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Autore: Maghetta1996    05/09/2013    2 recensioni
-Nonno!- esclamò, guardando Makarov con gli occhi che brillavano. Tuttavia, non meno di un secondo dopo, il suo sorriso si spense.
-Chi è?- chiese, indicando un ragazzino tutto tremante dietro un pilastro; Makarov saltò sopra il tavolo, ed incitò il ragazzino ad avvicinarsi. Quello non si mosse.
*
Laxus passò, nella sua corsa accelerata, le cuffie sempre con sé. Fried mollò il libro, e aprì i palmi della mano sul vestro, mentre guardava la figura del biondo fare due giri per la statua.
Pensò che fosse fantastico, atletico, e si, in un certo senso gli piaceva. E pure molto.
[A Laxus x Fried love story ♥ ]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fried Justine, Luxus Dreher
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Call me maybe, Laxus?
A Roberta.
A Laxus and Fried love story.

Laxus, seduto solitario al tavolo, stava ascoltando un pezzo forte rock. Ormai la sua mente era partita in un altro mondo: vedeva se stesso combattere, sfidare avversari temibili e, infine, diventare il master della gilda.
Sogno a cui ambiva dalla più tenera età.
Improvvisamente un'ombra familiare si proiettò lungo il tavolo di legno. Era l'unico per cui riteva necessario abbassare il volume della musica. Si fosse trattato di qualcun'altro, lo avrebbe lasciato perdere.
-Nonno!- esclamò, guardando Makarov con gli occhi che brillavano. Tuttavia, non meno di un secondo dopo, il suo sorriso si spense.
-Chi è?- chiese, indicando un ragazzino tutto tremante dietro un pilastro; Makarov saltò sopra il tavolo, ed incitò il ragazzino ad avvicinarsi. Quello non si mosse.
Ma Laxus sapeva benissimo dove volesse andare a parare il vecchio. E già aveva pronta la risposta.
No.
-E' un nuovo arrivato, ha dieci anni, e sembra promettente. Solo che...è un po' timido. Pensavo, magari tu...
Eccolo che arrivava, con le sue richieste per farlo aprire un po'. Perché si ostinava ad insistere? Lui era fatto per stare con i grandi maghi, per discutere di grandi imprese, non voleva avere niente a che fare con i mocciosi.
In particolar modo con i mocciosi timidi.
-Non se ne parla.
Makarov lo fissò torvo. Il solito trattamento che gli riservava quel tipo di richieste: si ripeté che, ancora una volta, gli sarebbe passata.
-Almeno provaci- insistette il nonno, ma Laxus negò pure quell'ultima supplica.
Non indenteva stare dietro a nessuno.
Si accorse che il ragazzino lo stava fissando con i suoi occhi blu, così gli lanciò un'occhiataccia e quello scomparve dietro il suo nascondiglio.


