Chiude gli occhi, fa un respiro profondo.
Non può andare avanti così.
Non può continuare a vederla ogni giorno. Non nella consapevolezza che lei, nonostante sembri così vicina, in realtà è irraggiungibile. Non può continuare ad amarla, e a sperare di essere ricambiato, quando lei è di un altro uomo. Non può, o finirà per essere schiacciato dal peso delle proprie emozioni.
Eppure, non riesce a smettere. Non riesce a immaginare una vita senza lei, senza i loro sguardi d'intesa, senza le battute che si scambiano.. Non riesce, o forse non vuole.
Richard Castle, single più desiderabile numero nove, ha perso la testa per l'unica donna che, probabilmente, non riuscirà mai ad avere. Richard Castle, scrittore di ventisei best-seller, non riesce a trovare le parole giuste per dire alla donna che ama quello che prova per lei.
O meglio, le parole le ha. È il coraggio a mancargli.
Il coraggio di guardarla negli occhi e dirle: "Ti amo, Kate"
Il coraggio di farle sapere che, in tutta la sua vita, non ha mai conosciuto donna più intelligente, complicata e bella di lei. Lei, che fin dal primo momento è stata un mistero, una sfida in grado di risvegliarlo, e di fargli capire che le cose che valgono davvero vanno ottenute col sudore e con la fatica. Lei che ha costruito una muraglia impenetrabile attorno al proprio cuore, per evitare di soffrire di nuovo, e che continua a vivere con un piede nel passato, prigioniera di esso per scelta.
Lei, che nonostante tutte le cicatrici, i dolori, le insicurezze con cui deve combattere ogni giorno, cammina a testa alta. Lei che non chiede aiuto, nonostante stia per annegare. Lei, che nonostante tutto quello che ha sofferto e con cui fa i conti ancora oggi, è il fiore più raro che lui abbia mai avuto la fortuna di vedere.
Perchè è vero: il fiore che nasce nelle avversità è il più raro e bello di tutti. E Katherine Beckett, con il passato che continua a tormentarla, le ferite profonde che cerca di nascondere, e la paura che le impedisce di andare avanti, è quel fiore.
Un fiore che lui muore dalla voglia di cogliere e tenere per sé, ma che, così facendo, teme di poter perdere per sempre: sa fin troppo bene, infatti, che se dovesse cercare di infilarsi sotto all'armatura che lei si è costruita senza averne il permesso, non gli verrebbe mai perdonato. Non importerebbero le sue buone intenzioni, i suoi sentimenti, o le miriadi di scuse: conterebbe solo il fatto che ha tradito la sua fiducia. E non può rischiarlo. Non può rischiare di perderla, solo perché non è stato capace di attendere che fosse pronta.
E se non dovesse mai essere pronta? Si chiede, dubbioso.
Non ha una risposta. Ma forse è giusto così.
Perché, alla fine, anche il fiore più raro, prima o poi, dovrà sbocciare.


 




















 
Yaw.

Seguo Castle più o meno da quando hanno dato la prima puntata su Fox Life (cinque anni fa? Boh xD), e me ne sono subito innamorata. Fino ad ora mi sono tenuta lontana dal fandom per paura di combinare un pasticcio con i personaggi, ma quest'estate mi sono rivista tutte le stagioni, e la voglia di scrivere era davvero troppa. 
E' stato il contest Viva l'Infanzia (a cui questa storia partecipa) a darmi l'ispirazione per scrivere finalmente qualcosina: dovevo inserire nella storia una frase tratta da un cartone Disney. Ho scelto Mulan, con la frase "Il fiore che nasce nelle avversità è il più raro e bello di tutti", e chi meglio di Kate Beckett potrebbe essere questo fiore? Quindi ecco a voi Castle che riflette sul suo rapporto con Beckett, chiedendosi cosa fare.
La citazione all'inizio è di Martha, la madre di Castle, ed è una delle mie citazioni preferite. Perchè è vero: è sempre più facile mettere le parole su carta che dirle guardando una persona negli occhi.
Concludendo questo sproloquio: gradirei molto sapere cose ne pensate.. Magari in una recensione?

-TheSandPrincess-