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Autore: La Matta    04/09/2013    3 recensioni
Dopo la fine della guerra, Mordin e Shepard si prendono finalmente quei cinque minuti di pace, quel pomeriggio su una spiaggia dove il loro unico pensiero è essere felici.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Konstantin Shepard'
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esperimenti su conchiglie

Nota: questa fanfic è ambientata dopo la conclusione della guerra, a cui sono sopravvissuti quasi tutti, compresi Mordin e Thane… e Shepard. Così, eh, nel caso qualcuno ancora non sapesse che adoro il lieto fine.

Buona lettura!

- La Matta -

 

 

Esperimenti su conchiglie

 

Il sole le sta già scottando la pelle - pallida, per troppe ore passata a vagabondare nella galassia, ingannevolmente vicina a stelle e a soli il cui calore non la poteva raggiungere - ma Shepard non se ne preoccupa. Non si è mai presa un minuto per stare distesa su una spiaggia, guardando il mare avanzare e indietreggiare, accarezzando il bagnasciuga.

Nessuna guerra, nessuna udienza, nessuna missione suicida, nessun Razziatore nel cielo.

La minaccia più grande, finora, è stata un gabbiano, maldestramente atterrato troppo vicino alla comandante. Mentre il volatile si allontanava, zampettando, Konstantin Shepard aveva riso di sé stessa, rendendosi conto di aver portato la mano alla cintura, dove di solito porta la pistola.

Ma oggi non ci sono pistole, non ci sono fucili di precisione, non ci sono corazze.

C’è solo un irritante costume bianco e argento, che starebbe sicuramente meglio ad una donna dal fisico meno robusto e mascolino. Shepard scuote la testa, divertita, e i capelli, sciolti, le fanno il solletico sulla schiena nuda.

Mordin, al suo fianco, sta analizzando minuziosamente la composizione della sabbia e, da quando sono arrivati, ha già elencato quattro ipotesi diverse di suo utilizzo in campo bellico.

La comandante si alza in piedi, sollevando una mano per proteggersi dal sole ed estraendo il factotum dalla borsa.

- Altra fondamentale missione per tutela di galassia?- la interroga il salarian

- Più o meno.- Shepard sorride, stringendosi nelle spalle - Ho promesso a Thane di chiamarlo.-

- Interesse di Thane ad aggiornamenti sulle tue condizioni più che esplicabile, vista vostra relazione di tipo sentimentale.-

Konstantin annuisce, selezionando il comunicatore:- proprio quello che intendevo.-

Mentre si allontana, sente Mordin chiederle “avuto problemi con eruzioni cutanee o allucinazioni, di recente?”. Lo ignora, con un sorriso.

 La sabbia è rovente. Una lieve brezza spira dal mare, ma non forte abbastanza da annullare l’afa.

Dopo qualche istante, il factotum riesce a stabilire la connessione.

- Siha.- la saluta la voce di Thane - come procede la vacanza?-

- Meglio di quanto immaginassi. Io e Mordin non stiamo ancora facendo esperimenti sulle conchiglie, però la giornata è ancora lunga.-

La risata del drell è leggera, un po’ roca.

- Mi manchi, siha.-

- Mi manchi anche tu.-

Parlano ancora un po’, del più e del meno, mentre Shepard si rende conto di non aver mai davvero parlato del più e del meno, di non aver mai avuto tempo, voglia, umore, di non aver mai trovato l’occasione giusta per parlare dei film preferiti o per fare progetti per una serata romantica.

La vita da civile non fa per lei, questo è assodato. Ma una tregua, ogni tanto, un week-end senza spari e senza progetti… la fa sentire la donna più fortunata della galassia.

Spegne il comunicatore, torna sui suoi passi fino all’asciugamano.

- Immagino che Thane abbia conferito con te in merito a tradimenti, battaglie ed omicidi assortiti. Mia ipotesi corretta?-

- In realtà no.- Shepard si stiracchia, prendendo dalla borsa la crema solare.

- La credenza che applicazione di sostanze gelatinose protegga la cute da raggi del sole è mera superstizione umana. Probabilmente peggiora solo effetti.-

La comandante si blocca, fissando il salarian, perplessa.

Dopo qualche istante di silenzio, Mordin sorride.

- Il mio era scherzo, Shepard.-

Konstantin scaglia il flacone contro lo scienziato, fingendosi offesa. Lui ridacchia.

