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Autore: margotj    04/09/2013    0 recensioni
seguito di Love Show
Spoiler per: terza stagione di Torchwood. Le frasi in corsivo sono tratte dagli episodi.
Pairing: Jack/Ianto slash
Rating: NC17, Slash, Angst
Timeline:
Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
Nota dell’autrice: E siamo alla fine. Russel T. ci ha fatto male, ci ha fatto sanguinare, ci ha fatto piangere.
A conti fatti, in questo mare di disperazione, ci ha dato ciò che aveva promesso.
Ci ha detto in ogni prologo che il mondo stava per cambiare... non ci ha mentito.
Questa è l'ultima mia personale rilettura su Torchwood. Poi, come il Dottore, andremo verso nuovi mondi.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ianto Jones, Jack Harkness
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'King of the sky'
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The Quest

seguito di Love Show

(Part 2)

 

 

Spoiler per: terza stagione di Torchwood. Le frasi in corsivo sono tratte dagli episodi.

Pairing: Jack/Ianto slash

Rating: NC17, Slash, Angst

Timeline:

Disclaimer: i personaggi non appartengono ai legittimi proprietari. L’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

Nota dell’autrice:

PROLOGO

 

Era successo dopo la comparsa del Dottore. Erano sopravvissuti, contrariamente ad ogni aspettativa e più grazie alla bravura di Tosh che alla propria. Jack era andato ed era tornato, come al solito, senza niente da raccontare. Aveva scherzato sulla possibilità di reclutare Martha Jones, poi aveva ripreso alla routine di sempre.

E Ianto con lui.

 

Poi, una notte...

 

“Jack?”

“Mmm?” - era stata la risposta, nel dormiveglia.

“Se il Dottore ti avesse chiesto di seguirlo... Lo avresti fatto?” - aveva chiesto Ianto.

Jack aveva aperto gli occhi, con lentezza, come se stesse soppesando la domanda. Ianto si era sollevato, quanto bastava da vederlo in viso.

“Mi stai chiedendo se ti avrei abbandonato?” - aveva ritorto il capitano Harkness, voltando finalmente la testa verso di lui. Gli occhi blu passavano Ianto da parte a parte. Ianto, che annuiva - “Il Dottore me lo avrebbe chiesto solo per un buon motivo. Non per capriccio.”

“Quindi la risposta è sì. Se te lo avesse chiesto...”

“Non sono molti gli esseri che possono vantare di avergli detto no. E, comunque, non me lo ha chiesto. Puoi dormire sonni tranquilli.”

 

Eppure, pensò Ianto, non hai davvero risposto alla mia domanda.

 

Jack aveva richiuso gli occhi, come se la conversazione fosse finita. Ianto era tornato a sdraiarsi, gli occhi ben aperti nel buio.

“Forse, un giorno, sarò io a dirgli di sì.” - aveva commentato. E lui e Jack si erano trovati nuovamente, occhi negli occhi - “”E, per un buon motivo, volerò con lui oltre le stelle, fino alla fine del mondo.”

Jack lo aveva osservato a lungo, prima di rispondere.

“Se succederà, lo ricorderai per il resto della tua vita come l'attimo più felice mai vissuto. E, allo stesso tempo, come il più terribile davanti a cui il destino ti abbia messo.” - replicò, facendolo rabbrividire - “Non resterai né per me né per nessun altro.”

“Ti sbagli, Jack.”

“Davvero? Credi che esista qualcosa di più forte dello spazio e del tempo?”

“L'amore.” - replicò Ianto - “E, qualunque sia la scelta, qualunque il destino... io seguirò sempre il mio amore.”

