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Autore: HachiIsMyName    04/09/2013    2 recensioni
Evie è la tipica ragazza ''diversa'', Logan è il tipico ragazzo uguale a tutti.
Una love story perfetta
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo uno.
Primo giorno.

Un rumore assordante riempiva le orecchie di Evie, un rumore vicino e metallico. La sveglia. La giovane ragazza aprì un occhio, giusto per spengerla e riaddormentarsi. Stava facendo un sogno: c'era un enorme giardino, il prato era tagliato e di un verde color bottiglia. Una bambina correva felice e giocava con un bambino di due anni. Era lei quando aveva dieci anni, quel giardino è il giardino di casa sua. Quel momento aveva segnato Evie per il resto della sua vita. Stava facendo vedere un tulipano al fratello quando la madre, che stava annaffiando le piante, cadde rovinosamente a terra. La bambina, vedendola, le corse vicino. Quel giorno la madre fu ricoverata in ospedale, i dottori dissero che era un calo di pressione. Ma non era questo il punto. Aveva un tumore, le mancava qualche settimana di vita.

La ragazza si svegliò grondante di sudore, la sveglia suonava ancora. Controllò l'ora, erano le otto passate. Si alzò in fretta e furia, senza fare colazione, si vestì e andò a prendere l'autobus. Mentre era in fermata si pettinò con le dita i lunghi capelli rossi e se li tirò su in una cipolla imprecisa, lasciando la frangetta obliqua libera. Evie era la tipica ragazza che a prima vista la trovi ''diversa''. Ha i capelli lunghi fino alla vita, lisci e rosso fuoco. Gli occhi sono verde chiaro con delle pagliuzze oro. Si vestiva sempre di nero e rosso, portava minigonne e borchie, indossava converse e anfibi. Tutti a prima vista la giudicano come ''emo'', ma ormai Evie c'aveva fatto l'abitudine.

Arrivò finalmente il cotral, la ragazza controllò l'orologio. 8.40 . Ormai sarebbe entrata in seconda ora.

''Figo essere in ritardo il primo giorno di scuola, così mi faccio notare alla stragrande''

Alzò le sopracciglia un pò infastidita, l'ultima cosa che voleva era essere notata. Si aprirono le porte e lei entrò, si guardò intorno, ispezionando ogni volto. C'erano vecchi che puzzavano di vecchio, bambini che puzzavano e basta. Concordò con se stessa di sedersi accanto a un ragazzo all'incirca della sua stessa età.

''Almeno non puzza''

Notò che il giovane aveva sul petto lo stemma della sua stessa scuola, sospirò e ,cercando di non farsi notare, si coprì il petto con la sua borsa.

-OMG, ti conosco! Tu sei nella mia stessa classe!-

Troppo tardi, il ragazzo l'aveva vista e anche riconosciuta. Era un suo compagno di classe dal primo liceo. Si girò per guardarlo in faccia, sorrideva come un ebete, come se Evie fosse una macchinetta da mettere nella sua nuova collezione. Non sarebbe stato nemmeno brutto, se non fosse per l'enorme cresta bionda e gellata che si ritrovava. Aveva gli occhi così chiari da sembrare di cristallo, e un nasino a punta adorabile. Ma non era il suo tipo, è il suo tipo. Alzò un sopracciglio.

-E allora?-

La ragazza preferì tenere un tono freddo e distaccato, sospirò cercando di fargli capire che non le piaceva la discussione. Ma lui continuò come se niente fosse.

-Siamo entrambi in ritardo miseriaccia! Siamo al terzo e ancora non ci sappiamo regolare con la sveglia!-

Iniziò a ridere dando delle pacche sulle spalle di Evie, che rabbrividì al contatto.

-Parla per te-

Erano appena arrivati alla fermata della scuola,la ragazza schizzò via velocemente. Sentì alle sue spalle il ragazzo che stava per dire qualcosa, ma se ne andò così velocemente che non fece in tempo. La seconda ora di lezione era matematica. In classe c'era il professore più cattivo di tutti, il professore più brutto di tutti e quello più odiato di tutti. A prima vista lo scambieresti per Gandalf, è alto e tozzo, con la barba e i capelli uniti e bianchi come la neve. Un naso grosso come una patata. Si girò a guardare Evie che, in quel momento, si trovava sull'uscio della porta.

-Bene signorina Bogart, signorino Fritz, in ritardo come sempre. Sbrigatevi a prendere posto, sto spiegando-

La ragazza non si accorse di avere il tipo del cotral dietro le spalle, quindi, quando si girò, sobbalzò dallo spavento. Setacciarono la classe, ma c'era solo un banco disponibile. Questo significava che dovevano sedersi vicini. Evie sospirò e si sedette. Quell'ora fu uno strazio, il tipo non stava zitto nemmeno per un secondo, ma la ragazza preferiva ascoltare lui che il professore. Cosicchè scoprì che si chiamava Logan, che era un truzzo, che sentiva musica tunz tunz, che non aveva mai fatto amicizia con un emo e bla bla bla! Dopo un discorso palloso su come mai ha fatto ritardo, suonò la benedetta campanella. Uscì dalla classe, era l'ora di ricreazione. La ricreazione era un momento in cui tutti gli alunni potevano fare colazione insieme, di solito si sta con i propri amici, ma Evie non conosceva nessuno. Quindi optò per mangiare una merendina in classe. Non c'era neanche il prof in classe, questo si che era deprimente.

La giornata passò molto velocemente. Ci fu lezione di grammatica, di storia, di latino e di disegno.

Il cotral arrivò appena gli alunni iniziarono a uscire dalle classi, Evie cercò con lo sguardo Logan. Ma in giro non c'era. Quindi il ritorno a casa fu silenzioso. Non le dispiaceva ,però, quel ragazzo. Era l'unico che avesse il coraggio di parlarle senza preoccuparsi di quello che avrebbero detto gli altri.

Magari avrebbero potuto essere amici.

  
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