South Bronx
_Centro d’accoglienza per senzatetto _
Fa male vedere la speranza
morire, nonostante Bruce Banner abbia visto la sua affievolirsi e morire molto
tempo fa, non può fare a meno di pensarlo.
I bambini che non giocano, gli uomini che guardano con ansia al cielo, è
triste.
E’ dannatamente triste. E’ come trovarsi in una cartolina a cui hanno rubato i
colori.
Ogni giorno che passa il Centro di Accoglienza vede arrivare nuovi ospiti.
Famiglie che hanno perso tutto, ragazzi che hanno visto morire i genitori,
vecchietti che desiderano avere qualcuno
accanto, anche un estraneo, mentre il
mondo attorno a loro va allo sfascio.
Ancora insonnolito Bruce si alza, lasciando la sua branda alla vecchietta
avvolta in una pesante coperta patchwork
che, voltandosi nel dormiveglia, ha visto accanto al suo letto. Le sorride e la
nonnina gli tocca delicatamente un braccio, prima di stendersi sul lettino,
raggomitolandosi come una bambina spaventa. Dalla coperta che l’avvolge, spunta
il musetto di un gattino che subito
torna ad accoccolarsi accanto alla sua padrona.
Bruce chiude la giacca fino all’ultimo bottone,
recupera la sacca da sotto al letto e se ne va all’ingresso del centro,
a sedere con gli altri che si scaldando con fuochi accesi dentro alti bidoni in
ferro.
-Vieni dottore.-
Il cerchio attorno ad uno dei fuochi si allarga e Bruce si ritrova a tendere le
mani verso la fiamma rossastra che illumina i volti dei suoi nuovi amici. Un
medico che ha visto la sua clinica da due milioni di dollari di fatturato crollare come un castello di carte, una famosa
scrittrice di libri per ragazzi che è straconvinto di aver visto in tv solo ad
inizio settimana e altri.
Gente con cui probabilmente, anzi sicuramente, non avrebbe mai scambiato mezza
parola se non fosse accaduto l’impossibile. Il
Ragnarök.
-Un goccetto doc?-
-Grazie.-
Bruce afferra la bottiglia di liquore che gli viene allungata, la porta alle
labbra e si lascia scaldare la gola e bruciare le viscere. Sospira chiudendo
gli occhi.
-E’ roba buona eh? Io sono irlandese, me ne intendo.-
Bruce sorride e annuisce allungando la bottiglia al suo vicino, un anziano
signore di mezza età, che ringrazia con un - Danke schön.-
E’ questo quello che Bruce ama degli esseri umani, la capacità di atti di vera
fratellanza nei momenti di crisi.
-Sei riuscito a dormire un po’ dottore?-
Bruce scrolla la testa -No, Clara.- e la cinquantenne, bionda, ma ancora
davvero gradevole e piacente che lo fissa dall’altro lato del bidone, corruga
la fronte in un espressione preoccupata - Dovresti chiamarla.-
Bruce alza gli occhi di scatto.
-Anche se avete litigato, sarà sicuramente preoccupata.-
L’irlandese, Bill o Tim, Bruce non ha
capito a causa del suo accento atroce, annuisce con aria sicura - Con il casino
che è successo.-
Bruce abbassa gli occhi sulle sue mani tese -Come avete…?-
-Quando un uomo ha un espressione come
la tua , centra sempre una donna!- Clara
ride forte, seguita dall’irlandese che molla una violenta pacca sulla spalla di
Bruce. Il tedesco continua a bere senza capire mentre il dottore, William, ridacchia come se si vergognasse di
trovarsi in tale sintonia con il variegato gruppo di disperato con cui si è
ritrovato a condividere questa notte eterna.
La scrittrice, rimasta in un angolo per tutto il tempo, prende appunti su un
quadernetto -Se ne usciamo vivi signori, vi farò diventare tutti famosi.-
-Ehi amico hai freddo?
Vieni a scaldarti.-
Bruce si volta per seguire lo sguardo dell’irlandese oltre
di lui, ma come gira la testa, un pugno al mento lo manda a gambe all’aria. Il
gruppo attorno al fuoco si ritira di scatto, sorpreso dalla velocità
dell’azione, prima che il tedesco inizi ad inveire incomprensibile a tutti e la
donna si faccia avanti bellicosa.
-EHI TU, CON TUTTO QUELLO CHE TI STA CAPITANDO, TI METTI A CERCARE ROGNA?!-
Bruce si gira di scatto verso la figura che incombe su di lui, un riverbero
verde gli illumina lo sguardo nel tempo di un battito di palpebre, ma
quando la luce del fuoco illumina il
volto del suo aggressore, questo svanisce lasciando spazio alla sorpresa.
