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Autore: hikaru83    03/09/2013    4 recensioni
Aprirsi con gli altri non è mai facile. Soprattutto quando gli altri sono amici e la paura di perderli è tanta, ma per sua fortuna Hanamichi ha la sua volpe a fianco e un amico sincero.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Un po' tutti, Yohei Mito
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tomodachi


Ecco, ci risiamo, ancora una volta ti sono debitore ma, come sempre non chiederai nulla in cambio.
Sapevo che sarebbe stato difficile, sapevo che molto probabilmente rischiavo di rimanere solo, no, mi correggo io ho te, e la mia volpaccia ovviamente. Ma tutti gli altri, come sospettavo non hanno preso bene la mia confessione.
Vedo ancora i loro sguardi, che mi osservano incerti sul da farsi, convinti che sarebbe stato meglio che non dicessi niente, che mantenessi questa cosa per me. Come faranno ora? Come possono accettarmi nella squadra, durante gli allenamenti dove volente o nolente i corpi si sfiorano di continuo, come possono accettarmi nello spogliatoio con loro ora che sanno, loro non mi capiscono, non hanno detto niente, ma non capiscono, la mia adorabile kitsune li ha guardati uno a uno, gelandoli sul posto quando aveva sbottato quella frase.
“Cosa vi prende, è gay e allora? Lo sono anch’io, visto e considerato che sono io il suo compagno.”
Nessuno in palestra aveva osato dire qualcosa, io non avevo svelato chi fosse il mio compagno, ben sapendo quanto amasse la sua vita privata.
“A me non importa che gli altri lo sappiano Hanamichi, a me importa solo di te.” Mi aveva detto la sera prima, quando l’avevo avvisato della mia decisione, dirlo alla squadra e a quelli che credevo amici, non mi piaceva continuare a nascondermi, l’avevo assicurato sul fatto che non avrei fatto nomi, ma dovevo dirlo. “Ti faranno soffrire, e io vorrò pestarli a sangue per questo, ma tu lo sai già, vero? Sai che non sono tutti come Yohei.”
Già, lo sapevo, nessuno può essere come te Yohei, il mio migliore amico, che mai mi hai abbandonato. Ricordo ancora il primo giorno d’asilo, tutti i bambini che mi stavano alla larga per via dei miei capelli rosso fuoco,  e io solo su un’altalena a guardarli giocare insieme, avevo le lacrime agli occhi. E poi, poi sei arrivato: “Sono Mito Yohei, e da oggi sarai il mio migliore amico.” Non potevo credere alle mie orecchie mi voltai e ti vidi, una mano in tasca, l’altra in cerca della mia, che incerta si avvicinò e la strinse. Il giorno dopo arrivasti all’asilo con i capelli rossi come i miei, avevi preso la tinta da tua zia e avevi provato a fartela da solo, ovviamente non c’eri riuscito ma oramai il danno era fatto e per tamponarlo tua zia ti aveva fatto diventare rosso.
 “Almeno è di un colore solo” disse tua madre alle maestre, quasi per scusarsi. Tu invece eri entusiasta del tuo nuovo colore di capelli, ti avvicinasti e mi dicesti “Ora siamo proprio uguali” io ti guardai stupefatto, e da allora non mi sentii più solo. Tu, che mai ti sei allontanato da me, che mai mi hai giudicato, che sapevi, prima di me, cos’era quel sentimento che mi stava facendo impazzire per Kaede e che mai me l’hai fatto pesare. 
Ora che sono a casa di Kaede, tra le sue braccia mi sento al sicuro, quegli sguardi mi hanno fatto star male, ma quando sono uscito dalla palestra con lui ho guardato te,  e il tuo sguardo mi ha dato la forza di camminare a testa alta, perche tu ti saresti messo contro tutti per me.
Anche Kaede lo sa, si fida di te, sei diventato suo amico, esci spesso con noi anche se parliamo solo di basket, che a te non interessa per niente, ci assecondi sempre. Ti rendi conto che sei riuscito a far uscire questa kitsune narcolettica di sabato pomeriggio per fare un giro.
“Niente basket solo un giro tra amici.” avevi detto, e io l’ho colto il suo sguardo sorpreso, avevo cercato di avvertirlo che eri speciale, ma a parole non ti si può descrivere, l’unico modo per conoscerti e viverti, persino io, che ti conosco da sempre ancora non sono riuscito a capacitarmi di quanto tu lo sei davvero, speciale è riduttivo.
Ormai è sera, sentiamo bussare alla porta, ci guardiamo sorpresi per qualche secondo, Kaede si alza.
“Sarà Yohei.” Dice.
 Ma quando arriva alla porta e la apre non sento la tua voce.
“Hanamichi è qui? Possiamo entrare?” Ru si sposta di lato lasciandovi entrare, ci siete tutti Ayako, Miyagi, Akagi, Mitsui, Kogure, e anche degli acciaccati Takamiya , Okusu e Noma per ultimo entri tu, ti guardo negli occhi, li hai pestati tu quei tre vero? Ayako è la prima a parlare.
