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Autore: adler_kudo    03/09/2013    6 recensioni
è la prima ff che scrivo. spero vi piaccia.
dopo l'ultimo incontro con Shinichi (avvenuto dopo Londra), Ran inizia a non stare molto bene e Conan sarà costretto a ritornare grande in fretta per evitare ulteriori complicazioni... la piega che prenderanno gli avvenimenti sarà piuttosto "interessante" con una buona dose di ironia, giallo e amore.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rivelazioni parte prima

-Cooonaaaan!- Ran si ritrovò a gridare per l'ennesima volta il nome di quel bambino che viveva a casa sua, mentre era piegata in due dopo che aveva vomitato tutto quello che aveva mangiato a colazione. Conan comparve sulla soglia del bagno con uno sguardo preoccupato e un asciugamano pulito che prontamente le passò.

-Come va?- chiese con delicatezza.

-Meglio, credo- rispose la ragazza con un sospiro.

-Dovresti andare dal medico, è da più di due settimane che vai avanti così-

“Già” pensò la ragazza “ma non vorrei confermare ciò che già penso da un po'” si disse fra sé e sé per no far preoccupare ulteriormente Conan.

-Hanno suonato alla porta. Vado a vedere chi è...-

-Si vai da bravo-

Il bambino si avviò alla porta e la aprì.

-Ciaooo! Come va, moccioso?-

-Diamine Heiji! Che ci fai...Kazuha!-

-Sorpresa! Dov'è Ran?-

-È in bagno. Non si sente bene- disse Conan infastidito da quella “entusiasmante” sorpresa.

-Vado io! Heiji, porta fuori Conan.- trillò la ragazza con fare complice.

-Si, vieni moccioso.- disse il detective dell'ovest divertito e spinse il ragazzino fuori dalla porta.

-Heiji! Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così!- il detective dell'ovest rise divertito dal comportamento infastidito dell'amico che dopo gli chiese il motivo della loro visita. Heiji rispose che Ran aveva avvisato Kazuha del fatto che non stava bene e così aveva deciso di venire e lui l'aveva accompagnata.

Nel frattempo all'agenzia investigativa le due ragazze stavano parlando sul divano.

-Allora- chiese Kazuha- hai già fatto...?-

-Si, appena ora. È come pensavamo... - rispose con un'espressione indefinita sulla faccia.

-Ottimo! Allora devi solo diglielo!-

-E ti pare cosa da NULLA???-

-Ma non gli stai dicendo nulla di sbagliato! Stai solo...-

-Dicendogli che sto aspettando un bambino da lui.- completò la karateka con gli occhi bassi.

-Ehm... la situazione può sembrare particolare, ma lui ha il diritto di sapere!-

Ran ripensò a quella sera quando Shinichi era tornato e avevano passato la notte insieme. Si sentì avvampare le guancie al solo pensiero di lui e decise che doveva, doveva dirglielo ora! Prese il telefono e compose il numero sotto lo sguardo approvatore dell'amica.

 

Al parco di Beika i due amici stavano discutento su alcuni casi ai quali si erano dedicati in quel periodo, quando il cellulare di Shinichi squillò interrompendoli.

-Pronto? R...- rispose il ragazzo grazie al modulatore di voce.

-Ciao! Zitto e ascolta che ti devo parlare!- lo interruppe bruscamente Ran al che Shinichi pensò di aver fatto qualcosa di sbagliato – Senti...- proseguì- ti sembrerà uno scherzo e non è neanche carino parlarne al telefono, ma tu non ci sei mai quindi... quindi andiamo al sodo!- fece un respiro profondo e disse tutto di getto – Sono incita!- il ragazzo all'altro capo del telefono perse un battito.

-R-ripeti p-per favore, n-non credo di aver capito b-bene.-

-Sono i-n-c-i-n-t-a! Va bene? HAI CAPITO???- ripeté scandendo bene la parola e risultando più aggressiva del dovuto -Bhè? Non dici niente?- riprese preoccupata dal silenzio di lui.

-Eh?... S-Si... S-scusa R-Ran, t-ti r-richiamo fra due s-secondi, aspetta, eh?.- balbettò cercando di sembrare il più naturale possibile. Lei mugugnò un si triste e chiuse la chiamata.

Invece, Shinichi si limitò a guardare nel vuoto allibito e lanciò un urlo che fece voltare tutte le persone nei dintorni; si accorse poi che l'amico lì accanto gli stava sorridendo come se sapesse il motivo della sua reazione.

-Tu! Tu lo sapevi!!- dedusse infuriato il ragazzo. L'altro ridacchiò -Uhh! Papà Kudo!-

-IDIOTA!!! M-ma come può essere successo? -

-Devo farti uno schemino o ci arrivi da solo?-

-Cretino!- “Ran, devo richiamarla” pensò riaprendo il cellullare.

-Pronto? Shinichi, sei tu?- la ragazza stava piangendo.

-Ran! Perché piangi? Non c'è motivo di...-

-Tu non lo vuoi....-

-Cosa? Chi ti dice questo, scusa? Dovevo finire una cosa prima, ma ora... davvero dici? È una cosa meravigliosa! Sono la persona più felice del mondo!- esultò il detective anche se stava pensando “l'organizzazione non dovrà mai venirlo a sapere o è la fine!”con molta preoccupazione -Cerca di riguardarti, tornerò il prima possibile- proseguì ignorando i suoi pensieri.