-Tony?-
Sono settantadue ore,
circa, che Tony non chiude occhio ed è positivamente certo che a breve cascherà
per terra sbavando. Si avvicina, a Bruce che lo fissa tamponandosi il labbro
inferiore con le dita e ringhia scoprendo
i denti -TI RENDI CONTO CHE C’HO MESSO QUATTRO ORE PER TROVARTI BANNER? PROPRIO
IN CULONIA DOVEVI VENIRE AD IMBOSCARTI!?-
-Chi te l’ha chiesto di cercarmi?-
-TU ME L’HAI CHIESTO!-
Bruce sussulta in risposta a quel dito puntato contro -No. Non ho mai
fatto una cosa del genere.- mormora alternando lo sguardo con il viso di Tony.
Anche se una parte di lui, non ne è poi così sicura.
-Nello stesso momento in cui hai imboccato la porta della Stark
Tower lo sapevi che ti sarei corso dietro una volta
sbollita la rabbia.- la voce di Tony , di colpo, cresce di un ottava- L’HAI FATTO A POSTA!-
E’ che a volte, ha la sensazione, che Tony lo conosca più di quanto lui stesso
creda.
-Non è vero!-
-Sì che è vero! E’ così che sei fatto Banner!-
Bruce fa per alzarsi e Tony lo anticipa afferrandolo per il giaccone e
strattonandolo in piedi - Sei talmente disabituato ad esternare i tuoi
sentimenti che è così che chiedi aiuto! Con i gesti! Con le cazzate! Come
l’altra volta, quando hai tentato di spararti, non dirmi che non sapevi di
essere ripreso. Che avrei visto le
registrazioni o quella notte stessa o la mattina dopo. LE MIE ABITUDINI
LE CONSOCI MEGLIO DI PEPPER.-
Naglfar
Un chiarore innaturale
illumina il riquadro della finestra sopra la testa di Sif,
la dea lo fissa, strizzando gli occhi, mentre la sua mente esce dal torpore e
piano inizia a immagazzinare i
particolari dell’ambiente che la circonda.
Niente manette. Niente rocce appuntite sotto la schiena o lastroni di marmo.
Non è legata ad una parete della sala
del trono di Útgarðr, ne ad un
altare.
Si tira a sedere guardandosi attorno. Le pareti della stanza in cui si trova e
il soffitto da cui pende una lanterna, sono in legno scuro. Una scrivania
ingombra di libri è posta a favore di finestra,
e un largo tappeto quadrato spunta per
gli angoli da sotto la struttura del letto.
-Dove sono?- bisbiglia.
L’ultima cosa che ricorda è lo squarcio fra i mondi, le anime che ne
fuoriescono sottoforma di vento e luce e… -LOKI!-
-FIGLIO DI UN CANE.-
ringhia alzandosi . Si appoggia al muro accanto al letto , prima con le mani,
poi con la schiena. Chiude gli occhi sentendo il pavimento oscillare sotto i
piedi.
-Fossi in te starei buona.-
-Che mi hai fatto?-
-Ti ho resa più docile e collaborativa.-
Sif socchiude gli occhi, illuminato da una lama di
luce ambrata, Loki
le sorride amabilmente.
-Sei uno schifoso.-
-Che brutto linguaggio Lady Sif.-
Sif richiude gli occhi stordita mentre la porta si
chiude con un cigolio e i passi di Loki si risuonano.
Il dio le appoggia una mano sul collo, le solleva il viso a forza - Non ho
intenzione di farti del male, non costringermi a farlo.-
-Come al solito il piccolo Loki non ha mai colpa di
nulla.-
Le dita sul collo chiaro di Sif si stringono
leggermente -Non sfidarmi donna.-
-E’ tutta la vita che lo faccio.-la pressione del corpo di Loki
contro il suo per un momento si fa insopportabile -LASCIAMI!- gli appoggia le
mani sulle spalle, spinge, ma tutto
quello che ottiene è una stretta maggiore al collo.
-Hai idea di dove ti trovi?-
La forza di Sif scema
di colpo.
- Sì, sei sempre stata una donna molto intelligente.- mormora Loki carezzevole - Sei su Naglfar,
la nave infernale, e al momento sono l’unico amico che hai valchiria.-
South Bronx
_Centro d’accoglienza per senzatetto _
-Basta!-
Bruce rotola a terra dopo l’ennesimo
pugno da parte di Tony. Preme la mano sulla bocca della stomaco e sputa un
grumo di sangue e saliva sul pavimento -Altrimenti che mi fai Banner?- è la
risposta di Tony che già lo strattona per la giacca per farlo alzare.
