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Autore: Yuliya    02/09/2013    18 recensioni
Inarcai un sopracciglio. «Quindi io dovrei venire in quella merda di mondo -comunemente chiamato Panem- a rischiare la vita per una causa che nemmeno mi interessa? Beh, non sono così pazza da accettare!»
«A, no?» commentò Gale, ridendo.
Lo ignorai, continuando a parlare. «Se mi aveste chiesto di seguirvi a Hogwarts, a Narnia, o nella Terra di Mezzo probabilmente avrei accettato. Ma andiamo ragazzi, Panem fa cagare un leprotto stitico!»
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Johanna Mason, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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3. Hanna Bond, casino total


 
 




«Le mie mutande sono nel forno!»
Cercai di trascinare un Haymitch decisamente sbronzo giù dalle scale, ma sembrava intenzionato a non collaborare.
«Sì sì, andiamo a cercarle.» lo rassicurai, strattonandolo per il maglione che indossava.
L’ubriacone scoppiò improvvisamente a ridere, indicando la parete vuota. «Il tavolo è al contrario, e…anche la sedia! Vorrà dire che mi siederò sulle gambe!»
Lo osservai con un sopracciglio talmente inarcato da raggiungere le orecchie. «Ceeerto, ora però seguimi.»
Ancora una volta non mi calcolò minimamente. «E come quando avevi quindici anni e tu aspettavi quel treno che non passava mai e più aspettavi e più sentivi che Snow ammazzava tutti con i bazooka e gli Hunger Games non venivano retrocessi, per non parlare di quella gnocca che l’altro giorno sì che era retrocessa sia dietro che davanti! Comunque l’importante è che cada quel governo e buttiamo quattro bombe, prendiamo come aiutante…com’è che si chiama il terrorista in questo posto? Bin Laden? Ecco lui, e se uccidiamo un coniglio lo mangiamo con le patatine fritte e lo mettiamo sotto terra e dentro una bara....»
Alla fine del discorso non capii un accidenti, però mi fu abbastanza chiaro come agire. «Ragazzi, SOS! Haymitch sta delirandooo!»
 
Dopo due ore tutti erano sani e sobri…beh, più o meno.
Osservai i presenti uno ad uno, girandomi i pollici. «Allora, che si fa?»
Peeta si grattò la testa. «Beetee mi aveva consigliato di andare in un posto e armarci al meglio per affrontare Snow. »
«Che stiamo aspettando? E’ il momento di agire!» saltai in piedi, carica di adrenalina.
Sembrava quasi che mi fossi fatta di marijuana –quasi-.
 
 Uscii di casa con i cinque seguendo le indicazioni che mi aveva riferito Peeta, dato che lui non conosceva Londra.
«U-una carrozza evoluta!» mormorò Gale, indicando un auto.
Scossi la testa. «Noi comuni mortali la chiamiamo automobile
«E i vestiti!» rincarò osservando la folla che si districava tra le strette viuzze della metropoli.
«Sì, la luce! L’albero! Il gialloooo!» dissi scettica, ridacchiando da sola.
Mi guardarono straniti. «Andiamo, Padre Maronno
Finnick si illuminò. «L’ho visto prima su Mtv!»
Gli diedi cinque. «Tu sì che mi capisci, Finn.»
Gale sbuffò. «Finn…»
Sorrisi maliziosa al ragazzo. «Geloso, Hawthorne?»
Inarcò le sopracciglia. «Ma ti pare? Ora sbrighiamoci a trovare questo posto.» e continuando a blaterare mi sorpassò.
 
