-Hey, Arthur?-

Inghilterra sussulta leggermente a quella chiamata improvvisa. Lo ammette, per qualche minuto si era dimenticato che non è da solo. Purtroppo.

A volte, per lui, la solitudine è preferibile a qualunque cosa, o a chiunque altro. Soprattutto se quel “chiunque altro” è il rappresentante della Francia. Soprattutto se il suddetto rappresentante, dopo un colloquio di affari  tenutosi tra i due, lo ha invitato a fare “quattro passi” per Parigi, giusto per “Prendere una bella boccata d’aria”.

Perché, sempre a detta sua, Parigi in primavera rigenera l’animo.

  –Che cosa vuoi, France?- gli risponde di rimando, con un tono di voce scorbutico. Nessuna sorpresa, nessuna variazione della regola: Inghilterra reagisce sempre così quando si tratta del suo peggior nemico e Francis ormai gli è fin troppo abituato. Si preoccuperebbe di più, in effetti, se si rivolgesse a lui in termini più gentili.

Gli strizza l’occhio, maliziosamente -Lo sai che a Parigi gli amici si salutano con quattro baci?-

L’inglese si volta per guardarlo, alza un sopracciglio; in effetti non è poi tanto sorpreso da quell’affermazione, considerato che è appena uscita dalla bocca di Francia!

-E quindi? Io e te non siamo amici. – il suo tono ha improvvisamente oltrepassato la soglia della difensiva e, la sua occhiata scettica, improvvisamente diventa torva.

L’altro, in replica, ridacchia allegramente e non dice più altro.

Quanto è diverso il suo modo di reagire alle situazioni, rispetto a quelle del bruco!

E intanto continuano a passeggiare per il Boulevard, vicini, ma rimanendo in un silenzio astruso

-Beh…- riprende il francese. E’ sempre lui, tra i due, che ha le parole giuste per rompere l’imbarazzo che repentinamente si forma tra loro –Sei un gentiluomo, no? E’ maleducazione non salutare la gente. –

Alza gli occhi al cielo, la sua pazienza ha superato i propri limiti già da parecchio tempo. Da quando lo ha visto quella mattina, ora che ci pensa meglio -Da noi, a Londra , i conoscenti, - ci tiene a sottolineare questa differenza –si salutano con una stretta di mano. E difatti io e te ci siamo salutati così all’inizio, o sbaglio?-

Il sorriso di Francia non accenna a sparire dal suo viso. E, inaspettatamente, la sua mano si appoggia sul viso dell’inglese. Avverte sul suo palmo la sua guancia arroventarsi gradualmente

-Ma…ma che fai? Pervertito!- Arthur fa per spintonarlo via da sé, ma lui non demorde.

Continua a sorridere dolcemente –Io ho rispettato la tua cultura. Adesso tocca a te rispettare la mia, non, Angleterre?-

Non gli da’ neanche il tempo per rispondere, poggia le sue labbra contro le sue, si stringe al suo corpo per accorciare la breve distanza che si frappone tra loro, come se non fossero già abbastanza vicini.

 Vorrebbe godersi più a fondo quel bacio, superare quella barriera che li fa rimanere, ogni volta, in bilico tra l’amore e l’odio. Ma Inghilterra si allontana, le loro labbra smettono di toccarsi

-Fuck you, asshole!- urla lui, le sue guance si sono, inspiegabilmente, tinte di un rosso vivace –E la tua cultura, rana vinofila, fa schifo. Ti odio!-

-Angleterre…- bisbiglia l’altro con tono fievole, abbassando lo sguardo. Sembra leggermente in difficoltà e, per un attimo, la sfuriata di Inghilterra sembra spegnersi.

Lo fissa un po' scettico…è davvero possibile che sia dispiaciuto per quello che ha fatto?

–Che c’è?- domanda, addolcitosi un po’

-Ecco…- si morde un labbro, poi lo guarda dritto negli occhi -Ne mancano altri tre. –

Francia non corse mai così tanto nella sua vita come quel giorno.
Ma in fondo, ne è certo, Inghilterra ama la sua cultura proprio come ama lui.

Fruk banalissima, ma non importa. Dovevo scriverla <3 Perché adoro entrambi.

Ringrazio chi leggerà.

Cosmopolita