-LO SAI CHE POTREI FARTI!-
-Certo, Hulk potrebbe uccidermi, ma perché non mi
fermi tu?-
-IO SONO HULK!-
-NO,NON LO SEI! HULK E’ SOLO IL PARAVENTO DIETRO AL QUALE TI NASCONDI.- Bruce afferra Tony per i polsi,
ma finisce contro un muro con l’amico addosso prima di riuscire ad allontanarlo
- Da quanto va avanti questa storia con Noelle?-
La voce di Bruce si fa un sussurro -Tre anni.-
-Sono tre anni che la fai aspettare?-
-Non capisci?-
-NO, NON LO CAPISCO.- Tony piega le braccia, per un momento si sobbarca il peso
di Bruce, poi lo sbatte di nuovo contro il muro. La testa del dottore quasi
rimbalza - Non capisco come diavolo si riesca a rifiutare qualcuno che ti ama
anche se sa che potresti ucciderlo in uno scatto d’ira.-
-Non volevo che accadesse!-
-E’ accaduto Banner, quattro ore fa hanno dichiarato il suo decesso.-
Di colpo Tony si ritrova a dover reggere
tutto il peso di Bruce -E’ morta?- lo sente dire mentre accompagna la sua
caduta a terra prima di lasciarlo andare.
Lo guarda dall’alto lasciando la presa al bavero della sua giacca.
-Sì, è morta.-
SHIELD
_Infermeria _
Noelle allunga il braccio verso Clint seduto accanto a lei e gli
stringe debolmente le mani per attirare la sua attenzione. Barton
apre gli occhi con un sussulto e immediatamente si china in avanti - Ciao.- mormora
scivolando sulla sedia per finire in ginocchio , i gomiti contro il bordo del letto.
Noelle lo fissa ,gli appoggia una mano sul viso,
Clint sorride facendoci peso chinando il capo verso il palmo. Sono entrambi
ridotti male, ma sono ancora vivi, è questo l’importante - Ci hai fatto
prendere un bello spavento, lo sai ragazzina?-
-Mio padre?- la voce di Noelle è così debole che
Clint deve chinarsi ancora di più su di lei per non perdersi una parola.
-E’ andato a prendere, con la forza, il tuo Principe Azzurro.-
-Non ci riuscirà.- la ragazza chiude gli occhi e volta la testa sul cuscino. Clint
appoggia il mento sulla sua spalla -Io penso di sì, invece.-
South
Bronx
_Centro d’accoglienza per senzatetto _
-Non è possibile.-
Bruce si lascia cadere in avanti, i pugni premuti sul pavimenti e la testa bassa
- Non è possibile.- Non può averla uccisa.
-Che ti importa?- Tony si volta -Infondo l’hai fatta soffrire per tre anni,
questo è stato solo l’ultimo dolore.-
-IO NON VOLEVO!-
-Cosa? Farla soffrire? O ucciderla? Eppure entrambi?-
Bruce si copre la testa con le mani -
Non volevo che soffrisse come ho fatto soffrire Betty, la mia povera moglie.- Tony sgrana gli occhi - Anche lei mi amava,
anche lei mi accettava per com’ero…-
-E…?-
-Ed è stata uccisa per colpa mia. Per fare del male a me!-
Tony piega le ginocchia per mettersi allo stesso piano di Bruce - Con la paura
non si va da nessuna parte amico mio.- mormora - Vivo anche io nel terrore che
qualcuno possa colpire Pepper per fare del male a me.
E’ la paura di ogni essere umano perdere chi si ama.-
Lo sguardo che Bruce alza su Tony è di pura disperazione - Però non si può
vivere da soli, non si può vivere
arroccati su una torre come fai tu Bruce.- il volto di Tony finalmente si rabbonisce, un
sorriso gli piega le labbra - La Bestia viveva sola nel castello, ma la Bella
lo salvò, no?-
-Non c’è salvezza per me. Non più.- le dita di Bruce affondano nei capelli -
Dio ho fatto di tutto per evitare che accadesse una cosa del genere. Di tutto.-
-Noelle è stata dichiarata morta alle diciotto e
quindici, ma alla diciotto e sedici si era già ripresa.-
Bruce lo fissa senza capire.
-Amico è viva, non so che diavolo è successo, ma si è ripresa.-
Il volto del dottore viene percorso da un riverbero di sollievo.
-La sua prima parola è stata papà…- la voce di Tony trema per l’emozione -… la seconda Bruce.-
-La terza vaffanculo?-
Tony scrolla la testa - No… Ha detto: dov’è?-
FINE CAPITOLO.
Tony e le terapie d’urto xD
Se la linea ADSL mi assiste risponderò
alle vostre recensioni entro domani. Vi ringrazio fin da ora e ringrazio i
lettori silenziosi che sono passati di qua (L) tanto amore.