- Tuo senso dell’umorismo è migliore su nave da guerra, Shepard.-

Lei si distende sull’asciugamano, intrecciando le dita sotto la nuca

- In realtà - risponde - quasi tutto è meglio, su una nave da guerra.-

- A parte cibo - la corregge subito Mordin - Sergente logistico Gardner più volte ha tentato di avvelenare squadra con sue “ricette segrete”. Proposto utilizzo come arma batteriologica. Si è sempre dimostrato stranamente offeso da mia osservazione.-

Shepard ride:- chissà perché…-

- Come stai reagendo a nuova vita? Com’è tua esistenza post-Razziatori?-

- Ed ecco la domanda da un miliardo di crediti…- scherza Konstantin, affondando una mano nella sabbia rovente. Le piace sentirla sotto ai polpastrelli, le piace la sensazione di asciutto, di calore.

- Evitare domanda con battuta umoristica è tattica che tu hai appreso da Joker?-

- Può darsi. E’ bello essere in licenza, per un po’, ma la Normandy già comincia a mancarmi. Non credo che sopravvivrei ad un’intera esistenza da civile.-

- Comprensibile. Tue esperienze sempre incentrate su confronto armato e su protezione di galassia. Tutti tuoi migliori ricordi associabili a momenti di conflitto. Incontrato tuo compagno mentre Collettori distruggevano colonie umane. Incontrati tuoi migliori amici durante emergenze galattiche, da tradimento di Saren ad invasione di Razziatori. Inoltre, vita civile priva di quel brivido, priva di vere scariche di adrenalina. Per questo per te vita civile sarebbe condanna. E grande perdita per universo.-

Konstantin ride, alzandosi su un gomito per giocherellare con la sabbia.

- Però sono felice di essere qui.- dice, guardandosi intorno

- Momenti di quiete particolarmente apprezzabili dopo tempesta.- le spiega Mordin - comunque, concordo. Bello avere un po’ di pace, ritagliarsi piccoli spazi per sé stessi.-

Shepard annuisce, senza parlare.

La spiaggia è isolata, ma non silenziosa. Al placido scrosciare delle onde si unisce il vociare degli uccelli e, in lontananza, il respiro dell’umanità, che si rimette in piedi.

Mentre segue distrattamente il volo di un gabbiano, Shepard si trova a ripensare a quando ha incontrato Mordin.

Le viene da ridere se pensa che le prime parole che gli ha sentito pronunciare sono state una sequela di ragionamenti scientifici che lei assolutamente non era in grado di capire.

Eppure, quando gli aveva parlato di persona, era stato incredibilmente chiaro. Diretto, senza remore, senza ripensamenti.

- Che progetti hai per resto di licenza, Shepard?- la interrompe il salarian

- Non lo so.- ammette candidamente la comandante - Passare del tempo con Thane, principalmente. Rivedere il resto della squadra. Forse andrò a vedere come se la passa la Normandy, al cantiere e contatterò qualche vecchio amico.-

“E la mamma” le ricorda la sua coscienza, che ha curiosamente la voce di Thane “Ricordati di chiamare tua madre. Ha diritto a sapere che sua figlia non solo è viva ma gode anche di ottima salute”

- A parte i lividi.- commenta, ad alta voce

- A parte cosa?- le domanda Mordin, guardandola perplesso coi suoi grandi occhi inquisitori

- Niente. Stavo solo ragionando a voce alta.-

- Mh.- il salarian annuisce, poco convinto, ma i suoi occhi si fermano inevitabilmente alle cicatrici di Shepard, ai lividi e ai segni rimasti dall’ultimo scontro coi Razziatori - non preoccuparti, lividi guariranno. Lividi di norma hanno vita meno lunga di umani.-

- Eh, lo spero proprio.- ribatte Konstantin, divertita - E tu, Mordin? Hai qualche progetto?-

- “Progetto” in senso proprio del termine? No. Nessuna nuova ricerca, nessuna analisi. Solo… tempo libero. Se tu chiedi cosa io intenda fare in mio tempo libero… nemmeno io ho vero e proprio piano. Rintraccerò mio nipote prediletto, raccomanderò di riprendere studi. Cercherò anche Daniel, per vedere se necessita di aiuto per clinica di Omega. E resto sempre disponibile per te, comandante.-

- E’ bello sentirtelo dire.- sorride Shepard.

Ed è vero. La guerra le ha dato tante persone su cui contare, sempre, anche nel cuore della notte, anche per la missione più disperata. E Mordin è fra queste. Mordin che ha rischiato la vita per riparare ai propri errori, Mordin che è un genio ed è anche una persona eccezionale.