 

 

All my life,love it is

It is all my love

All my life,love it is

I know it is a life to live lately

From above I hear

I hear the sound of them sinkin’

I feel numb, I’m alive

I know I’m getting closer

(Bryn Christopher - The Quest)

 

Tutta la mia vita è l’amore/È tutto il mio amore/Tutta la mia vita è l’amore/Adesso so che è una vita da vivere

Da quassù sento/Sento il suono di chi affonda/Mi sento sordo, sono vivo/So che mi sto avvicinando

 

- 3

NEGAZIONE

 

“Non chiedermi niente che non ti abbia già concesso. Non esiste altro.”

 

Ianto si alzò, la mattina successiva, prima di chiunque altro. Lisciò la giacca, aggiustò la camicia, si lavò il viso e indossò la propria espressione. Forse non aveva the o caffè da offrire, ma non esistevano motivi per essere trasandati, torturati o approssimativi.

Indossata la propria maschera, aveva disciplinato la mente con lunghe liste impersonali, sperando così di domare il cuore.

 

Fare ordine al di fuori, per compensare la confusione dentro.

Nascondere, ricomporre, ignorare la decomposizione interiore.

Morire dentro e far di tutto per non farsi scoprire.

 

Morire dentro e forzare un magazzino.

 

Eccoci qui. Ecco Torchwood. Siamo a casa. Una struttura di detenzione del Torchwood One abbandonata negli anni novanta.”

 

Pensare, pensare senza sentirsi persone. E poi uscire, camminare per strada, fingere di essere vivi, spendere soldi rubati, comprare il necessario.

The, caffè, cibo, accessori... e ritrovarsi con un cappotto, un vecchio cappotto militare tra le mani.

E pensare che, dopotutto, è destino.

 

Destino, solo destino che spazza via liste di verbi all'infinito, duri e impersonali.

E dire Destino per impedirsi di sussurrare Jack.

 

Ianto strinse più forte il cappotto, come se fosse quello di Jack. C'era stato un tempo in cui non aveva avuto altro, se non quel tessuto da respirare, da baciare, da vivere ad occhi chiusi.

Lo strinse più forte tra le mani, illudendosi.

Un cappotto identico al precedente per un Jack identico al precedente.

 

Devo pagare. Pagare e poi fuggire, si ripetè, per restare calmo.

 

Fuggire e tornare, ancora, alla mia prigione.

Fuggire e sperare di correre più veloce della follia.

Avere la certezza matematica di non essere mai visto.

 

E riuscire ad ammettere che Jack ha ragione: non esiste altro. Non si può chiedere altro. Non oggi.

E, se domani esisterà ancora il mondo... noi saremo ancora insieme.

 

***

 

Vorrei svanire.

Vorrei sparire.

 

Ianto, nella sua vita, lo aveva desiderato più volte. Lo aveva desiderato innanzi al padre ubriacone e svelto di mano, innanzi alla madre assente, alla sorella piagnucolosa, al frigo vuoto e ai vestiti sporchi.

Aveva desiderato svanire e, poco a poco, era quasi riuscito nel suo intento. Aveva chiuso gli occhi, stretto i denti e rinunciato a inseguire qualcosa nella propria vita. Inevitabilmente, aveva perso se stesso.

Sdraiato sul fondo del baratro, a meno di vent'anni, era stato colpito da un'amara verità: non conoscersi è come essere drogati, si necessita una dose quotidiana di indifferenza. Indifferenza verso se stessi, verso le preoccupazioni, verso le idee sbagliate, verso i pensieri incontrollabili che corrono impazziti per la mente. Non conoscersi significa non sapere dove andare e, soprattutto, non andare dove si vuole.

 

Nessuno stupore per quello che accade.

Nessuno stupore già da tempo.

 

“E se scegliessi di combattere?” - si era chiesto Ianto, un giorno - “Scoprirei di essere già in battaglia? In difesa, aspettando di avere la forza di attaccare?”

 

Il quesito era attecchito in lui più di ogni altra passione. Potrò mai essere vivo? Potrò?

Devo passare dal sopravvivere al vivere, si era detto, ricominciando a lavarsi, aggiustarsi i capelli, radersi il viso, accettando di costruire qualcosa nello scorrere del tempo.

