Autore: _Flowermoon_
(EFP) -Sacchan- (Forum)
Titolo Storia: Sì,io sono
tutto ciò che voi chiamate Peccato, Distruzione o Male.
Raiting: Giallo
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Spoiler!
La one - shot è basata principalmente sulla novel e tiene
conto anche di piccolissimi spoiler presenti in "Inukashi's Days", la
prima storia contenuta all'interno di No.6 - Beyond.
Poiché la sessualità di Inukashi non è
chiara nonostante si sospetti che sia una ragazza mi
rivolgerò come ad un "lui".
Note d'Autore: La
shot, principalmente introspettiva, tratta maggiormente la
personalità contorta ma maturata -per forza di cose- di
Nezumi, cercando di mettere in evidenza quei punti dove si comporta
maggiormente più da bastardo. A mio avviso, è lui
il personaggio più complicato dell'intera opera
perché sa essere terribilmente spietato nei suoi obbiettivi
quanto incredibilmente umano. Il tutto è raccontato da
"colui" che credo sia il personaggio che meglio riesce a vedere le sue
sfaccettature più nere, ossia Inukashi.
Disclaimer: Nulla
di quanto scrivo mi appartiene poiché è tutto di
proprietà dei rispettivi autori -soprattutto della grande
Asano-sensei-, per i dialoghi presi dalla novel mi sono rifatta alle
traduzioni del blog di"Kaze
no Requiem", alcune
frasi le ho rimodellate ma solo per esigenze di testo. Lo stesso titolo
della one - shot "Si, io sono tutto ciò che voi chiamate
Peccato, Distruzione o Male", è una frase detta da Nezumi
stesso nel Vol. 04 capitolo 1 della Novel, proveniente dal Faust di
Goethe.
I dialoghi non miei li riporterò in fondo con tanto di fonte
usata.
Questa fan fiction ha partecipato al contest: Il
lato oscuro delle Fan Fiction edito
daStarhunter sul
forum di EFP classificandosi terza.
UPDATE 08/12/2013: Modificata la
one-shot secondo i suggerimenti datemi nella recensione-giudizio
dell'organizzatrice del contest.
-Sì, io sono tutto ciò che voi chiamate Peccato,Distruzione o Male-
"Sono
lo spirito che nega sempre!
E
con ragione perché tutto nasce è degno di perire.
Perciò
sarebbe meglio se non nascesse nulla.
Insomma,
tutto ciò che voi chiamate
peccato,
distruzione.
In breve, il male
è
il mio elemento specifico."
[Goethe, The hystorical tragedy of Faust]
Inukashi
era sempre stato un bambino speciale.
Diverso,
dotato di quel "sesto senso" che, in una realtà pericolosa
come quella del West Block, poteva segnare la differenza tra la vita e
la morte.
Forse
quella sua capacità era stata sviluppata dal suo essere
stato allevato come un cucciolo di cane, forse quella
facoltà era qualcosa di innato che soltanto egli stesso era
riuscito ad affinare.
L'abilità
di riconoscere tempestivamente la presenza di persone pericolose.
Sì,
grazie a questa era riuscito più volte a sfuggire alle
insidie e ai rischi celati nella discarica della Città Santa.
Ma
quel giorno, no, il pericolo non era stato in grado di evitarlo.
I
morsi della fame, l'insopportabile sensazione delle pareti nello
stomaco che si toccavano fra di loro e l'incessabile brontolio delle
interiora fecero sì che, anche un tipo prudente come lui,
violò la tana di un topo.
E
come lo rimpianse quel giorno!
Inukashi
avrebbe maledetto quell'incontro fino alla fine dei suoi giorni.
Osservò
il ragazzino davanti a sé.
Pallido, smunto e terribilmente magro, con capelli lunghi fino alle
spalle tanto che poteva essere scambiato per una bambina.
E un paio di occhi affilati, taglienti come una lama.
Non era riuscito a captare immediatamente la sua presenza quando aveva
messo piede in quella specie di deposito pieno di libri e
già questo bastava a renderlo un tipo pericoloso.
Neanche per un secondo di più si sarebbe voluto trattenere
in compagnia di quel ragazzino che parlava come un adulto.
Essere scampato alla morte era già abbastanza.
