dell'eternità.
Eppure, Eppure
mio dolce tenebra
non sorridi più.
mio dolce tenebra
non sorridi più.