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Autore: Vincent Prismriver    05/09/2013    0 recensioni
La storia della distruzione di una famiglia, e della firma di un contratto dato dalla disperazione.
Layla Prismriver ed il vero potere della musica.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ben dieci anni erano passati dall’acquisto della magione, volati via come foglie al vento. La famiglia Prismriver si era ingrandita notevolmente, e la vita scorreva felice.
- Ancora non riesco a crederci. – disse il Conte Prismriver.
- Cosa? – chiese la Signora Prismriver.
- Quattro figlie femmine… ma come diavolo è possibile?
- Cosa ti prende? Non sei forse felice?
- …Fai finta che io non abbia detto nulla. – rispose nuovamente egli, guardando il giardino della tenuta attraverso una vetrata. In tale luogo le tre sorelle più grandi stavano provando i loro strumenti musicali, nuovi di zecca, mentre la più piccina sedeva sulle ginocchia di Mildred, che oramai non era giovane come un tempo.
Il Conte Prismriver si girò. Oltre a lui, in quella stanza non vi era nessuno. La Signora Prismriver, infatti, era morta tempo fa, dopo il parto della quarta figlia. Una lacrima scese dal volto dell’uomo.
- Se era destinata, era destinata... – disse, sedendosi dietro la scrivania di quercia e sospirando tristemente.
E subito dopo, l’immancabile boato delle cinque del Mercoledì, che fece quasi tremare la casa. Nel silenzio, l’uomo riusciva quasi ad udire le note degli strumenti musicali, strimpellati senza troppi indugi. La sorella più grande tentava di suonare il violino, ma tutto ciò che otteneva era solo una valanga di stridii. La secondogenita soffiava nella trombetta, producendo un suono lungo e cupo, mentre la terzogenita premeva alcuni tasti a caso sul fortepiano. Si stavano divertendo un mondo, e ciò rallegrò il conte, almeno per un attimo. La più piccola era divertita e, sorridendo, batteva le mani.
Passarono sette anni, durante i quali i boati continuarono incessantemente, puntuali come un orologio svizzero. Le quattro sorelle si stavano aggirando furtivamente per la magione, quando la terzogenita ordinò loro di ascoltarla.
- Allora – disse. – Il nostro obiettivo sono i biscotti. Mildred non ha il diritto di privarci di quelle squisitezze!
- Giusto! – disse la primogenita.
- Giustissimo! – aggiunse la secondogenita.
- Ecco il mio piano. Merlin. – disse la terzogenita, puntando il dito contro la seconda – Tu dovrai gridare a gran voce che Lunasa sia in gravi condizioni, così Mildred accorrerà in un lampo. Mi raccomando, la tua voce deve essere squillante come una tromba!
- D’accordo! – rispose Merlin.
- Lunasa – disse la terzogenita. – Una volta che Mildred sarà venuta da te, dovrai lamentarti, fingere di avere la febbre e barcollare. Devi essere drammatica come un violoncello!
- Intesi. – rispose Lunasa – E tu, Lyrica? Cosa farai?
- Mentre Mildred sarà distratta, io e Layla ruberemo il vaso di biscotti. Saremo furtivi e veloci come una scala di note! – rispose lei. – Ci incontreremo al rifugio nel giardino della villa.
Era proprio un Mercoledì, quello. Cinque in punto, il boato rimbombò nella villa, e l’Operazione Furto Dolciario ebbe inizio.
- Miiiiiildreeeeeeeeeeeeeed! – gridò Merlin a gran voce. Un grido poderoso, che destò immediatamente la capoicameriera da ciò di cui si stava occupando.
Del gruppo, Merlin era sicuramente la più allegra. Una ragazzina sempre in movimento e chiassosa. Quando qualcosa le interessava, la osservava come una maniaca. Era molto talentuosa con gli strumenti a fiato, in particolare la tromba. Diceva che le note emesse dalla tromba rendessero felici le persone ed emanassero energia. In ogni caso Mildred accorse, chiedendosi per quale motivo Merlin avesse gridato così forte.
- Vedi Mildred… - disse, correndo in tondo, freneticamente – Il problema è Lunasa… non si sente molto bene, forse ha qualcosa che non va!
- Beh, calmati... – La voce fievole di Mildred fu interrotta dal tono squillante di Merlin.
- Cosa facciamo? Cosa facciamo? Aiuto! Ti prego! Aiutala! – gridò Merlin, agitata come non mai.
- Ti prego, calmati! – gridò Mildred – Ora andiamo da lei e vediamo qual è il problema!
L’esca aveva abboccato all’amo. Merlin e Mildred salirono le scale e giunsero nella stanza di Lunasa. Era distesa sul letto, mentre fingeva un paio di colpi di tosse.
- Cosa ti succede Lunasa? Parla, per piacere! – disse Mildred, sudando freddo.
- Io… – rispose lei – Io non sto bene. Mi sento come se il mio spirito tentasse di uscire da me. Come se una tenebra mi avvolgesse... e mi facesse vedere tutto in una maniera distorta… oh.. cosa mi succederà ora? Ricordo ancora, quando avevo sette anni…
Se c’è qualcuno in grado di fingersi veramente malata, quella era Lunasa. Era la più grande del gruppo, ed in un certo senso era l’opposto di Merlin. Una studentessa modello che eccelleva in tutto ciò che faceva. Odiava barare e accettava le sfide con coraggio. La sua personalità cupa la rendeva un po’ pessimistica, ma era una ragazza molto onesta. Talentuosa con gli strumenti a corda, il violino in particolare. Diceva che le note emesse dalle corde del violino rispecchiassero la drammaticità della vita e delle sue sofferenze. In parole povere, l’obiettivo di Merlin e Lunasa era quello di guadagnare tempo. Nel frattempo, al piano terra, Lyrica e Layla sgattaiolarono nelle cucine della villa.
- Trovato! – disse Lyrica, una volta adocchiato il vaso dei biscotti, appoggiato su una mensola. – Layla, passami quella sedia, per favore.
La bambina prese la sedia e la diede alla sorella maggiore, che la posizionò sotto la mensola. In seguito vi salì, e riuscì ad afferrare il vaso. Salto giù velocemente dalla sedia, facendo attenzione a non rompere il contenitore.
- Missione compiuta, Layla! Preso, andiamo in giardino! – disse alla sorella minore.
La terzogenita era Lyrica, ed era la più furba del gruppo. Pensava sempre a come ottenere il massimo secondo il principio del minimo sforzo. Conosceva bene le sue capacità, e non agiva mai prima di aver pensato a tre possibili scappatoie. Era molto talentuosa con qualsiasi strumento, ma adorava il pianoforte in particolare, perché diceva che rilassasse e stimolasse l’intelletto, ma anche perché con esso poteva creare infinite combinazioni di note. Layla, la più piccola, ancora non era in grado di suonare uno strumento, ma adorava assistere alle perfomance delle sorelle maggiori. Le due ragazzine si diressero verso il giardino della tenuta, dove Lyrica aveva costruito un piccolo rifugio segreto. Poco dopo furono raggiunte da Merlin e Lunasa, che avevano seminato Mildred. Finalmente potevano godersi il loro agognato premio, i biscotti più buoni della Gran Bretagna. Layla sorrideva, giurando di diventare, un giorno, abile come loro.
   
 
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