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Autore: xjelenas    05/09/2013    1 recensioni
Aveva gli occhi di chi soffre,di chi piange ogni notte in cerca di aiuto, chiunque sarebbe riuscito a leggerli, il problema è che lei camminava sempre a testa bassa.
Se le chiedevano come stava rispondeva con un semplice «bene, grazie.» ma infondo tutti preferivano così, chi si sarebbe interessato dei suoi problemi? chi si sarebbe interessato di lei? Dovevate vederla mentre guardava fuori la finestra, il più lontano possibile; voleva scappare, lasciarsi tutto il dolore alle spalle, ma semplicemente non ne era in grado. Si sentiva soffocare da un mondo di cui non faceva parte.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO.

 

Selena appallottolò un ennesimo foglio, buttandolo nel cestino e mancandolo di poco.
Non era per niente bello passare il sabato pomeriggio a studiare, a scrivere uno stupidissimo tema.
«cosa pensi del mondo in cui vivi? vorresti cambiare qualcosa? specifica cosa.»
Scrisse la traccia del tema su un foglio pulito, e sapeva che anche quello sarebbe finito presto nel cestino.
«vuoi sapere cosa penso del mondo in cui vivo?» disse Selena, scaraventando il foglio in aria.
«penso che faccia schifo.»
Lei non era una delle solite ragazze, si sentiva soffocare da quel mondo in cui non viveva, ma sopravviveva.
Pensava e voleva dire un sacco di cose, ma semplicemente stava zitta, voleva scrivere chiaro e tondo su quel tema.
«se una cosa in questo mondo si deve cambiare, sono le persone.» 
Aveva un sacco di cose per la testa, nessuno sarebbe riuscito a capire esattamente cosa pensava, visto che cambiava pensiero ogni volta.
Accartocciò anche questo foglio, anche se aveva scritto soltanto la traccia.
Non ne poteva più di sentirsi così inutile, sola, stupida, lunatica, indecisa, distrutta, incompresa...ed un'altra sfilza di aggettivi che lei conosceva bene.
Sarebbe stato bello svegliarsi una mattina con il pensiero di essere libera, di poter finalmente respirare e non sentirsi soffocare.
Ma lei oramai ci aveva perso le speranze.
Si sentiva così sola...non aveva nessuno.
Ogni giorno si vedeva allo specchio e non le piaceva quello che rifletteva.
Si vedeva brutta, troppo brutta per essere amata, oppure compresa, si sentiva troppo brutta per stare bene.
Il fatto è che non aveva nessuno a cui dirlo, si sentiva scoppiare la testa, e prima o poi sarebbe successo.
Alle fine rinunciò al tema, e si buttò a peso morto sul letto.
Guardò il soffitto come in cerca di qualcosa, ed iniziò a pensare ad un sacco di cose.
I genitori avevano divorziato da poco, circa tre giorni, e lei ancora non si era abituata ad entrare in cucina a trovare solo il padre.
Non si era ancora abituata a svegliarsi la mattina senza sentire l'odore della frittelle che la mamma preparava ogni volta.
Le mancava tantissimo, e lei non avrebbe voluto, perchè era stata la mamma a volersene andare, aveva lasciato tutto alle spalle, anche i suoi figli.
Ricordava ancora cosa le disse sua madre poco prima del divorzio: «non me andrò, promesso.»
L'aveva detto sorridendo, un sorriso che rincuorava ogni volta Selena, ma oramai era tutta una bugia, le promesse vanno a puttane.
Un sacco di persone avevano detto che ci sarebbero state, ed ora dove sono?
Ora che lei aveva un disperato bisogno di qualcuno dove erano tutti?
Si alzò di scatto con i capelli tutti scompigliati, che non le stavano mai come voleva, e gli occhi lucidi.
Stava trattenendo le lacrime, perchè era stanca di piangere, la faceva sentire debole, ma forse lei lo era...
Aveva le lacrime facili, e avrebbe tanto desiderato non averle.
Tutti la credevano una persona debole, che si fa i fatti suoi, ma se solo lei avesse avuto il coraggio di parlare, ora le cose sarebbero molto diverse.
Diede un'altro sguardo fuori alla finestra, verso l'infinito.
C'erano bambini che giocavano insieme, coppiette felici, e gruppi di amici che ridevano fra loro; le venne una fitta al cuore pensando che lei, nonostante la sua età, ora era chiusa in casa, nella sua stanza, dove l'unica fonte di luce era la finestra stessa.
Aveva spento la luce, le piaceva il buio, quando le cose non si possono vedere e si nascondono, e questo le piaceva fare: nascondere. 
Nascondere le sue ferite di battaglia.
La battaglia che ogni giorno si ripeteva contro se stessa.