"Beh, ci vediamo Nezumi. Se saremo fortunati ci incontreremo di nuovo."
Un semplice saluto di cortesia detto per caso.
No, proprio non voleva rivederlo.
L'avrebbe evitato come la peste, se necessario.
Una delle realtà che aveva,
presto, imparato su come stare al mondo era che per vivere servivano i
soldi.
E
l'unica maniera per guadagnarne era svolgere un'attività
chiamata lavoro.
Quindi,
per la sopravvivenza sua e dei suoi cani, Inukashi doveva trovarne uno.
Ma
nel West Block nessuno aveva bisogno di un ragazzino fragile e
gracilino come lui; sarebbe stato scartato ancora prima di sostenere un
colloquio.
Il
suo benefattore, l'uomo che l'aveva salvato da morte certa affidandolo
alle cure di una cagna, era il custode di un vecchio Hotel situato nei
meandri del Distretto e per una notte al riparo dentro ad un edificio,
piuttosto che fuori all'aperto a crepare di freddo, offriva ai propri
clienti una delle sudicie camere da letto in cambio di un piccolo
compenso.
Un
lavoro onesto che Inukashi poteva tranquillamente proseguire.
Ma
non era abbastanza.
Non
per le sue esigenze, non per i suoi cani.
Doveva
trovare un'altra attività, un'attività che gli
permettesse di avere clienti disposti a pagarlo profumatamente.
E
un giorno la trovò, perfetta per uno come lui.
Qualcosa
che avrebbe potuto svolgere senza rischi e in modo efficiente, qualcosa
che l'avrebbe portato ad avere presto altri clienti oltre a quelli che
si servivano del suo Hotel per dormire, qualcosa di cui nessuno poteva
fare a meno.
Erano
già passate due ore dal tramonto e Inukashi camminava sulla
via del ritorno pienamente soddisfatto.
Nel palmo destro un pesante sacchettino color marrone scuro ciondolava
di tanto in tanto guidato da piccoli colpetti di mano,
al suo fianco uno dei suoi cani da guardia lo seguiva obbediente.
Quanto era stato fruttifero quel lavoro e quanto era stato pagato bene!
Ma aveva bisogno di più, ancora di più.
Le cucciolate di cani tendevano ad aumentare ogni anno e lui non poteva
permettersi di far morire di fame i suoi migliori amici.
Tuttavia, quando mise piede nella lobby dell'Hotel, il suo fidato
compagno a quattro zampe iniziò a ringhiare nervoso.
Inukashi sapeva riconoscere quel ringhio: era quello che i suoi cani
emettevano quando nelle vicinanze si trovava qualcuno di estremamente
pericoloso.
"Tch!"
Una risata bassa e quasi gutturale, una risata di scherno.
"Chi è? Chi va là?" Gridò Inukashi
nell'oscurità.
Un'ombra esile e magra emerse fuori dal suo angolo di buio
costrigendolo ad assottigliare gli occhi.
Chi era appena comparso era un ragazzo forse poco più grande
di lui; avrebbe scommesso di non conoscerlo affatto o di non averlo mai
visto se non fosse stato per quei occhi dal colore così
grigio e inusuale.
"Tu? Tu sei..?" Boccheggiò.
Il ragazzo si portò una mano al busto, piegandolo in un
gesto estremamente raffinato.
Inukashi non sapeva dire se quei movimenti fossero abilmente studiati o
del tutto naturali...
'Pericoloso, pericoloso'
...ma il suo sesto senso lo allarmava di allontanarlo al più
presto.
"Lieto di rivederti Inukashi e ancora di più che ti ricordi
di me."
"Tsk! Difficile dimenticare la puzza di un topo di fogna."
Replicò il ragazzino scuro provocando un sorriso compiaciuto
sul più grande.
"Quindi è così che tratti i tuoi clienti?"
Inukashi intrecciò le braccia sotto il petto sbuffando.
"Oh? Saresti venuto fin qui per propormi un lavoro?"
"Sfortunatamente, mi hanno detto che quando si tratta di reperire
informazioni tu sia il migliore sulla piazza".
"Dunque, che vuoi?"
"Non mi inviti a entrare? Non sei interessato a ciò che ho
da proporti o al pagamento?"