 

E' l'unica scelta possibile.

Ma si dovrebbe essere pronti alle conseguenze.

E io non lo sono.

Non lo sono perchè non so chi sono. E, se non so chi sono... posso essere chiunque.

 

Quindi, si era creato un prestigioso passato, un padre fuori dal comune, un curriculum da capogiro.

Era divenuto un truffatore esistenziale, senza rimorso, quasi con innocenza.

Il mondo mi ha dato ciò che mi ha dato, nessuno mi ha detto con che occhi vederlo.

E aveva conosciuto Lisa. Il Torchwood.

Aveva vissuto intensamente l'amore e il dolore per infine giungere a Jack e a emozioni di cui negava la possibile esistenza. Prima di Jack, aveva confidato nel proprio cuore, nella propria calma, nei castelli di menzogne con cui aveva cancellato il proprio passato.

Con Jack, aveva compreso come esistano attimi in cui il respiro si invischia in movimenti lenti e inaspettati, attimi in cui il cuore, pompando sangue denso come miele, fa fatica a restare al suo posto e schiaccia, comprime e si dilata fino a riempire ogni spazio.

Con Jack, Ianto aveva imparato a non essere un frammento perso nell'universo. Jack gli aveva insegnato, a modo suo, che si odia o si ama, ma mai in piccolo, mai in maniera univoca, mai per reale altruismo.

 

“Più in alto, Ianto. Non limitare te stesso. Il mondo, amore mio, mio Ianto, è qualcosa che sta in una mano. Ognuno di noi ne è responsabile, ognuno di noi può stringerlo e sbriciolarlo, oppure elevarlo in alto, fino alla luce. Stupisciti innanzi a tutto ciò che ti circonda, ogni volta che puoi.”

 

Ed era in quelle che Ianto percepiva la vibrazione del loro legame. Esile, assurdo, terribilmente doloroso... eppure ancora in grado di stupire e sapere di vita.

 

“Non possiamo ritenerci integri se non ci collochiamo in questo equilibrio e in queste correnti di forza. Il destino, Ianto, è il più grande alleato e, allo stesso tempo, il nemico più onorevole che potremo mai avere. È il nostro giocatore, il nostro sfidante.... ed è da sciocchi giocare a carte ignorando di stare seduti al suo tavolo... tienilo sempre a mente.”

 

Ianto ascoltava, rapito. Notte dopo notte, quando si aprivano spiragli nell'anima di Jack e la sua passione iniziava a filtrare, Ianto sentiva di potere tutto nell'esistenza e, finalmente, di vivere.

Così, le bugie su suo padre, sua madre, sua sorella, poco a poco, erano divenute realtà.

Perché quello era l'uomo con cui Jack voleva parlare.

E Ianto, disperatamente, non voleva più essere altro.

 

***

 

Che sensazione hai provato? Voglio dire, ad esplodere.”

Non è stato il mio giorno migliore.”

No, ma... ma l'hai sentito? O si è semplicemente fatto tutto nero?”

L'ho sentito.”

 

Ianto aveva sentito quelle parole calare tra loro, come un sipario.

Tutto, in Jack, si riconduceva a quel singolo verbo: sentire.

Sentire.

Jack non faceva altro. Sentiva. Ma, al suo fianco, era difficile percepire qualcosa. Il buio che Jack temeva, il buio che da sempre lo inseguiva, era nascosto da qualche parte dentro di lui.

 

Pensi mai che un giorno la fortuna non ti aiuterà, che tu... non tornerai indietro.”

Sono un punto fisso nel tempo e nello spazio. Questo è quello che dice il Dottore. Credo che intenda dire che è per sempre.”

Così, un giorno, mi vedrai morire di vecchiaia. E continuerai ad andare avanti.”

Sì.”

Sarà meglio godersi la cosa più possibile, allora.”

Sì.”

Come adesso?”

Ianto, il mondo potrebbe stare per finire.”

