Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: fiore_1D    02/09/2013    0 recensioni
"Non succederà mai!"
"Succede solo nei film, è impossibile nella realtà."
"Che grandissima cazzata."
"Come vorrei fosse vero.."
Tutte noi ci siamo sempre fatte domande del genere.
Abbiamo sempre immaginato una storia d'amore perfetta in tutti i suoi dettagli, perfetta in tutte le sue piccole cose.
"Come vorrei che succedesse a me.."
E se vi dicessi, che a me è successo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10 agosto 2013, il primo giorno.

«Christine, Christine a mamma svegliati. Dobbiamo andare al mare.»


Quel sabato mattina, Christine non si voleva proprio alzare.
C'era qualcosa nell'aria di quel villaggio che tutti i giorni la portava a alzarsi dal letto, lavarsi, mettersi il costume vestirsi e andare a svegliare le amiche.
Ma quella mattina no.
Sarà che il sabato è giorno degli arrivi e delle partenze, ma non se la sentiva proprio di abbandonare il suo amore eterno.

«Dài mamma, altri cinque minuti. Sono in vacanza, non devo neanche andare a scuola.»
«Christine, alzati cazzo. Non posso scendere a mare tardi a mare per colpa tua. Qua ti metto i vestiti e il costume. Quando sei pronta scendi a mare, e non farmi aspettare.»


La solita frase, che indulgeva Christine a restare nel letto.
Ma a malincuore si alzò, andò in bagno, fece colazione, si vestì e scese in spiaggia.
Ovviamente, nessuno c'era.
La solita voce di un animatore trasmessa da delle casse proveniente dal bar dove il DJ era solito posizionarsi non c'era, così come la musica.
E lei amava la musica.
L'unica cosa che non le faceva sentire quel peso allo stomaco che si andava ormai creando ogni giorno di più da qualche mese a questa parte.
Christine sentiva il bisogno di avere qualcuno vicino a lei, qualcuno che la amasse, qualcuno che le dicesse "sei bellissima" ogni qual volta lei era sporca sul viso, che le dicesse "quanto sei bellina" quando lei non ne azzeccava una buona, qualcuno che ridesse con lei, qualcuno che ridesse con lei, qualcuno che la facesse sentire unica.
Ma quell'anno partì con l'intenzione di non innamorarsi.
Solo pazzie, quel'anno.
Niente amori.
Si sedette sulla sdraio e mise le cuffiette.
Se non fosse stato per le sue due cugine, Ilary e Vivienne, e per tutte le persone che conosceva non avrebbe quello spirito ribelle che copriva il suo vuoto.
Loro la istigavano a divertirsi.
Christine passava poco tempo sulla spiaggia, quel poco che serviva per farsi il bagno, asciugarsi e stare un po' con le amiche per scambiare qualche gossip.
Poi saliva su, per andare sotto il bar e, qualche volta giocare a pallavolo.
Quel pomeriggio, come tutti gli altri, passò in fretta, troppo per essere una vacanza.
Alle sette di sera, era nel suo bungalow, pronta a farsi una doccia e lo shampoo.
Finito ciò, lavò il costume e dopo aver asciugato i capelli, lo stese sullo stendi-panni per farlo asciugare.
Da lì tutto cambiò.
Una chioma bruna mischiava un mazzo di carte con noncuranza, imprecando la madre di fare presto per la cena.
Christine rimase in piedi a fissarlo, finché la voce della madre la riportò alla realtà, annunciando la cena pronta come se fosse una carica di cavalleria.
Quella di quella sera, fu una cena silenziosa, finché quel ragazzo non passò nel suo appartamentino.
Christine ne sentì subito la presenza, come se qualcuno l'avesse avvisata.

«Questo non mi piace.» esordì il padre, mentre lei, la sorella e la madre si guardarono in faccia con fare sorpreso e di apprezzamento.

Quella sera, Christine, sentì che era quella giusta, quella giusta non sapeva neanche lei per cosa.
Ma lo era.
Dopo cena, mentre aiutava la madre a sparecchiare, un suo caro amico entrò nel villino affianco, salutando tutti in maniera molto confidenziale: Ed.
Decise che la sera, dopo i balli di gruppo e la discoteca, gli avrebbe chiesto di presentarglielo.
Detto, fatto.
Indossò una maglietta fucsia della Hollister, un jeans strappato su una coscia e, naturalmente, le sue immancabili Converse rosse, capelli ricci per la schiuma e profumo da quasi affogarcisi dentro e uscì.

«Hey, Ed. Compagno di tanti amori. Bella serata questa, eh?»
«Hey, Chris. Cosa vuoi, dai. Arriva al sodo»
«Cosa ti porta a pensare che io voglia qualcosa da te?»


L'amico la guardò con gli occhi bassi, un sorrisetto sghembo e quel fare che diceva "davvero vuoi dirmi che non c'è niente?"

«Eh va bene.» Esordì la ragazza. «Sai, i tuoi amici credo che siano molto amichevoli e...»
«Ti piace quello bruno con gli occhi azzurri, eh?» La interruppe ridendo lievemente.
«Vieni, ti faccio conoscere i miei "amici".» Sentenziò facendo un segno con due dita alludendo a delle virgolette.
La prese per mano e da buon amico la portò vicino ai suoi compagni e li presentò uno ad uno, per poi arrivare a lui.
Tutti gli altri nomi non le importavano, solo uno ricordava veramente.

«Piacere, Christine. »
«Piacere mio, Nick.»


I due si guardarono negli occhi per pochi secondi mentre si sorridevano.

«Ragazzi, andiamo in spiaggia?» qualcuno propose, ma i due erano troppo impegnati ad arrossire sotto la luce della luna per dare un giudizio.

«Te lo giuro, ho tutte le firme dei giocatori del Liverpool.»
«Oh, vaffanculo. Voglio anch'io la firma di qualcuno famoso.»
 Sentenziò lei incrociando le braccia sotto il petto e assumento un'espressione quasi infantile, mostrando il labbro rigirato verso fuori.

Il ragazzo scoppiò in una risata fragorosa guardando la faccia della povera ragazza, che dopo poco contagiò anche lei.
Si ritrovarono a ridere come due idioti alle quattro del mattino, nella buia via che conduceva ai loro bungalow.
Oramai, erano quasi sette ore che si erano incontrati e sembravano conoscersi da anni.
Tutta la sera, nessuno dei due aveva mai smesso di parlare con l'altro, ne si erano concessi un minuto di pausa per scambiare un saluto con gli altri amici.
Ridevano, scherzavano, quasi al punto di piangere, non curandosene del coprifuoco stracciato.
Erano solo loro due.
Ma, in un modo o nell'altro, la giornata doveva finire.
«Quindi...» Iniziò lui.
«Quindi...»
«Domani ti vedo a mare?»
«Credo di si.»
Sorrise Christine.
«Allora, buonanotte e... a domani.» Le promise Nick.
«Già, buonanotte.» Schernì lei, rubandogli un bacio su una guancia.

Si guardarono per l'ultima volta quella sera sorridendosi, prima di scomparire ognuno nel proprio bungalow.
Loro non lo sapevano, ma da quella sera la loro estate sarebbe cambiata.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: fiore_1D