"Oh, giusto! Il pagamento..." Inukashi sollevò un braccio
scuro allargando le dita della mano "anticipato, grazie".
Nezumi cambiò espressione, squadrandolo come si osserva un
capriccioso bambino piccolo,
Inukashi se ne accorse e rispose seccato.
"Queste sono le mie condizioni. Il pagamento è sempre
anticipato".
Nezumi mosse qualche passo per andarsene.
"Non ho mai sentito di un lavoro dove bisogna pagare prima che sia
stato svolto. Pazienza, mi rivolgerò a qualcun'altro".
Inukashi fu preso alla sprovvista, finora nessuno dei suoi clienti si
era mai lamentato in quel modo perché lui era il migliore
quando si trattava di ricercare specifiche indicazioni.
Diamine, un cliente restava sempre un cliente!
"Ehi! No, aspetta!"
"Ero disposto a pagarti molto bene ma visto quanto sei arrogante forse
è meglio che mi dia da fare da solo. Il denaro qui
è troppo importante per sprecarlo."
"Maledizione, aspetta ho detto! Va bene, niente pagamento anticipato
okay?"
Nezumi si arrestò ancora sorridente.
"Sapevo che eri un bambino con la testa sulle spalle."
Quello fu il loro secondo incontro dopo un paio di anni e anche il
momento in cui Inukashi imparò che mettere nel sacco quel
tipo era pressoché impossibile.
La
vita aveva insegnato a Inukashi quanto gli esseri umani sanno essere
bugiardi, meschini ed infimi, disposti ad anteporre loro stessi prima
degli altri.
Per questo motivo lui preferiva vivere come un cane.
I suoi cani erano devoti e infinitamente utili e lui voleva bene ad
ognuno di essi considerandoli come membri di una grande famiglia.
Per loro avrebbe gettato via il suo orgoglio.
In particolare c'era un cane a cui era maggiormente affezionato: il
cane che l'aveva cresciuto e allevato offrendogli il proprio latte.
Quel gelato pomeriggio d'inverno, quando lo vide tornare a casa sporco
di sangue e malandato, era pronto a non esitare per cercare aiuto.
Ma da chi?
Nezumi
si trovava semi-sdraiato su di un rottame.
In mano teneva un taglierino, la cui lama scattava fuori e dentro dalla
sua fodera grazie alla pressione delle sue dita.
"Dunque vorresti che ti aiutassi a seppellire la tua mammina?"
Inukashi si era precipitato da lui in lacrime, debole e vulnerabile.
Una facile vittima per essere derubato o, peggio, ucciso.
"No, voglio che canti una canzone funebre per lei..."
Nezumi lo fissò, inchiodandolo con lo sguardo.
"L'ho sentito al mercato! Ho sentito dire che la tua voce è
splendida e che più di una volta hai cantato a dei funerali!"
Il ragazzo si alzò svogliatamente.
"E io cosa ci guadagno?"
"Dobbiamo fare presto..." Ansimava Inukashi in preda all'ansia "Mia
madre sta.."
"E io cosa ci guadagno?" ripetè Nezumi calmo ma impassibile.
"Eh?"
"Non pretenderai mica che io canti così, gratuitamente?
Anche le canzoni funebri hanno un costo ed è piuttosto alto".
"Un costo..?" Inukashi era scioccato.
"Pare che nell'ultimo lavoro ti hanno pagato parecchio, più
del solito. Dammi quel compenso e consideralo affare fatto".
Il ragazzino scuro sbattè le ciglia una o più
volte.
"Ci stai o no? Più stiamo qui a parlarne maggiori sono le
probabilità che lo troviamo già morto".
Inukashi strinse i pugni.
"Sei... sei un verme! Vile bastardo senza cuore!"
Nezumi sorrise sghembamente prendendolo per un "sì", scese
giù dal rottame e si avvicinò ad Inukashi quanto
bastava per sfiorargli l'orecchio con le labbra.
"Faccio quello che posso per sopravvivere".
Quanto avrebbe voluto in quel momento girarsi e colpirlo, quanto. Ma
non poteva farlo perciò ingoiò il boccone amaro
serrando pugni e labbra fino a farsi male.