Il mondo sta sempre per finire. E quel cappotto mi è mancato.”

 

Mi vedrai morire di vecchiaia. La sola idea gli aveva provocato sollievo. La risposta di Jack, quel monosillabo, aveva spazzato via l'angoscia della solitudine.

'Sì' altro non era che una promessa. Una promessa eterna e pura.

 

Sì, sì, sì... urlarlo o sussurrarlo non cambiava la sostanza delle due lettere. Sì.

Sì, invecchierò.

Sì, sarai con me.

 

Sì, mi basta così poco per negare ciò che sta accadendo, la mia paura, i nostri doveri, la fine del mondo e ciò che ci attende domani. Mi basta questa singola parola per desiderarti come sempre, per dimenticare ogni parola, ogni diniego, ogni singolo frammento di dolore ghiacciato che mi hai seminato dentro.

Il mondo sta svanendo, Jack, il mondo sta svanendo da tanto tempo, ormai. E non mi importa, perché non vedo più nulla, se non te. Non vivo altro, non vedo altro... tutto ciò che penso, che respiro sei tu.

 

Jack, Jack, Jack... eri la mia ossessione. Ora sei il mio delirio. E, affogando in questo non voler più altro, amore, mio amore, mio odiato amore, rispondo con un sussurro.

 

“Sì.”

 

- 2

TORMENTO

 

 

Gli ho dato i bambini. Nel 1965, io gli ho dato 12 bambini. Come dono.

 

No, non puoi averlo fatto, fu il primo pensiero che si concesse.

No, non sei tu questo.

Eppure, mormorò una voce in fondo alla mente, tu sai che è così. Tu sai che Jack può farlo.

Tu sai che Jack lo ha fatto.

Non rammentare il bambino dalle lunghe ciglia, le vostre parole sussurrate senza vestiti, su un tappeto rosso.

Pensa, Ianto, rifletti, prima di negare l'evidenza.

Ricorda la bambina consegnata alle fate.

Dimentica quanto ami le sue bugie, dimentica quanto ami lasciarti confondere.

Pensa.

 

Lui è Jack Harkness.

E tu lo hai visto uccidere con il sorriso sulle labbra.

 

“Lo hai fatto.” - mormorò, fissandolo dritto negli occhi, sentendo la propria voce come se non gli appartenesse - “E lo rifarai.”

 

Jack non disse nulla. Dalla bocca di Ianto non era uscita la condanna che attendeva.

Dalla bocca di Ianto era scaturita la sua fine.

 

Sta accadendo. È il cielo che collassa su di noi e mi trascina con sé. Io... io non voglio perderti.

Credi ancora che io sia un dio del cielo? Lo credi, mio Ianto, oppure...

 

“Sbagli.” - sussurrò, cercando di frenare una irrazionale paura crescente - “Non accadrà mai più. Io te lo...”

 

Fu in quell'attimo che l'anziano Clem gli sparò. Nel sentirsi svanire, Jack si domandò se Ianto gli avesse creduto. E Ianto, senza saperlo mai, fu il suo ultimo pensiero.

 

***

 

Quando Jack si risvegliò, minuti o ore dopo, riconobbe all'istante le braccia che lo trattenevano e si opponevano agli spasmi della resurrezione.

Un corpo caldo, solido, vestiti su cui ancora persisteva, a giorni di distanza, il profumo di colonia. Un profumo antico, parte dell'anacronistico modo di essere di Ianto, troppo giovane per buona parte della moda che prediligeva.

Respirò a fondo, non tanto per desiderio di ossigeno quanto per amor di familiarità. Ianto, a testa china, aveva occhi solo per lui. E jack non vi lesse alcun giudizio per le poche parole con cui si erano lasciati poco prima.

"C'è sempre una scelta...”

“E quale sarà la tua, Ianto Jones. Cosa sceglierai?”

“Ciò che scelgo di solito. Sceglierò te, jack.”