Una trentina di minuti dopo, rischiando di smarrire Johanna in uno Street Club, Gale da un carrettino dello zucchero filato, Haymitch in una cantina che vendeva alcolici di gran prestigio…arrivammo alla meta.
«Io vedo soltanto una tipica cabina telefonica.» mormorai a Peeta, osservando la struttura rossa «Avrai sbagliato indirizzo.»
«Sono sicuro che sia questo il posto! E mi ha dato anche il codice.» mi rassicurò il giovane.
Spalancai l’anta, entrando nella cabina. Osservai il telefono pensierosa, comprendendo pochi istanti dopo. «Ma certo, devo digitare il codice e poi magicamente verremo scaraventati in una sala! Come in James Bond!» affermai eccitata, battendo le mani.
«Ancora con questo Geims Tond?» domandò Johanna attorcigliandosi una ciocca di capelli, palesemente annoiata dalla poca azione.
«James Bond, . James. Bond.» le ricordai, gesticolando.
Poi tornai seria. «Peeta, il codice.»
«Oh sì! 0 1 2 3 4»
Sghignazzai, coprendomi malamente con la mano. «Certo che avete una gran fantasia voi di Panem!»
Il ragazzo del pane arrossì vistosamente. «Non dire così..»
Dopo aver digitato i numeri sulla testiera del telefono - mettendoci cinque secondi- il pavimento sotto i nostri piedi si aprì e fummo scaraventati in uno scivolo.
Dapprima cacciai un grido, per poi iniziare a ridere. «Su le mani ragazzi!» urlai esaltata.
Nessuno mi cagò, anzi parvero terrorizzati da quella tecnologia. Si notava che non avevano mai visto un film di spionaggio.
Terminato lo scivolo acquatico mi rivolsi ai ragazzi. «Compriamo la foto ricordo??»
«L’ho sempre detto che era pazza..» sussurrò Gale, non abbastanza piano da non farsi udire.
«Guarda che ti ho sentito!» sbottai, voltandogli le spalle.
«Mmmm, che si fa?» domandò Peeta, rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
«Direi di aprire la porta.» commentai ironica, lanciando un’occhiata all’unico modo di procedere.
«Che spiritosa.» mormorò Gale.
Mi girai come una furia alzando i pugni. «Io ti ammazzo brutto cazzon..»
Prima che potessi colpirlo in faccia Haymitch mi afferrò saldamente, allontanandomi dal ragazzo che mi osservava spaventato. «Calmati dolcezza, stava scherzando.»
Lanciai uno sguardo colmo di cattiveria a Gale. «Non finisce qui!»
«Sai che paura…» commentò ironico.
Che faccia da schiaffi!
Ma taci che vorresti che fosse una porta!
Perché una porta?
Per sbatterlo tutto il giorno.
Sei una pervertita!
Io sono te, ricordalo.
Oh…
Beh è un bel manzone, te lo concedo.
Sì, talmente tenero da essere mangiato con un grissino!
Quello era il tonno, imbecille.
Ci avviammo alla porta, ma questa si aprì automaticamente permettendoci l’accesso.
Una grande stanza tutta bianca si stagliò dinnanzi i nostri occhi. Sulla parte destra rispetto al corridoio vi era una scrivania anch'essa bianca con una segretaria intenta a limarsi le unghie e a postare su Facebook le foto dei suoi nuovi smalti.
«Oh tesssoro, senti, che ne pensi dell'ultima canzone di Justin Bieber? E' troppo cool!» cinguettò allegra, parlando al telefono.
La osservai con tanto di occhi sgranati. Ok che adoravo Justin, ma quella era una vera e propria oca.
«Mi ricorda te quando parla.» osservò malevolo Gale, scatenando l’ilarità del gruppo.
Non feci in tempo a replicare che la segretaria si accorse della nostra presenza. «Ah giusto, il capo vi sta aspettando!» urlò, rompendo con la sua voce stridente il bicchiere di vetro che teneva sulla scrivania.
Spalancai la prima porta che vidi –visto che la gallina non si era degnata di indicarci dove dovessimo andare - e notai un uomo sulla sessantina, pronto ad accoglierci in un piccolo studio.
«Eccovi finalmente! Beetee mi aveva accennato del vostro arrivo!. Non preoccupatevi, posseggo le migliori armi nel campo della tecnologia. Il mio nome è Q-Quadro.» affermò, sorridendo bonario. Sembrava simpatico.
Ci invitò a seguirlo, fermandosi davanti ad una porta con due leve.
«Puoi abbassare la leva, cara?» domandò gentile.
Eseguii l’ordine, scegliendo la prima.
«L’ALTRA LEVAAAAAAAAAAAAAAAAA!» urlò il signore, mentre cadeva in una botola.
«Oh cazzo…» mormorai, mentre gli altri mi fissavano sconvolti «E se l’ho ucciso? Non posso aver commesso un omicidio, sono troppo giovane per finire in prigione! Ho una famiglia da mantenere, due mariti, uno in Brasile e uno in Burkina Faso…»
Mentre stavo delirando, riapparve Q-Quadro, con un coccodrillo alle calcagna che scacciò con un sonoro ceffone.
«Non capisco perché dovete avere due leve…» diede voce ai suoi pensieri –e anche ai nostri- Haymitch. Quando non beveva ragionava piuttosto lucidamente.
«Questioni di sicurezza. Tutti sanno che la leva giusta è quella rossa.» borbottò l’uomo, guardandomi come per schernirmi.
«Non capita spesso di dover entrare in un covo di uno scienziato per fornirsi di armi!» gli ricordai.
«Touché.» rispose semplicemente «Se ore volete seguirmi…questa volta abbasso io la leva.» e tirandola, una porta prima invisibile ad occhio umano, si spalancò nella parete, mostrando un laboratorio enorme e ben fornito.
 
 



 
Angolo Autrice:
questo capitolo è di una demenza assurda ahahaha.
In alcuni punti ho tentato di farlo serio, ma non ci sono riuscita.
Il titolo sta per l’originale James Bond Casino Royale -che si pronuncia roial, ecco perché l’ho storpiato in total-.
Non mi ricordo se a Panem ci siano le auto come le abbiamo noi. Nel libro si parla sempre di treni e non ricordo nel dettaglio. Quindi perdonatemi se in realtà esistono.
La parte del covo segreto l’avevo già utilizzata in una mia precedente fan fiction –una parodia sulle spie segrete- che poi ho cancellato. Quindi se avete avuto modo di leggerla, non l’ho copiata. E’ sempre mia.
Non so che aggiungere, penso sia abbastanza chiaro.
Grazie mille per i preferiti/seguite/ricordate.
Grazie a chi recensisce con costanza e a chi legge.
Ci becchiamo al prossimo capitolo, che vi avviso…sarà ancora più stupido ahaha.
Twittah:
https://twitter.com/SonoJamesBonda

Ah, mie fan fiction sempre su HG:

Hunger Games parodia film 

Il ritorno dell'anello 

Di sangue e polvere 
   
 
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