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Autore: Haterproof    04/09/2013    0 recensioni
Poteva anche amarla con tutto il cuore, ma restava sempre il fatto che l'aveva rapita, e la teneva chiusa li, senza niente, nessuno... Pensava che sarebbe morta, se non era oggi era domani.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Elèna era una ragazza normale. Aveva finito da poco l'università a Roma, ed era riuscita a trovare un appartamentino a San Lorenzo, che condivideva con la sua migliore amica, Giulia. Elèna era una tranquilla, non litigava mai connessuno, se poteva aiutare aiutava. Aveva un unico difetto, era bella, tremendamente bella. Ogni uomo avrebbe voluto passare una notte con lei.

Giulia era partita, era andata a trovare i suoi a Verona, così lei era rimasta sola. Non usciva mai da sola a San Lorenzo, soprattutto d'estate che le stradine che faceva sempre erano deserte, aveva paura. Quel giorno però decise di uscire, non poteva più restare chiusa in casa, non ce la faceva. Così mise gli short meno short che aveva, e una canottiera che copriva i copribile. Prese la sua borsetta e uscì. Si sentiva come cenere al vento. Senza alcuna difesa. Camminava. Iniziava a sentirsi osservata, si voltava ogni dieci passi ma dietro di lei non c'era mai nessuno. Così iniziò a pensare che fossero solo sue paranoie. Rallentò il passo, respirò profondamente e continuò la sua passeggiata.

Si svegliò in una stanza buia, faceva caldo. C'era solo un tubo per l'acqua e una piccola luce, una torcia. Elèna non capiva cosa era successo, urlava. Arrivò un uomo, era alto, moro, con gli occhi verdi, e decise che aveva trent'anni. Rimase affascinata dalla sua bellezza, tanto che quasi si dimenticò che era chiusa in uno stanzino.

''Chi sei?'', disse Elèna, lui gli rispose che era quello che lei aveva sempre aspettato, sognato, raccontato e tutto il resto, ma non gli disse il suo nome, lei si sarebbe dovuta limitare a chiamarlo amore, tesoro, e tutti quei nomignoli sdolcinati che si danno le coppiette romantiche. Le disse che non doveva presentarsi perchè sapeva già benissimo chi era lei. Lui si avvicinò e la baciò.

Dopo le presentazioni Elèna continuava ad urlare, aveva capito che non era uno scherzo fatto dal bellone di turno per portarsela a letto. Aveva capito che quell'''amore'' era un pazzo psicopatico che laveva portata da qualche parte per farle qualche cosa. Poteva anche amarla con tutto il cuore, ma restava sempre il fatto che l'aveva rapita, e la teneva chiusa li, senza niente, nessuno... Pensava che sarebbe morta, se non era oggi era domani. Lui entrò nella stanza, aveva solo i pantaloni di una tuta addosso. Si fermò davanti a lei.

''Ti ho desiderato per tanto tempo. Ti vedevo e ti volevo. Ogni volta che parlavi, che facevi qualcosa, sentivo l'erezione fare male. Dovevi essere mia! Mia e di nessun altro Elèna! E adesso che sei mia, non ti lascio andare via... Preparati...''

Si avvicinò a lei, la toccò... Fecero l'amore, se cosi si poteva chiamare. Da quel momento lei capì che sarebbe stata sua per sempre. Quello stanzino era diventata casa sua. Era stata costretta. Era cenere al vento.

  
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