Sei... rimasto...

 

Respirò ancora, sorprendendosi di quanto fosse faticoso restare nel presente, non farsi confondere da ricordi letali come coltelli. Ianto, ianto nel presente e nel passato.

C'erano voci, in lontananza, Gwen, concitata, lo difendeva... deciso ad aiutarla, cercò di alzarsi.

E Ianto lo trattenne, deciso.

 

“No. Resta.”

 

Troppo sorpreso, ancora troppo frastornato, Jack lo lasciò fare. Tornò a riadagiarsi indietro, ad alzare lo sguardo verso di lui.

Nessuna parola tra loro. La paura provata poco prima era tornata insieme alla vita. Ianto sapeva. Ianto sapeva di cosa era capace e non avrebbe mai creduto ad alcuna promessa.

 

“Tu vuoi il mio perdono?”

“Non l’ho già avuto?”

“Non del tutto, no.”

 

Ancora ricordi scomodi. Jack allungò una mano, sfiorandogli il viso. Non esistevano parole per spiegargli senza dover, infine, mentire ancora.

Lo aveva fatto, aveva consegnato i bambini agli alieni perché, solo in questa maniera, la Terra sarebbe stata salva. Aveva scelto cosa fosse sacrificabile e cosa no. E, a conti fatti, ammise con se stesso, amplificando l'orrore che già provava, non sarebbe stata nella prima né l'ultima volta.

Nemmeno per Ianto, infine... nemmeno per Ianto avrebbe potuto fare altrimenti.

Ma poteva provarci. Poteva.

 

“Lo so, lo so... nella buona e nella cattiva sorte, in odio o in amore...”

“Odio e amore?”

“Non è questo che facciamo? Non ci amiamo solo dove finisce l'odio reciproco?”

 

“Dobbiamo andare, ora.” - sussurrò Ianto - “E lo faremo insieme.”

 

Accada ciò che accada. Tu ed io.

 

***

 

Non posso credere che tu non ne abbia mai parlato.”

Allora non parlavano attraverso i bambini. Non ho riconosciuto i segni all'inizio.”

Non intendevo questo.”

 

Lo so. Jack, gli occhi fissi al computer, avrebbe desiderato urlare. Ianto, sempre Ianto, con quella sua fastidiosa e assurda percezione del mondo.

Il silenzio si era spezzato, all'improvviso. Quando Jack ormai pensava di essere salvo, la lama di Ianto era affondata, come sempre, fino in profondità.

Ianto l'empatico, Ianto l'autolesionista.

Ianto, che forse avrebbe potuto capire se solo... se solo...

 

Tutto questo deve averti consumato, poco a poco. Perché non me lo hai detto? Avrei potuto aiutarti.”

No, non avresti potuto.”

 

Ianto, che forse avrebbe potuto capire se solo... se solo... se solo Jack non fosse stato Jack.

 

Io ti dico sempre tutto.”

Si? allora dimmi, che cosa avrei dovuto fare?”

Tenergli testa? Il Jack che conosco gli avrebbe tenuto testa.”

 

L'ho fatto. Ma non nel modo che credi. Io non sono l'uomo che pensi, non lo sono mai stato.

Poi, impercettibile agli occhi di Jack, si era incrinato qualcosa.

 

Ho solo scalfito la superficie, non è vero?”

Ianto, questo è quanto. Ho vissuto a lungo, ho fatto molte cose. Devo andare, non ci metterò molto.”

Lo stai facendo di nuovo. Parlami, Jack, dove stai andando?”

A chiamare Frobisher. Non posso farlo qui perché mi traccerebbero, ok?”

Tu sei il capo.”

E giusto per la cronaca ho una figlia che si chiama Alice, un nipote che si chiama Steven e ieri Frobisher li ha presi in ostaggio.”

 

Ianto rimase immobile. Una figlia, un nipote, una... famiglia.

