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Autore: ilcoraggiodisognare    02/09/2013    3 recensioni
"I vecchi romanzi rosa non dicono molto su ciò che si smuove dentro te quando, tra una moltitudine di persone, intravedi due occhi sconosciuti che catturano la tua attenzione facendo delle tue preoccupazioni e dei tuoi pensieri dei piccoli ed inutili fardelli."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Colpo di fulmine

I vecchi romanzi rosa non dicono molto su ciò che si smuove dentro te quando, tra una moltitudine di persone, intravedi due occhi sconosciuti che catturano la tua attenzione facendo delle tue preoccupazioni e dei tuoi pensieri dei piccoli ed inutili fardelli. 
Nemmeno tra le righe dei romanzi di Nicolas Sparks si riusciva ad immedesimarsi. Anna, con il suo solito libro sulle ginocchia ed il vento che le scompigliava i capelli castani, faceva del suo unico ricordo di quel ragazzo, la cosa più preziosa che avesse mai avuto sentendo sulla propria pelle l'emozione di rivederlo e magari di sorridergli presentandosi e dicendogli il proprio nome. 
Dondolandosi sulla sedia sentiva il peso del cambiamento avvenuto in se'. Ora riusciva a comprendere anche i più inutili commenti sulla natura e su ciò che paragonano all'amore. Anna si era accorta che fuori dal suo mondo, malinconico e pessimista, c'era il pensiero più affascinante che potrebbe aver mai desiderato che entrasse nella sua mente per rimanerci ed essere sepolto lì, nella sua memoria come la miglior cosa che le sia successa. 
Ora, quei occhi nocciola così profondi da sprofondarci e non trovar più la via d'uscita erano l'unico pensiero che meritava di esser presente nella mente di Anna. Chissà se lui l'avrebbe aiutata a trovare la via d'uscita, chissà se mai le tenderà la mano.
Il sole rischiarava ciò che più non capiva, alla luce di un bel giorno d'estate la mente di Anna si presentò come un libro aperto agli occhi dei passanti e di chiunque la guardasse, anche solo un secondo. Il sorriso illuminava il suo viso sensibile e per questo facilmente arrossato.
Le sue frivole attenzioni sull'aspetto esteriore si attenuarono per pensare a quanto le sue labbra formose disegnassero un sorriso perfetto. Pensare a quegli occhi marroni la faceva sentir bene e nei meandri della sua mente cercava un altro riferimento a quel ragazzo. 

La luce divampava in ogni parte della stanza. Quella mattina estiva faceva il proprio ingresso alle prime ore del mattino. Due corpi inerti sfoggiavano il proprio amore abbracciandosi sotto le coperte. Gli occhi semichiusi e il non riuscirli a riaprirli, il desiderio di riaprirli per guardare negli occhi il compagno. 
"cosa hai pensato la prima volta che mi vedesti?" 
La voce impastata e lo sbadiglio seguente furono le prime cose che sentì Francesco che, accoccolato al suo cuscino cercava in tutti i modi di riaddormentarsi facendo delle parole di Anna solo un pensiero a cui non riuscì a non far prevalere. 


Era uno di quei giorni in cui ti accorgi cosa ti si presenta davanti e ci rifletti più a lungo del previsto. Il sole splendeva anche sul mercato del paese che investito dalla luce gialla e calda faceva splendere le pelli più chiare dei passanti. 
Il tocco flebile delle sue dita sulla tasca del jeans dettavano la sua camminata lenta. 
I visi dei passanti, lucenti non per la loro espressione, vagavano in un turbinio di rumori e fastidi. Aumentò notevolmente il passo quando, senza un motivo, si trovò in un vortice di espressioni tristi. 
In lontananza, un'espressione infastidita lo richiamò all'attenzione. Marchiata dai suoi fluenti capelli, c'era una ragazza che, come lui, non ne poteva più. 
Avrebbe voluto tenderle la mano, sospingerla da quella folla. Tenerla per poi liberarla. 
Allungò la mano per poi ritrarla subito. 
Quei pochi secondi diventarono frutto dei suoi pensieri per giorni. Toccava la propria mano cercando una spiegazione ovvia a quel che sentiva dentro di sè. 
Il bisogno di un contatto con la ragazza lo avvampava ogni volta che pensava che avrebbe potuto vederla prima, avrebbe potuto fare di meglio. 
Seduto sui gradini della scalinata del paese, tra turisti e sognatori, il desiderio di rivedere ciò che per lui era simile a se stesso, si materializzò davanti a lui facendogli emettere un gridolino di sorpresa. 
Il suo passo felpato e lento di chi sta riflettendo su qualcosa di importante fece scattare in Francesco la voglia di avvicinarsi e di sapere ciò a cui stava pensando. 
Si avvicinò piano alla protagonista dei suoi contigui pensieri. Tremante e insicuro sfiorò la mano della ragazza che, a pochi passi di distanza, sorrise come se avesse visto l'arcobaleno. 
Tese la mano verso Anna. La stretta fu forte, resistente, durò pochi secondi. 

Non accorgendosene, i suoi pensieri si ricollegarono alla realtà. Allungò piano la mano verso destra toccando il corpo flebile di Anna che, impaziente, aspettava una sua risposta. Ella stinse a sè la mano di Francesco per poi baciarla dolcemente. 
"Che eri bellissima" 

  
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