Sospirò di nuovo alla vista dalla finestra, «sarò felice anche io?» si chiese a bassa voce, come se non volesse farsi sentire.
Mentre continuava a fissare il soffitto, bussarono alla sua porta, e senza che lei potesse dire «avanti» suo fratello era già seduto vicino a lei.
Le dava fastidio questo suo comportamento, perchè sarebbe potuto entrare in qualsiasi momento, anche quando lei stava piangendo, e non voleva farsi vedere debole da suo fratello.
Lui avrebbe semplicemente provato pena e Selena non lo voleva.
«neanche oggi esci?» chiese Daniel, sedendosi vicino a lei.
Selena non lo guardò nemmeno e rispose con un «no» secco.
Di recente Daniel si stava preoccupando molto per Selena, nonostante lei non parlasse con i suoi familiari di come si sentiva.
Forse aveva intuito qualcosa, forse Selena aveva detto o fatto qualcosa di evidente...
Il fatto è che lei e suo fratello non si erano mai odiati, è strano, sì, ma lui a volte era l'unico che le faceva compagnia, e lo faceva molto volentieri.
Selena in cuor suo lo ringraziava così tanto per non averla lasciata anche lui.
Daniel appoggiò i gomiti sui ginocchi e unì le mani, guardando la testa di Selena appoggiata sul lenzuolo, «se vuoi, possiamo uscire noi due. ti farei conoscere gente nuova.»
Gente nuova? Ma stava scherzando?
Selena non si voleva esporre troppo, non riusciva a fare bene amicizia, non solo per la sua timidezza, ma quando lei trovava un amico, gli dava il cuore, e lui in cambio lo spezzava.
Era qualcosa che era accaduto troppe volte, ma faceva male lo stesso.
Scosse il capo per poi sedersi in direzione del fratello, «no, grazie.»
«perchè sei sempre di poche parole?»
«boh.»
poteva sembrare acidità, ma Selena non era brava con le parole, soprattutto perchè la sua mente era una giungla.
Daniel sembrò prendere i redini della situazione, arrivando subito al sodo.
«Senti, ti vedo sempre sola, sempre triste, chiusa in camera, e questo non mi piace, voglio solo farti uscire un po', credo che ti divertirai, o almeno lo spero..»
Selena non lo fece finire di parlare che si passò una mano fra i capelli, prese la borsa e lo invogliò ad andare verso la porta.
Lui fece un mezzo sorriso e la prese per mano, mentre lei camminava lenta, come se fosse tirata.
La sua faccia era seria, mentre quella di Daniel no, i suoi occhi scuri sprizzavano vivacità da tutti i pori, ed il suo sorriso metteva molta allegria.
«ti posso far conoscere un mio amico?» le chiese mentre chiudeva la porta alle spalle.
«no.» 
lui rise e le prese di nuovo la mano. 
«perfetto, allora te lo farò conoscere.»
Selena roteò gli occhi, mentre portata dal fratello, camminava senza voglia.
Si sentiva osservata da tutti, ed anche un po' a disagio quando passava davanti a quello ragazze bellissime, alte, dal fisico mozzafiato e con un sorriso splendente.
Selena odiava anche quello di lei, non c'era una cosa che le piacesse di se stessa.
«si chiama Austin, ti piacerà.» disse Daniel bussando ad un citofono.
Un ragazzo della loro età (se non più grande) si affacciò al balcone e fece un segno come per dire «apro subito.»
«Dobbiamo entrare per forza?» chiese Selena sbuffando.
Daniel non rispose e la condusse dentro, chiudendo il cancello alle sue spalle.
Lo stesso ragazzo di prima, quell'Austin, aprì la porta d'ingresso.
Aveva in testa un cappello nero, una canotta rossa ed un jeans alto fino al ginocchio.
I suoi occhi erano scuri, eppure c'era qualcosa come una calamita, che avrebbe attratto chiunque guardava in essi,ed aveva un sorriso...uno di quelli più belli che la ragazza avesse visto.
Quanto avrebbe voluto sorridere anche lei in quel momento, ma le sue labbra non si mossero di un millimetro.
«ciao, zio!» evidentemente si chiamano così. «e tu sei...»
Selena non parlò, per far intendere a Daniel che doveva farlo lui.
«Selena, mia sorella.»
«Ah sì me ne hai parlato, ma non credevo fosse così carina.»
Selena rimase impassibile, ma nella sua mente sapeva che quel ragazzo stava dicendo una cazzata più grande di casa sua.
Notando il silenzio fra i tre, Austin li invitò ad entrare.
Selena si sedette subito su una poltrona, tormentandosi le punte dei capelli scocciata ed anche un po' imbarazzata.
Austin aveva preso in disparte Daniel.
«ehi, ho detto qualcosa di sbagliato?»
«no, tranquillo, è il suo carattere. è molto chiusa.»
L'amico annuì in segno di aver capito.
«perchè non vi conoscete un po'?» propose Daniel sedendosi.
Selena lo fulminò con lo sguardo, e lui fece finta di non notarlo.
«piacere, mi chiamo austin mahone, ho diciassette anni.» disse sorridendo all'espressione scocciata di Selena.
«il nome già lo sai. cognome Gomez. Età quindici.»
Sembrava un di quei test che doveva essere compilato frase per frase.
La timidezza di Selena la portava ad essere un po' acida, e talvolta anche molto silenziosa, cosa che odiava molto.
Austin non sapeva cosa dire dopo la risposta fulminea della ragazza e si limitò a guardare fisso Daniel.
Selena intanto si era alzata ed era andata verso la finestra; non aveva chiesto il permesso, non si era scusata, l'aveva fatto e basta.