La tua solitudine... il tuo lungo viaggio solitario... menzogne. Ancora menzogne.

 

“Non è l'amore a portarmi indietro.

Non è mai l'amore a guidarmi.

Vivo il mio amore per te, ora, qui.

Non chiedermi ciò che non posso darti.

Non farlo mai più.”

 

Non puoi darmi nulla... perché non hai nulla da darmi.

 

“Hai mai amato qualcuno?”

 

Si rese conto di fissare il vuoto. I pensieri erano scivolati via, abbandonandolo. I suoi occhi non vedevano nulla, il suo cuore non batteva, il suo essere non percepiva altra realtà se non rabbia.

Rabbia.

 

“Allora ci nutriamo di rabbia... quando siamo insieme.”

 

Rabbia e... ancora amore.

 

Jack mi aveva avvertito. Sono io che non ho voluto credergli.

 

Devi capire da che parte vuoi stare... perché, se non lo sai... da questa storia non uscirai vivo.”

 

Temevo di non vivere mai. Temevo di non saper combattere ma soltanto difendermi.

Ora so che mi stavo sbagliando.

 

***

 

Jack gli aveva voltato le spalle, deciso ad abbandonarlo, a impedirgli di leggere nei suoi occhi ciò che non voleva confessare. Lo aveva attaccato, ancora, per difendersi. E non poteva preoccuparsi se lo avesse ferito, perché...

“Capitano Harkness!” - sentì dire, alle sue spalle.

Un comando, fatto di acciaio. Si fermò. E impiegò un attimo a rendersi conto di averlo fatto.

La consapevolezza di aver ubbidito ad un ordine, ad un suo ordine, gli penetrò in ogni cellula ustionandolo.

 

Ianto...

 

“Non se ne vada, Capitano.” - ripetè Ianto, senza provare alcun desiderio di pregare. Immobili, dandosi le spalle a vicenda - “Non abbiamo ancora finito.”

“Ianto... non abbiamo tempo.”

“Hai ragione, Jack. Ed è proprio perché non abbiamo che non mi ripeterò una seconda volta. Farai ciò che devi e io non ti ostacolerò. Non muoverò nemmeno un dito.” - voltò la testa, senza realmente vederlo - “Mi hai sentito, capitano? Non sarò un ostacolo. Ma in cambio...”

Jack non si mosse. Ianto si stava voltando, ma lui non lo avrebbe fatto.

“In cambio, io sarò con te, fino alla fine. Non andrai da solo ad affrontarli, basta con le cavalcate solitarie, basta con la stronzata del punto fisso nell'universo. Io sarò con te, Jack, perché così deve essere. E l'unico modo che hai per impedirmelo, è uccidermi.”

Silenzio.

Nessuna risposta.

Soltanto silenzio.

“Mi hai capito, Capitano? E' questo che si sceglie quando si ama. Ed io ti amo, Jack, ti amo e di me non resta più nulla. Ma, se vorrai, quando tutto sarà finito... quando sarai tornato dalla morte... se è questo che vuoi, sarò io ad andarmene.”

 

Jack chiuse gli occhi. Il colpo penetrò al centro del cuore, come una pallottola, distruggendo.

 

Qualcosa si muove nel buio e sta venendo, Jack Harkness... sta venendo da te.

 

“E' questo che pensi io voglia?” - chiese, cercando di dominare la voce - “E tu, Ianto? Tu cosa vorrai?”

 

Ci riusciresti? Riusciresti a lasciarmi?

 

“Ho voluto molte cose, da quando ti appartengo.” - replicò, come se questo spiegasse tutto, voltandogli nuovamente le spalle - “E ora, vai. Abbiamo un mondo da salvare. Vattene, Jack... vai dove sei atteso.”

 

Un giorno avrò la possibilità di salvarti. E ti guarderò soffrire e morire.

 

Jack strinse la mascella, in uno forzo titanico di autocontrollo.

