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Autore: thatsdaworld    02/09/2013    4 recensioni
Se la distanza si mette in mezzo devi solo essere forte, devi, ma non sempre ci riesci.
Passano giorni, mesi, anni, ma nessuno dei due riesce ad andare avanti, non vogliono. È un amore così forte che li rende deboli.
“«Sei mia.» «Sono sempre stata tua, dal primo giorno in cui ti ho sorriso.»”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lo sognava, lo sognava sempre, lo immaginava accanto a lei, pensava dove potesse essere mentre lei era in capo al mondo a realizzare
ciò che tutti si aspettano da lei, inviava messaggi ad un numero sconosciuto ciò che vorrebbe dirgli.
Lui era incastrato in lei chiuso nella gabbia della sua mente.          
Lui non è come gli altri, non diventerà mai un ricordo.
                                     
Lui cerca i suoi occhi in chiunque, cerca in chiunque quel nero che brilla, quel nero così scuro da nascondere qualsiasi segreto.
La voleva scoprire da tutte le sue ferite, renderla nuda da qualsiasi corazza portasse, voleva e vuole ancora sapere tutto di lei.                                                               
La cerca ovunque pur sapendo che non è lì.                                                                                     
Sussurrava a una sua foto che era sua e che l’avrebbe trovata, pur andando in capo al mondo.
Non passava un giorno in cui i due non cercassero quel qualcosa dell’altro in chiunque per strada
anche se la persona che stanno cercando non è quella.
 
Coppie perfette non esistono perché coloro che potrebbero esserlo sono separate dalla distanza.
 
S’incontrarono per caso dopo sei anni. Si riconobbero anche quando il tempo li aveva segnati.               
Lui non dormiva più la notte, non riusciva, non poteva. Lei era nei suoi sogni, non voleva andarsene e lui non la lasciava andare.                                                                                                                                   
Lei studiava, studiava, studiava. Si concentrava sullo studio per dimenticarlo, ma la notte era il suo sogno e qualsiasi canzone le ricordava lui.
 
«Sophia…» disse lui quando era abbastanza vicino a lei, lei si girò di scatto, quella voce le era familiare, ma non la riconosceva del tutto.
Si bloccò, sentì il cuore sprofondare e il cervello smise di funzionare per un attimo che le sembrò un’eternità.                                                                                                                        
 “Luca.” «Luca.» pronunciò quel nome con serietà, quasi fosse arrabbiata con lui, e difatti lo era.
Nessuna chiamata. Nessun messaggio. Nessuna lettera. Niente per 6 anni, 129 giorni, 16 ore e 32 minuti.                                                                                                                                                                 
Lui la abbracciò d’istinto, la tenne tra le sue braccia per così tanto tempo e avrebbe continuato così per ancora più tempo se non fosse che lei
gli sussurrò che le stava facendo male.
Piangeva, piangeva come un bambino che aveva appena ritrovato la madre al supermercato.                             
Si guardarono negli occhi a lungo per poi entrarci dentro e trovare tutta la pena, il dolore, la solitudine, la lacrime, le notti inssone e infine l’amore.                                                                                     
Lei sorrise e lui ricambiò.                                                                                                                             
La baciò con tutto l’amore che aveva in corpo, non voleva passione, non voelva farle credere che desdirasse il suo corpo mentre le desiderava tutta:
corpo e anima, pene e gioie, odio e amore.          
Aspettavano questo momento da anni, lo desideravano ogni giorno sempre di più.                                
«Aspettavo questo momento da troppo tempo. Ti ho sognata così tanto che sei diventata il mio sogno, un sogno che sta diventando realtà.
Hai gli occhi stanchi, ma sono sempre gli stessi pieni di vita di una volta. Sei mia.» «Sono sempre stata tua, dal primo giorno in cui ti ho sorriso.»
Si amavano e si amano ancora oggi, ma la distanza è più forte. Si fanno male. L’amore li sta consumando e i loro cuori non vogliono lasciare andare l’altro.                                                             

S’incontrano ancora oggi, ogni anno il nove di maggio.
S’incontrano nello stesso bar davanti alla stessa spiaggia per dirsi la stessa frase:
«Sarai permanente come le cicatrici che porto addosso, ma tu non sbiadirai. Noi non passeremo come loro.» per poi baciarsi e passare la settimana iniseme
come se fossero fidanzati da sempre.

L’amore non vince sempre, né rende felici.                                                                          
L’amore è una lotta continua esattamente come la vita.

 

 
  
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