-E'...libero?
Oddio non ci poteva credere. Quel moccioso, dopo averlo fissato per le scorse tre ore e mezza, si era pure messo in testa di poter mangiare con lui.
Forse era timido solo quando gli conveniva.
-Perché proprio qui?- questa volta non esitò ad alzare un sopracciglio, ed osservarlo dal basso verso l'alto. Il ragazzino era visibilmente a disagio.
-Non ci sono altri posti liberi- spiegò con finta sicurezza.
Alla fine, volente o nolente, Laxus fu costretto a farlo sedere accanto a lui. Notò, con grande stupore, che al contrario di molti profumava di margherite.
Solitamente, gli odori che condivano la gilda, appartenevano ad ascelle, piedi, e così via.
Anche l'aspetto del ragazzino era bizzarro: portava i capelli di un verde fluo a caschetto, un ciuffo gli copriva l'occhio destro, e due piccole ciocche a forma di fulmine sfuggivano agli altri.
La carnagione pallida, le labbra appena accennate, e il naso perfettamente dritto, gli conferivano un'aria nobiliare.
Un dettaglio che non passava inosservato era il neo sotto l'occhio sinistro.
La radiografia non era indifferente al ragazzino che, sotto il pesante sguardo di Laxus, sembrava rimpicciolirsi sempre di più.
-Come ti chiami?- gli chiese Laxus, cercando di non apparire troppo interessato.
Anche se non lo era comunque.
-Fried!- esclamò il ragazzino, felice di essere stato considerato -Tu?
-Laxus- grugnì addentando l'hamburger che, da troppo tempo, lo chiamava dal piatto.
Ma dovette lasciarlo cinque secondi dopo. Quello che vide non poteva essere vero.
Che stava facendo?
Fried, presa forchetta e coltello, aveva infilzato l'hamburger e, tagliandolo col coltello, mangiava tranquillamente. Ignaro della reazione sconcertata di Laxus.
-Che diavolo...?- Fried, ingoiato un boccone, si girò verso il biondo e la sua espressione tradì la paura che provò.
-Ho fatto qualcosa di male?- chiese, Laxus provò a mantere la calma, poi gli spiegò il motivo del suo comportamento. Sottolineando come trovasse insulse le posate.
-Ah, veramente non ci avevo fatto caso...- cercò di scusarsi Fried, poi imitò Laxus mentre metteva una grossa parte di hamburger in bocca.
Masticò a fatica quell'insieme di carne e pane.
-Coshi?- domandò con il boccone ancora in bocca: vani furono i tentativi di mascherare la sua vergogna. Inaspettatamente Laxus scoppiò a ridere.
-Sei uno spasso!- e gli diede un colpetto sulle spalle. Quello per poco non rovesciò tutto ciò che aveva in bocca.
Non gli era simpatico, diciamo che gradiva la sua compagnia. Era meno irritante di tipi come Gray o Cana.
Si, dopotutto, poteva sopportarlo ancora un po'.

La finestra del suo appartamento era di fronte al parco pubblico di Magnolia.
Fried abitava all'ultimo piano, la sua casa era una semplice monolocale, con un letto e un bagno.
Dentro c'erano molti libri accatastati uno sopra l'altro, i vestiti riepiegati ed in ordine erano sopra il materasso. Ancora non aveva cambiato le coperte.
Come ogni domenica, aspettava alla finestra, sbirciando appena dal libro che leggeva. Ma non appena lui sarebbe arrivato, correndo come al solito, con il petto nudo, probabilmente non avrebbe esitato a lasciare il libro e ad attaccarsi al vetro.
Cinque, quattro, tre...
due, uno...
Laxus passò, nella sua corsa accelerata, le cuffie sempre con sé. Fried mollò il libro, e aprì i palmi della mano sul vestro, mentre guardava la figura del biondo fare due giri per la statua.
Pensò che fosse fantastico, atletico, e si, in un certo senso gli piaceva. E pure molto.
Già dal primo incontro, si era invaghito di lui, formando pure una lega in suo onore.
Lui era il capitano del Commando del Dio del fulmine, così era conosciuto a Fairy Tail, ma a casa era solo Fried Justine, l'uomo che amava Laxus.
Che lo osservava tutte le domeniche, che si concendeva di sognare.
Toglieva la maschera da ragazzo serio, tranquillo e responsabile, tornando ad essere quello che era veramente con Laxus: insicuro, sognatore, innamorato e timido.
Ad un tratto il biondo si fermò a prendere fiato e, per qualche insulsa ragione che costò cara a Fried, alzò lo sguardo notando il ragazzo.
Il cuore di Fried prese a battere così forte che per poco credette che la finestra si sarebbe rotta.
Si staccò immediatamente, congiungendo le mani, pregando che non salisse.
Era così umiliante, così non da lui, che la vergogna lo stava divorando. Si sentiva una lisca di pesce in bocca ad un gatto.
Il campanello suonò.
Cazzo.
Non era da lui pensare parole tanto volgari, ma quella volta fece un'eccezione.
Provò ad implorare il muro di risucchiarlo, ma, a quanto parve, il famoso detto "anche i muri hanno le orecchie" non sembrò funzionare con lui. Almeno nel senso letterale.
-Apri- ringhiò Laxus dall'altra parte.
Ma neanche morto. Non aveva intenzione di fare un passo verso la porta, fosse passato per codardo, non gli importava.
Restò accucciato contro la parete, con una mano ancora poggiata sul libro.
In risposta, totalmente inaspettata da Fried, Laxus sfondò la porta con un calcio. Il ragazzo dai lunghi capelli restò immobile con la bocca aperta.
Rosso per la vergogna.
D'altronde era raro che si facesse vedere con abiti diversi da quelli che indossava di solito, ma proprio quel giorno, quando aveva addosso solo un paio di pantaloncini ed una maglietta troppo larga!
A grandi passi, Laxus lo raggiunse, si sedette di fronte a lui e, con una faccia che non prometteva niente di buono, tuonò.
-Che stavi facendo?!
Non l'avrebbe risparmiato, non quella volta. Stava per stringere le gambe nude, quando Laxus gliene accarezzò una e gli cinse la vita con l'altra mano.
Si avvicinò pericolosamente al suo viso.
-Allora?- Fried si specchiò sugli occhi color arancio del ragazzo. Non avrebbe spiccicato parola, non avrebbe detto niente.
Abbassò lo sguardo, ma Laxus lo raggiunse prima che fosse troppo tardi.
Fried non si rese conto di quello che era successo, prima di abituarsi alla sensazione delle labbra del biondo sulle sue, aprì institivamente la bocca, per mettendo al ragazzo di entrare con la lingua.
Fu una danza celebre, una danza di vittoria per Fried che, di soddisfazioni, ne aveva sempre avute poche.
Per Laxus, probabilmente, era l'ennesimo successo.
La mano di Laxus si spinse oltre il bordo dei pantaloncini, accarezzando la coscia di Fried, sfiorando appena il bordo della mutande.
Fried gemette, e questo divertì molto Laxus, che decise di farlo soffrire un altro po', prima di dargli il colpo di grazia.
-Ehm...scusate...
Si fermarono. La mano di Laxus si ritrasse velocemente, ed anche Fried cercò di apparire lucido.
Era la sua vicina, la signora Parker. Un vecchietta odiosa.
-...Fried mi dovevi aiutare con gli addobbi floreali- intuì, dallo sguardo del biondo, che le avrebbe spaccato un vaso in testa a quella guastafeste.
-Beh, allora io vado- si congedò Laxus, rialzandosi, ed evitando l'anziana con un grugnito.
Una volta sentito il tonfo del portone che si chiudeva, la signora Parker commentò l'accaduto con un :
-Quel ragazzaccio...non avrà mai una ragazza!
E, in cuor suo, Fried sperò che la vecchia signora Parker avesse ragione.