“Hanamichi scusaci, e anche tu Rukawa. Siamo stati degli stupidi, non dovevamo azzardarci a giudicarvi, non abbiamo detto niente, ma dai nostri occhi si doveva leggere tutto il disprezzo che sentivamo. Che ora sappiamo sbagliato, ma che non siamo riusciti a fermare. ” Non riesce ad andare avanti, non riesce neanche a guardarci negli occhi. Guardo gli altri, uno dopo l’altro, neanche loro riescono a guardarci in viso, tengono tutti lo sguardo ostinatamente basso.
“Hanamichi, noi due siamo partiti con il piede sbagliato, per colpa mia.” È il turno di Mitsui “Ma quando ve ne siete andati ho capito quanto sono stato stupido, tu non mi hai mai giudicato, anche se ero entrato in palestra quel giorno solo per farvi del male, tu mi hai accettato da subito e io, io sono stato un’idiota al cubo per non aver capito prima quanto i nostri sguardi ti ferissero, tu che per primo mi hai dimostrato cosa vuol dire essere amici.” Non riesco ancora a crederci fino a quando sento la voce del capitano.
“Hanamichi, spero davvero che possiate perdonarci e tornare in squadra, abbiamo bisogno di te, di voi.”
Un sorriso mi illumina il viso “Non potete resistere senza il Tensai eh?”
“In realtà ci serve Rukawa, ma se vogliamo lui mi sa che dobbiamo sopportare anche te...” questa è la voce di Miyagi.
“Ma come ti permetti razza di nano da giardino” sento le risate intorno a me, la tensione si è sciolta, non ho bisogno di dirvi di avervi perdonato, lo sapete già.
“Nano da giardino a chi?”
“Ok ok invece di fare a botte che ne dite di festeggiare?”  È  la tua voce questa “Sempre che Rukawa ci permetta di occupargli la casa.” gli occhi riconoscenti di Kaede nei tuoi.
“Hn!”
“Ha detto ok, sto imparando la sua lingua, certo non sono come Hana, lui riesce a capire frasi intere, ma quando è ok, sì, no riesco a capirlo anch’io, non è che mi devo preoccupare?” dici con sguardo fintamente angosciato,  per poi metterti a ridere con noi.
Mi guardo in torno, e non posso davvero credere alla fortuna che ho.  Sto con la mia kitsune, circondato da amici e so che in un modo o nell’altro è tutto merito tuo. Ritorno con la mente alla prima volta in cui ci siamo incontrati, a quando tu hai deciso che saremmo stati migliori amici, e ringrazio Dio o chi per lui abbia fatto in modo che accadesse, perché so, che senza di te, senza la tua pazienza, la tua forza e la tua amicizia io qui non ci sarei mai arrivato. Io lo so, tu lo sai, anche se più di una volta mi hai detto che ce l’avrei fatta lo stesso, ma sappiamo entrambi che non è così, perché è l’amicizia, quella vera come la nostra, a rendere le persone migliori di quello che sarebbero altrimenti. Tu mi hai reso migliore Yohei, vorrei dirtelo ora davanti alla porta di casa, mentre ci saluti, gli altri sono andati via da un pezzo, ma come al solito mi impedisci di ringraziarti.
“Yohei , senti io...”
“Non dire niente Hana so quello che pensi, ma fidati se è vero lo è anche il contrario. E adesso fate i bravi voi due, dopodomani avete una partita ok?” Divento rosso come un peperone, so che cosa sottintendono le tue parole, ancora non riesco a capire come fai a fare certe battute.
“Mi raccomando Rukawa, vedi di fare il bravo, non farlo stancare troppo il nostro Tensai”  E te ne vai dopo aver ricevuto il  monosillabo preferito del mio ragazzo in risposta. Guardo la tua schiena e la tua mano che sollevi per salutarci mentre metti in moto il tuo motorino.
“YOHEI” urlo so di essere ancora più rosso di prima.
“Do’aho vieni dentro, prendi freddo.”
Mi volto, guardo il viso di Kaede e poi torno a guardare la strada oramai vuota e buia.
“A lui non importa con chi stai, vuole solo vederti felice. E per questo che fa certe battute, per farti capire che per lui tu rimani sempre quell’adorabile ingenuo che si è sempre divertito a prendere in giro. ”
“Lo so.” Sento la mano di Kaede stringere la mia.
“Entriamo piccolo” mi trascina in casa, mi abbraccia e sento le sue labbra sulle mie.
“Ma non dovevamo stare tranquilli? L’hai promesso anche a Yohei.” Sento le sue labbra piegarsi in un sorriso mentre dice:
“Do’aho la partita è dopodomani, abbiamo una giornata intera per riposare. ” mi trascina nella sua stanza e chiude la porta. “sempre che il Tensai non abbia problemi di resistenza .”
Ma guarda questo qui, “Teme kitsune, questo non dovevi dirmelo!” dico e sono un’altra volta sulle sue labbra. L’ultimo mio pensiero coerente, prima di perdermi tra le braccia della mia kitsune, è per te Yohei il mio migliore amico, il mio angelo custode, mio fratello.

 
Note: un ringraziamento a Seika e Pandora86 che hanno commentato la mia prima fic  a quante l’hanno letta e leggeranno questa, nella speranza che possa piacere.  Forse i miei personaggi sono un po’ OOC ma non ci posso fare niente, io li vedo proprio così ^____________^
  
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