“D'accordo, Ianto.” - sibilò, raddrizzando le spalle - “Se è tutto qui... hai la mia parola. Insieme, fino alla fine. Poi ti lascerò libero.”

 

***

 

Fatto. Uno strappo netto. E più nulla.

 

Siamo uno scherzo cosmico, occhi dolci, un ammasso di chimica ed evoluzione. La vita, il sesso coprono il fatto che niente significa niente. Perciò corri, Ianto Jones. Corri.”

 

John... John Hart lo sapeva. E io l'ho ucciso perché è stato l'unico a non mentire.

Ma, che io fossi un mostro...

 

C'è sempre un'altra scelta.”

Non c'è, Ianto. Nel tuo modo assurdo, caricaturale e tenero, tu sai di non avere scelta. Jack è inevitabile, incontrastabile, unico, ti obbliga a mentire per sembrare migliore di ciò che sei, a piegarti, implorare, dimenticare tutto ciò che avevi. Fino a quando non si ha più scelta... e non resta che un'unica cosa da fare... Morire.”

 

Morire.

Tu morirai per Jack. Implorerai perché accada.

Ti illuderai che sia stata una scelta, che non fosse inevitabile.

E non avrà importanza. Perché niente è niente. E tu sei niente... da vivo e da morto.

 

Tu morirai, Ianto Jones. Per Jack. Abituati all'idea.”

 

Ianto chiuse gli occhi e scoppiò a ridere.

Piegò la testa, lasciò che la risata divenisse una massa di singhiozzi incontrollabili.

Morire, morire... morire non è più nulla, mio caro John. Questo non l'avevi previsto, vero?

 

Avevi previsto che morissi... non che mi uccidessi.

 

Piangeva. E rideva. Rideva, rideva, rideva...

 

Fatto. Il mondo senza Jack. Jack che tornerà sempre, ma mai più per me. Mai più.

Dormirò la notte, ora... ora che gli incubi sono divenuti la mia vita, io dormirò. Dormirò per sempre.

 

***

 

Capitano Jack Harkness e Ianto Jones.” - disse Jack, mentre entravano a braccia alzate, le pistole rivolte al cielo - “Siamo il Torchwood.”

 

***

 

Volevate una dimostrazione di guerra. E' stato rilasciato un virus. Ucciderà chiunque si trovi nell'edificio. State morendo, anche adesso.”

 

Nel momento stesso in cui sentì e comprese, Ianto abbassò la pistola. Il mondo perse di consistenza, divenne ovattato. Ma Ianto non volle chiudere gli occhi.

 

Avevamo un patto, pensò soltanto. Avevamo un patto.

Dovevi essere tu a lasciarmi.

 

Jack si voltò, gli occhi azzurri incredibilmente dilatati.

Dobbiamo farti uscire di qui. Io posso sopravvivere a qualsiasi cosa, ma tu no!”

E Ianto lo guardò dritto in viso, memorizzando ogni singolo elemento, ogni linea, ogni ombra. Un attimo perfetto, un attimo terribile... forse, destino. Poi sorrise, con una leggera alzata di spalle.

 

Troppo tardi.”

 

***

 

Hai detto che avreste combattuto.”

Allora ritiro quello che ho detto, d'accordo? Ritiro tutto. Ma non lui! No, no, no, Ianto. Ianto...”

 

Ianto si sentì cadere e le parole di Jack si distorsero, divenendo incomprensibili.

Non lui... sono io quel 'lui' per cui ora baratta il cielo e la terra.

Sono io quel 'lui', quel 'lui' a cui non può rinunciare...

 

Avrei voluto accadesse prima... ma non cambierei nulla. E ora, a modo mio, sono felice.

 

La vita è finita insieme all'amore. Non spazio, non tempo. Morte.

Forse, dopotutto, era davvero destino.

 

Lo sentì muoversi, ritrattare e, infine, lo sentì a fianco. Si sorprese di conoscerlo tanto bene, di percepire il suo corpo, immaginare la sua espressione, riuscire a vederla anche ad occhi chiusi.

