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Autore: flood    04/09/2013    1 recensioni
Un anonimo passante, un attento osservatore, incrocia per le strade di Seattle i nostri medici preferiti. Cosa riuscirà a capire di loro?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Con il sole, la pioggia, il caldo o il gelo, è ormai mia abitudine la passeggiata per le strade di Seattle ogni domenica pomeriggio.
Anche oggi sto percorrendo la via centrale fischiettando tranquillamente un motivetto sentito alla radio.
Il tempo è stabile, qualche nuvola incupisce il cielo, ma si possono scorgere i raggi del sole insinuarvisi fino ad illuminare qualche angolo della piazza.
Sto cercando un posto libero tra i tavolini della caffetteria quando mi scontro con una figura esile e apparentemente debole.
Alzo lo sguardo e incontro quello più sperduto che avessi mai visto.
Sono gli occhi di una ragazza giovane che sembra indifesa quanto una bambina.
Vorrei dirle qualche parola di conforto, vorrei avvicinarmici e prenderla tra le braccia, sussurrandole che andrà tutto bene.
E invece sfodera un sorriso accennato e delle scuse appena udibili.
Si sta allontanando, sempre guardando il terreno.
Credo si scontrerà con qualche altro passante fra poco più di un paio di minuti.
Cosa può portare quella bambola di porcellana dai capelli color cacao che fanno risaltare la tonalità lattea della sua pelle, a una distrazione tale?
Che stia soffrendo per amore?
Pare aver subito una qualche delusione.
È tipico di me osservare la gente che mi circonda e cercare di scoprire ciò che danno a vedere di loro stessi, indovinarne le abitudini, i problemi, il passato.
È una cosa che mi affascina, poter accedere alla vita di altre persone pur avendole incontrate una volta soltanto.
Non so perchè, ma sta volta rimasi scosso da quest'incontro casuale e, dopo aver immaginato gli occhi scuri della ragazza illuminarsi alla vista di un'uomo che non li nota, mi allontano a mia volta dal locale, turbato per la mia sensibilità.
Mi dispiace per quella straniera.
Ha tutta l'aria di essere venuta qui da poco, di non avere una famiglia o di star lottando con se stessa per reprimere certi sentimenti.
Chissà.
Perchè non fare un salto a salutare Joe?
Scommetto che tiene aperto anche nei giorni festivi in questo periodo dell'anno, e mi tirerà su un poco il morale con un bel drink.
Arrivato al bar mi accorgo subito della coppia che occupa il mio solito posto sul bancone.
Li osservo per qualche minuto e arrivo subito alla conclusione che chiamarli coppia è un grande errore.
La donna asiatica sta sfogandosi per non so cosa con il ragazzo moro accanto a lei, che probabilmente ha la mente abbastanza offuscata dalla tequila da non ascoltare neache una delle sue parole furiose.
Bella sfida, quella di indovinare di cosa sta parlando lei.
Rinuncio al drink e comincio a lanciare qualche freccetta tenendo teso l'orecchio.
Lo so, sono un'impiccione che origlia le conversazioni di sconosciuti, ma vi assicuro che mi basta qualche frase.
Infatti, mi è sufficiente sentire la parola "tradimento" uscire dalla bocca della riccia per visualizzare l'intera situazione: avrà sicuramente un marito adultero e starà sfogandosi con l'unico amico libero.
È ovvio che lui non è interessato, sta solo alternando lo sbavamento dietro a qualche bella ragazza allo svuotamento del bicchiere.
Sembra triste anche lui, però.
Ha gli occhi scuri che sprigionano un senso di solitudine.
Ne hanno passate delle cotte e delle crude quei due, è ora di lasciarli in pace.
Io però non ho bevuto nè un caffè nè un drink, meglio che opti per un gelato.
La gelateria è proprio in fondo alla via.
Trovo una bella folla, non sono l'unico ad aver voglia di una coppetta.
Sto scegliendo il gusto, quando una donna accanto a me, dopo aver ordinato un cono alla fragola, lo porge a un'adorabile bimba con le treccine e la pelle scura e la conduce fuori.
Pago la cassiera e noto che, quella che probabilmente era la mamma di quell'angioletto, ha raggiunto un uomo con un'accenno di barbetta e insieme si sono mossi in direzione del parco.
Entrambi europei, devono averla adottata.
Li seguo con gli occhi gustando il sapore di cioccolato, finchè alla piccola non cade il gelato, essendosi scontrata con un uomo scuro dai capelli e la barba bianca, vestito elegante e sul punto di correre per la fretta.
L'avevo detto che c'era ressa.
Spero che il signore abbia un motivo valido per far piangere la bimba, che obbliga la madre a tornare nella mia direzione per rimpiazzare il dolce.
Magari ha un'importante riunione.
Ma no, è domenica.
Potrebbe star andando a trovare un malato, questo si.