Dopo qualche minuto di silenzio, Shepard si stiracchia e si alza in piedi

- Io vado a fare il bagno - annuncia, voltandosi verso Mordin - vieni con me, dottor Solus?-

- Non comprendo esigenza umana di immergersi in acqua salata. Salso rende pelle appiccicosa, inoltre presenti alghe che possono causare irritazione, organismi urticanti e formazioni rocciose che, non viste, possono procurare tagli ed escoriazioni. Inoltre, temperatura dell’acqua non sempre a livelli ottimali.-

- Allora, vieni o no?- ripete Shepard che, già lontana, forse non ha nemmeno ascoltato del tutto la risposta

- E’ un’idea che va soppesata con calma, comandante.- ribatte Mordin, gesticolando

- Le temperatura è assolutamente ottimale, dottore!- grida lei, di rimando

- Non succederà, Shepard. Venuto qui per calma e tranquillità, non per sperimentazione illegale in merito ad usi e costumi umani. Soprattutto costumi, sembrano fatto di materiale sgradevole al tatto.-

- Sono solo fibre sintetiche, Mordin.- scherza Shepard, che ha già raggiunto la riva.

- Anche geth sono sintetici eppure nessuno incoraggia ad indossarli sopra parti intime!-

- Non è la stessa cosa!-

Quando l’acqua le sfiora le dita, Konstantin reprime un brivido. E’ fredda - dopotutto, l’estate è quasi finita - ma non ghiacciata. Avanza di un passo e l’acqua le raggiunge i polpacci.

- No, Shepard, devo rifiutare. Rimarrò qui. Approfitterò di tempo libero per analizzare conchiglie. Ecco! Questa ha strana forma, linee circolari che lasciano presupporre…-

Konstantin si tuffa fra le onde prima di sentire la fine della frase.

Infila un paio di bracciate e, anche se il sale le brucia un po’ sui tagli ancora aperti, la sensazione è meravigliosa. Sin da bambina, ha sempre amato il mare.

E’ l’unica cosa che davvero le manchi, nella sua vita a bordo della Normandy.

- Mmh - rimugina - potrei far costruire una piscina al posto dell’armeria…-

 

Quando il sole tramonta, fra le onde, Mordin e Shepard tornano in taxi al loro albergo.

Non è un vero albergo, ma una struttura provvisoria dove una volta sorgeva un albergo, ma i gestori sono sempre gli stessi e sembrano determinati a rimettere in piedi la loro attività.

- Diavolo, le meduse devono essere sopravvissute in massa all’arrivo dei Razziatori…- si lamenta Shepard, contorcendosi per riuscire a raggiungere il centro preciso della propria schiena, dove la sue pelle è rossa e irritata, mentre il taxi sterza per evitare un cumulo di macerie.

- Curioso. Nonostante loro catalogazione sia inequivocabilmente quella di razza organica, Razziatori non hanno preso animali a bersaglio. Davvero curioso.-

- Sopravvivrò anche senza saperlo.- borbotta Konstantin

- Shepard…- Mordin le sfiora un braccio, sorridendo -… passato davvero una piacevole giornata. Felice di essere venuto qui. Felice di passare mio tempo con te… senza Cerberus o mutanti in agguato. Sto iniziando ad apprezzare lato pacifico di tua persona.-

- Perché non siamo più solo compagni d’arme.- annuisce Konstantin, posando una mano su quella del salarian -… ora possiamo essere semplicemente amici.-

- Sì.- dice Mordin, senza smettere di sorridere - capisco valore di differenza. Non vedo l’ora di passare altro tempo con te, Shepard. Altre giornate soleggiate. Altri esperimenti su conchiglie.-

 

 

 

 

 

- La Coda!-

Lo so, la mia long non è ancora nemmeno lontanamente vicina alla fine e già io scrivo shot ambientante alla fine della guerra! Si vede che ho proprio fretta di cacciare i Razziatori dal mio universo! No, la verità è che oggi mi è capitato di rigiocare a ME3 alla missione su Sur’Kesh e rivedere Mordin ha fatto scaturire questa… cosa. Vabbé, non ha alcuna pretesa di serietà o profondità, è semplicemente un momento di quiete per i personaggi che tanto amo. La fine di Mordin - per quanto appropriata - mi è dispiaciuta tantissimo (quasi quanto quella di Thane) e sono ancora in debito di una fanfic per spiegare come mai è sopravvissuto alla cura della genofagia (lo so, è dai tempi de “La Cura” che vi prometto di scriverla, ma voi confidate e vedere che prima o poi lo faccio!).

Comunque, grazie mille per essere arrivati fino a qui J

Un bacio e, alla prossima!

- La Matta -

 

 

 

 

 

 

 

  
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