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Autore: Nymeria90    04/09/2013    5 recensioni
La bambina alzò la testa, i grandi occhi azzurri spalancati e le labbra socchiuse in un sorriso rapito. Sopra di lei, nel cielo nero, splendevano miliardi di stelle.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La bambina socchiuse la porta, si guardò intorno poi, con l’aria colpevole di chi sa di star facendo una cosa sbagliata, sgattaiolò fuori, incapace di dissimulare un sorrisino soddisfatto.
Corse fino all’albero in fondo al giardino, i piccoli piedini nudi che affondavano nell’erba umida, appoggiò i palmi aperti sul tronco ruvido e si arrampicò, rapida come una scimmietta. 
Raggiunse il suo ramo preferito, grosso e nodoso, sovrastato da tutte le stelle della galassia. La bambina alzò la testa, i grandi occhi azzurri spalancati e le labbra socchiuse in un sorriso rapito. Sopra di lei, nel cielo nero, splendevano miliardi di stelle.
Non si accorse dell’uomo che l’aveva seguita sull’albero, finché non si sedette accanto a lei, le lunghe gambe a penzoloni nel vuoto.
La bambina chinò il capo e lo guardò, con un sorriso leggermente colpevole.
- Non dovevi essere a letto, tu?- la rimproverò, dandole un buffetto sulla guancia.
Lei si strinse nelle spalle, come se la cosa non avesse importanza.
Si fissò le piccole mani intrecciate e mormorò, improvvisamente imbronciata: - Non voglio che te ne vai domani.-
- È il mio dovere.-
La bambina storse il naso – Mindoir è noiosa quando tu non ci sei, zio Ned. Devo andare a scuola, fare i compiti, riordinare la stanza …-
Lui ridacchiò – E cosa vorresti fare invece?-
Lei alzò lo sguardo verso le stelle – Vorrei andare lassù …- alzò il braccio indicando il cielo - … insieme a te.-
Ned le accarezzò piano i capelli – La mia piccola Émilie Jolie.- era l’unico ad avere il permesso di usare quel nomignolo e solo quando non c’era nessuno a sentirli. Era piccola, ma aveva una reputazione da difendere.
- La mia piccola Émilie Jolie.- ripeté, con affetto – Un giorno andrai lassù, su una nave bellissima che comanderai tu. Ma quel giorno non è oggi, sei ancora troppo piccola.-
- Ho otto anni. - ribatté, indignata – Non sono piccola! – il suo sguardo tornò a posarsi sul cielo, gli occhi azzurri illuminati dalle stelle – Mi costruirò delle ali e arriverò fino alla fine del cielo; e allora sarai tu a chiedermi di portarti con me.-
Lui socchiuse gli occhi, fissandola con aria assorta – E dove andremo, mia piccola Émilie? Voleremo fino a raggiungere la Terra, il sole … magari persino la Luna? – sorrise di fronte al suo sguardo meravigliato – Avremo ali di piume colorate che ci porteranno su …- allungò il braccio fingendo di acchiappare qualcosa - … talmente in alto da sfiorare il paradiso.-
Lei annuì vigorosamente, facendo sobbalzare le sue trecce bionde – Sì, hai capito!- esclamò con un sorriso radioso – Per favore, zio, portami con te!-
Ned chinò il capo di lato, intenerito dal suo entusiasmo e dispiaciuto all’idea di deluderla – Ci sono così tante cose da vedere prima di viaggiare tra le stelle. La tua vita è come un libro di favole e hai ancora molte pagine da girare, la storia è solo all’inizio.- le sfiorò la guancia con la punta delle dita, mentre lei lo fissava confusa e affascinata – Ci sono così tanti giorni e così tante notti … la tua vita è appena cominciata.-
Émilie si strofinò la punta del naso e tornò a guardare il cielo con un misto di rammarico e sollievo – Ci sono così tante cose da vedere, prima …- ripeté abbassando gli occhi e guardandosi intorno, sorpresa di vedere tutto quello che la circondava – Però non ti dimenticherai di me, vero zio?- si appoggiò contro di lui, piccola e piena di vita – E quando sarò grande verrai a prendermi e voleremo via insieme, fino alla fine della galassia.-
Ned appoggiò le labbra sul suo capo, stringendola a sé – Prenditi tutto il tempo che vuoi, piccola Émilie Jolie, non avere fretta di diventare grande. Io ci sarò sempre per te.-
Émilie annuì contro il suo petto, aggrappata alla sua divisa blu e oro: un giorno ne avrebbe indossata una uguale. Ma quel giorno era lontano. Non aveva più fretta, non più.
C’erano così tante cose da fare prima di partire.
La porta di casa si aprì e una striscia di luce illuminò il giardino – Émilie! – chiamò una voce di donna – Il est tard, Émilie, demain tu dois aller à l’école!-
Ecco, quella era una delle cose che non voleva fare.
- Tua mamma ti sta chiamando, piccola Émilie .-
Lei sbuffò – J’arrive, maman!- gli diede un rapido bacio sulla guancia e saltò giù dall’albero.
Quando arrivò alla porta si girò e lo salutò con la mano – Non ti dimenticare di me, zio Ned. –
Ned rimase a guardare la porta che si chiudeva, appollaiato sul ramo dell’albero come un grande uccello malinconico – Come potrei dimenticarmi di te, Émilie Shepard?-
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
 
Ok questa “cosa” si commenta da sola: fa schifo. Però mi gironzolava in testa da troppo tempo e mi piace fare dei dispetti ai lettori di questo sito.
Comunque credo sia doverosa una spiegazione; qualche giorno fa mentre frugavo tra vecchi scatoloni ho ritrovato un cd che ascoltavo da bambina (ok lo ammetto era una cassetta, nei lontani anni 90 non c’erano ancora i cd), nel “cd” c’era una canzone, questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=uxQFE1QLoQk , che ha generato lo scempio di qui sopra.
 
Torno nella mia cella imbottita.
  
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