Da
qualsiasi punto di vista lo si guardava, Nezumi restava una persona
imperscrutabile e invulnerabile.
Diffidente e misterioso, con un passato alle spalle difficile da
decifrare.
Nessuno sapeva niente di lui, nessuno conosceva il suo vero nome o da
dove venisse, chi fossero i suoi genitori o le sue origini.
Lo stesso interessato pareva celare tutte le sue informazioni
più intime in un pretesto di autodifesa personale.
E, proprio come un topo, difficilmente si affezionava alle persone.
Quando comparve Shion al suo fianco, Inukashi iniziò a
fiutare nell'aria qualcosa, qualcosa che sapeva di cambiamento.
L'arte
della manipolazione parlata dalle labbra di Nezumi era irreale quanto
una lussureggiante amante nel cuore della notte.
Incantava con affascinanti parole e sensuali movimenti fino ad
intrappolare la preda in una vorticante spirale fatta di inganni.
'E' tutto un trucco, un'illusione. Sta cercando di soggiogarmi'.
Inukashi lo sapeva che non poteva esistere una persona tanto aggraziata
quanto spietata.
Ma chi aveva davanti era proprio così.
Nezumi sussurrava le sue condizioni con labile voce e lui ci provava
ogni volta a ribellarsi ed a troncare ogni rapporto.
Finendo, inevitabilmente, per soccombere.
"Tu temi la morte più di qualunque altra cosa." I
polpastrelli di Nezumi scorrevano sinuosi come un serpente sulle guance
di Inukashi "Ed io sono l'unico in grado di darti sollievo, non
è così? Non vuoi aiutarmi? E va bene. Se un
giorno finirai come tua madre e starai soffrendo
nell'incapacità di riuscire a morire, non avrai nulla a che
fare con me. Potrai chiamarmi quanto vorrai ma io non verrò."
Anche manipolare le persone rientrava nelle condizioni necessarie per
la sopravvivenza fuori da No.6 e Inukashi rappresentava la
più grande fonte di informazioni manipolabile che Nezumi
potesse avere a disposizione.
Ma anche l'impeccabile Nezumi stavolta aveva commesso un errore. Per la
prima volta, aveva mostrato il fianco.
Fra
i rifiuti della Città Sacra non esistevano leggi da seguire.
Le persone si scannavano tra di loro, alla disperata ricerca di cibo,
medicine e qualsiasi altro bene che potesse garantire un minimo di
salvezza.
Imbrogliavano e mordevano quando necessario e non dimenticavano i torti
subiti.
Occhio per occhio, dente per dente. Non si dice forse così?
Inukashi si avvolse nel suo scuro mantello; la notte pareva perfetta
per la sua figura nera, celandolo fra l'oscurità senza aver
veramente bisogno di un nascondiglio.
Anche a quel saccente topo, una lezione non poteva che giovare di tanto
in tanto.
"Hai perso Nezumi, ti
sei messo nella posizione di avere qualcosa da proteggere. Queste sono
le regole da queste parti, è meglio tenerle sempre a mente."
Per Inukashi
era facile simpatizzare con le persone. Proprio come per un cane,
entrava in empatia con esse.
Nezumi era
sempre stato la sola eccezione, ma andando a chiedergli di indagare sul
Penitenziario aveva messo in evidenza una piccola crepa nella sua
corrazza.
Poteva
atteggiarsi a menefreghista quanto voleva ma era ovvio che stava solo
bluffando.
Rabbioso,
sguinzagliò i suoi cani contro di lui ma furono questioni di
pochi attimi prima che Nezumi lo atterrò a terra e lo
costrinse alla resa minacciandolo con un pugnale.
Anche da
quella posizione di inferiorità riusciva a percepire quanto
letale rappresentava la sua esistenza, ma questa volta non poteva
perdere.
Si, lo
immaginava che in uno scontro contro quel ratto non ne sarebbe mai
uscito vincitore ma non era per quello che aveva agito così.
"Cosa volevi
dimostrare con quella scena di poco fa?"
"Mi sono preso
la briga di darti una piccola lezione." Rispose Inukashi mentre il
più grande lo lasciava andare allontanando la lama.