Intanto Austin si era avvicinato di più a Daniel.
«forse le sto antipatico?»
«nah, fa così con tutti.»
Daniel stava incominciando a pensare che non era stata una buona idea portare sua sorella lì.
«vorrei aiutarla.» disse Austin come se avesse capito molto più di quanto il suo amico ignorasse.
Daniel sospirò, «i nostri si sono separati da poco, capisco che per lei sia una specie di trauma. quasi ogni giorno si rinchiudeva in camera con mamma e parlavano, parlavano, nessuno le fermava, se non quando mamma doveva andare a lavoro. ora sembra del tutto diversa. non parla più. si è chiusa con tutti.»
«e i suoi amici non sono preoccupati per lei?»
«io non ho amici.» la voce distaccata e lineare di Selena arrivò alle orecchie dei ragazzi che si girarono per trovare la ragazza ancora affacciata, come se stesse seguendo il discorso distrattamente.
Nessuno riuscì a dire niente.
Era calato un enorme silenzio, se Selena avesse fatto più rumore avrebbero sentito le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
Stava piangendo in silenzio, com'era abituata a fare per non farsi sentire.
Quando le lacrime ormai si erano seccate, le tolse con un la mano, facendo finta di stropicciarsi gli occhi.
«sono quasi le sette e mezza.» disse Daniel improvvisamente, guardando l'orologio. «posso prendere qualcosa al pub e portarlo qui.»
Austin fece un cenno con la testa; il fatto di rimanere solo con Selena non gli dispiaceva per niente.
C'era qualcosa in quella ragazza di ipnotico, di strano, che lo attirava molto.
Selena lo guardò di nuovo con disprezzo per poi tornare al suo posto vicino alla finestra.
Non appena Daniel chiuse la porta alle sue spalle, Austin fece un passo avanti verso la ragazza.
«cosa guardi?» le chiese.
«nulla in particolare.»
Selena si girò a guardarlo e lui abbassò lo sguardo imbarazzato.
«mi dispiace se tuo fratello ti ha trascinato qui...so che non ti senti a tuo agio.»
«qualcuno che lo capisce.» Selena tirò un sospiro mentre era sorpresa del fatto che quel ragazzo avesse già capito una parte di lei, seppure piccolissima.
Di solito nessuno si interessava a lei, di come si sentiva o di cosa provava, eppure quel ragazzo l'aveva fatto, si era interessato, e Selena si sentiva leggermente bene.
«grazie.» disse poi, rivolgendo lo sguardo verso di lui.
«per cosa?» chiese in modo confuso, mentre cercava di guardarla negli occhi, ma lei, di tutta risposta, li abbassava.
«non farmelo dire. non sono molto brava con le parole.»
«io sì. posso insegnarti se vuoi.»
Insegnare ad essere bravi con le parole? Ma questo ragazzo cosa si era fumato?
Ma era quella stranezza, quel bagliore nei suoi occhi che attiravano maggiormente l'attenzione di Selena.
«sei strano. ma è bello essere strani.»
Sembrava che i due stessero conversando normalmente, cosa alquanto strana per la ragazza.
Lui sorrise semplicemente, e lei si girò solo per vedere quel sorriso.
«vai a scuola qui?» le chiese poi Austin.
«sì. sono al secondo anno.»
«io al quarto.»
Nonostante quello che si fossero detti prima, ora era di nuovo calato il silenzio fra di loro.
«non mi piace stare qui. voglio andarmene.» dise improvvisamente Selena, continuando a guardare fuori, verso l'ignoto.
«perchè?» chiese lui, desideroso di sapere altro su quella strana ragazza.
«perchè non mi piace nulla. e sono anche io a non piacere...» si fermò un attimo e poi riprese a parlare. «ma perchè sto dicendo questo a te? non capisco nemmeno io come sto, figuriamoci tu.»
«ci posso provare.»
Selena lo fulminò con lo sguardo.
«no, sul serio. se vuoi ci posso provare.»
«perchè mai dovresti? per dirmi che ci saraie poi scomparire come tutti gli altri?»
«non ho detto questo.»
«prima o poi tutti se ne vanno, e tu rimani solo, e devi imparare a cavartela solo con le tue forze, anche quando non sono abbastanza per lottare...ma tu non capirai di nuovo.»
Austin era sorpreso dal fatto che lei fosse così calma mentre parlava e continuava a parlare guardando fuori dalla finestra, come se non gliene importasse niente.
«io posso rimanere.»
Ora nessun «se vuoi.» era un'affermazione.
La ragazza scosse la testa.
«come puoi pretendere di fare tutte queste cose, se ci conosciamo da meno di un'ora?»
«io posso provarci se tu me lo permetti.»
«ed io non voglio.»
Ci furono altri minuti di silenzio, quando poi rientrò Daniel con la cena.
«scusate se ti ho messo tanto, ma c'era davvero tanta gente.»
Selena si sedette al suo posto sulla poltrona, passando davanti ad Austin, guardandolo negli occhi.
«avete chiacchierato un po?» chiese Daniel mentre addentava il suo panino.
«sì.» rispose Austin sorridendo e aprendo la sua busta.
«di cosa?»
Selena gurdò Austin e lui rispose «oh, niente di particolare, di quando eravate piccoli.»
«oh.» disse il ragazzo prendendo un tovagliolo «di cosa esattamente?»
Austin aprì la bocca, come se voleva parlare, ma non sapeva proprio cosa dire.
Selena lo precedette «di quella volta in cui portammo un mazzo di fiori a nostra zia e c'era un ape dentro.»
Daniel rise, mentre continuava ad assaporare il suo panino.
Austin e Selena si cambiarono altri sguardi: quello che si erano detti doveva rimanere fra loro, assolutamente, lei non voleva che il fratello lo scoprisse.