La missione con Bixlow ed Evergreen era stata un successo.
Tutti i membri della gilda erano attorno a loro per congratularsi, ma Fried aveva preferito starsene in disparte, aspettando l'unica persona da cui accettava volentieri i complimenti.
Laxus non tardò ad arrivare e, in ancora meno tempo, capì che enorme impresa avesse affrontato il suo Commando.
Si sedette accanto a Fried, complimentandosi senza molte cerimonie. Gli chiese cosa avesse intenzione di fare ora.
-Beh dopo aver svolto una missione del genere, mi piacerebbe molto andare a mangiare fuori...

...quindi forse mi chiami, Laxus?
Si ridestò alla richiesta di Fried, fissandolo allibito. Cosa aveva detto? Cena fuori?
Se si fosse trattato dello stesso bambino timido di prima, probabilmente la sua risposta sarebbe stata
uguale a quella che aveva dato sempre a Makarov, quando aveva tentato di farlo socializzare.
Ma, siccome non si trattava più di un semplice amico, siccome i loro incontri si erano fatti sempre più frequenti, siccome Fried era sempre troppo educato, troppo gentile, troppo buono...
Troppo non simile a lui.
Decise di concedergli una parola che raramente usciva dalla sua bocca.
Si.
The End.
Note dell'autrice:
Questa storia è nata praticamente dal nulla.
Stavo girovagando per i video su Fried, quando ne ho trovato uno pubblicato recentemente che trattatava di questa coppia: Laxus x Fried. Che dire? Ho semplicemente immaginato cosa sarebbe successo se Laxus fosse stato più accondiscendente. Infatti, spero di non averlo reso troppo OOC.
Ne scriverò, sicuramente, un'altra su loro due. Magari riprendendo scene precise del manga. Questo era un"esperimento" iniziale che, spero con tutto il cuore, abbiate gradito.
Se volete, lasciate una recensione,
Martina.
  
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