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Autore: I Fiori del Male    04/09/2013    2 recensioni
La mente si Soul lavora frenetica, mentre cerca di dare un nome a quella splendida creatura ricca di sfaccettature come un diamante, e sicuramente altrettanto preziosa ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CIGNO NERO
Capitolo XII – In memoria del cigno, propositi di vendetta
 
Tsubaki ha lo sguardo perso nella luce abbacinante del sole, mentre la professoressa Mjolnir tenta in ogni modo di farsi ascoltare da tutti. Quello è uno di quei giorni in cui proprio non ha voglia di stare a sentire nessuno: tra poco meno di una settimana saranno passati due anni dalla morte della sua sorellina.

La natura è crudele, il mondo attorno a lei le è ostile. In questi giorni che per lei dovrebbero essere freddi e densi di pioggia, il sole splende come non mai, beffardo, sopra la sua testa, che di giorno in giorno si fa sempre più pesante. È per questo che le piace la notte, che esce così spesso la sera. Un po’ per dimenticare, un po’ perché ha impressione che la luna, seppur meravigliosa, mostri la sua bellezza con più rispetto per le pene dei mortali.

Non sa, Tsubaki, che la luce della luna non ha nulla di rispettoso, e che anzi spia il lato peggiore degli uomini che si risveglia solo la notte. Essa sa molte più cose di quanto chiunque desidererebbe sapere, e le ignora tutte con glaciale indifferenza che ferisce forse più della sfrontatezza del sole cocente, ma a lei, desiderosa di nascondere nel buio le sue sofferenze, di annegarle talvolta in un bicchiere, non interessa.

 
Maka e Soul passeggiano per il parco, godendosi quella giornata che sembra fatta solo per loro, approfittando del contatto tra le loro mani per saggiare la consistenza delle loro pelli, il profumo, la sensazione confortante del calore che dalle dita si dirama fino al centro del corpo, donando più forza anche al cuore. Ci sono diversi momenti in cui tacciono, perché non hanno parole, o perché non c’è bisogno di esse ed è sufficiente scrutarsi gli occhi e i riflessi prodotti dentro di essi dal sole che filtra tra i rami degli alberi. Qualche volta si sorprendono ad osservare la stessa cosa, pur non essendosi messi d’accordo. È un muto legame, visibile solo agli occhi di chi lo ha vissuto. Per tutti gli altri, non sono che due ragazzini che giocano a fare i grandi, e a loro non da fastidio, sono anzi contenti, perché nessuno si curerà di loro.

“oggi riporterò la registrazione su CD. Dovrai farla avere a Tsubaki, ma non è il caso che sappia che sei stata tu. Dovrà trovarla da sola, o potrebbe prendersela con te.”

Maka annuisce. “spero che lei capisca, che sia più intelligente di me. Forse io, al suo posto, non capirei, cercherei solo vendetta. Forse lo farà lo stesso ... se lo facesse? Non avremmo fatto altro che rovinare loro la vita ...”

Soul stringe le labbra. Capisce quello che vuole dire, eppure non gli sembra giusto. “ cosa hai provato, quando hai sentito quel che ha detto Black Star?”

Maka vaga lontano con lo sguardo. “ ho pensato che se quelle parole fossero state per me, sarei stata la persona più felice del mondo. Ma io e Tsubaki non siamo uguali, e io non ho vissuto quel dolore. E poi ... abbiamo scelto proprio un brutto momento.”

“perché?”

“tra pochi giorni saranno passati due anni esatti, dalla morte di Miyuki ...”

Mentre dice questo però, Maka non può fare a meno di pensare che ci sia qualcosa che guida i loro gesti, al di la delle apparenze, perché Soul ha scelto un momento come questo a sua insaputa, e lui, che la guarda come la vedesse per la prima volta, sta pensando la stessa cosa.
 
Il padre di Tsubaki se ne sta davanti all’altarino costruito per la sua figlia minore.

Una foto di Miyuki in primo piano campeggia al centro dell’altare. Affianco, c’è un bastoncino d’incenso che spande il suo dolce profumo nell’aria. Sa di giglio. I gigli erano i fiori preferiti della sua bambina e la madre non lo ha mai dimenticato. Nella foto, Miyuki ha un sorriso ampio e bellissimo. Nessuno si sarebbe mai aspettato, da quella bambina, che facesse parte di una famiglia di assassini, ed in effetti, malgrado fosse abile nelle arti del combattimento e nell’uso di armi, era come se non ne facesse parte perché, come diceva sempre, solo pensare di uccidere una persona le straziava l’anima. Malgrado questo, i suoi genitori e sua sorella l’avevano sempre amata e si erano ripromessi di proteggerla come meglio potevano, da quel mondo insanguinato.

Ogni giorno, Toshiro Nakatsukasa si inginocchia davanti all’altare, batte le mani e prega per l’anima della sua bambina.

“mi dispiace, amore mio, non sono riuscito a proteggerti ...” ripete, come una litania, più e più volte, dondolandosi sulle punte dei piedi e macchiandosi la camicia di silenziose lacrime. “mi dispiace, ma adesso posso vendicarti, ora so chi è stato ...”. La voce trema, ma la volontà è ferrea. Ha atteso questo momento per così tanto tempo da credere di aver sognato ogni cosa. Ha passato notti insonni nel tentativo di consolare sua moglie, mettere a tacere le sue grida disperate, cancellare dai loro cuori le macchie di sangue e di colpa, e adesso tutto questo sarà possibile. È stato lui, lo sanno. Lui che frequentava lo stesso parco giochi della sua bambina, il figlio minore di una famiglia senza pietà. Hanno aspettato, a lungo, con pazienza, ma tra pochi giorni l’anima della loro figliola vorrà abbeverarsi del sangue di chi l’ha uccisa, e non sarà certo suo padre, a negarle questo piacere.



 
   
 
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