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Autore: Cara_Sconosciuta    11/03/2008    4 recensioni
No, se sono elegante e, azzarderei, anche un po’ sexy, è solo perché so che ci sarà lui e spero di sentirmi dire un ‘come sei bella stasera’, anche se so che non succederà. Lui non è uno da complimenti.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con la mia prima originale… Non è proprio un racconto, nel senso che è fortemente autobiografico: è la cronaca dei miei pensieri nella serata di sabato scorso

Eccomi qui con la mia prima originale… Non è proprio un racconto, nel senso che è fortemente autobiografico: è la cronaca dei miei pensieri nella serata di sabato scorso. Proprio per rendere veritiero lo scorrere dei pensieri e delle emozioni, la forma è volutamente non correttissima e, forse, un po’ confusionaria. Mi è sembrato il modo migliore per far capire i miei sentimenti.

Vi lascio alla lettura.

Un ultimo appunto: Dramette è un vezzeggiativo dispregiativo usato in America per indicare un’attricetta di poco conto, una agli esordi o non molto brava. Chiaramente, qui è riferito al personaggio di Stephanie.

Temperance

 

Dramette

Alla mia “zia” Gabbry, che

Mi è sempre stata vicina…

Mi mancherai troppissimo l’anno prossimo!!!

Nipote

 

Mi chiamo Stephanie, Stevie per gli amici e indosso queste scarpe più scomode di un paio di calze di carta vetrata, questi leggings che, invece di smagrire quei tronchi che ho al posto delle gambe, li fanno assomigliare a due sequoia e il mio vestito più bello –no, questo non ha difetti- per andare alla premiazione del concorso a cui la mia compagnia teatrale, la Vento in Poppa, ha partecipato.

Non fatevi strane idee, eh! Non mi sono messa così in tiro perché penso di ricevere qualche premio: ci sono tante attrici migliori di me e poi avevo una parte minuscola.

No, se sono elegante e, azzarderei, anche un po’ sexy, è solo perché so che ci sarà lui e spero di sentirmi dire uncome sei bella stasera’, anche se so che non succederà.

Lui non è uno da complimenti.

Il lui in questione si chiama Robert e, anche se non da molto, mi piace un sacco, ma non voglio sbilanciarmi come ho sempre fatto e rischiare di farlo fuggire.

Non lui, non di nuovo.

Quando arrivo a teatro, comunque, del mio gruppo ci sono solo Henry e Alex, con cui vado a sedermi, lasciando saggiamente un posto libero accanto a me… anzi, due, perché lui e suo fratello stanno sempre in coppia.

Mica come me e Ricky, la mia piccola peste, che più lontani stiamo meglio è, soprattutto per la salute mentale dei miei.

Henry cerca di parlarmi, poveraccio, ma io ogni due per tre mi giro verso la porta per controllare i nuovi arrivati.

Sta a vedere che non c’è…

“Stenie, chi cerchi?”

“Eh?” Domando, voltandomi verso Henry. “Oh, no, sto solo guardando se c’è gente che conosco.

Lui sembra soddisfatto e torna a chiacchierare con Alex, mentre la mia attenzione ritorna sulla porta.

Eh, almeno ci prova, ma il mio naso va praticamente a sbattere contro il metro e novantacinque di Michael, il fratello di Robert.

“Possiamo sederci?” Mi fa, sorridendo.

Io annuisco, pregando mentalmente che Monte Miky non si accomodi vicino a me.

Mi’, vai in là, qui ci sto io.”

Evvai!

Due ciao e qualche battuta idiota sono tutto ciò che ci diciamo finchè non inizia lo spettacolo che precede le premiazioni.

Man mano che il tempo passa, Robert è sempre più nervoso e si vede: si tormenta i pantaloni, ha le mani sudate, tossicchia, si accarezza la leggera barba scura, pulisce le lenti degli occhiali… sa che verrà premiato, sa di essere il migliore anche se, forse, di quella targa di metallo potrebbe pure fare a meno.

È un ragazzo strano, Robert.

Strano e, almeno per me, affascinante.

E io sono qui, dovrei seguire lo spettacolo e invece spio ogni suo movimento, ogni dettaglio dei suoi pantaloni beige a coste, della sua camicia bianca un po’ aperta, del suo gilet scuro e del suo ciondolo argentato e lo vedo bello, questa sera.

Vorrei prendergli la mano , dirgli che sono qui per lui e con lui, ma non ne ho il coraggio.

Non è un tipo semplice… e se non mi volesse?

Non va, non va, lasciamo perdere.

La messa in scena è breve: quaranta minuti ed è tutto finito.

Come è finito? Boh, a momenti nemmeno so di che parlava.

Uno ad uno i premi vengono assegnati: miglior regia, miglior coppia, migliori costumi…

Applaudiamo la migliore attrice: è Sarah, del nostro gruppo, che a momenti sviene, perché non se lo aspettava.

E poi eccolo, quel premio che, lo so, è già suo.

La targa per il miglior attore… è giovane, recita nella compagnia Vento in Poppa… Robert Roxy, nella parte di Mario Girini, il segretario casinista e incasinato.

Sale sul palco, gli fanno domande stupide che non si sa da dove le abbiano tirate fuori e io lo guardo che si rilassa piano piano e mi sa un po’ di bello e impossibile, con gli occhi neri e il suo sapor mediterraneo, come canta la Nannini, anche se lui proprio bello bello non è.

Lo guardo e mi faccio i film: lui che torna al posto, io che lo abbraccio, gli do pure un bacio sulla guancia un po’ ispida.

La sua guancia… di lui che è un po’ uomo e un po’ ragazzo, a un tempo più adulto e più bambino di me.

Sì, ma poi lui a posto ci torna veramente e i miei film restano film.

Niente baci, niente abbracci… solo ‘sei stato bravo’ e lui ‘grazie’.

Due sconosciuti…che forse è poi quello che siamo davvero, soprattutto perché io non ho le palle per conoscerti di più.

E allora niente, ancora ‘complimenti, sei il migliore’ e poi via, tutti al bar a farci una birra o anche qualcosa di più forte.

Paga lui che ha vinto e magari staremo pure seduti vicini… ma tanto già lo so che più di ‘grazie’ non gli dirò.

Un’altra occasione sprecata… quante ancora ne avrò?

Boh, tanto non le so cogliere.

Però sono felice, perché solo stargli vicino mi fa bene,

Forse è solo la birra che mi manda in tilt o forse è lui, unico tipo di alcolico che non so reggere, che mi fa ubriacare senza nemmeno assaggiarlo.

Io solo un goccio ne vorrei… invece ho solo ‘grazie’ e ‘ciao’ e ‘ci vediamo alle prove’.

Mai un sorso, mai un bicchiere… solo l’aroma del vino buono che annuso come fanno i bambini, sospirando per qualcosa di più.

 

 

 

   
 
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