Alla fine della cena, erano circa le otto e mezza.
Daniel e Selena aiutarono Austin a pulire sul tavolino, e poco dopo il ragazzo li accompagnò alla porta.
«Grazie.» gli sussurrò Selena ad un orecchio.
Lui apprezzò molto il gesto e sorrise imbarazzato.
Lei non riuscì a sorridere, anche se voleva farlo e seguì Daniel fuori all'uscio.
«ci vediamo domani.» disse Austin prima di chiudere la porta.
«che intende?» chiese la ragazza al fratello.
«boh. avete preso appuntamento?»
«no!» disse lei.

Tornata a casa Selena continuò a guardare fuori dalla finestra, mentre pensava alle parole di Austin.
«posso provarci.» «posso rimanere.»
Non si aspettava nulla di buono, tutti prima o poi l'avevano lasciata sola, e non voleva che la cosa si ripetesse.

Daniel entrò di nuovo nella stanza.
«Ti sta simpatico?»
«sì.»
«ma perchè ti trovo sempre affacciata a quella finestra? anche da Austin..»
Se lui capisse.. ma non l'avrebbe mai fatto.
Selena alzò le spalle.
«ho capito.» disse il fratello alzandosi e avviandosi verso la porta.
Prima che potesse chiuderla, Selena parlò «grazie per avermi portato un po' fuori con te oggi.»
Lui annuì e chiuse lentamente la porta.
Selena si buttò sul letto con le mani sulla faccia.
E' come se avesse due anime sulle sue spalle: una le diceva «non credere alle sue parole.» e l'altra «è sincero.»
A quale delle due credere?

SPAZIO AUTRICE. CIAAAO BELLISSIME FHVBKNJ. QUESTA FF MI E' VENUTA IN MENTE MENTRE VEDEVO DELLE FOTO DI SELENA E AUSTIN, ERANO COSI' CARINI INSIEME, CHE MI HANNO FATTO PENSARE SUBITO AD UNA FF. PER ORA QUESTO E' TUTTO, AGGIORNERO' PRESTO E SPERO CHE VI PIACCIA ALMENO UN PO'. ACCETTO QUALSIASI TIPO DI RECENSIONE, O CRITICA, CHE SERVE ANCHE PER MIGLIORARE. c: ve se ama.
  
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