Ma aveva davvero gli occhi chiusi? Forse la vista... la vista era il primo senso ad abbandonarlo. Alzò una mano, afferrando un lembo della sua camicia, prima che fosse troppo tardi. L'aveva tra le dita, ne percepiva la ruvidezza. Quante volte, quante volte quel gesto ripetuto, attendendo che tornasse, nel sonno, parlando in ufficio.

Stringere la sua camicia tra le dita, in un ultimo egoistico desiderio di possesso del suo corpo

 

No! Ianto, Ianto, Ianto! Rimani con me! Ianto, rimani con me, ti prego. Rimani con me. Rimani con me.”

 

Realmente stringeva ancora un lembo di stoffa? Realmente Jack stava implorando? Forse, ma non sentiva più nulla. Lasciò ricadere la mano.

 

Non dimenticarmi.” - sussurrò, forzando le labbra ad aprirsi, la voce ad uscire. Dimentica le nostre parole di ieri, dimentica l'odio, ricorda solo l'amore.

Non potrei mai.” - Jack gli sorrise, piangendo. Senza ritegno, come se il mondo stesse crollando.

 

Mi amavi davvero, dopotutto.

Ianto provò a dirlo, senza riuscirci.

Mi amavi. E io amo te.

Almeno riguardo a ciò, eravamo sinceri.

 

Tra un migliaio di anni... ...non ti ricorderai di me.”

Sì, invece. Te lo prometto. Lo farò.”

 

Tra un migliaio di anni, tra le stelle, io non sarò che il ricordo sbiadito di una stagione di dolore. La terra e la cenere del tempo trascorso insieme non avranno più alcun significato. La vita sarà passata, per te, Jack, ancora bello, ancora diverso. E io spero che troverai qualcuno per cui tornare. Quel qualcuno che avrei voluto essere io perché tu... tu... tu sei stato l'unico significato della mia vita.

 

Ianto. Ianto. Non andare. Non mi lasciare, per favore. Per favore... per favore no.”

 

Il buio è giunto, infine. E, per quel poco che conta, Jack... Grazie. Grazie di tutto.

 

“Direi che, di questi tempi, la vita e la morte tendono a mischiarsi più del dovuto...”

“Come l’odio e il sesso... signore.”

 

***

 

Morto. Tra le sue braccia.

Morto.

 

“Owen ha ragione,

non bisogna far affidamento sul tempo.

Per questo, voglio che tu sappia che ti amo,

capitano Jack Harkness.

E voglio che tu lo sappia adesso.”

 

Morto, morto, morto.

Jack alzò gli occhi, senza distinguere nulla dell'alieno, nella nebbia della teca.

 

“Io sceglierò te, Jack,

sceglierò te ogni giorno fino alla morte.

E confido, amore, che quel giorno

mi concederai di andarmene tra le tue braccia.”

 

Ianto, morto. Chiuse gli occhi, sentendo l'energia abbandonarlo, la morte avvicinarsi, di soppiatto. Si preparò alla resa, a svanire. E il dolore lo travolse, con violenza inaudita.

Mi sveglierò solo.

Abbassò gli occhi, mentre la vista si appannava. Ianto sembrava sereno, lontano. Jack si piegò, posando le proprie labbra sulle sue.

E fu un lampo.

 

Ianto, seduto sul bordo nella scrivania. Ianto che si piegava su di lui, rubandogli un bacio.

Ianto, che lo stringeva nel sonno.

Ianto, che lo spingeva contro lo schedario, fissandolo dritto negli occhi.

 

I tuoi occhi... mi mancano i tuoi occhi...

 

Jack, sorrise. E chiuse i propri. Era tempo di morire.

Tornerò, promise all'universo, scivolando a terra. Tornerò in un mondo senza di te.

 

E sarà come non essere tornato mai.

 

(26 agosto 2013)

  
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