"Tu non sei
così forte come pensi di essere, non sei un superuomo
né tantomeno un mostro. E un uomo da solo può
fare ben poco." Aggiunse
"Pertanto,
considerami dentro. Ti darò una mano".
Perché
farlo, si chiese Inukashi? Perché volere davvero aiutare
quell'individuo così poco affidabile e la persona che voleva
proteggere?
Non sapeva
rispondersi ma sicuramente aveva a che fare con l'aria di cambiamento
che annusava all'orrizzonte rendendosi sempre più palpabile.
L'ambizioso
piano di intrusione all'interno del Penitenziario doveva essere
elaborato fin nei minimi dettagli per garantirne la riuscita. Nessuno
di essi poteva essere trascurato, nemmeno il più piccolo e
insignificante. Il punto di partenza doveva essere la conoscenza di
tutti i dispositivi di sicurezza e la loro locazione; soltanto il
confronto faccia a faccia con un alto ufficiale di No.6 poteva dare
risposta a quei interrogativi. In altre parole, ciò che si
prestavano a fare era un vero e proprio rapimento.
Espediente dove lui stesso si ritrovò coinvolto in prima
persona per attirarne uno di questi in trappola.
"Nezumi! Questo non
è ciò che mi avevi promesso! Perché
non sei venuto fuori prima come da accordi? Che diavolo stavi pensando?"
"Avevo dimenticato le battute, dunque stavo studiando il copione."
Maledizione! Non c'era limite all'infimità mostrata da
quell'attore di terza categoria.
Incurante, Nezumi si chinò per raccogliere dal pavimento una
piccola pistola caduta di mano dall'alto funzionario.
"Una pistola da autodifesa, una delle più recenti. Piuttosto
piccola, ma un suo colpo a bruciapelo risulterebbe fatale in ogni caso.
Ho ritenuto che il rischio di trovarcelo davanti ad armeggiare questo
giocattolino potesse essere una seccatura piuttosto grande."
Inukashi tremò.
A lui non importava i rischi che aveva appena corso, non gli importava
che poteva essere violentato da quell'uomo, no lui se ne era
infischiato ed aveva preferito aspettare piuttosto che uscire fuori
subito.
Portò le mani alle braccia sfregandole.
Quella sensazione viscida di essere stato toccato da un completo
sconosciuto non voleva andarsene.
"Al diavolo! Perché non l'hai fatto tu? Vi odio tutti
quanti!"
A nulla sarebbero valse le parole di scuse da parte di Shion o i soliti
commenti sarcastici di quel bugiardo piantagrane.
Quando
tornò in sé sbollendo la rabbia e la paura appena
provate, osservò come Rikiga e Nezumi discutevano sulla
pericolosità di ciò che stavano andando a fare.
Rikiga era una persona moderata, una di quelle che mai e poi mai si
sarebbe cacciata volontariamente in pericolo. Al contrario, Nezumi del
pericolo era totalmente sprezzante.
Era inutile l'opposizione che Rikiga mostrava contro quel ratto; in uno
scontro a parole, come in un duello, partiva sempre avantaggiato.
Il loro dibattito raggiunse la massima tensione quando Rikiga
esordì con una parola che gli calzava a pennello.
"Diavolo!"
Se ne era accorto solo ora, si domandò Inukashi?
Nessuno l'aveva compreso prima? Né quella testa vuota che
gli stava accanto, né quell'ubriacone da quattro soldi?
Lui l'aveva sempre saputo ed era per questo che aveva tentato in tutti
i modi di recidere ogni rapporto con quel demone dagli occhi argentati.
Ma ormai ci era dentro.
Ci era dentro fino al collo in quella questione e Nezumi non gli
avrebbe mai permesso di ritirarsi indietro.
Se l'avesse fatto, forse, sarebbe stato ucciso; ne era sicurissimo.
Come a volergli rispondere per farsi beffe di lui, Nezumi
schiarì la voce recitando.
"Io sono lo spirito che nega sempre. Sì, io sono tutto
ciò che voi chiamate Peccato, Distruzione o Male".
E quella frase riecheggiò come pronunciata da altrove.
Ovviamente, quello stupidotto di Rikiga non poteva sapere cosa
significava.
Ovviamente, fu quell'ingenuo di Shion a rispondergli.