Potrebbe essere in pensiero per la madre.
Anche se a pensarci bene non credo possa ancora avere i genitori vista l'età.
Probabilmente sta male la moglie, ecco cosa.
Torno a concentrarmi sulla mamma, avendo visto che la bimba si è tranquillizzata tra le forti braccia del padre.
Sta uscendo dalla porta con un nuovo cono alla fragola, e ne da una leccata veloce, senza farsi vedere dalla figlia.
Sembrerebbe felice con la sua famigliola, eppure posso percepire qualcosa di cupo e triste.
In fondo ognuno di noi ha il proprio carattere.
Noto con dispiacere che il padre ha cercato di pulire una macchia del precedente gelato sulla maglietta della piccola senza successo, e invita quindi la moglie a tornare a casa per un cambio.
Allantanatosi il trio, decido di incamminarmi comunque verso il parco.
Ho finito di mangiare e posso sedermi su una panchina all'ombra di un pino, come mi piace fare di solito dopo il lavoro.
Ci sono gruppetti di bambini attorno allo scivolo, madri e padri che spingono culle e passeggini, anziani che trascorrono ore all'aria aperta ascoltando le risate della gioventù.
Tra tutti quanti noto una coppietta.
Sono due donne, sedute una accanto all'altra sulla panchina in cima alla collina, quella che da la miglior visuale della città.
Una delle due sta circondando l'altra con il braccio, la quale si appoggia sulla sua spalla.
Sono il ritratto dell'amore, resto a fissarle godendomi la quiete, finchè un piccolo uragano mi corre davanti dirigendosi verso di loro e chiamando a squarciagola la sua mamma.
La mora la prende tra le braccia ed entrambe si alzano: sono due gocce d'acqua, la bimba, la quale risponde al nome di Sofia, è la riproduzione in miniatura dell'altra.
Le raggiunge un affascinante uomo di mezza età a cui la bambina tende la mano.
Adesso camminano in fila: la mora dai lineamenti latini, la bionda dal sorriso smagliante, la piccola e l'uomo.
Le uniche affermazioni certe sono l'identità della madre e l'intimità tra le due donne.
Pare anche ovvio che la figura maschile sia quella paterna.
Sono quindi piuttosto certo di riuscire a ricostruire i rapporti tra i quattro e ne sono incantato.
È una famiglia completa, la famiglia moderna che passa un chiaro messaggio di maturità.
La bionda avrà sicuramente accettato la situazione rendendo felici tutti quanti.
Anche se quasi mi dispiace per lui.
Certo, sembra straveda per la sua bambina, ma non dev'essere facile convivere con la rappresentazione dell'amore in solitudine.
A meno che, abbia una ragazza che non ha accettato la soluzione.
Non posso scoprire altro, è meglio che segua il loro esempio e mi muova di qua, è quasi ora di cena.
Sono tornato in piazza, imbocco la via di ritorno e incrocio una rossa mano per mano con un bel ragazzo abbronzato dagli occhi verdi.
Sembra aleggi qualcosa di strano nell'aria per loro, ma non faccio in tempo ad analizzarli.
Improvvisamente il buio.
Credo di essere a terra, cosa mi sta succedendo?
Le palpebre sono come macigni, le gambe non riesco nemmeno a sentirle.
Solo quelli che a me sono sembrati un paio di minuti dopo riesco a sbirciare tra le ciglia e penso fermamente che sia un sogno: tutta la gente che ho "conosciuto" quest'oggi sta correndo verso di me.
Vedo la giovane e dolce ragazza indifesa, la coppia di amici del bar, i genitori della bimba nera e i tre della piccola Sofia.
I presumibili fidanzati sono invece già al mio fianco.
Che siano una squadra di medici?
Mentre mi complimento con me stesso per aver completato il progetto di ipotetica vita di ognuno di loro, che ora posso chiamare dottori, sento che la rossa mi chiede se ho mangiato in giornata.
Che stupido, credevo di sopravvivere con un gelato e una gran dose di fatti altrui?
È stato solo un calo di zuccheri, ma senza ciò non avrei scoperto la loro professione e avrei dovuto tirare a indovinare.

Vedete quante cose si possono scoprire delle persone per pura casualità? Ho incontrato l'intera equipe dell'ospedale di Seattle, senza volerlo.

L'angolo dell'autrice: Eccoci alla fine di questa pazzia! All'inizio volevo far svenire il signor X alla vista di Shonda, che sarebbe stata il suo ultimo incontro, perchè lei era in grado di manipolarlo, come fa con le nostre vite (lol),essendo la creatrice di tutti i personaggi. Sarebbe avvenuto dopo che lui si fosse accorto che era un'entità imperscrutabile. A mente fredda però ho capito che era un'idea folle! Quindi, ecco lo strampalato prodotto finale. Non resta che scoprire se avete riconosciuto tutti quanti, anche se non credo sia un lavoro difficile: dimostratemelo!
xoxo,
- flood <3

  
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