-Piove-
L voltò il capo in direzione di quella vocina.
A pochi centimetri di distanza da lui, una figurina era intenta ad osservare il
paesaggio circostante.
Era una bambina, dai capelli castano scuro e i vispi occhietti neri.
-Già…- sussurrò lui, scrutando il cielo plumbeo da dietro la finestra. La bimba
si mise a giocherellare con le maniche del kimono blu, sul quale spiccava il
rosso acceso dei pesciolini disegnati sulla stoffa.
-Ti piacciono i pesci rossi, Lawliet?-
Il ragazzo fece un cenno affermativo con il capo, senza però voltarsi in
direzione della bambina.
Lei sorrise, compiaciuta. –Allora ti piace il mio kimono?-
domandò. La risposta fu nuovamente positiva.
La bimba saltellò, felice, attorno ad L,
strattonandolo per la candida maglia.
-Lawliet…- lo chiamò. –Mmh?-
la piccola chinò il capo lateralmente. –Ma sei
triste?- chiese, allentando la presa. Lawliet si
limitò a fare spallucce, abbassando gli occhi a terra.
-Allora sei triste…Ma perché?- -Sono dispiaciuto…-
rispose a voce bassa, il moro, passando una mano tra i lucidi e lisci capelli,
scompigliandoli ancora di più.
Il voltò della bambina si incupì
- E come mai?-
L sospirò:- Perché c’è una persona a cui voglio molto bene…-
La piccola lo osservò, accigliata. –Ma se gli vuoi
bene è una bella cosa. Cosa c’è che non và?-
Il giovane detective sorrise amaramente –So che mi tradirà…- La bambina parve
rattristarsi.
-Sei triste perché non ti vuole bene?- -Sono triste perché ho perso…-
La piccola afferrò la mano di L, dispiaciuta. –Spiegati…- sussurrò.
-Questa persona mi ha chiesto di giocare ed io ho accettato-
iniziò il ragazzo, riportando lo sguardo fuori dalla finestra – Se avessi
vinto, avrei ottenuto la giustizia, in caso contrario, avrei perso la vita-
La bambina si meravigliò:- La morte ti spaventa?- Lawliet
fece un cenno negativo.
- Sono triste perché temo che, la persona a cui voglio
bene, si renderà conto troppo tardi dei suoi sbagli. E soffrirà…- La piccola gli sorrise, per cercare di rassicurarlo:-Ma tu potresti
vegliarlo...-
-Non servirebbe: è troppo ossessionato dalle sue manie di grandezza-Seguirono
interminabili minuti di silenzio. La bambina rimase ad osservare la triste
espressione di L: i suoi occhi trasparivano malinconia e rassegnazione. Le labbra serrate, lo sguardo perso aldilà del vetro, i capelli ad
incorniciargli il volto, risaltando il pallido candore della sua pelle.
Lo vide posare una mano sulla superficie della finestra.
La bimba corse verso il tavolo situato al centro della stanza. Salì su una
delle sedie disposte intorno ad esso, e prese una
fetta della torta che vi era sopra posata. Si sporcò appena le dita di panna.
Le portò alle labbra, leccandola via, assaporandone la dolcezza. Corse
nuovamente in direzione del detective. –Tieni…- gli disse,
porgendogli il dolce. –Almeno ti tiri su di morale.- L
abbozzò un sorriso, ringraziandola con un gesto del capo. – Lascia la fetta sul
tavolo: la mangio dopo.- disse, riprendendo ad osservare le gocce di pioggia
che scivolavano lentamente sulla superficie esterna del vetro. La bambina,
felice di averlo fatto sorridere, prese il piattino, riportandolo dove l’aveva
preso.
Tornò indietro, ma scorse qualcosa che la lasciò interdetta. Una goccia d’acqua
stava rigando il viso di L, percorrendo lenta la gota, per andare ad
infrangersi tra le sue labbra.
-Lawliet…è una lacrima quella?-
domandò lei, incuriosita. Lawliet si
meravigliò un poco, mantenendo però la sua solita compostezza. –Si… direi di si…-. La piccola si mise in ginocchio e si strinse alla
gamba del detective.
-Lawliet…- proferì a voce bassa. –Si?- domandò lui, in attesa di una risposta. –Gli angeli piangono?- chiese
lei. L ci pensò un po’ su, ed infine rispose:- Che io
sappia no…non credo…- sussurrò Lawliet, portando un
dito alle labbra. –Allora…perché tu stai piangendo?-
Owari
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Vecchiotta anche questa fanfiction, ma ci terrei davvero che la commentaste, perché
per me è molto importante.
Spero sia stata di vostro
gradimento.
Kiss
Slepless