Inukashi avvertì il rantolo di quel povero disgraziato che
avevano appena catturato e legato, così come lo
avvertì Nezumi.
Lanciò un'occhiata a Shion, era ora che anche quel candido
ragazzo si scontrasse con la vera natura di Nezumi.
"Lui è il diavolo. Quello che non conosce veramente chi
è sei tu Shion. O almeno, questo è ciò
che penso."
Provò
un nodo allo stomaco quando Nezumi gli intimò di tenere
ferma la loro vittima.
Il tono di voce che usò era stato così
intimidatorio che non osò nemmeno ribattere;
afferrò le braccia di quello sciagurato da dietro tenendolo
fermo mentre l'altro tirava fuori il pugnale.
Osservò come giocava sadico con il loro giocattolo, come lo
schiaffeggiava e come lo torturava.
La sua espressione era indecifrabile quanto una maschera, cosa provava
in quel momento non era dato saperlo.
Inukashi se lo chiedeva, invece. Era giusto quello che stavano facendo?
Torturare una persona per ottenere dettagli sul Penitenziario era
davvero la cosa giusta?
Non seppe rispondersi, forse in certi momenti annullare se stessi era
la cosa più plausibile da fare per proteggersi.
Ma la sua attenzione fu catturata da Shion, dal suo sguardo e dai suoi
occhi tremanti mentre vedeva come Nezumi maltrattava quell'uomo per
fargli sputare il rospo.
"Nonostante tu abbia la realtà proprio sotto i tuoi occhi, nostante tu stia vedendo il suo lato più feroce... davvero ti ostini a definirlo una brava persona?"
Qui
di seguito la lista dei dialoghi non miei usati all'interno della fan
fiction:
"Beh, ci vediamo Nezumi, se saremo fortunati ci incontreremo di nuovo" - Inukashi a Nezumi in No.6 Beyond - Inukashi's days. (Traduzione dal blog di
9th avenue)
"E'
tutto un trucco, un'illusione. Sta cercando di soggiogarmi" -
Inukashi, Vol. 03 cap. 1 della Novel.
"Se
un giorno finirai come tua madre e starai soffrendo
nell'incapacità di riuscire a morire, non avrà
nulla che fare con me. Potrai chiamarmi quanto vorrai ma io non
verrò" -
Nezumi a Inukashi, Vol.03 cap. 1 della Novel.
Hai
perso Nezumi, ti sei messo nella posizione di avere qualcosa da
proteggere. Queste sono le regole da queste parti, è meglio
tenerle sempre a mente".
"Cosa volevi dimostrare con quella scena di poco fa?"
"Mi
sono preso la briga di darti una piccola lezione. Tu non sei
così forte come pensi di essere, non sei un superuomo
né tantomeno un mostro. E un uomo da solo può
fare ben poco. Pertanto, considerami dentro, ti darò una
mano" - dialogo tra Inukashi e
Nezumi nel Vol. 03 cap. 4 della Novel.
"Nezumi!
Questo non è ciò che mi avevi promesso!
Perché non sei venuto fuori prima come da accordi? Che
diavolo stavi pensando?"
"Avevo
dimenticato le battute, dunque stavo studiando il copione".
"Una
pistola da autodifesa, una delle più recenti. Piuttosto
piccola, ma un suo colpo a bruciapelo risulterebbe fatale in ogni caso.
Ho ritenuto che il rischio di trovarcelo davanti ad armeggiare questo
giocattolino potesse essere una seccatura piuttosto grande".
"Al diavolo! Perché non l'hai fatto tu? Vi odio tutti
quanti!" - Nezumi e Inukashi, Vol.
04 cap 1 della Novel.
"Diavolo!" - Rikiga a Nezumi nel
Vol. 04 cap. 1 della Novel.
"Io
sono lo spirito che nega sempre. Si, io sono tutto ciò che
voi chiamate Peccato, Distruzione o Male". - Nezumi Vol. 04 cap. 1
della Novel.
"Lui
è il diavolo. Quello che non conosce veramente chi
è sei tu Shion. O almeno, questo è ciò
che penso". - Inukashi a Shion Vol.
04 cap 1 della Novel.
(Traduzioni prese dal blog di Kaze no Requiem)