-Quando?- domandò ansiosa la futura mamma.

-Entro fine mese.- il futuro padre buttò lì una risposta rendendosi poi conto che era una pazzia dire cose del genere, ma in un momento come quello voleva solo abbracciarla come Shinichi, non come il moccioso nel quale era intrappolato.

-Davvero! Che bello! Ma vedi ecco Shinichi... c'è che... devo dirlo ai miei... devono saperlo anche loro e comunque prima o poi lo capiranno quindi...- ecco il mondo di Shinichi cadde in mille pezzettini. Lui ne era sicuro. Era sicuro che se Kogoro lo avesse saputo l'avrebbe ucciso.Si immaginò già la scena: lui che scappava terrorizzato per Tokyo con Kogoro alle calcagna che brandiva una mazza da golf urlando come un ossesso.

-Shinichi? Ehm... ci sei?- chiese Ran non sentendo alcuna reazione. Shinichi, quindi si affrettò a risponderle-Sì, scusa mi ero distratto un attimo. Questa è la parte più difficile, ma facciamo così: ora io lo dico prima ai miei e poi fai tu, ok?- disse prendendo in mano la situazione con la speranza che sua madre lo aiutasse a calmare Kogoro. Ran a quel punto scoppiò in lacrime e rispose -Vorrei che fossi qui con me...- il ragazzo si senti una stretta al cuore, ma come poteva dirle che lui era sempre con lei così la buttò sul ridere -Bhè! Ran, se ci tieni davvero alla mia vita converrà che io sia in antartide per quando lo dirai ai tuoi- Entrambi risero parecchio, ma Ran fu la prima a tornare seria dicendo -Mi manchi.- Il brillante detective allora sorrise -Ti amo, e sarò sempre più vicino di quanto tu creda. Ora devo andare, ti manderò un messaggio quando l'avrò detto ai miei.-

-Va bene, amore-

-Ran. Un' ultima cosa. Non dirlo a nessuno, solo ai tuoi. Ti prego.-

-Ok, detective- rispose con dolcezza la karateka prima di chiudere la conversazione.

Shinichi ripose il telefono nella tasca della giacca sospirando e si accorse che l'amico detective lo guardava di sottecchi con un sorrisetto compiaciuto.

-Heiji! Ti hanno mai detto che sei un cretino?- il detective dell'ovest rise.

-E a te hanno mai detto che sei davvero un romanticone?- Shinichi diventò rosso pomodoro bello maturo prima di saltargli addosso con però ben pochi effetti dovuti alla sua statura. Heiji continuò a sfotterlo fino a che lui non gli mollò un forte calcio negli stinchi che lo lasciò incapace di parlare per qualche minuto.

 

A casa Mouri, intanto, Ran aveva finito di versare lacrime e aveva raccontato la conversazione a Kazuha che aveva valutato la reazione di quel degenere di detective (come l'aveva definito poco prima) troppo fredda. La karateka aveva tentato di difendelo, ma la ragazza dell'ovest non le aveva dato tempo. Stavano preparando il pranzo e Kazuha stava già pensando al tipo di culla, di tutina per il piccolo nascituro e stava analizzando tutti i nomi; Ran, invece, stava pensando a come lo avrebbe potuto riferire ai suoi genitori ben consapevole che la loro reazione non sarebbe stata delle migliori, ma almeno era sicura che gli avrebbe messi d'accoro. A quel pensiero sospirò pensando ironicamente che per una volta era felice della lontananza dell'amato che almeno non avrebbe dovuto subirisi la furia del padre.

 

-NON PERMETTERTI MAI PIÙ! MOCCIOSO!- fu la prima cosa che Heiji riuscì a dire mentre Shinichi lo guardava soddifatto.

-Così impari ad impicciarti, idiota!-

-Uh, papà Kudo è arrabbiato! Ehi! No scherzo, scherzo. Basta.- disse implorando pietà al detective dell'est che si stava preparando ad un nuovo calcio -Comunque ci dai dentro eh? E bravo Kudo!-

-Piantala, Hattori!-

-Sì va bene ma ciò non toglie che ora ti tocca l'ingrato compito di avvisare i futuri nonni, ehhehh!-

-Ti godi, eh? Per fortuna i miei sono via così posso evitare di dirglielo in faccia.-

-Di dirci cosa, Shin-chan?- una voce femminile mooolto famigliare per Shinichi si sentì echeggiare nel parco mentre la donna e il marito avazavano gioiosi verso loro figlio che nel frattempo sbiancò.

-Mamma! Cosa ci fai qui? Papà! Anche tu?-

-Heiji ci ha avvisati che dovevi dirci qualcosa di importante. Allora? Di che si tratta?- domando Yusaku raggiungento la moglie.

-Hattori! È opera tua! Lo sapevo!- ringhiò il giovane maledicendo l'amico per poi voltarsi verso i suoi genitori e prepararsi a spiegare ogni cosa -O la va o la spacca- disse sospirando sottovoce aggiungendo ad alta voce -credo sia meglio metterci tutti comodi a casa.- e si diresse verso villa Kudo seguito dall'amico di Osaka e dai genitori che si stavano scambiando occhiate preoccupate per il comportamento del loro ragazzo.

 

  
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